SENSI VATTENE!!(ERA ORA!!!)

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il_gatto
00venerdì 13 novembre 2009 12:52
almeno angelini smentisce subito, almeno lui non ci specula (certo magari perche' non puo').

Mah speriamo bene....meglio sta cordata mafioromana che la scimmia cmq..
faberhood
00lunedì 16 novembre 2009 11:49
News?



Novità sulla cordata Mafioromana?
il_gatto
00lunedì 16 novembre 2009 14:39
ahahahahahahahaha
IL ROMANISTA (G. PIACENTINI) - Metti un giorno all’ora di pranzo Giuseppe Pasquale Marra, detto “Pippo”, consigliere d’amministrazione della As Roma, e Gianni Letta, sottosegretario alla Presidenza del Consiglio. A Palazzo Chigi, dove il vice di Berlusconi gioca in casa. Un sabato qualunque, un sabato italiano. Per molti ma non per tutti. Sicuramente non per loro. Cosa si saranno detti? Non è dato saperlo per il momento, ma con uno sforzo di fantasia e un minimo di immaginazione qualche ipotesi si può fare. Magari, visto il ruolo che il presidente dell’Adn Kronos ricopre nella Roma, si sarà parlato anche della società giallorossa.

Magari il Presidente Rosella Sensi, che lo scorso 21 luglio era stata ricevuta da Gianni Letta a Palazzo Chigi (e che interrogata sull’argomento ha sempre detto che avevano parlato «di cose private»), stavolta per non destare troppo scalpore ha mandato avanti il suo consigliere più fidato. Quello delle lettere ai tifosi e delle “occhiute rapine”, quello “degli squali travestiti da sirene” e che “sono romanista da 15 anni”. Dopo l’ultima
lettera, eravamo in piena bagarre Fioranelli e la Roma sembrava a un passo dalla vendita, in molti tra i tifosi romanisti si chiedevano dove fosse finito. E quando sarebbe magicamente riapparso. E oggi, che a Fioranelli si è sostituito Francesco Angelini, lui esce di nuovo fuori dal cilindro. Senza lettere, per adesso, ma di persona. Consigliere del CdA dell’As Roma dall’inizio dell’era Sensi, proprietario e direttore della AdnKronos, il suo rapporto con la Roma inizia “una mattina di ottobre di quindici anni fa” (cit. Prima lettera ai tifosi 23 aprile 2008), quando ricevette la chiamata di Franco Sensi ma c’è chi è pronto a giurare (e in giro sul web c’è qualche foto che lo dimostra) che in realtà sia tifoso della Lazio.

Dopo molti di anni di quasi anonimato calcistico, sale alla ribalta nell’estate del 2007 con la “Lettera a Rosella”. A Roma non si parla di altro che della cessione di Cristian Chivu all’Inter. E’ l’inizio della politica dell’autofinanziamento. Il cavaliere però ha un punto di vista tutto suo e nell’elogio dell’allora ad giallorosso (appena eletta vice presidente di Lega) ha una visione tutta sua dell’argomento. «Grazie a te, cara Rosella, la vicenda s’è conclusa con il minor danno per la Roma ». Passano meno di dodici mesi, è il 23 aprile 2008, a la società è a un passo dall’essere venduta al magnate americano George Soros. Marra riprende la penna in mano e stavolta si rivolge ai “Cari amici”. E’ la lettera degli “occhiuti rapinatori” e dei “corvi e gufi svolazzanti sull’Olimpico” e di “Rosella dea Vesta giallorossa”.

Con Soros non se ne fece più niente, secondo l’avvocato Tacopina per colpa proprio di Pippo Marra. «Per tentare di convincerci – si legge nell’intervista rilasciata dall’avvocato newyorkese e mai smentita a laroma24. it il 15 luglio scorso - a concludere comunque l’affare, anche a fronte di una sostanziosa variazione della richiesta, è stata allora inviata da Pippo Marra un’email a Unicredit da un acquirente arabo che sarebbe stato pronto a sborsare 400 milioni di euro senza nessuna diligence. Soros ovviamente si ritirò e l’offerta naturalmente risultò essere un bluff». Dopo Soros tocca a Fioranelli, e quando l’imprenditore svizzero è anche lui a un passo dall’acquisto della Roma, Marra ritrova l’ispirazione. E’ il 29 aprile 2009 e parte la seconda lettera ai tifosi, la terza in totale, quella degli “squali travestiti da sirene”. Ora c’è Angelini. A quando la quarta lettera?
giove(R)
00lunedì 16 novembre 2009 17:11
vabbè dai giusto perchè ve vojo bene. perciò per chi se lo sia fatto sfuggire, ecco a voi, un articolo dedicato ad un vero e proprio pezzo pregiato nella collezione di un romanista, che di certi "articoli" ne colleziona per vocazione e per logica conseguenza della croce che s'è scelto: tifare la Roma.
a questa collezione di grandissimi, inarrivabili arroganti truffatori, sporchi intrallazzatori, chiacchierati filomafiosi, non poteva mancare l'ennesimo articolo su Pippo Marra:

(Il Romanista)- Che fine ha fatto Pippo Marra? Sta alla grande. Non scrive, per ora, lettere ai Corinzi, né per fortuna ai romanisti. Ma vive e lotta insieme a noi. Pardòn, insieme a loro. Alle Sensi, ai loro problemi, alle loro ansie. Lotta senza tregua, muovendosi a trecentosessanta gradi, mettendo in campo il formidabile patrimonio personale di ambasciatore presso le sedi del potere, non arretrando un palmo dalla silenziosa operosità che lo accompagna da una vita. Anche a costo di distogliere tempo ed energie dall’impero editoriale che ha costruito, sotto una sigla non poco autoreferenziale ("Piemme", vale a dire Pippo Marra), attorno all’Adn Kronos, l’agenzia di stampa fondata da Pietro Nenni e da lui rilevata a fine degli anni Settanta. Davanti all’amicizia, per l’editore -cavaliere del lavoro - appunto - non c’è lavoro che tenga.

E sabato scorso, infatti, quando la gran parte di voi si dedicava con ogni probabilità allo shopping, al riposo, al weekend senza campionato, insomma ai fatti propri, il cavalier Marra non si è risparmiato. Per un’oretta è stato ospite di Gianni Letta, a Palazzo Chigi. Qualcuno ha detto che nell’ufficio del sottosegretario alla presidenza del Consiglio, l’eminenza grigia per eccellenza del Paese, ci fosse anche Alessandro Profumo, che in realtà era a Milano. Non serviva del resto la presenza fisica dell’amministratore delegato del gruppo Unicredit per parlare della crisi di Italpetroli, del complesso intreccio di alleanze e di protezioni messe in campo per difendere le Sensi dall’aggressione dei creditori, delle soluzioni da trovare per evitare, quantomeno per limitare, l’erosione del patrimonio delle eredi del compianto presidente della Roma; in particolare per consentire di escludere dall’assalto delle banche il possesso del club, unica vera fonte di reddito (e di potere) della famiglia che lo detiene ormai da sedici anni. Proprio per questo il cavalier Marra ha da tempo chiesto aiuto al potentissimo Letta, che non a caso nella sede del governo ha già ricevuto la stessa Rosella. E’ nell’ambito di questo importante contatto che è scaturita, tra l’altro, l’idea di affidare i destini patrimoniali della famiglia Sensi a Cesare Geronzi, il numero uno di Mediobanca un tempo non poco inviso a Franco, che ha di fatto creato uno scudo di rara efficacia a copertura dei debiti di Italpetroli e, di conseguenza, dei desideri dei suoi amministratori.

Pippo Marra si è speso spesso in questo senso, specie da un anno a questa parte. E’ lui il grande stratega del piano che punta alla conservazione dell’ultimo gioiello di famiglia, costi quello che costi. Toglieteci tutto, ma non la Roma, il grido di dolore partito da Villa Pacelli. L’amico-consigliere lo ha raccolto, si è schierato pubblicamente, con le due lettere ai tifosi che sapete e anche con quella inviata al "Romanista" a inizio novembre 2008, nella quale si definiva "amico di Rosella Sensi, come dell’ indimenticabile padre Franco. Amico vero, per chi lo sappia, lo si è sempre: nel tempo buono e in quello cattivo". Soprattutto, è sceso in campo con tutto il peso della rete di conoscenze che ha pazientemente assemblato in decenni di assidue frequentazioni. Esperto come pochi di sussurri romani, taciturno e concreto, riservato e astuto, Marra bazzica i palazzi del potere da una vita. Calabrese di Castelsilano, provincia di Crotone, un paese con poco più di mille anime a quasi mille metri d’altidudine e una strana storia: nacque con il nome di Casino, ma guarda un po’; a maggio del 1950, per l’evidente sconvenienza del toponimo, l’amministrazione di Stato ne cambiò la denominazione con quella attuale.

Marra vive a Roma dagli anni Sessanta. In gioventù missino della corrente di Arturo Michelini, ha attraversato quasi quattro decenni di politica cambiando rotta con fiuto degno di uno skipper di Alinghi, cavalcando le onde spesso sovrapposte della marea Dc-Psi. Amico personale di Vincenzo Scotti, dei Leone, di Salvatore Tatarella, di Eugenio Cefis, di Lamberto e Donatella Dini, di Claudio Signorile, di Bettino Craxi, soprattutto di Francesco Cossiga, di cui è stato letteralmente l’ombra, ha navigato qualsiasi mare e annusato qualsiasi vento, diplomatico e trasversale, determinato e scaltro. Conoscere e frequentare bene pare il suo motto. Accompagnarsi con i potenti, accudirli e rispettarli la sua regola di vita. Giusto un mese fa, premiato come imprenditore di successo dall’associazione "Calabresi nel mondo", è uscito dalla cerimonia cui erano presenti il sindaco Alemanno e lo stesso Letta a braccetto con un distinto signore americano anche lui originario di Crotone: si chiama Leon Panetta, avvocato, accademco, esponente del partito democratico statunitense; soprattutto direttore generale della Cia da gennaio di quest’anno, per designazione di Barack Obama. Vicino a Franco Sensi da sedici anni, come raccontò lui stesso con quella prosa enfatica e farcita di riferimenti storico-esoterici, nella sua celebre prima lettera ai tifosi giallorossi, è il più feroce difensore degli interessi dei proprietari della società per la quale non ha mai tifato: un popolare sito, "Romatiamo", pubblica da mesi spietatamente una sua foto con il berretto della Lazio calcato in testa, scattata all’Olimpico in occasione del derby del 17 dicembre 2000, quello deciso dall’autogol di Paolo Negro.

Gusti sportivi a parte, non ha mai lasciato Rosella da sola: fu proprio nel salotto della sua casa romana con vista su Montecitorio (ha anche una villa fuori porta, a Formello: un caso?) che a fine luglio del 2007 il presidente della Roma e Massimo Moratti raggiunsero l’accordo per il passaggio di Chivu all’Inter. Ed è frutto del suo genio di comunicatore,come ha rivelato più di un testimone e non è mai stato smentito, la storia dell’offerta araba che nell’estate del 2008 fece saltare definitivamente la trattativa con Inner Circle. Ora, da settimane, spendendo amicizie al solito potentissime (neanche a dirlo, è in eccellenti rapporti anche con Silvio Berlusconi), il cavalier Pippo sta lavorando a un’altra formidabile impresa di salvataggio. Un’impresa che costituirebbe il suo capolavoro di grande tessitore di trame politico-finanziarie.

Al fianco di Geronzi, sta provando a cedere a una banca asiatica - araba o indiana, si dice - il debito di Italpetroli nei confronti di Unicredit. Gli stranieri si accollerebbero i 300 milioni dovuti all’istituto di Profumo, aprendo una nuova linea di credito al gruppo petrolifero ormai in default, in cambio di una solida garanzia: la Roma 2000, la società che controlla l’As Roma. Un’operazione che farebbe evaporare la pressione di Piazza Cordusio sulle Sensi, garantendo il tempo necessario per rivalutare (o comunque cedere senza affanni) gli asset già in ballo, dai terreni di Torrevecchia ai depositi di Civitavecchia e Gioia Tauro, e magari per arrivare a dare corpo al sogno-stadio. Di sicuro, per mantenere ancora saldamente le mani su Trigoria. Un intreccio complicato, ai confini dell’impossibile. Ma la strada battuta dal potente amico dei potenti è questa. Capito che fine ha fatto Pippo Marra? Ma piuttosto: che fine farà la Roma?
lucaDM82
00lunedì 16 novembre 2009 17:37
eheheeh giusto con Michelini e la sua corrente poteva stare.Mi ci giocavo le palle.
chiuso ot.
giove(R)
00martedì 17 novembre 2009 09:56
dice...meno male che è tornato il Romanista.
c'era bisogno davvero.
e meno male che molti avevano riposto speranze di difesa dei diritti del romanista (tifoso, non giornale), in gente che scrive ste robe qua: inizio difficoltoso ma proprio a livello di lingua italiana, idea "pres a prestito" da un giornalista di ben altra fatta e infine assoluta impalpabilità di temi, tesi e conclusioni.


questo articolo poteva essere lasciato in bianco. magari con una sola riga: piazzatevi a un tavolino di un bar qualsiasi per una mezzoretta e ascoltate, abbiamo scritto più o meno le stesse cose.

e si risparmiava anche una pagina di giornale. che poi con Copenaghen in vista sarebbe pure in tema. se non fosse che se dell'ambinete non fotte nulla ad America e Cina (ed al resto dei governi che contano) figurati che gliene frega al Romanista e a questi "fantasmi" che ci scrivono.

(Il Romanista) - Non succede niente e, perfino nella nostra mente, più di tanto non possiamo “mandare tre inviati speciali e titolare: Tragico vuoto”. La citazione è da insuperabile e insuperata vignetta di Altan, dialogo tra due concretissimi personaggi immaginari che fotografa un’insopprimibile condizione umana più che una contingente stasi redazionale. Qualche giornale ci prova, il “Corriere della Sera”, edizione romana, rievoca e riesuma Pavlyuchenko e Van Nisterlrooy “in pole” per gennaio. Capisco, ma non mi adeguo: non succede niente e non puoi farci niente, è la Roma, bellezza…
Non succede niente e non è “no news, buona notizia”. Vale per la cassetta della posta dove su tre lettere che arrivano una è inutile, l’altra sono soldi che se ne vanno, la terza è un problema che spunta. Vale per il telefono che una legge fisica e sociale sempre fa squillare sempre mentre sei sotto la doccia… Per la Roma “nessuna notizia” è mesta notizia, il perché lo sapete da soli.
Quindi, poiché niente succede, faccio come, quando niente succede, fa Gianni Mura, giornalista saggio, esperto e colto (il ministro Bondi si allarmerà ma, nonostante tutto, qualcuno che ha letto libri e ne ha fatto cultura ancora si aggira nel paese, perfino tra i giornalisti). In questi casi Mura ricorre all’espediente retorico, alla razionalità indicibile narrata come divinazione, insomma interroga la palla. Non quella che rotola in campo e neanche la classica palla di vetro da secoli tv ultra piatto che inquadra il futuro. Mura interroga la “palla di lardo”, quella che parla serio ma, siccome si chiama come si chiama, si sfila dall’esser presa sul serio. Ecco dunque il mio colloquio con la “palla di porchetta” (quella di lardo sapeva troppo di “Nordismo”).
Dunque, palla di porchetta, la Sensi la Roma la vende? “Dipende”. Ma che razza di risposta è? Dipende? Rischia un sì o un no, tu, palla di porchetta, te lo puoi permettere. “Uffa, eccotela la risposta: se arrivate quarti alla fine del campionato la Sensi la Roma la vende”. Ma che dici pallaccia? Se arriviamo quarti, allora arrivano soldi e la Sensi a quei soldi e alla Roma si abbraccia. “Sbagliato, se arrivate quarti allora la Roma vale un po’ di più. Chi deve comprare si convince a pagare un po’ di più, diminuisce la distanza tra i debiti della Sensi con la Banca e quanto la Sensi può incassare. Ormai dovresti saperlo che più di cento milioni sono troppa distanza”. Non mi hai convinto. “Non ti convinco perché tu non solo parli con le palle di porchetta come me, fai di peggio: credi a Babbo Natale e al Principe Azzurro, uno che porta trecento milioni nella slitta con le renne e poi ne spende altri cinquanta all’anno e con questo “bacio” risveglia la bella addormentata”. Palla moralista e ragioniera e pure, come dice lo spot in tv, antipatica forte… Passiamo oltre: ci arriviamo quarti? “Mercato bloccato, squadra strizzata, classifica anoressica: lo dite voi ed è la realtà. Come fate a dire che arrivate quarti?”. Quasi quasi ti mando…Palla crudele e infame, e se quarti non ci arriviamo? “La Sensi la Roma la vende lo stesso, ma ci mette un anno di più. Sai, lei non ne ha mica più tanta voglia di tenersela. Preferisce venderla che vale un po’ più di adesso. Oppure che costa un po’ meno di adesso, ad esempio meno di 70 milioni annui di stipendi ai giocatori. Se non arriva quarta, deve far dimagrire il costo e le spese, le serve tempo”. Tempo per vendere giocatori e tagliare stipendi? “L’hai detto”. Comunque alla fine vende e, prima o poi, si riparte. “Vero e garantito come il grasso che ho nelle mie carni”. Quindi sofferto ma alla lunga lieto fine? “Dipende”. Ci risiamo? Dipende da chi compra? “No, testone. Dipende da te, da voi, da Roma”. Che insinui, che farfugli, che confondi? “Chiunque compri, qualunque cifra ci metta, avrà bisogno di rifarla la squadra. Dovrete abituarvi a due/tre anni di campionati come foste il Napoli, il Genoa, l’Udinese, la Fiorentina se siete fortunati. Dovrete dare tempo, comprare giocatori che non sono già grandi nomi. Dare tempo ad un allenatore, tempo anche di perderle le partite. Fare come l’Arsenal… Abituarvi a una squadra via via senza Totti e che il sostituto di Totti, ammesso che esista, non lo compra ma lo fabbrica, lo inventa, lo aspetta. Ma siete voicapaci di aspettare due/tre anni? Vi conosco: alla nuova proprietà che accoglierete come il Liberatore e il Messia, darete tre mesi, facciamo quattro”. Pallaccia scostumata, sarai mica laziale? “No, sono italiana come voi. Un paese che si sta inventandoil Gratta e Vinci sullo scontrino del ristorante per provare a far pagare un po’ di tasse”. Adesso la butti sull’intellettuale-disincantato, guarda che lo dico a Dotto. “Dì piuttosto a Dotto: bravo a dire basta alla caccia al brasiliano, giragli i miei complimenti”. Dimmi almeno, palla, è Angelini il presidente più bello del reame? “E’ il presidente del reale, se il reale è razionale. Ma, scusami con tutti, questo teoria lombrosiana del presidente, questa storia della faccia da presidente fa ridere”. Palla impertinente, mi hai stufato, renditi almeno utile: si vince con il Bari? “E che ne so, io vedo bene il futuro tanto più lontano è. Male vedo da vicino, sono anziana, presbite”. Maledetta palla e sciocco io che parlo con te: sai troppo e non sai niente. Speriamo succeda qualcosa e ti si possa prenderti a calci o almeno, visto che sei fatta di porchetta, farti a fette.


commento finale: [SM=g27995]
lucaDM82
00martedì 17 novembre 2009 21:25
Che Maccheroni s'è messo a scrive sul Romanista? [SM=g27987] [SM=g27987] Cmq l'intervista immaginaria di maccheroni alla Sensi,che postai non so in quale thread,è ancora prima... [SM=g27987]
il_gatto
00giovedì 19 novembre 2009 10:11
Inizia la battaglia.....
(ASCA) - Roma, 19 nov - Unicredit porta Italpetroli davanti al giudice: l'Istituto di Piazza Cordusio, secondo quanto riporta 'Il Messaggero' citando ''fonti giudiziarie'', avrebbe chiesto al Tribunale di Roma di attestare ''la dichiarazione di nullita' o comunque l'annullamento della delibera assembleare del 30 giugno 2009 di approvazione del bilancio 2008 di Compagnia Italpetroli''. L'atto sarebbe stato depositato l'11 novembre scorso e l'udienza e' fissata per il 25 febbraio 2010.

Per 'Il Messaggero', ''il nuovo fronte giudiziario aperto'' dimostra che ''Unicredit ha rotto gli indugi per recuperare il proprio credito, pari a settembre a 324,9 milioni, cui vanno aggiunti altri 100 milioni che Italpetroli deve a Mps''.

In particolare, continua il quotidiano, ''la banca guidata da Alessandro Profumo'' avendo ''disdettato l'accordo sul debito, perche' Italpetroli non ha pagato le rate'' ritiene che ''il bilancio'' della holding della famiglia Sensi ''non sarebbe piu' veritiero perche' non tiene piu' conto del valore dei crediti e delle partecipazioni. Non c'e' piu' quindi, secondo gli avvocati'' di Unicredit ''continuita' aziendale. Di qui - conclude 'Il Messagero' - l'ipotesi che il gruppo venga messo in liquidazione con la cessione di tutti i beni, compresa la AS Roma, per restituire quanto dovuto''
gianpaolo77
00giovedì 19 novembre 2009 10:28
see, ancora...
da mò che doveva esse' iniziata la battaglia!
mettemose l'anima in pace!
[SM=g27988]
lucaDM82
00giovedì 19 novembre 2009 12:48
GIANCARLO DOTTO

Si è scritto molto sulla fertilità del mistero. Ma la Roma non è una novella di Edgar Allan Poe e nemmeno un racconto di Ambrose Bierce. I misteri non sono sempre così arrapanti. Possono essere molto deprimenti e anche buffi. A Roma i misteri sono deprimenti. Come i cerchi di grano. Come i contratti milionari di Sven Goran Eriksson. Come tutti i misteri svelati.
A Trigoria si esagera in questo senso. Non ti regalano una certezza nemmeno se arrivi in processione dal Collatino, ginocchioni su una lastra di ceci neri. Tutto viaggia sulle indiscrezioni, i sussurri, le confidenze. Alla Roma è un mistero pure cosa mettono nei tramezzini. E’ un mistero lo stadio che non c’è ma anche quello che c’è (esiste una strategia, che so, una lettera aperta, un sms qualunque, per riportare la gente all’Olimpico?). Il merchandising? Chi ci lavora? Esiste un progetto? Se esiste perché è come se non esistesse? E’ un mistero il contratto di Totti. C’è, non c’è, sì che c’è, ma com’è, quando si annuncia, si annuncia? Salta di netto la testa del responsabile di un settore giovanile che vince ovunque? Top secret. Spazio alle maldicenze. La libidine numero uno a Roma. Quello di Gian Paolo Montali è un mistero quasi buffo. E’ un bell’uomo, viene dalla pallavolo, parla ai giocatori, va in trasferta, si presenta bene, ma quando lo presentano? Quando ci spiegano per cosa esattamente lo pagano?
Alla Roma è un mistero persino la colica di Daniele De Rossi. Da veggenti e innamorati l’abbiamo chiamata “bastarda”, la colica, dopo un giorno. Dopo una settimana non sappiamo più come chiamarla. Anche qui, voci, bisbigli, dicerie. E tutto tace. E’ un mistero la colica presente di De Rossi, figuriamoci quella futura della Roma. Di che morte morremo? Inedia? Depressione? Suicidio collettivo. Passeremo tutti in massa alla palla ovale? Se non sono misteri, sono arcani. L’arcano Cerci. Perché è sparito? Azzerato di netto. Ha la suina? Ha fatto le corna a Ranieri? O è in castigo perché non rinnova? Misteri presenti e misteri passati. Il più doloroso di tutti. Galloppa. Il Daniele che ci manca. Ieri, il suo procuratore Torchia (un nome, un destino) ha detto che vale dai 13 ai 15 milioni di euro. L’abbiamo regalato al Siena in cambio di Loria e Artur. Ma perché? Lo vedremo, quasi certamente, all’Inter. Ma questo non è un mistero, questa è una schifezza. Bastava un occhio di vetro per capire che il ragazzo era una cosa seria.
Insomma, è come se la regia di un occulto aguzzino si divertisse a torturare il tifoso. Ma questa sarebbe già letteratura di lusso ai confini di Poe. La realtà è molto più zotica. E’ come quando sei al cospetto di uno che non parla mai, del cosiddetto tipo misterioso. Non sai mai se è un genio o un cretino. Fate voi.
faberhood
00giovedì 19 novembre 2009 16:02
Re: Inizia la battaglia.....
il_gatto, 19/11/2009 10.11:

(ASCA) - Roma, 19 nov - Unicredit porta Italpetroli davanti al giudice: l'Istituto di Piazza Cordusio, secondo quanto riporta 'Il Messaggero' citando ''fonti giudiziarie'', avrebbe chiesto al Tribunale di Roma di attestare ''la dichiarazione di nullita' o comunque l'annullamento della delibera assembleare del 30 giugno 2009 di approvazione del bilancio 2008 di Compagnia Italpetroli''. L'atto sarebbe stato depositato l'11 novembre scorso e l'udienza e' fissata per il 25 febbraio 2010.

Per 'Il Messaggero', ''il nuovo fronte giudiziario aperto'' dimostra che ''Unicredit ha rotto gli indugi per recuperare il proprio credito, pari a settembre a 324,9 milioni, cui vanno aggiunti altri 100 milioni che Italpetroli deve a Mps''.

In particolare, continua il quotidiano, ''la banca guidata da Alessandro Profumo'' avendo ''disdettato l'accordo sul debito, perche' Italpetroli non ha pagato le rate'' ritiene che ''il bilancio'' della holding della famiglia Sensi ''non sarebbe piu' veritiero perche' non tiene piu' conto del valore dei crediti e delle partecipazioni. Non c'e' piu' quindi, secondo gli avvocati'' di Unicredit ''continuita' aziendale. Di qui - conclude 'Il Messagero' - l'ipotesi che il gruppo venga messo in liquidazione con la cessione di tutti i beni, compresa la AS Roma, per restituire quanto dovuto''




La strada verso il fallimento è più vicina di quanto si possa immaginare
chiefjoseph
00giovedì 19 novembre 2009 16:13
Re: Re: Inizia la battaglia.....
faberhood, 19/11/2009 16.02:




La strada verso il fallimento è più vicina di quanto si possa immaginare




mmm..

ci andrei un po' cauto...non tanto perchè non possa accadere(se ci fosse una logica in questa storia di merda, il fallimento sarebbe la via maestra), quanto per i protagonisti di questa vicenda e per i colpi di scena a cui abbiamo assistito da soros in poi.

non metterei la mano sul fuoco più su nulla...
chiefjoseph
00giovedì 19 novembre 2009 20:52
ne deduco dall'intervista di stasera al tg1 che la situazione per italpetroli(di conseguenza per la roma) non stia volgendo al meglio...
rosella ha iniziato a mettere in mezzo le famiglie che lavorano nelle varie società di italpetroli e quant'altro, per muovere forse a compassione chi di dovere...

stavo a tavola con mio padre...commento di mio padre all'intervista di rosella(la sensi la conosce solo di nome, del calcio non gliene frega nulla da tempo ormai): "ma come parla questa?!?" [SM=g27987]
lucaDM82
00giovedì 19 novembre 2009 21:19
Torri ha ragione.Questi stanno in torto marcio e fanno pure gli incazzati.Cioè,pare che il credito verso la banca ce l'hanno loro.Allucinante.Questi sono i deliri di onnipotenza dopo anni di appoggi politici e culo parato.
il_gatto
00venerdì 20 novembre 2009 09:11
e intanto escono i particolari.....finalmente chiarezza.
IL MESSAGGERO (Rosario Dimito) - "Il venir meno dell'accordo sul debito non è altro che il riflesso formale della sostanziale impercorribilità del piano messo a punto da Italpetroli, piano sul quale (in uno con l'accordo sul debito) si basavano, come emerge chiaramente dallarelazione sulla gestione, i presupposti della continuità aziendale".

A pagina 9 dell'atto di citazione di Unicredit contro Italpetroli dell'11 novembre rivelato ieri da Il Messaggero e depositato al Tribunale di Roma, i legali dello studio Carbonetti condensano i motivi per i quali chiedono ai giudici la dichiarazione di "nullità o comunque l'annullamento della delibera assemblare del 30 giugno di approvazione del bilancio 2008". Dal documento numero 3 allegato all'atto, risulta che la holding ha chiuso l'esercizio con una perdita di 32 milioni. Nella citazione Unicredit chiede al giudice oltre che di annullare il rendiconto di esercizio, "di condannare la società convenuta (Italpetroli) al pagamento delle spese, diritti e onorari di giudizio, oltre all'iva" Il gruppo romano è invitato a costituirsi almeno 20 giorni prima della data prefissata del 25 febbraio 2010. La banca guidata da Alessandro Profumo, azionista al 49% di Italpetroli di cui è il principale creditore per cassa con 324,9 milioni (a settembre) "interamente scaduto" porta in giudizio la holding controllata al 51% dalla famiglia Sensi perchè "è necessario che nelle valutazioni di bilancio si tenga conto degli effetti della mancanza di continuità aziendale". E il venir meno della capacità di proseguire l'attività dipende dal fatto che non sono stati venduti gli asset il cui ricavato sarebbe servito per onorare le scadenze: i debiti totali sono oltre 400 milioni in quanto oltre a Unicredit c'è anche Mps che avanza 80 milioni. La banca sensese non si è associata alla battaglia giudiziaria anche se potrebbe beneficiare di un eventuale successo. Nell'atto che riprende l'accordo sul debito del 18 luglio 2004 e disdettato da Unicredit il 4 giugno scorso, si fa un riferimento generico agli asset di proprietà del gruppo da vendere: e non essendo esclusa la As Roma, anche il club giallorosso sarebbe rientrato tra i beni da cedere. Anche se finora era stato comunicato che la scelta dei beni veniva affidata al giudizio del management del gruppo. Il ragionamento giuridico di Unicredit per contestare il bilancio di Italpetroli muove da dati di fatto e da conseguenze previste dai principi contabili, cioè i criteri in base ai quali deve compialrsi il bilancio di una società. Allora: il 28 maggio il consiglio ha approvato il progetto di bilancio che è stato poi ratificato dall'assemblea dei soci del 30 giugno "senza che nessuna informativa integrativa venisse fornita rispetto al progetto di bilancio (redatto sul presupposto di continuità prima dell'intervenuta efficacia dell'accordo sul debito) e senza che il collegio sindacale o Pwc (la società di revisione) modificassero o integrasseo le proprie relazioni". Secondo la banca l'assemblea "rappresentava l'ultima chance per amministratori, sindaci e revisore per trarre le dovute conseguenze." Quindi " gli amministratori hanno colpevolmente omesso di indicare la sopravvenienza" cioè il recesso dall'accordo. Recesso che secondo Unicredit ha fatto venir meno il pactum del non petendo, coiè l'impegno a non agire in giudizio per riavere il proprio credito in quanto l'articolo 15(iii) - un modo degli atti giuridici per indicare un capitolo - dell'accordo " tra le casue di risoluzione o recesso, prevedeva, alla lettera c) "la mancata trasmissione ad Unicredit della certificazione del nav al 31 dicembre 2008 entro 120 giorni dalla data di riferimento" Cioè entro il 30 aprile 2009. Il nav è il patrimonio di una società contabilizzando attivo e passivo. Italpetroli solo il 30 giugno "quindi in un momento significativamente successivo al recesso di Unicredit" inviava alla banca la comunicazione del nav. che era positivo ma il 10 novembre Unicredit eccepiva che il nav trasmesso non era stato formulato in base ai principi concordati. I conti dello scorso anno hanno registrato una perdita di 32 milioni nonostante "alcune voci dell'attivo appaiono significativamente sopravvalutate": in particolare i crediti e le partecipazioni che da "sole rappresentano oltre l'85% dell'attivo di bilancio" in quanto contabilizzati in continuità aziendale. "Per effetto di queste gravi irregolarità" si legge a pagina 11 " il bilancio non riporta una rappresentazione attendibile...conseguentemente è affetto da nullità" che " comporta nullità nella delibera di approvazione"
lucolas999
00venerdì 20 novembre 2009 09:26
la scimmia deve fa una statua a berlusconi per aver depenalizzato il falso in bilancio sennò c'aveva già i braccialetti ai polsi [SM=g27996]
giove(R)
00venerdì 20 novembre 2009 10:33
Re: e intanto escono i particolari.....finalmente chiarezza.
il_gatto, 20/11/2009 9.11:

IL MESSAGGERO (Rosario Dimito) - "Il venir meno dell'accordo sul debito non è altro che il riflesso formale della sostanziale impercorribilità del piano messo a punto da Italpetroli, piano sul quale (in uno con l'accordo sul debito) si basavano, come emerge chiaramente dallarelazione sulla gestione, i presupposti della continuità aziendale".

A pagina 9 dell'atto di citazione di Unicredit contro Italpetroli dell'11 novembre rivelato ieri da Il Messaggero e depositato al Tribunale di Roma, i legali dello studio Carbonetti condensano i motivi per i quali chiedono ai giudici la dichiarazione di "nullità o comunque l'annullamento della delibera assemblare del 30 giugno di approvazione del bilancio 2008". Dal documento numero 3 allegato all'atto, risulta che la holding ha chiuso l'esercizio con una perdita di 32 milioni. Nella citazione Unicredit chiede al giudice oltre che di annullare il rendiconto di esercizio, "di condannare la società convenuta (Italpetroli) al pagamento delle spese, diritti e onorari di giudizio, oltre all'iva" Il gruppo romano è invitato a costituirsi almeno 20 giorni prima della data prefissata del 25 febbraio 2010. La banca guidata da Alessandro Profumo, azionista al 49% di Italpetroli di cui è il principale creditore per cassa con 324,9 milioni (a settembre) "interamente scaduto" porta in giudizio la holding controllata al 51% dalla famiglia Sensi perchè "è necessario che nelle valutazioni di bilancio si tenga conto degli effetti della mancanza di continuità aziendale". E il venir meno della capacità di proseguire l'attività dipende dal fatto che non sono stati venduti gli asset il cui ricavato sarebbe servito per onorare le scadenze: i debiti totali sono oltre 400 milioni in quanto oltre a Unicredit c'è anche Mps che avanza 80 milioni. La banca sensese non si è associata alla battaglia giudiziaria anche se potrebbe beneficiare di un eventuale successo. Nell'atto che riprende l'accordo sul debito del 18 luglio 2004 e disdettato da Unicredit il 4 giugno scorso, si fa un riferimento generico agli asset di proprietà del gruppo da vendere: e non essendo esclusa la As Roma, anche il club giallorosso sarebbe rientrato tra i beni da cedere. Anche se finora era stato comunicato che la scelta dei beni veniva affidata al giudizio del management del gruppo. Il ragionamento giuridico di Unicredit per contestare il bilancio di Italpetroli muove da dati di fatto e da conseguenze previste dai principi contabili, cioè i criteri in base ai quali deve compialrsi il bilancio di una società. Allora: il 28 maggio il consiglio ha approvato il progetto di bilancio che è stato poi ratificato dall'assemblea dei soci del 30 giugno "senza che nessuna informativa integrativa venisse fornita rispetto al progetto di bilancio (redatto sul presupposto di continuità prima dell'intervenuta efficacia dell'accordo sul debito) e senza che il collegio sindacale o Pwc (la società di revisione) modificassero o integrasseo le proprie relazioni". Secondo la banca l'assemblea "rappresentava l'ultima chance per amministratori, sindaci e revisore per trarre le dovute conseguenze." Quindi " gli amministratori hanno colpevolmente omesso di indicare la sopravvenienza" cioè il recesso dall'accordo. Recesso che secondo Unicredit ha fatto venir meno il pactum del non petendo, coiè l'impegno a non agire in giudizio per riavere il proprio credito in quanto l'articolo 15(iii) - un modo degli atti giuridici per indicare un capitolo - dell'accordo " tra le casue di risoluzione o recesso, prevedeva, alla lettera c) "la mancata trasmissione ad Unicredit della certificazione del nav al 31 dicembre 2008 entro 120 giorni dalla data di riferimento" Cioè entro il 30 aprile 2009. Il nav è il patrimonio di una società contabilizzando attivo e passivo. Italpetroli solo il 30 giugno "quindi in un momento significativamente successivo al recesso di Unicredit" inviava alla banca la comunicazione del nav. che era positivo ma il 10 novembre Unicredit eccepiva che il nav trasmesso non era stato formulato in base ai principi concordati. I conti dello scorso anno hanno registrato una perdita di 32 milioni nonostante "alcune voci dell'attivo appaiono significativamente sopravvalutate": in particolare i crediti e le partecipazioni che da "sole rappresentano oltre l'85% dell'attivo di bilancio" in quanto contabilizzati in continuità aziendale. "Per effetto di queste gravi irregolarità" si legge a pagina 11 " il bilancio non riporta una rappresentazione attendibile...conseguentemente è affetto da nullità" che " comporta nullità nella delibera di approvazione"




beh è tutto abbastanza chiaro e difficilmente contestabile.
siamo fuori con i conti, con i termini, e il tutto nonostante il buonismo passato di Unicredit.
e spero di non aver usato il termine "passato" invano. [SM=g27992]

lucaDM82
00venerdì 20 novembre 2009 13:50
Ho i debiti?Denuncio la banca.Rosella rivolta la frittata.
il_gatto
00sabato 21 novembre 2009 00:04
E'finito il tempo delle cazzate Rose'!! Ti voglio vedere in manette!!!
LAROMA24.IT riceve e pubblica la rettifica ufficiale che il gruppo bancario Unicredit ci invia, in merito alle parole espresse in giornata da Italpetroli.

Con riferimento alle notizie di agenzia, attribuite ad una fonte "vicina ai
legali di Italpetroli", UniCredit precisa quanto segue:

Il Tribunale di Roma si è ritenuto incompetente rispetto ad alcune delle richieste di emissione di decreto ingiuntivo formulate da UniCredit; il provvedimento è stato quindi assunto su presupposti puramente procedurali, e senza che il Tribunale entrasse nel merito della pretesa di UniCredit.

Con riferimento a quanto oggetto del giudizio arbitrale pendente e del procedimento di impugnazione del bilancio di Italpetroli promosso dinanzi al Tribunale di Roma, pur ritenendo del tutto irrituale e non appropriata la decisione dei legali della Italpetroli di trattare la questione a mezzo stampa anziché nelle sedi proprie,
UniCredit si vede costretta a precisare che non corrisponde a verità la affermazione secondo cui il recesso dall'accordo di riscadenzamento sia stato fondato su di un pretesto formale. E' al contrario vero che Italpetroli, dopo essersi resa inadempiente agli obblighi di rimborso previsti dall'accordo stesso, non è stata in grado di attestare l'esistenza di un NAV positivo alla data contrattualmente stabilita. Tale circostanza è espressamente prevista dal contratto come motivo di recesso.

Peraltro, la comunicazione avente ad oggetto il proprio NAV è stata inviata da Italpetroli solo dopo che UniCredit aveva già esercitato il diritto di risoluzione e il NAV è stato determinato con criteri difformi da quelli contrattualmente stabiliti; correttamente calcolato, il NAV risulta negativo.

UniCredit sottolinea come le iniziative da essa assunte, e che da essa saranno assunte in futuro, lungi dal potersi considerare strumentali, costituiscono un doveroso esercizio dei propri diritti finalizzato a rientrare di una considerevole esposizione creditoria. Come noto, prima di assumere tali iniziative l'istituto ha per lungo tempo ricercato soluzioni bonarie che, sfortunatamente, non hanno prodotto gli esiti sperati.

Infine, giova chiarire che UniCredit non ha in alcun modo, né direttamente, né indirettamente, concorso alla pubblicazione delle notizie di stampa aventi ad oggettoil giudizio di impugnazione del bilancio della Italpetroli da essa promosso dinanzi al Tribunale di Roma, ed è la prima a stigmatizzare la circolazione di documenti ed
informazioni al riguardo.
il_gatto
00sabato 21 novembre 2009 00:08
In risposta a Pippo Marra!!! A cazzarone laziale maledetto!!!
Questo quanto riportava il compare della sensi...lo zozzo laziale, prima della risposta Unicredit nel posto precedente.

Italpetroli, tribunale Roma rigetta 13 procedimenti di ingiunzione Unicredit

Roma, 20 nov. (Adnkronos) - Nominato il professionista per l'arbitrato: è l'avvocato Enrico Gabrielli. E' stato dato mandato ai legali di Italpetroli e dell'A.S. Roma di chiedere a Unicredit il risarcimento di danni subiti. La Sensi al contrattacco: ''Infondata la citazione sul bilancio'' (VIDEO). Nuovo capitolo nella battaglia tra Sensi e il gruppo bancario

Roma, 20 nov. (Adnkronos) - I contratti di finanziamento di Unicredit a Italpetroli "prevedono espressamente che i crediti della banca non sono oggi esigibili" e che "ogni controversia è sottoposta ad arbitrato", che è stato attivato da Italpetroli. E' quanto si apprende da fonti vicine ai legali di Italpetroli, che annunciano anche come sia stato dato mandato agli avvocati di Italpetroli e dell'A.S. Roma di chiedere a Unicredit il risarcimento di danni subiti.



Come anticipato dall'ADNKRONOS, Unicredit ha nominato il professionista per l'arbitrato, l'avvocato Enrico Gabrielli, professore all'Università di Roma ''Tor Vergata'', Facoltà di Giurisprudenza, dipartimento di diritto e procedura civile.
In ambienti giudiziari, si apprende che tredici procedimenti di ingiunzione ante causam presentati dall'istituto di credito sono stati rigettati dal Tribunale di Roma.
Al riguardo Italpetroli è quindi in "fiduciosa attesa" di uno scioglimento positivo della riserva del Tribunale nei prossimi giorni. Con riguardo alla citazione di Unicredit, in essa si assume che, a seguito del recesso unilateralmente dichiarato da Unicredit, il credito della banca sarebbe divenuto esigibile malgrado il patto espresso che ne esclude l'attuale esigibilità.
La conseguenza sarebbe, sempre secondo Unicredit, che il bilancio Italpetroli al 31 dicembre 2008 sarebbe diventato nullo per non aver tenuto conto del recesso dichiarato il 4 giugno 2009 e che quindi il bilancio sarebbe frutto di irregolarita' amministrative, mentre Italpetroli avrebbe perso la continuita' aziendale, onde sarebbe sull'orlo del fallimento provocando il panico nei tifosi della Roma e allarmando i terzi in rapporto con Italpetroli.
Secondo le fonti, in questo quadro, è "ben comprensibile anche a chi non sia ferrato in diritto che la provocatoria tesi, riportata a pagina intera da 'Il Messaggero' del 19 novembre, è tutta e solo fondata su una pretesa legittimita' del recesso del 4 giugno 2009". Pretesa che "è bene che tutti lo sappiano, è stata fondato esclusivamente sul pretesto del ritardo dell'invio a Unicredit, avvenuto in data 30 giugno 2009 (anziche' in data 30 aprile 2009), del prospetto del valore del patrimonio aziendale del Gruppo Sensi (c.d. NAV), ritardo giustificato e concordato con Unicredit in attesa del bilancio consolidato al 30 giugno 2009".
Sebbene il NAV sia stato regolarmente consegnato il 30 giugno 2009, Unicredit, spiegano le fonti, "ha receduto illegittimamente dai contratti di finanziamento, ha preteso che fosse caduto il patto espresso che rendeva inesigibili i crediti e nella citazione ha affermato arbitrariamente essere nullo il bilancio 2008, che sarebbe stato irregolarmente predisposto pur con il parere favorevole degli organi di controllo della società, essere venuta meno la continuità aziendale di Italpetroli ed essere quindi Italpetroli sull'orlo del fallimento".
In questo quadro, è anche "palese la strumentalità di ogni ulteriore iniziativa di Unicredit sulla base dei medesimi fatti su cui la citazione e' fondata, come l'assunto di irregolarita' nella formazione e nell'approvazione del bilancio 2008".
Ancora, "sono evidenti i danni incalcolabili subiti da Italpetroli e dalla controllata A.S. Roma con la diffusione nelle prime pagine dei maggiori quotidiani italiani della citazione - nel 'Il Messaggero' addirittura per esteso - come se fosse una sentenza giudiziaria, quando si tratta di un'arbitraria tesi della banca".
E' stato dato quindi mandato ai legali di Italpetroli e dell'A.S. Roma di chiedere a Unicredit il risarcimento di danni subiti anche per ogni concorrente iniziativa della banca e di avviare ogni opportuna iniziativa giudiziaria per la diffamazione subita con l'invio alla stampa della citazione Unicredit.
il_gatto
00sabato 21 novembre 2009 22:42
Ancora il laziale....ora il piano e' ....: "Cerchiamo di fare pena"
Roma (Adnkronos) - Lo apprende l'Adnkronos da fonti legali di Italpetroli. L'Unicredit ha motivato le richieste di decreti ingiuntivi con il recesso dal contratto, illegittimo perché fondato su un pretesto: "Ha aggravato il danno gettando il panico nei soci della AS. Roma, società quotata in borsa, e allarmando il mercato". Il cantautore: l'Olimpico regali a Ranieri un 'grazie Roma' di piena gioia''. L'appello di Fiorini e Laganà: ''Stretti alla Roma, la famiglia Sensi ha dato tutto per la squadra'' commenta 0 vota 2 invia stampa
Roma, 21 nov. - (Adnkronos) - "In base agli accordi con Unicredit i debiti di Italpetroli non sono esigibili. Ogni richiesta attuale è quindi infondata". Lo apprende l'ADNKRONOS da fonti legali di Italpetroli che precisano come "tutte le richieste di Unicredit di decreti ingiuntivi sono state rigettate, in quanto la contestazione del recesso fatta da Italpetroli è sottoposta a giudizio arbitrale con conseguente incompetenza del Tribunale".




"Unicredit ha motivato le richieste di decreti ingiuntivi con il recesso dal contratto, illegittimo perché fondato su un pretesto: il ritardo di due mesi -aggiungono le fonti legali- nella consegna a Unicredit della situazione patrimoniale di gruppo, avvenuta il 30 giugno 2009 come da accordi in attesa del bilancio consolidato di gruppo approvato in pari data".

"La richiesta all'Autorità Giudiziaria di decreti ingiuntivi nella consapevolezza della loro inammissibilità costituisce abuso nell'esercizio dei propri diritti e legittima Italpetroli al risarcimento di tutti i danni subiti", spiega all'ADNKRONOS una fonte legale di Italpetroli che aggiunge inoltre che "le richieste abusive di decreti ingiuntivi sono state accompagnate da un'accorta fuga di notizie sulla stampa, tutte favorevoli alle tesi di Unicredit, che ha aggravato il danno gettando il panico nei soci della AS. Roma, società quotata in borsa, e allarmando il mercato". "E' stato dato quindi mandato ai legali di notificare citazione dinanzi al Tribunale di Roma per i danni subiti, mentre nell'arbitrato, adito da Italpetroli, e' stato nominato arbitro il prof. Romano Vaccarella".
lucaDM82
00domenica 22 novembre 2009 03:36
Ah si',stavo controllando un sito di ex storaciani e mi sono beccato le adnkronosnews del lombrico Pippo Marra in alto...ho letto appunto questa cosa di Lando Fiorini...ci mancava solo lui.Qua ogni pseudovip/cantante minore si erge a profeta e invoca ringraziamenti/aiuti/riconoscenza/sostegno/fede/amore/passione/aiuto verso i Sensi.Qua ci vuole una contestazione al cubo,altro che "grazie roma",ci vorrebbe "bella stronza" di masini(anzi,"brutta")o "vaffanculo",oppure i profilax e i san culamo.

Cmq questa storia che loro vogliono rivoltare la frittata con la banca mi fa andare in bestia.Se non erano i Sensi già se li erano bevuti.
Chissà che ne pensa Loser.
lucolas999
00lunedì 23 novembre 2009 10:30
ma che fine ha fatto Loser ?? [SM=g27991]
ShearerWHC
00lunedì 23 novembre 2009 14:11
Re:
lucolas999, 23/11/2009 10.30:

ma che fine ha fatto Loser ?? [SM=g27991]




boh...
lucaDM82
00lunedì 23 novembre 2009 14:31
Spero stia bene.
lucaDM82
00lunedì 23 novembre 2009 14:44
INCONTRO ITALPETROLI-UNICREDIT ROSELLA SENSI ARRIVA IN CAMPIDOGLIO

pubblicata lunedì 23 novembre 2009



A palazzo del Campidoglio va in scena l'incontro tra Italpetroli e UniCredit, voluto fortemente dal sindaco Gianni Alemanno, che prenderà parte al vertice. Un incontro organizzato "per il bene della Roma" come sottolineato oggi da Alemanno.

Ore 14.16: Rosella Sensi arriva a palazzo del Campidoglio a bordo di un'auto in borghese della polizia (guidata dal suo autista storico), scortata da due 'civette' delle forze dell'ordine. Ad accompagnarla, il presidebnte e direttore di Adn Kronos Pippo Marra.

Ore 14.27: Anche Paolo Fiorentino, Deputy Ceo di UniCredit, raggiunge il Campidoglio.

CONTINUA

ROMANEWS.EU SEGUE L'EVENTO IN TEMPO REALE CON JACOPO SONNINO


[SM=g27996] [SM=g27996] [SM=g27996]


il_gatto
00martedì 24 novembre 2009 12:52
Re:
lucaDM82, 23/11/2009 14.44:

INCONTRO ITALPETROLI-UNICREDIT ROSELLA SENSI ARRIVA IN CAMPIDOGLIO

pubblicata lunedì 23 novembre 2009



A palazzo del Campidoglio va in scena l'incontro tra Italpetroli e UniCredit, voluto fortemente dal sindaco Gianni Alemanno, che prenderà parte al vertice. Un incontro organizzato "per il bene della Roma" come sottolineato oggi da Alemanno.

Ore 14.16: Rosella Sensi arriva a palazzo del Campidoglio a bordo di un'auto in borghese della polizia (guidata dal suo autista storico), scortata da due 'civette' delle forze dell'ordine. Ad accompagnarla, il presidebnte e direttore di Adn Kronos Pippo Marra.

Ore 14.27: Anche Paolo Fiorentino, Deputy Ceo di UniCredit, raggiunge il Campidoglio.

CONTINUA

ROMANEWS.EU SEGUE L'EVENTO IN TEMPO REALE CON JACOPO SONNINO


[SM=g27996] [SM=g27996] [SM=g27996]






quanto me fa incazza sta cosa che ce sta pippo marra....lei non capisce un cazzo e fa quello che le suggerisce lui.

Brutta scimmia incompetente!!!! VATTENE!!!
lucaDM82
00giovedì 26 novembre 2009 14:09
MA A ME PIACE LA ROSELLA BULGARA


MAURIZIO CATALANI

Alla festa della puttana invitato il signor Zeman. Sentite caldo? Sì ma non c’è il sole. Un bel bagno…? Fate, ma non c’è il mare. Un respiro profondo? L’aria non c’è. Un processettino allegro, allegro ai compagni di merende? Aprite l’aula ma non fate entrare la giustizia . Lei non c’è. E’ lì che scatta il rovescio della medaglia, l’Italia puttana, dove la traditrice diventa tradita. Moggi querela Zeman, noi la mamma rea di averci messo al mondo ad osservare. Muti, come la terra manzoniana al nunzio fatale.
Abbiamo visto, o come si dice dalle nostre parti, subìto, anche questa. Il giudice Dante Cibinel, che aveva respinto la richiesta di patteggiamento della Juventus (chi patteggia dichiara un minimo di correità) non solo ha respinto la richiesta del club, assolvendolo, ma anche mandato a casa con tante scuse Giraudo e Moggi (richiesti tre anni) e Bettega (due). “E’ il trionfo della giustizia”, ha commentato l’avvocato Galasso, uno dei tanti difensori dei maghi di calciopoli. Alla festa della puttana, lui non ci sarà, la giustizia ha un solo invitato: Zeman.
Rosella mi piaci. Se non fossi sposata ti farei la corte, sei la donna dei miei sogni. Ho aspettato a scriverlo, anche perché non interessa a nessuno il mio sporco pensiero. Ma non ce l’ho fatta. Eccomi. Mi è piaciuta la conferenza stampa bulgara, inviti a “random” e bella incazzata. Sei il mio idolo. Alla banca gliela hai cantata come Zucchero a Pippo… che cazzo vuoi?! Il sogno di tutti noi, farsi dare il grano e poi fare il debitore stranito, ma che dico furioso.
Brava! Chi di noi non sogna di farsi dare una bella vagonata di milioni da Unicredit (che di soldi regalati a certi personaggi ne sa qualcosa) e poi “dito medio” in alto e sfancularli in una conferenza stampa per pochi intimi? Io vorrei essere te, come da piccolo volevo essere Manfredini, Losi e Di Stefano. Mitica. Finalmente sei della Roma, prima mi eri a volte poco piaciuta, e te lo avevo scritto. Prima ogni tanto (per dirla alla testaccina) eri della Lazio. Adesso no, sei della Roma, il Goffredo nostro, crociata contro le banche, associazioni a delinquere istituzionalizzate. Quanti soldi spariti inutilmente o utilmente… per pochi intimi? Elenco? Ambrosiano, Banca Roma, il vecchio Raul… semo Sama, quella un po’ Lodi e un po’ Fiorani, sole Antonvenete, obbligazioni dei pomodori ai pensionati coglioni, Geronziadi, Sindonate, Tanzinate, banche 121 e fallimenti guidati. Ne hanno dati di soldi le banche a chi…dovevano darli, con l’elastico, si intende. E ce state a rompe i coglioni per 300 milioni di euro a noi della Roma. Mai soldi spesi meglio. Che Dio ve possa chiude. Rosella, lascia Staffoli, io ti amo.
Tridente? Non lo è, ma fa lo stesso. L’importante è crederci e perseverare. Non è il boemo Ranieri, ma va di vento, soffia il coraggio. Menez dietro e Vucinic di appoggio, non è il tre davanti, ma è giusto farli giocare, sono la marcia in più della Roma. Non tornarmi indietro Claudio, fai fidelizzare i nostri occhi. Semmai lascia libero il francese, per dirla alla Fiorello: “ fall far quell vu fa le Menez, le champion che c’avemme libre da marcatur”. Totti non si discute, VucinIc quando ha i cinque minuti li usa e allora palla avanti, anche perché se arriva dietro, sapete (non vale per qualcuno..) sono dolori.
Approposito! Tranquilli, Bertagnoli il prodigio dei terzi portieri, non farà lo stupido, il risentito, insomma non se la tirerà per rinnovare il contratto. Il suo procuratore è Lucci, uno che vuole bene alla Roma e il suo amore è corrisposto. Approposito! E’ arrivato Montali, qualcuno ci rimetterà le penne. Le voci si rincorrono e sono di alto, altissimo livello. Ammesso che ci siano i “piccioli” ,chi lo farà il mercato della Roma il prossimo anno ? A Pippo Marra scrivere l’ardua sentenza.
chiefjoseph
00giovedì 26 novembre 2009 14:15
visione "leggermente" distorta della realtà, sto tizio...
lucaDM82
00giovedì 26 novembre 2009 14:27
Penso sia ironico.

Torri intanto dice che i Sensi vendono ma vogliono i diritti sullo stadio franco sensi.
m'hanno proprio frantumato i cojoni(come dice giove).
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