carte da cul

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giove(R)
00martedì 27 marzo 2012 11:33
IL ROMANISTA (C. ZUCCHELLI) - Metti una sera a cena a Marino una decina di amici, tutti argentini. Pasta alla carbonara, specialità romanesche, qualche battuta, tante chiacchiere sul calcio e sul futuro. Niente di eccezionale se non fosse che nella comitiva in questione ci sono due giocatori dal nome importante: uno, già affermato, si chiama Sergio Aguero, gioca nel Manchester City e, per non farsi mancare niente, è anche il genero di Maradona. L’altro, Erik Lamela, sogna di ripercorrere le gesta dell’amico e, magari, anche di soffiargli il posto in nazionale. Perché el Coco, come lo chiamano tutti (Aguero compreso) è potenzialmente più forte dell’ex calciatore dell’Atletico Madrid [SM=g7405] [SM=g7405] [SM=g7405] . Vede meno la porta,(ammazza de sparate ne spara con il bazooka ... però è perspicace la ragazza)[SM=g8920] ma la tecnica individuale è sopraffina].(talent scout!!!) [SM=g8914] Deve solo trovare più continuità e a vent’anni appena compiuti è anche normale.

Non a caso i grandi giocatori gli pronosticano un futuro luminoso: a Totti, per esempio, piace tantissimo, Cassano lo considera un fenomeno e lo stesso Aguero è convinto che Erik possa scrivere pagine importanti del calcio argentino. Glielo ha detto quando si sono visti («tu devi stare tranquillo perché sei un grande») e lo ribadisce anche a chi ha modo di parlarci. In Inghilterra come in Argentina. La speranza è che tutti gli attestati di stima che sta ricevendo possano tirargli su il morale perché questo non è un periodo facile per Erik.

Dall’espulsione di Torino contro la Juventus in Coppa Italia qualcosa è cambiato: gli avversari hanno iniziato a prendergli le contromisure, i falli sono aumentati, le provocazioni pure. E sono cresciute anche le pressioni: per quello che ha fatto vedere nella prima parte di stagione, tutti si aspettano da Lamela sempre qualcosa in più. L’assist o la giocata decisiva, per non parlare dei gol che non arrivano: uno solo in campionato (a fine ottobre il giorno dell’esordio) e due in Coppa Italia a gennaio alla Fiorentina. «Ma lui - dicono a Trigoria - non è stato preso per segnare. Sapevamo che non era una prima punta».

Anche al River non aveva grandissima confidenza con la porta (38 presenze e 4 gol per lui) ma era comunque uno dei giocatori più forti e più stimati della squadra nonostante la giovane età. A Roma le cose non sono poi così diverse e per questo tutti gli sono accanto. A lui basterebbe una grande prestazione per far tornare le cose in ordine e domenica potrebbe essere la giornata ideale: con Borini out e accanto a Totti e Osvaldo per premesse per una partita da ricordare ci sono tutte.

Sound72
00martedì 3 aprile 2012 16:23
oggi ho letto sul corriere dello sport che " Stramaccioni fa scuola in Germania perchè il Bayer Leverkusen ha esonerato l'allenatore e promosso il tecnico della primavera..

Ma nn staranno a diventà ridicoli co sta fenomenite a priori attribuita a Stramaccioni??ma porca troia ma ogni anno ci sono almeno un paio di squadre tra A e B che esonerano gli allenatori e promuovono quelli della primavera..
Che poi sta cosa prima era vista come un'operazione di " risparmio economico visto che il sostituto già lo stai pagando..e all'Inter forse visto che pagano ancora Bentiez e Gasperini le risorse so pure finite..
Però Stramacccioni fa scuola...per non parlare di " Stramilano " e Stramou "..
Con sta storia mi hanno fatto rimpiangere Lomonaco, rivista romanista e Montiola..
giove(R)
00mercoledì 4 aprile 2012 11:26
calcola che io mi vergogno come un ladro-mafioso-assassino-pluripedofilo solo al pensiero di averlo letto (e comprato) per tanti anni quel "coso" là.
che coglione, devo ammetterlo, ho sprecato ore e ore di lettura di cazzate che avrei potuto dedicare a ben altro.

la gente trattata da povera cogliona demente incapace.
ti giuro mi sparerei. una vergogna infinita.

che poi da una parte la madre di tutti gli sbagli è essermi appassionato a questo sport fino a diventare tifoso sfegatato di una squadra.
potessi scegliere a tavolino i miei interessi, anche il calcio me lo leverei dal cazzo.
una perdita di tempo infinita.

comumnque, tornando a bomba, è evidente che siamo andati avanti per torvarci (mentalmente) secoli indietro.

almeno le firme del passato, i titoli, gli editoriali erano molto più sobri, competenti, "descrittivi".
non questi proclami e questi lavaggi del cervello.

ma si sa che l'ultimo ventennio è stato un ventennio di scadimento di un pò tuto a livello generale.
un imbarbarimento a macchia di leopardo.
giove(R)
00mercoledì 11 aprile 2012 10:23
"Pjanic, la grinta oltre la paura"

poi quando leggiamo titoli come questi... c'ha grinta Pjanic? è un giocatore di grinta? c'ha pure la clava oltre il fioretto Pjanic? c'ha le palle fumanti Pjanic?
ma quando? ma chi? ma dove l'avete visto?

ma quando la finiranno sti scarzacani di buttare fumo negli occhi della gente?


giove(R)
00giovedì 26 aprile 2012 15:11
avevamo davvero bisogno di quest'ennesimo scarzacani?

IL ROMANISTA (S. ROMITA) - E’ incredibile come con tutte le sconfitte, le brutte partite e gli errori anche grossolani fatti in campo e fuori, la Roma sia ancora oggi - e punti alla mano - in corsa per finire il campionato tra le prime cinque. La serie A ci ha consegnato un’infinità di occasioni per toccare il terzo posto proprio nel peggiore dei nostri momenti, fisici e di gioco. E tutto questo in una stagione dove abbiamo cambiato nove undicesimi della squadra (otto se gioca Taddei), l’allenatore, lo staff, e i proprietari. Non era questa la nostra stagione. Non eravamo partiti per essere tra gli attori principali della commedia. La crisi dell’Inter, il crollo del Napoli, della Lazio e dell’Udinese ci hanno galvanizzato e illuso.

Ci hanno fatto credere di avere tra le mani una squadra che avrebbe potuto a buon titolo competere. Ma in realtà non era un buon titolo era solo una buona sorte. Momentanea. Virtuale. Falsa. Siamo invece quelli che siamo. Diventeremo altro, mi auguro. Ma oggi siamo questi. Nervosi, inconcludenti, inesperti, sciatti. Se non ci fosse Totti il pallone neanche rotolerebbe da qualche parte. E’ così. Ed è così che ieri in un colpo solo abbiamo perso la partita, la testa, e un’ultima occasione per piegare la classifica alle nostre esagerate ambizioni.

Un primo tempo di lanci lunghi, di valzer su se stessi, di assenza di idee e capacità. I cambi potevano essere fatti prima, questo sì. Visto che con Gago e Marquinho, ma anche Tallo, la Roma è stata diversa e realmente offensiva. Ma dopo il tiro al volo di sinistro di Totti, che poteva darci il 2 a 1, ci siamo nuovamente smarriti. Perduti quei pochi schemi, il fiato, e la calma necessaria per costruire azioni capaci di far male. Abbiamo collezionato nuove espulsioni e nuove decimazioni in vista della partita col Napoli. Ma la colpa della sconfitta, che ci "tarpa" le ali che non abbiamo, non è stata certo della panchina. Sputi, proteste esagerate, avversari che ti saltano continuamente come figli tutti di Maradona, non sono un difetto di Enrique. E’ di chi va in campo. E anche di chi ha pensato che alcuni di loro possano andarci con la maglia della Roma. Chiedere le dimissioni, spingere perchè l’asturiano si faccia da parte insieme a tutto il nuovo palazzo romanista, punzecchiare ad ogni conferenza stampa parlando indebitamente a nome dei tifosi è una sciocchezza.
E se accadesse sarebbe anche il più grave degli errori. Lo smarrimento allora sarebbe totale. La sconfitta irrecuperabile. La costruzione che indubbiamente c’è, ed è buona, si affloscerebbe. E il futuro diventerebbe passato. Ma per fortuna questo non avverrà facilmente


ma di quale "indubbia crescita" farnetica questo ennesimo scarzacani?
[SM=g7305]
e se è vero che non è la conferenza stampa la sede opportuna per "parlare a nome dei tifosi", perchè, "se l'asturiano si facesse da parte" o fosse messo da parte, questo uomo che si è messo in difficoltà da solo, ben oltre le difficoltà congenite di una squadra costruita in modo incompiuto, sarebbe una "sconfitta irrecuperabile", lo "smarrimento totale"?

e poi ancora, come mai sembra che questo articolo sia stato scritto da una eprsona fino al terzultimo paragrafo e poi lasciata la chiosa in mani diverse?

[SM=g8869]
Sound72
00lunedì 14 maggio 2012 13:51
IL CAMPIONE SOBRIO
di FRANCESCO MERLO (la Repubblica 14-05-2012)

Del Piero non lo sa, ma il suo tramonto è più della solita, abusata e potente metafora del calcio che si fa storia. La sua uscita di scena fa paura.

E fa piangere non di tifo ma di cuore, non di pancia ma di testa, perché parla di noi, del talento che ci sta sfuggendo sui mercati internazionali, dell´Italia che solo un pugno di campioni stanchi tiene ancora in Europa. E la Juve, che lo ringrazia ma non lo trattiene e lo lascia partire, smentisce la propria storia di uomini "simbolo per sempre": Sivori, Boniperti, Bettega,
Platini, Zoff … La Juve che lo "licenzia" è l´abolizione dell´articolo 18, l´espulsione degli esodati, l´inesorabilità anagrafica, il rigore senza cuore e senza crescita.

Oggi che come non mai abbiamo bisogno di eccellenze perdiamo la nostra
eccellenza più amata, oltre lo stile Juventus, oltre il calcio, oltre lo sport.
Esce il campione mai sporcato dai Moggi, quello mai coinvolto nelle truffe che gli vorticavano intorno, il virtuoso che mette la palla dentro e la lingua fuori, non il Totti che sputa e prende a calci l´avversario, ma il cavaliere educato che sorride di se stesso e di imbarazzo, non strizza mai l´occhio al bullismo, non lucra sulla pubblicità del gioco d´azzardo.
Del Piero è il compagno che sa star bene da solo pur facendo parte di una squadra.
Esce dunque il vero modello "antischettino", il capitano che non è codardo ma generoso, mai aggressivo e volgare né con i suoi ragazzi né con gli avversari.

Del Piero è sempre composto, sobrio e pulito come ieri è stata anche la commozione dello stadio, senza fumogeni, senza eccessi rabbiosi, nonostante in quella celebrazione ci fossero pure la vittoria dello scudetto e il record di un campionato senza una sconfitta. Insomma ieri ce n´era abbastanza per la baldoria, per le bombe carta, per il carnevale degli ultrà. C´è stata invece una festa d´addio e la vittoria è diventata malinconia, la gioia è stata triste. È vero che i tifosi hanno pianto anche a Milano dove il Milan ha
mandato in pensione i suoi campioni, la vecchia guardia dei trionfi, i
fratellini di Del Piero, Gattuso e Inzaghi, campioni del mondo, e Nesta, che è stato il simbolo del calciatore che si difende senza mai picchiare. Ma nelle lacrime di Milano c´era la maldestra perdita dello scudetto, il rimpianto per un campionato finito male. A Milano la squadra si piangeva addosso come sempre accade agli sconfitti.

A Torino no. La Juve coronava un trionfo dopo la più umiliante quaresima della sua storia. Ma nessuno ha pianto di felicità. Hanno invece pianto per il congedo dell´Italia di Del Piero, l´Italia della bellezza e della virtù. In quelle lacrime senza pudore e senza freno c´è infatti l´intuizione, il cattivo presagio, che assieme al campione internazionale che tramonta siano a rischio
di tramonto l´intera Italia dei primati, il made in Italy, il genio italiano che è un modello estenuato e senza eredi.

Del Piero è l´ultimo eroe di una speciale antropologia nazionale, quella dei registi eleganti, come Rivera e Pirlo, quella dei fantasisti che trattano bene la palla per se stessi ma soprattutto forniscono assist e fanno cantare gli altri campioni, proprio come hanno fatto Lucio Dalla e Paolo Conte con Morandi
, Celentano e mille altri. Del Piero era l´erede dei Corso e dei Baggio che danzano in campo e lavorano più di qualità che di quantità e dimostrano che le vie storte sono spesso le più diritte.

Con Del Piero sono a rischio d´uscita tutti i simboli d´eccellenza, del sapere e della produzione italiane: le grandi università, dalla Normale alla Bocconi al Politecnico di Torino; la moda che ha vestito il mondo, dagli Armani ai Versace ai Valentino; le auto che sono solo scatoline mentre Ferrari Lamborghini e Maserati, come Riva Mazzola e Facchetti, sono icone, vecchie glorie di un´Italia inarrivabile. L´Italia senza Del Piero è il ciclismo che ifrancesi ormai non si incazzano più , il cinema che è solo nostalgia diFellini, Antonioni e Visconti, le navi che una volta si chiamavano Rex e ora si chiamano Concordia.

Ecco perché sono stati interminabili quei venti minuti d´addio. È stato un lunghissimo momento bello e genuino, un delirio che in fondo ci fa bene, un brivido collettivo che ha coinvolto non solo tutti i tifosi d´Italia, dalla Juve sino al Cesena, ma anche i non sportivi. Venti minuti d´applausi sono come un inno nazionale, sono un patriottismo timido, un bisogno di sentirsi insieme, una voglia di Stato, il desiderio frustrato di una bandiera da amare.

( F.Merlo-repubblica.it )

merda che istiga quasi alla violenza
giove(R)
00lunedì 14 maggio 2012 14:33
Re:
Sound72, 14/05/2012 13.51:

IL CAMPIONE SOBRIO



in un articolo non sobrio di un giornalista non sobrio.

poi mi verrete a dire se ero lontano dal vero quando vi ho detto che c'è solo una persona al mondo che Repubblica massacra più di Berlusconi....
giove(R)
00lunedì 14 maggio 2012 14:35
e comunque io, fossi al posto di Del Piero, mi dissocerei da queste letture che puntano più sulla denigrazione altrui che sull'elogio di se stessi.

"se devo sentire questo tipo di complimenti, preferisco niente complimenti".

avrei scritto questo, sul mio blog.
tanto più che i due sono molto amici.

preferirei un amico leale come Totti che un cortigiano velenoso come Merlo.
lucaDM82
00lunedì 14 maggio 2012 15:00
Pure grave poi che un articolo cosi' appaia su Repubblica.Mica su "urrah juventus" o su "la padania".Un infame.
(tra l'altro Merlo se non sbaglio ha un'avversione verso il sud pur essendo siciliano)...
Sound72
00mercoledì 16 maggio 2012 16:28
bella la replica di Baldini oggi, ancor piu' penosa la replica di Merlo.
Dopo aver scritto in prima pagina una schifezza del genere in palese malafede puntualizzi pure ripuntando il dito su Totti ? e poi sono quelli che fanno le grandi inchieste sul calcio scommesse questi qua, giusto perchè si parla di Bari, Atalanta e Albinoleffe e se possono ovviamente ti ci tirano in mezzo col nulla.
giove(R)
00mercoledì 16 maggio 2012 17:05
la replica di Merlo mi è sembrato il regazzino che dice "si si è vero vabbè però pure io c'ho ragione, nghè nghè"
lucaDM82
00mercoledì 16 maggio 2012 22:21
si',che poi baldini ha detto che totti ha sbagliato in quelle due occasioni e merlo gli ha ridetto:"eh,però dillo che non si fa!"...che merda di persona.

PS.oggi ottimo nisii che ha ricordato che lo sponsor fdella juve fosse betclik...quell'attacco di merlo su totti che lucrava sui giochi d'azzordo è stata la parte peggiore.
jandileida23
00giovedì 17 maggio 2012 14:31
Merlo ha fatto la figura di Cacone il censore (e non solo questa volta), visto che il sito del suo giornale è tappezzato di pubblicità di ogni sorta che compare ovunque quando meno te lo aspetti e il giornale stesso non si schifa di vendere pagine a siti di gioco d'azzardo. Nisii comunque è stato un grande.

Sound72
00martedì 22 maggio 2012 16:15
!Rolando,Sì alla Roma! con la foto di Guarin accanto..
prima pagina del Corriere dello Sport da collezione..
ShearerWHC
00lunedì 11 giugno 2012 10:55
Secondo voi è tornato

lo spettro del portiere gruviera che ha seminato il panico nel popolo giallorosso

?

Se lo dice il Corriere...
giove(R)
00lunedì 11 giugno 2012 11:26
guarda...

abbiamo visto Cech non essere più lui per almeno due anni. prendere gol normali, non fare più tutte le parate straordinarie che faceva... insomma diventare ordinario dallo straoridnario che era...
abbiamo visto Buffon dopo l'apice del mondiale 2006, diventare una mezza sepcie del cugino...salvo esseresi ripreso quest'anno dopo un lungo periodo buio.
abbiamo visto Julio Cesar diventare il portiere dal miglior rendimento al mondo e poi tornare uno che ha fatto collezione di papere.

beh...Stekelenburg venuto qui a Roma, quando avevamo negli occhi il portiere dei mondiali e anche di tutto il resto, uno dei migliori 5-10-12 del mondo... è stato irriconoscibile.
si può dire che "era" uno dei migliori portieri del mondo, oggi è molto calato. botta in testa, non botta in testa, aria mediterranea, fettuccine, mancanza di stimoli, scazzo per una squadra, la Roma, che non va e quindi per una scelta ritenuta sbaglaita...

non so.
ma nel calcio conta l'oggi. il passato va bene per gli ex giocatori. ma se giochi ancora quello che ha fatto Stekelenburg quest'anno è da porteire mediocre.
oggi Stekelnburg E' un portiere mediocre.
questa è la realtà.
e il paperone che ha preso PURE con l'Olanda sta lì a confermarlo.

aspettiamo che questo EX-"uno dei portieri più forti del mondo" torni a livelli almeno passabili.
quest'anno è stato un disastro, una sventura.

un mediocre insomma.
Sound72
00lunedì 18 giugno 2012 12:14
la "nuova"linea del Corriere dello Sport è molto stile tuttosport.." 200 milioni di occhi su croazia-spagna..""la figuraccia sarebbe planetaria"..!
Ma il bello è l'articolo a fianco.." pensiamo a fare 3 gol..: se poi stasera andremo a casa lo stesso, per noi sarà una delusione e per la Spagna una vergogna ".

mamma mia..
giove(R)
00giovedì 21 giugno 2012 11:57
Sempre Francesca Tungstenazza alla riscossa!!!
Intanto è l'unica che ci tiene a far sapere che De Rossi è "tiepido" su Zeman, ma nell'articolo adorante per il sempiterno "danielino" non si chiede se Zeman è caldo verso lui. Da buona (?) giornalista (???) sportiva che di calcio capisce poco e niente e che quindi punta tutto sul gossip preferisce buttarsi subito sul filone torbido dei si dice, delle voci incontrolalte, delle "impressioni", insomma di tutto quanto sia facilmente sostenibile oggi e smentibile domani.

ma il Top è l'ultima frase. Tutto il mondo ha capito una cosa. lei il genio di Ferro, anzi di Tungsteno, ha capito altro. Destro è tutto del Genoa, mica vero che il Siena ha esercitato il proprio diritto per la metà....

REPUBBLICA (F. FERRAZZA) - Spera un giorno di poter entrare nella “Hall of Fame” giallorossa, ora però si gode l’Europeo, con «Il cuore alla Roma». Così De Rossi, nella giornata in cui la società americana chiede aiuto ai tifosi per la scelta dei giocatori più forti di sempre (che non siano in attività da almeno due anni), il centrocampista azzurro sembra un po’ tiepido sull’argomento Zeman. «L’ho sentito pochi giorni fa, per la prima volta, al telefono, 5 minuti, tramite Tempestilli. Voglio fare intanto gli auguri a Vincenzo Montella, che era uno dei candidati, e che considero un grande allenatore. Zeman mi incuriosisce, è una scelta che ha già riacceso l’entusiasmo tra i tifosi. Sarà interessante conoscerci a vicenda, spero gli parli di me chi mi conosce davvero, sono un professionista e credo lui ami i professionisti, poi deciderà lui dove farmi giocare».


Sul mercato, invece. «Quello che ho detto dopo Cesena lo ribadisco (“Serve organizzazione, investimenti e velocità”, ndr). C’è tempo, aspettiamo fiduciosi e speriamo bene». Intanto Baldini è volato in Brasile
per chiudere le trattative Castan, Dodò e Thomas, e riscattare Marquinho. Sabatini è invece a Milano per le comproprietà: con il Parma si sta facendo di tutto per evitare le buste su Borini, anche se il giocatore non
vorrebbe il rinnovo della compartecipazione. Destro è stato riscattato dal Genoa, che ora aprirà ufficialmente un’asta tra Roma, Inter e Juve. Il primavera Tallo è stato invece riscattato.


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Sound72
00martedì 7 agosto 2012 11:10
Roma, la squadra dei polivalenti


CORSERA (G. PIACENTINI) - Sono 23, compresi 3 portieri, ma sembrano di più. Non perché Zeman nel ritiro di Irdning (sabato amichevole con gli austriaci del Liezen) abbia imparato a moltiplicare gli uomini a sua disposizione, ma perché oltre la metà dei 20 calciatori movimento» possono essere utilizzati dal tecnico boemo in più di un ruolo. In questo primo mese di lavoro, insomma, la Roma ha scoperto nei calciatori polivalenti una risorsa inaspettata. L’ultimo, in ordine di tempo, è Federico Balzaretti. L’ex terzino del Palermo è stato preso per la fascia sinistra, in attesa del pieno recupero di Dodò, ma lo stesso Zeman ha detto di volerlo utilizzare anche dalla parte opposta, come ha fatto Prandelli in nazionale. In difesa, ad eccezione dei centrali (Burdisso, Castan e Romagnoli) e Dodò, gli altri possono occupare più posizioni: Taddei copre entrambe le fasce e Piris all’occorrenza può giocare al centro. A centrocampo c’è addirittura l’imbarazzo della scelta. Se si escludono Panagiotis e Pjanic - il primo può fare solo il centrale, il secondo solo l’intermedio - tutti gli altri sono praticamente intercambiabili. La carriera di De Rossi (con la Roma e con la Nazionale) dimostra come possa giocare, senza che il suo rendimento ne risenta, regista o intermedio. Stesse caratteristiche per l’americano Bradley, che Zeman ha provato in entrambe le posizioni.

È però Marquinho quello più «universale»: da Riscone ad Irdning, passando per la tournée americana, il boemo lo ha utilizzato terzino, intermedio e esterno d’attacco, sempre a sinistra. Un jolly buono per ogni evenienza. Florenzi finora ha giocato solo intermedio a destra, ma lo scorso anno a Crotone e con l’Under 21 ha fatto anche il terzino. «E sono pronto a farlo anche nella Roma - ha dichiarato ieri - non ci sarebbe problema». Il giorno della sua presentazione il brasiliano Lucca ha detto di sentirsi un regista ma finora è stato utilizzato solamente sul centrodestra. In attacco le soluzioni non mancano: fino ad oggi Zeman ha dato certezze solo a destra, dove ha alternato Lamela e Nico Lopez. Per il resto il boemo ha dato indicazioni di massima: quella più importante riguarda Francesco Totti, riportato sulla fascia sinistra. Il capitano sta rispondendo bene sul campo, ma appena può prova a scambiarsi la posizione col centravanti di giornata: prima Osvaldo (il suo nome continua ad entrare in molte trattative di mercato, ieri è spuntato l’Atletico Madrid) e ora Destro. Con Bojan, che per caratteristiche sembra quello più adatto al gioco di Zeman, possibile outsider.

.....

No ma infatti sitamo bene cosi..Piris può fare pure il centrale di difesa..Taddei è multiuso..
il bello che è riuscito pure a scrive che Pjanic può fare solo l'intermedio.
Poi che scherzi..abbiamo Marquinho che è " universale "..buono per ogni evenienza..ma che nelle amichevoli estive è entrato sempre al decimo cambio, mica lo scrive...un jolly su cui puntare ad occhi chiusi..e poi c'è Lucca, quindi a centrocampo abbiamo l'imbarazzo della scelta dei polivalenti.
Il mercato si può pure chiudere qua a sto punto.
giove(R)
00mercoledì 8 agosto 2012 12:25
non vorrei fare l'acuto osservatore ma "Piris centrale"...
ma non è alto 1.70?
ma ndo cazzo va a Piacentì!
anzi ma ndo vai te!
Sound72
00lunedì 27 agosto 2012 16:54
la pagella di Gomez di Roberto Maida sul corriere:
Inarrestabile, a folate, come la perturbazione Beatrice.


Gomez come la perturbazione Beatrice..mamma mia che giornalismo..

che poi sta perturbazione dove? sul litorale forse..ieri sera era un forno Roma
Sound72
00martedì 28 agosto 2012 10:07
Il bello e il brutto di Zeman. Difesa fragile, attacco ok

IL TEMPO (A. SERAFINI) - La nuvola di fumo che si alzava nei cieli dell'Olimpico apriva le domeniche romaniste come un marchio di fabbrica. Ora, tredici anni dopo, qualche ruga in più e qualche sigaretta in meno sembrano essere le uniche differenze: sue quella panchina c’è seduto proprio Zdenek Zeman. Il tributo dell'Olimpico verso il ritorno di «Sdengo» ha dimostrato che l’amore verso il condottiero che ha guidato le sanguinose battaglie con il suo popolo difficilmente potrà essere intaccato. Sempre pronti a seguirlo con i suiu pregi e difetti.

La solidità difensiva, per il momento, sembra essere ancora lontana dallo standard minimo che il campionato italiano richiede. Se per Castan l’esordio non ha destato particolari preoccupazioni, Piris ha assaggiato sulla sua pelle che le marcature in Italia non ti permettono errori come nel calcio sudamericano. Con Balzaretti uscito stremato dall'Olimpico, il baluardo Burdisso sembra ancora lontano dalla forma migliore. Meccanismi da oliare per un equilibrio tattico, che domenica sera ha mostrato tutte le sue falle. Le caratteristiche dei due centrali difensivi sembrano non sposarsi con l'atteggiamento che la squadra dovrà tenere.

De Rossi davanti alla difesa è costretto spesso al lancio in profondità o a toccare il pallone più volte prima di scaricarlo per Pjanic o Bradley, lenti ed impacciati ad inserirsi nella profondità . «Non ho visto niente di quello che abbiamo provato», ha sentenziato Zeman a fine gara, scontento dell'atteggiamento tenuto in allenamento nei giorni antecedenti alla partita. Soltanto una questione di tempo o problemi di ruolo? Intercambiabilità e prove che saranno necessarie in queste prime giornate di campionato per definire una gerarchia ancora tutta in discussione. Il pareggio con il Catania e gli evidenti errori arbitrali non impongono un passo indietro. «Posso criticare la mia squadra quando sbaglia, ma anche gli arbitri». Un aspetto che continua a mettere in imbarazzo una società, che preferirebbe il silenzio su certi argomenti e ora deve chiudere un occhio sulle continue frecciate del suo allenatore verso i suoi vecchi nemici. Certo, la prima non sarà stata buona, ma neanche disastrosa. Perché nel giudizio, ancora troppo prematuro, nel male come nel bene le caratteristiche del boemo non cambiano mai.

Dopo le macerie lasciate da una stagione tormentata, il volume dell'Olimpico ha cominciato a salire negli strappi, che l'offensiva zemaniana continua ancora a mostrare. Osvaldo e Lopez hanno preso momentaneamente la scena, aspettando il risveglio di Lamela e Bojan (a patto che resti). Se per Totti il discorso potrà essere legato anche a limature tattiche, ora sarà il turno anche di vedere all'opera Destro. Una battuta d'arresto inaspettata, ma non drammatica per un nuovo corso da sistemare in fretta.

........

già il titolo è l'ennesimo luogo comune preannunciato dal ritorno di Zeman..ma se si prende la partita col catania in sè al netto della prestazione a noi sono mancati proprio l'attacco e la costruzione del gioco.Abbiamo segnato nelle uniche 2 vere azioni in profondità, con 2 grandissimi gol tra l'altro.
Dove sta l'attacco ok in 90 minuti??
La difesa con tutti i suoi limiti non è stata certo peggiore nel rendimento degli altri 2 reparti.
Se io potevo mettere in preventivo 4 o 5 palle gol concesse al catania di certo non mi sarei aspettato la lentezza di manovra e la sterilità offensiva di giocate e azioni.

E ovviamente l'immancabile alibi per de rossi.. che è " costretto "spesso al lancio in profondità..la colpa è sempre degli altri 10.

De Rossi davanti alla difesa è costretto spesso al lancio in profondità o a toccare il pallone più volte prima di scaricarlo per Pjanic o Bradley, lenti ed impacciati ad inserirsi nella profondità

Ma perchè de rossi il piu' delle volte stava fermo come un palo e lasciava l'impostazione a bradley? perchè puntualmente faceva sti no look presuntuosi a metà strada per nessuno?
giove(R)
00martedì 28 agosto 2012 12:53
De Rossi si avvia alla sua sesta stagione "non più ai livelli di quando aveva 24 anni".

disastro più disastro meno, picco negativo in più picco negativo meno.

un tracollo a cui i presunti esperti non hanno mai saputo rispondere con un concettoc he andasse aldilà di:

A) ma Dagnielino è er core de Roma io nù lo cedo mai naaa vitaaaa
B) allora spiegami perchè ol City, il Manchester, il Real, il Resto del mondo, la Dinamo Alpha Centuri, la nazionale Venusiana, e tutto l'Universo vuole...

no spiegamelo te semmai.
anzi portame le prove de ste presunte offerte da paura a parte il titoletto del Sun o altre stronzate varie che a me me sa che ve piace solo chiacchierà e ingigantire voci restando miopi di frotne ai fatti conclamati.
ShearerWHC
00mercoledì 29 agosto 2012 10:21
Zdenek Zeman ha chiesto almeno un esterno alla dirigenza della Roma. Questo perché, dopo la partenza di Bojan, gli unici attaccanti laterali a disposizione del boemo sono Lamela e Lopez, che del gioco di Zeman ancora non hanno capito molto. Per questo la dirigenza giallorossa si sta muovendo e potrebbe attivarsi su Giuseppe Rossi, anche se il costo del cartellino, le condizioni fisiche e l'ingaggio sono problemi importanti. Ecco che quindi riprendono quota i nomi di Jung dell'Eintracht e di Torosidis dell'Olimpiacos. A riportarlo oggi è la Gazzetta dello Sport.


Sto pezzo è fantastico, non so se per "merito" della Gazzetta o di Romanews

In pratica, Zeman vorrebbe un esterno perchè Lamela e Lopez non hanno ancora capito il gioco. E chi vorrebbe? Giuseppe Rossi che torna tra 4 mesi, quando Lopez e Lamela avranno capito un po' di più, si presume.
Poi, visti i problemi di Rossi, a chi si pensa? A due terzini. [SM=g7401]
lucaDM82
00venerdì 7 settembre 2012 02:02
ogni cosa al suo posto
Altro che ribelle: belle parole e pochi fatti. Zdenek è un comunista...

LIBEROQUOTIDIANO.IT (G. POLLICELLI) - Zdenek Zeman è uomo di silenzi, provocazioni e paradossi. Ma il paradosso più grande non lo ha espresso con le parole, lo ha prodotto con la sua biografia. Questo è il parere dell'articolo pubblicato su liberoquotidiano.it, che racconta di un Zeman che ha abbandonato a ventuno anni la sua città, Praga, per fuggire al comunismo. Il boemo è poi divenuto una delle personalità più popolari e carismatiche d'Italia (dove vive dal 1968) ricorrendo senza rendersene conto alle medesime «armi» che hanno garantito al comunismo le sue fortune. Quella che viene accordata a Zeman e al suo immodificabile modulo di gioco, il 4-3-3, non è mai semplice e razionale stima: è adesione fideistica che ha le esatte caratteristiche della fede nel comunismo e nelle sue mirabolanti promesse.

STESSA IDEOLOGIA - Le analogie tra la figura di Zeman e il comunismo sono tante secondo il redattore dell'articolo. Innanzi tutto, alla base della filosofia zemaniana, vi è l'ideologia: per Zeman, come per il comunismo, non sono mai le idee a doversi adattare alla realtà, è la realtà che deve piegarsi agli schemi dell'ideologia. Inoltre il calciatore che osa trasgredire il modulo va subito emarginato, affinché non contamini il corpo sano della squadra. Come il comunismo, Zeman auspica l'avvento di un uomo nuovo, che non conosce tentazioni, cedimenti, slealtà. Come il comunismo, Zeman preconizza il sol dell'avvenire, il materializzarsi di un evo in cui nessuna squadra giocherà più per portare a casa il risultato e tutte le partite finiranno 8-5 o 2-6, e la formazione allenata da Zeman, che è il migliore, conquisterà il campionato più spesso delle altre perché non vi saranno più cinici imbroglioni a impedirlo.

I FALLIMENTI - Come capitava con l'icona di Guevara, a Zeman è riservato un autentico culto della personalità. Come il comunismo, Zeman ottiene sporadici successi e innumerevoli fallimenti (nessun trofeo vinto in carriera, una quantità ragguardevole di esoneri, eccezionali record negativi come i quattro derby persi in un anno sulla panchina della Roma), ma ai suoi seguaci non importa, poiché il tempo dell'affermazione arriverà.

LA COERENZA - Come il comunismo, Zeman mente: in qualità di teste dell'accusa al processo di Calciopoli disse di non aver mai avuto a che fare in vita sua con Moggi, salvo smentirsi clamorosamente nel documentario Zemanlandia, in cui racconta di quando, da allenatore del Parma, pranzò proprio con Big Luciano. Secondo l'articolo, Zeman gode di un occhio di riguardo da parte dei media (che lo trattano alla stregua di un santo o di un eroe), delle istituzioni (di recente il sindaco di Roma gli ha consegnato il premio fair play «Avversari sì, nemici mai», non molti giorni dopo la diffusione di una foto che immortala Zdenek mentre autografa una maglia con su scritto «Odio la Juve!»), e della giustizia, che non lo ha indagato per omessa denuncia benché nel 2005 avesse avuto la sensazione che i giocatori del suo Lecce si fossero accordati con quelli del Parma per non farsi male.
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A certi giornalisti andrebbero segate le mani.

lucolas999
00venerdì 7 settembre 2012 09:39
E meno male che non sa dei gulag a tor de cenci per i fuori rosa e che ogni tanto si mangia un bambino dei pulcini [SM=x2478856]
gianpaolo77
00venerdì 7 settembre 2012 10:20
Re:
lucolas999, 07/09/2012 09.39:

E meno male che non sa dei gulag a tor de cenci per i fuori rosa e che ogni tanto si mangia un bambino dei pulcini [SM=x2478856]




questa fa ride' na cifra...
[SM=g7346] [SM=g7405] [SM=g10633]
Sound72
00martedì 11 settembre 2012 16:57
articolo della Ferrazza su repubblica..

Per De Rossi 15 giorni di stop, preoccupano Osvaldo e Destro



LA REPUBBLICA (F. FERRAZZA) - Respiro di sollievo per Daniele De Rossi, l’infortunio è un po’ meno grave del previsto. Lesione di primo grado al bicipite femorale della gamba destra, per il centrocampista e due le settimane di stop. Salterà con molta probabilità tre gare, il giocatore, tornando a disposizione per la trasferta di Torino del 29 settembre.

Inizialmente lo staff medico si era dichiarato preoccupato per l’infortunio, avvenuto contro la Bulgaria, dopo l’ecografia effettuata a Trigoria è tornato l’ottimismo e il giocatore ha già cominciato la riabilitazione. Si spera ora che la sorte sia meno avversa per gli azzurri, in particolare per Osvaldo e Destro che stasera saranno impegnati con Malta. Ma ci ha pensato ieri Castan a mettere in ansia i tifosi giallorossi. Il difensore ha lasciato l’allenamento per un risentimento al tendine rotuleo del ginocchio destro, un’infiammazione che ne mette a rischio la presenza domenica contro il Bologna. Problema da valutare nei prossimi giorni e che rischia di stravolgere la linea dei quattro vista la già certa assenza di Balzaretti. Si scalda Marquinhos, con Romagnoli unica alternativa al centro della difesa, convinto che domenica “Sarà un’altra battaglia”. Oggi tornerà invece in conferenza stampa Sabatini, per la presentazione di Goicoechea. Il diesse non ha ancora parlato dopo la chiusura del mercato, e chissà se risponderà a Vialli, che ha definito Zeman “Un enorme paraculo che combatte solo le battaglie che gli convengono”.

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ma che idiozia è??
preoccupano perchè giocano in nazionale?

ieri ho scoperto sul corriere dello sport che lo "svedese" Bendtner ha problemi di ambientamento..
lucolas999
00martedì 11 settembre 2012 17:12
Sì perchè gli hanno dato un interprete svedese
BeautifulLoser
00martedì 11 settembre 2012 18:52
Re:
lucolas999, 9/11/2012 5:12 PM:

Sì perchè gli hanno dato un interprete svedese




sempre questi extracomunitari... ;-)
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