Coppa America

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Sound72
00mercoledì 8 giugno 2011 17:38
i convocati del Brasile:

Portieri: Julio Cesar (Inter), Victor (Gremio).
Difensori: Andre Santos (Fenerbahce, Tur), Daniel Alves (Barcellona, Spa), Maicon (Inter), Adriano (Barcellona, Spa), David Luiz (Chelsea, Ing), Lucio (Inter), Luisao (Benfica, Por), Thiago Silva (Milan).
Centrocampisti: Sandro (Tottenham, Ing), Lucas Leiva (Liverpool, Ing), Elano (Santos), Elias (Atletico Madrid, Spa), Jadson (Shaktar Donetsk, Ucr), Lucas (San Paolo), Paulo Henrique Ganso (Santos), Ramires (Chelsea, Ing)
Attaccanti: Alexandre Pato (Milan), Fred (Fluminense), Neymar (Santos), Robinho (Milan).

e quelli dell'Argentina:


Portieri: Sergio Romero (AZ Alkmaar), Juan Pablo Carrizo (River Plate) e Oscar Ustari (Getafe).
Difensori: Gabriel Milito (Barcelona), Ezequiel Garay (Real Madrid), Nicolás Burdisso (Roma), Javier Zanetti (Inter), Nicolás Pareja e Marcos Rojo (Spartak Mosca), Pablo Zabaleta (Manchester City) e Emiliano Insúa (Galatasaray).
Centrocampisti: Javier Mascherano (Barcelona), Lucas Biglia (Anderlecht), Ever Banega (Valencia), Esteban Cambiasso (Inter), Javier Pastore (Palermo), Diego Valeri (Lanús) e Enzo Pérez (Estudiantes de La Plata).
Attaccanti: Lionel Messi (Barcelona), Ángel Di María e Gonzalo Higuaín (Real Madrid), Sergio Agüero (Atlético Madrid), Ezequiel Lavezzi (Napoli) e Carlos Tevez (Manchester City)

............


ma possibile che in Argentina nn ci siamo 3 portieri migliori di Carrizo??
Sound72
00lunedì 20 giugno 2011 12:00
intanto nella Gold Cup il Panama di Dely Valdes ( allenatore ) è arrivato in semifinale..vittoria ai rigori mezza rubata se nn ho visto male perchè il gol del pareggio al 90 'contro El Salvador era di mano..e la palla nn so neanche se era entrata del tutto....
lucaDM82
00martedì 21 giugno 2011 12:31
fred?
lucaDM82
00martedì 28 giugno 2011 20:36
www.tuttocoppaamerica.com/

di Andrea Colacione

La fiera dei sogni, alias la “Copa America” 2011 sta per aprire i battenti per la gioia dei “maniaci” dell’estetica come il sottoscritto. Il calcio sudamericano insieme al modello delle nazionali spagnole e del Barcellona è l’unico antivirus da contrapporre al calcio noia, quello che vuole il risultato a tutti i costi e per giunta subito con dirigenti che si innamorano di un progetto (così lo definiscono!) salvo fare dietrofront un attimo dopo; oppure di un tecnico o di un calciatore, spendendo e sperperando salvo poi esonerare o svendere.

Personalmente mi dissocio da tutto ciò e mi schiero come mi sono sempre schierato a difesa della fantasia, dell’istinto e della gioia di accarezzare una “bola” o una “pelota” perché tutto ciò produce spettacolo, emozione ed estasi pura. Il futbòl del nuovo mondo rappresenta tutto ciò e la storia della “Copa America” ne è una testimonianza tangibile pur con i suoi eccessi di narcisismo e di emotività.

Questo torneo che accende i sogni e la fantasia di milioni di persone è la più antica competizione per nazioni del mondo, avendo preso il via nel 1916 ed è anche quella che ha visto disputare il maggior numero di edizioni. Il battesimo avvenne proprio in Argentina - dove sta per partire per la 43ma volta - e fu l’occasione per celebrare il centesimo anniversario dell’indipendenza del paese. Seppure con formule e con cadenze talvolta bizzarre, la Coppa America ha resistito a tutto, regalando distrazioni a popoli sfiancati da crisi politiche ed economiche, da golpe militari, da dittature, da guerre civili e da rivoluzioni di ogni genere. Ha resistito a tutto perché il “futbòl” o il “futebòl”, a seconda dell’accezione spagnola o portoghese, fa parte del Dna di questi popoli proprio come il ballo e la musica. E talvolta oltre ad essere occasione di compiacimento rappresenta anche una sorta di riscatto sociale per chi va in campo ma anche per gli stessi tifosi.

Il gioco del calcio in Sudamerica viaggia sincronizzato con lo scorrere della vita quotidiana ed ha ispirato pagine e pagine di letteratura, scomodando fuoriclasse della penna come Osvaldo Soriano ed Eduardo Galeano che hanno raccontato in molti loro capolavori gesta di campioni ed emozioni della gente comune, del popolo. Se possiamo godere di un simile spettacolo dobbiamo però ringraziare ancora Adolfo Orma ed Héctor Rivadavia Gomez, rispettivamente presidenti delle federazioni argentina ed uruguaiana che hanno saputo unire il talento di un intero continente, volendo dar vita a tutti i costi a questa manifestazione. E’ anche grazie a loro che si sono potuti ammirare campioni di antichissima memoria come Guillermo Stabile, Arthur Friedenreich, Americo Tesoriere, Formiga, Andrade, Monti, Orsi (due dei famosi oriundi!), Antonio Sastre, il paraguayo Arsenio Erico, Loustau, Zizinho, Ademir, e poi Alfredo Di Stefano, gli angeli dalla faccia sporca, Garrincha, l’uccellino dalle gambe storte nonché l’allegria del popolo, Didì, Vavà e Pelé, Ghiggia e Schiaffino, Jair e poi in tempi più recenti il genio di Diego Armando Maradona, quello di Enzo Luìs Francescoli, Tèofilo Cubillas, il più forte peruviano di sempre o il concerto sinfonico dei vari Jùnior, Falcào, Socrates, Cerezo e Zico ed infine i vari Romario, Ronaldo e Rivaldo a rappresentare la Seleçào ed Omar Batistuta, Hernàn Crespo e Juan Romàn Riquelme la Selecciòn tanto per citare qualche nome.

Ad accendere il presente troviamo nomi come i super fuoriclasse Messi e Neymar in primis ma anche i vari Pastore, Aguero, Di Maria, Tévez, Lavezzi, Milito, Higuain (Argentina), Daniel Alves, Thiago Silva. Lucas, Robinho, Pato, Paulo Henrique Ganso, Fred, Maicon (Brasile), Forlàn, Cavani, Luis Suàrez, Abel Hernandez (Uruguay), Fredy Guarìn, Radamel Falcào Garcia e Teòfilo Gutiérrez(Colombia), Christian Noboa e Felipe Caicedo (Ecuador), Ivan Piris, Lucas Barrios e Federico Santander (Paraguay), Yohandry Orozco e José Salomon Rondòn (Venezuela), Gary Medel, Arturo Vidal, Rodrigo Millar, Mauricio Isla ed Aléxis Sanchez (Cile), Luìs Ramirez e Juan Manuel Vargas (Perù) sono in grado di farci sobbalzare dalle poltrone. A tutti questi artisti rivolgiamo una sola preghiera: quella di regalarci tanto spettacolo che è linfa vitale per alimentare i nostri sogni.

Sound72
00mercoledì 29 giugno 2011 10:19
Prostitute in hotel
8 esclusi, Messico decimato


Scandalo sessuale a sei giorni dal debutto in Coppa America. Il c.t. della seleccion spedisce a casa Fabián, Cortés, Jiménez, Calderón, Cabrera, Vidrio, Hernández e Jonathan dos Santos, fratello del più famoso Giovani

Afp BUENOS AIRES (Argentina), 28 giugno 2011 – Rivoltata come un calzino ad appena sei giorni dal debutto in Coppa America contro il Cile (Gruppo C). E’ quello che è capitato alla rosa della seleccion messicana, travolta nelle ultime 24 ore dallo scandalo sessuale che ha visto protagonisti ben 8 giocatori, immediatamente espulsi e sostituiti questa mattina in fretta e furia dal tecnico Luis Fernando Tena. Alle origini dello scandalo, una denuncia di furto da parte degli 8 giocatori, successivamente rivelatisi vittima di un festino proibito finito male.

LO SCANDALO — Se le prostitute contrattate alla vigilia dell’amichevole contro l’Ecuador (tra l’altro successivamente vinta per 1-0) non si fossero rivelate anche delle abili ladre, probabilmente gli 8 giocatori messicani l’avrebbero passata liscia. Ma la denuncia per furto di numerosi oggetti personali ha logicamente fatto scattare le indagini, e le immagini delle telecamere a circuito chiuso dell’hotel di Quito che ospitava il ritiro della seleccion ha subito smascherato il festino proibito, registrando i movimenti dei giocatori in compagnia di ragazze non registrate alla reception. E così, oltre a rimetterci numerosi oggetti personali tra cui orologi, pc, vestiti e denaro (per un valore totale di circa 16 mila dollari, ha informato Juan Nungaray dall’ambasciata messicana in Ecuador), gli 8 protagonisti della bravata hanno anche perso la nazionale. Non solo, la Federazione calcio messicana li ha squalificati per 6 mesi da tutte le competizioni, e dovranno pagare una multa di 4.200 dollari ciascuno.

IL PRECEDENTE — Un inconveniente che complica non poco la vita del Tricolor, giunto in Argentina con una rosa imbottita di Under 22 per il recente impegno della seleccion principale nella Coppa d’Oro, vinta nonostante lo scandalo doping che ha travolto 5 giocatori. In quella circostanza, Guillermo Ochoa, Edgar Dueñas, Francisco Rodríguez, Christian Bermúdez e Antonio Naelson risultarono positivi al Clembuterol dopo un controllo realizzato il 21 maggio, poco prima dell’inizio del torneo.

I SOSTITUTI — Il tecnico messicano Luis Fernando Tena ("Hanno commesso un grave errore e se ne sono resi conto. Conoscono bene le regole di disciplina interne, e sanno che il loro comportamento gli causerà un lungo castigo. Mi dispiace per loro, ma non c'è altra soluzione"). d’accordo con la FMF, ha annunciato poche ore fa l’esclusione degli 8 giocatori coinvolti nello scandalo (Marco Fabián, Javier Cortés, Israel Jiménez, Nestor Calderón, David Cabrera, Néstor Vicente Vidrio, Jorge Daniel Hernández e Jonathan dos Santos, fratello del più famoso Giovani), e ha comunicato i rispettivi sostituti. Édgar Pacheco, Alan Pulido, Kristian Álvarez, Emilio Orrantia, Antonio Gallardo, Úlises Dávila, Diego de Buen e Oswaldo Alanís si uniranno al ritiro tricolor questa sera o al più tardi domattina. Ma questa Coppa America non sembra affatto nata sotto una buona stella


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presemza simbolica...già si presentavano con le riserve dei titlari impiegati nella Gold Cup...
Sound72
00sabato 2 luglio 2011 13:09
è solo la prima partita e ok..
ma come cavolo è possibile che l'Argentina con tutti quei giocatori di qualità nn riesca mai a proporre un gioco decente..Adesso nn ce sta neanche piu' l'alibi Maradona ..
lucaDM82
00domenica 3 luglio 2011 02:16
Hanno un parco attaccanti da brividi ma alla fine si gioca in media con due punte e conta più l'equilibrio fra i reparti.
faberhood
00lunedì 4 luglio 2011 09:47
Re:
Deludentissimo Brasile.
Buona prestazione solo di Dani Alves.
Venezuela ottimo tatticamente....ha chiuso tutti gli spazi, non tirando mai in porta....solo qualche occasioncina.

lucaDM82
00lunedì 4 luglio 2011 10:39
Andrea Colacione

www.tuttocoppaamerica.com/
Dopo il flop dell’Argentina ieri sera abbiamo visto la Colombia che personalmente reputo una delle principali mine vaganti del torneo, forse la principale subito dietro al Cile. I “cafeteros” guidati dal “Bolillo” Gòmez hanno incassato i primi salutari tre punti ma lo hanno fatto tra luci ed ombre, sbloccando il risultato allo scadere del primo tempo e gestendo poi il match senza problemi ma anche senza affondare il colpo del ko.

La formazione colombiana ha mostrato però pur senza strafare di possedere un’ottima impalcatura, un’organizzazione tattica decisamente all’altezza e giocatori di grande livello, anche se qualcuno di loro contro i “ticos” (vedi il fenomenale Falcào) si è espresso sotto tono, per colpa dell’eccessivo logorio fisico e mentale che la lunga stagione europea ha comportato. La difesa ricca di esperienza si è dimostrata molto sicura, senza mai andare in affanno; il pacchetto arretrato colombiano se rimane con i due centrali bloccati e può sfruttare il filtro del centrocampo è di prim’ordine, mentre se invece viene infilato in contropiede può andare in seria difficoltà in quanto Yepes e Perea non sono di certo dei fulmini di guerra ed inoltre hanno la carta d’identità piuttosto stagionata.

Il settore nevralgico invece ha mostrato un ottimo possesso palla con cambi di fronte da un lato all’altro del campo e con Fredy Guarìn, mio pupillo, che seppur a tratti ha incantato, risultando decisivo con lo splendido lancio che in chiusura di prima frazione ha consentito a Gustavo Adriàn Ramos di dribblare il portiere e di depositare la sfera in rete. La Colombia nonostante l’ingresso in campo del veloce attaccante Rodallega al posto del centrocampista Aguilar dopo l’espulsione del costaricano Randall Brenes ha però continuato con il 4-4-2 per lunghi tratti del match, dimostrando di accontentarsi della semplice vittoria, anche perché i centroamericani hanno sempre giocato dietro alla linea della palla, in pratica con tutti gli uomini, penalizzando così il talento di “Joel” Campbell che infatti è uscito a fine primo tempo quando La Volpe ha deciso di coprirsi dopo l’espulsione dell’altra punta.

La Costarica ha deciso di accontentarsi di una sconfitta di misura ed a tal proposito è stata emblematica la perdita di tempo a fine gara del portiere Leonel Moreira, classe ’90, dell’Herediano, che fino a quel momento si era molto ben comportato. I “Ticos” quantomeno per essere una nazionale sperimentale hanno coperto il campo con ordine ma già raggiungere i quarti come una delle migliori due terze classificate sarà un’impresa.

Oggi alle 21.00 italiane vedremo finalmente il nuovo Brasile di Mano Menezes che speriamo non faccia come l’Argentina, deludendoci. Il cittì verde oro spera di debuttare con una convincente vittoria, in modo tale da alleggerire la pressione di media e tifosi ma non sarà facile perché come ha giustamente ricordato Daniel Alves, in concorrenza per una maglia (per il momento senza polemiche) con Maicon, nel calcio di oggi non esistono più avversari facili e non si vince più con il solo peso della casacca che si indossa. Così il Brasile ha scelto la strada dell’umiltà, decidendo di rispettare Messi e tutti gli altri argentini, ben sapendo che anche a loro potrebbe capitare contro il Venezuela quello che è accaduto alla Selecciòn contro la Bolivia.

Nel frattempo però le buone notizie arrivano da Paulo Henrique Ganso che ha affermato di aver recuperato perfettamente dopo la lesione alla coscia destra subita nel Paulistào e che lo ha tenuto a lungo fermo ai box. “Mi sento benissimo – ha affermato la talentuosa mezzala – e mi sento pronto ad affrontare la lunga sequenza di gare che ci aspetta”. Ganso inoltre ha affermato di sentire spesso al telefono Kakà e di aver ricevuto dal giocatore del Real preziosi consigli ed un notevole appoggio morale durante la pausa forzata, nonostante i due siano in concorrenza anche per un posto al prossimo mondiale. Anche tutto ciò fa parte del dna di un fuoriclasse; avere stile è sempre da grandi persone e Kakà lo è sempre stato. Entrambi poi hanno un filo comune legato al Milan. Kakà ha già griffato importanti pagine della recente storia rossonera; Ganso spera di poterne ripetere le gesta molto presto e sa che i dirigenti rossoneri lo monitorano frequentemente. Anche se forse non sa che Allegri preferisce Hamsik perché più dinamico e meno compassato. Ganso è un calciatore per certi versi antico perché ricorda da vicino molti suoi connazionali degli anni settanta/ottanta ma è al tempo stesso molto moderno perché è alquanto rapido con il pensiero e sa leggere il gioco come sa fare solo chi è un vero fuoriclasse.

Sound72
00lunedì 4 luglio 2011 12:14
ieri ho sentito il commento di Costacurta e Marchegiani a Brasile-Venezuela..:
nota positiva per il Brasile è che anche stasera non ha preso gol,
nota negativa per il Brasile è che non ha segnato [SM=g27994]
giove(R)
00lunedì 4 luglio 2011 12:50
ieri mi ha molto impressionato il portiere dell'Ecuador (ibagaza, izabaga, come se chiama lui...) autore di due grandi parate e altri ottimi interventi.
spettacolare su un colpo a botta sicura nel primo tempo sotto la traversa e su un colpo di testa nel secondo a fil di palo.

PS. ma ieri che j'hanno combinato gli argentini al Brasile? non hanno manco mandato gli inni!
m'è piaciuto molto Lucas del Liverpool ha recuperato un miliardo di palloni.
faberhood
00lunedì 4 luglio 2011 15:10
Re:
giove(R), 04/07/2011 12.50:

ieri mi ha molto impressionato il portiere dell'Ecuador (ibagaza, izabaga, come se chiama lui...) autore di due grandi parate e altri ottimi interventi.
spettacolare su un colpo a botta sicura nel primo tempo sotto la traversa e su un colpo di testa nel secondo a fil di palo.

PS. ma ieri che j'hanno combinato gli argentini al Brasile? non hanno manco mandato gli inni!
m'è piaciuto molto Lucas del Liverpool ha recuperato un miliardo di palloni.




Si è vero.....buon portiere quello dell'Ecuador...
Buono Lucas ....ma ingurdabile Ganso.....Lucio un pò di cappelle....Neymar ...tutti 'sti soldi non li vale......
giove(R)
00lunedì 4 luglio 2011 15:46
eh però a me Neymar me ricorda ...Aristoteles...
cioè mi spiego... hai presente quelle scene finte dell'allenatore nel pallone dove i difensori erano tutte controfigure che arriva Aristoteles che fa le finte e controfinte balla sulla palla e gli altri lentissimi che vanno per stracci, o vanno lunghi per terra mentre lui "giocherella?"..

eh... m'ha fatto pensare a questo quando gli vedi fare tanti di quei gol molto simili con lui che entra in area, fa il balletto e poi segna... Messi non è così.. Messi è veloce ma fa cose più "serie" come dire... questo è più ballerino (anzi.. mò ce vò: bailado).
insomma "dopo Socrates, Aristoteles: prendiemo tutt' con filosofia!" (cit.)
faberhood
00lunedì 4 luglio 2011 16:10
Re:
giove(R), 04/07/2011 15.46:

eh però a me Neymar me ricorda ...Aristoteles...
cioè mi spiego... hai presente quelle scene finte dell'allenatore nel pallone dove i difensori erano tutte controfigure che arriva Aristoteles che fa le finte e controfinte balla sulla palla e gli altri lentissimi che vanno per stracci, o vanno lunghi per terra mentre lui "giocherella?"..

eh... m'ha fatto pensare a questo quando gli vedi fare tanti di quei gol molto simili con lui che entra in area, fa il balletto e poi segna... Messi non è così.. Messi è veloce ma fa cose più "serie" come dire... questo è più ballerino (anzi.. mò ce vò: bailado).
insomma "dopo Socrates, Aristoteles: prendiemo tutt' con filosofia!" (cit.)




Si me sembra bono per gli spot televisivi...dopo può darsi che prendo 'na cantonata...perchè sò tutti innamorati de questo!
lucaDM82
00lunedì 4 luglio 2011 16:12
mah,io dei giocatori troppo reclamizzati non mi fido.
D'alessandro e Cavenaghi,x citare due sudamericani,qualche anno fa li avevano fatti passare per maradona e batistuta...
aspettiamo e vediamo.Io avevo visto gli spezzoni e mi era piaciuto ganso per eleganza,tocco e visione di gioco ma mi sembrava lento.neymar me pareva robinho.
lucaDM82
00lunedì 4 luglio 2011 20:11
Ganso dorme, il Brasile stecca. Sanchez-Vidal, il mercato in campo

Andrea Colacione


Per il Brasile, in ambito calcistico non è più tempo di carnevale. Gli anni di Falcào, Socrates, Toninho Cerezo e Zico, ovvero del quadrilatero magico sono belli che andati. Con loro in campo Brasile-Venezuela terminava puntualmente quattro o cinque a zero; con Ganso, Pato, Neymar e Robinho invece non si è andati oltre il pareggio a reti bianche. La partenza sprint aveva illuso tutti, me compreso, anche se ieri avevo scritto che contro la nazionale vinotinta sarebbe stata dura, molto più dura del previsto. Credo di conoscere molto bene i pregi (sin qui pochi) ed i difetti (ancora troppi) della nuova Seleçào di Mano Menezes che ha buoni propositi ma che non riesce a metterli in pratica.

A mio parere a questo Brasile manca maledettamente un centravanti di peso e difatti in sede di presentazione avevo rimarcato l'ingiustificata assenza di Leandro Damiào, uno che fa reparto da solo e che soprattutto fa gol in quantità industriale, anche se Alexandre Pato impiegato da prima punta se l'è cavata egregiamente al contrario di tutte le altre stelle che gli giravano intorno. Tra lui, Neymar e Robinho, uno è di troppo, almeno in talune circostanze. E' molto bello vederli duettare con rapide triangolazioni ma alla fine è tutto inutile se non si è concreti, cattivi e cinici sottoporta.

La Seleçào nel primo tempo ha giocato piuttosto bene, colpendo una traversa con Pato ma il presunto trio delle meraviglie ha sprecato alcune preziose occasioni che avrebbero modificato tutto lo scenario proprio a causa della mancanza della giusta determinazione. Bastava segnare un solo gol (la mia sensazione della vigilia era quella di uno striminzito 1-0) ed il più sarebbe stato fatto perché la difesa è di ferro e avrebbe probabilmente retto qualsiasi tipo di urto. Nel secondo tempo poi le cose sono notevolmente peggiorate perché è cresciuta l'ansia e qualcuno è calato alla distanza ed a poco sono serviti gli ingressi tardivi di Fred e del nuovo fenomeno Lucas Rodrigues Moura da Silva che il Sào Paulo ha blindato con una clausola rescissoria di ottanta milioni di euro.

L'idea del 4-2-3-1 che diventa 4-3-3 con gli inserimenti dei due esterni offensivi in fase d'attacco è quella giusta nonché quella che si addice meglio a questo Brasile ma il problema è un altro e cioè che mancano le alternative tattiche. Mi spiego meglio. Le "tabelinhas", ovvero le triangolazioni strette e veloci vanno benissimo, a patto però che non diventino un'ossessione e che siano alternate ad altri sistemi di gioco come ad esempio i cross per la testa di un centravanti (in questo caso non può essere Pato) e ai tiri dalla distanza che il Brasile non ha mai effettuato.

Poi c'è da rimarcare la prestazione di Paulo Henrique Ganso che alla vigilia aveva rassicurato tutti e che invece è stato il peggiore in campo, da quattro in pagella. L'elemento designato a disegnare calcio in zona centrale è risultato essere, giocando con il suo soprannome, un'anatra fuori dal lago, ovvero un calciatore completamente abulico e avulso dal resto della squadra. Eppure nella finale di ritorno della Libertadores contro il Penarol che ha consegnato "copa" e gloria al Santos aveva spedito al mondo e al Milan segnali incoraggianti. Il calciatore lo conosco bene ed è fin troppo ovvio che non può essere quello visto all'opera contro il Venezuela ma "bucare" lo spartito una seconda volta potrebbe essere pericoloso per lui (in sede di calcio mercato) e per lo stesso Brasile. Le uniche note positive di questa Seleçào sono venute dalla difesa (ma ormai tutti sanno che è un muro praticamente invalicabile) e da Lucas Leiva che pur non avendo piedi eccelsi è emerso nel grigiore generale, rendendosi utile con tanto spirito di sacrificio e recuperando molti palloni.

Il Venezuela come vi avevo anticipato è cresciuto molto ed ha proposto giocatori interessanti, segno del cambiamento dei tempi: su tutti ieri è emerso Tomàs Rincòn, classe '88 dell'Amburgo, autore di una prestazione maiuscola in mezzo al campo con tanta corsa e buone tessiture. Ma anche i suoi colleghi di reparto e cioè César Gonzalez, Franklin Lucena e l'esperto Juan Arango hanno fatto bene, mentre la stellina del Malaga, José Salomòn Rondòn pur avendo grandi numeri non è emersa più di tanto, sacrificato dall'esigenza di far risultato, nonostante nell'ultima parte del match la vinotinta abbia persino preso un po' di coraggio provando a fare il colpaccio con qualche rapido contropiede. Mano Menezes dovrà rivedere molte cose e soprattutto dovrà strigliare a dovere qualche suo "menino", pena eccellenti esclusioni dall'undici titolare ma almeno la dea bendata gli è venuta incontro.

Paraguay ed Ecuador hanno ripetuto il medesimo risultato "deixando tudo igual" nel gruppo B. Partita scialba e noiosa come mi aspettavo (compreso lo 0-0!) quella tra la nazionale "albirroja" e la "tricolor", disputata con ritmi molto compassati e senza alcuna voglia di rischiare e di affondare i colpi. Personalmente mi è dispiaciuto per la prestazione un po' incerta del terzino paraguaiano Ivàn Piris, classe '89, del Cerro Porteno che è un talento puro e che ha disputato un'ottima Libertadores. Nella squadra guidata dal colombiano Reinaldo Rueda invece a parte i nomi più noti speravo di vedere all'opera per più tempo Mario David Quiroz, "El Cholito", centrocampista dell'Emelec che a mio avviso è un giocatore decisamente completo. I migliori della "tricolor" alla fine sono stati il 39enne portiere argentino ma naturalizzato, Marcelo Elizaga e l'altro argentino naturalizzato, ovvero Norberto Carlos Araujo, nativo di Rosario che è un classe '78 e che ha guidato molto bene la difesa.

Più in generale sin qui la Coppa America ha deluso e non poco; la media-gol complessiva non arriva ad una rete per gara; partite piuttosto noiose e squadre che non rischiano quasi mai. Mi sembra di rivivere il film della prima fase del mondiale sudafricano, quando per usare un termine "bettistico" le gare terminavano quasi sempre under. Stanotte aprirà le danze, si fa per dire l'Uruguay del tridente magico Forlàn-Sùarez-Cavani contro il Perù di Markariàn ma non illudetevi: non credo affatto che ci sarà spettacolo, anzi mi immagino una gara sulla falsariga di quelle già andate in scena. Mi aspetto qualcosa in più da Cile-Messico, in quanto nella "roja" ci sono ottimi elementi da seguire ed un modulo tattico più spregiudicato, anche se ben organizzato. Vedremo all'opera due dei principali uomini mercato di tutta l'estate e cioè Alexis Sanchez in primis che sta per approdare al Barcellona ed Arturo Vidal, classe '87 del Bayer Leverkusen, conteso da Napoli e Bayern Monaco con la Juventus alla finestra. Chi se lo aggiudicherà farà un grande affare in quanto può giocare in più ruoli e sa abbinare alla perfezione freschezza e qualità tecniche ad un'innata intelligenza tattica, già mostrata ai tempi del Colo Colo delle meraviglie.

E, a proposito di meraviglie, mi aspetto molto in questa "Copa" dal "Nino Maravilla" Alexis Sanchez, calciatore in grado di rompere qualsiasi escamotage tattico con la sua classe e con la sua rapidità ma vi consiglio di gettare un occhio anche su Gary Medel, Rodrigo Millar, sul portierino Bravo, su Felipe Gutierrèz e Francisco Silva della Catolica, anche se credo che questi ultimi due verranno impiegati molto poco. Oltre a loro aspetto una risposta personale da "Mati" Fernandez, sul cui conto qualche stagione fa mi ero espresso in modo molto lusinghiero, salvo poi rimanere piuttosto deluso per qualche limite caratteriale e per qualche tatticismo esagerato di alcuni tecnici che anziché stimolarlo lo hanno frenato. Non vi parlo di Mauricio Isla che scoprii prima che lo prendesse l'Udinese nel sudamericano under 20 perché ormai si conosce a memoria visto che sta facendo benissimo da tempo nella nostra serie A.

Il Cile dovrebbe partire subito bene, visto che il Messico è una squadra sperimentale e che per giunta ha dovuto rinunciare ad un'ulteriore serie di giocatori per qualche lucciola di troppo. Appuntamento a domani, sperando che prima o poi qualcuno rompa il ghiaccio e ci regali un po' di spettacolo. Altrimenti farò come ieri, cercando rifugio tra le braccia di Marta (sempre più strepitosa nel 3-0 alla Norvegia con la Seleçào femminile) oppure nell'under 17 che sta incantando in Messico nel mondiale di categoria dove la scorsa notte ha eliminato ai quarti, seppur con qualche sofferenza finale la rivelazione Giappone. Ed a tal proposito vi voglio già segnalare i nomi di Ademilson (bomber che appartiene al Sào Paulo), di Leo (Cruzeiro) e soprattutto di Adryan, stella del mio Flamengo che ha il dna del fuoriclasse.

www.tuttocoppaamerica.com
gianpaolo77
00martedì 5 luglio 2011 10:14
per me neymar invece è un potenziale fenomeno,
manco io ce spenderei 45 milioni, ma 30 senza dubbi...
giove(R)
00martedì 5 luglio 2011 12:15
gran gol ieri del cileno Vidal. stacco imperioso e incrocio potente sul secondo palo... ammazza che corpo de testa! [SM=g10633]
lucaDM82
00martedì 5 luglio 2011 12:30
Chief lo menzionò qualche anno fa.
Sound72
00giovedì 7 luglio 2011 11:53
fino ad oggi torneo deludente..l'Argentina alla fine passerà vincendo col Costarica...


ho letto recensioni positive anche sul peruviano Advincula [SM=x2478856]
giove(R)
00giovedì 7 luglio 2011 17:53
io ho sentito parlare di qualcuno tipo I Vampiris (forse Ivan Piris?), possibile?
se si, è una fortuna che si giochi in notturna..
lucaDM82
00giovedì 7 luglio 2011 22:50
Lavezzi-Messi-Tevez, impalpabili. Maradona rimpianto
Andrea Colacione

L’Argentina e Messi sono ufficialmente scesi dal Paradiso e piombati negli inferi. Il “Checho” Batista ha presentato una Selecciòn ridotta un cencio e deve ringraziare gli attaccanti colombiani che hanno sbagliato più volte goal impossibili, oltre al proprio portiere Romero per aver salvato quantomeno il salvabile. L’Argentina se sconfiggerà il Costarica nell’ultima giornata del gruppo A approderà ai quarti come seconda o nel peggiore dei casi come una delle due migliori terze ma ormai ho le idee chiare: in questa “Copa” non andrà lontano e credo di sapere anche perché.

I problemi sono molteplici in campo e fuori dal rettangolo di gioco per colpa di una Federazione approssimativa e distratta da beghe politiche e da rapporti interni ed esterni che stanno logorando tutto il movimento calcistico. Tornando al campo, questa Selecciòn è una Ferrari senza benzina che è riuscita persino a trasformare un extraterrestre come Messi in un calciatore impotente, incapace di tirare fuori la lampada di Aladino. La scorsa notte la “Pulga” - che oltre ad essere un genio è anche un gran bravo ragazzo nonché un professionista esemplare - mi ha fatto quasi “pena”. Stavo quasi per piangere al posto suo, perché chi ama profondamente questo sport come il sottoscritto non può rimanere indifferente di fronte alla sua sofferenza, di fronte alla sofferenza di un grande campione.

Ho due fotogrammi stampati nella memoria, due fotogrammi che probabilmente ricorderò per sempre. Il primo risale al minuto ottanta quando Messi ormai in preda ad un esaurimento nervoso calcia una punizione alle stelle come un qualsiasi “scarparo” di turno ed il secondo due minuti dopo, quando inquadrato dalle telecamere è stato colto con lo sguardo smarrito nel vuoto. Queste due immagini hanno un significato profondo perché ci danno un’esatta dimensione di come sia ridotta attualmente la nazionale argentina, ricca di diamanti che non producono nulla. Diamanti che portano i nomi di Lavezzi, Tévez, Aguero tutta gente che di solito fa la differenza e che invece contro la Colombia è stata semplicemente inguardabile. Lavezzi ha fatto solo confusione e si è divorato un gol fatto appoggiando delicatamente sui piedi del portiere “cafetero” un pallone che avrebbe dovuto spaccare la porta; Tevez si è dannato l’anima ma non ha mai trovato la posizione e non ha mai inciso, Aguero entrato a mezz’ora dalla fine è stato risucchiato nel vortice dell’orrore e non ha ripetuto quanto di buon fatto vedere contro la Bolivia.

Batista alla vigilia aveva ribadito il concetto che non voleva che Messi si sfiancasse nei rientri per averlo lucido in zona gol ma è stato puntualmente disatteso. Messi lo abbiamo visto sfinito rientrare persino a centrocampo per impostare l’azione. E come possiamo dargli torto visto che non gli è mai arrivato un pallone decente?

L’Argentina ha palesato un campionario di problemi da far rabbrividire; il centrocampo si è limitato a tocchi scolastici ed ha mostrato una totale incapacità nella costruzione della manovra, senza mai trovare la profondità. Sono mancate le verticalizzazioni e ad ogni pallone perso è andato sempre in grandissimo affanno con Cambiasso che è sembrato un ex giocatore. Insomma come direbbe un telecronista locale, l’Argentina non ha incontrato “rumbo”. Il 4-3-3 di Batista è un totale fallimento: è un progetto affascinante ma il campo ha dimostrato che non può essere messo in pratica se si ha un centrocampo completamente privo di dinamismo, di idee nella costruzione e che ha bisogno della bombola d’ossigeno ogni qualvolta perde il possesso della sfera.

E a proposito di difensori, la coppia Burdisso-Gabriel Milito è stata inguardabile, quasi comica. L’episodio avvenuto al 25’ del primo tempo dice tutto. Milito che sbaglia incoscientemente un facilissimo appoggio all’indietro e Burdisso che atterra Ramos con Moreno che sul proseguimento dell’azione calcia fuori con la porta spalancata. Sull’azione c’erano rigore per la Colombia ed espulsione dello stopper interista ma l’arbitro brasiliano non ha visto oppure ha preferito lasciar correre. Quest’episodio però ha spaventato ed innervosito ulteriormente gli argentini, mentre la squadra di “Bolillo” Gomez ha acquisito ulteriore fiducia con lo scorrere dei minuti, aiutata dal fatto che i centrocampisti biancocelesti marcavano male e che il pacchetto arretrato difendeva in ritardo, aspettando sempre che gli avanti colombiani ricevessero prima il pallone. Il primo tempo si è poi chiuso con una bella parata del “Chiquito” Romero che ha spedito in angolo la conclusione di Moreno.

E poi giù fischi da parte di un pubblico che temeva il peggio. Batista ha provato fino in fondo a non sconfessare sé stesso, ripresentandosi in campo con gli stessi impalpabili undici che hanno iniziato il match ma per usare il linguaggio di Arrigo Sacchi ha continuato a mancare armonia oltre a tutti i sincronismi tra i reparti. L’Argentina era ferma; tutti aspettavano il pallone sui piedi ed una volta ricevuto non sapevano cosa farsene. Ed allora ecco i primi cambi con Gago al posto di Cambiasso ed Aguero al posto di Lavezzi fino all’ingresso in campo di Gonzalo Higuain al posto di Banega, mossa tattica che ha sconfessato il 4-3-3, passando al 4-2-3-1 con il nuovo entrato vertice alto. Solo allora si è visto qualche timido segnale di miglioramento ma i colombiani sono rimasti tranquilli: l’Argentina nel finale ha provato a vincere la gara con il cuore perché sotto l’aspetto calcistico non ha mai prodotto nulla.

Anzi deve ringraziare il proprio portiere, unico a salvarsi nella mediocrità generale che nel secondo tempo ha salvato ancora su Falcào Garcia. La Colombia ha giocato molto bene; si vede come vi avevo più volte anticipato che è una squadra organizzata e con sincronismi che funzionano; ha un’ottima circolazione della palla ed alcuni elementi di grande qualità: su tutti il duo del Porto, Guarìn-Falcào che ieri mi sono piaciuti molto, come al solito. Anche la difesa tiene molto bene; Il “Bolillo” deve solo allenare la mira dei propri attaccanti che hanno sbagliato più volte occasioni facilissime da tramutare in gol.

Ora tutti invocano Pastore e rimpiangono “El diez” Diego Armando Maradona, osannato dai cori che sono piovuti a fine match insieme ai numerosi e più che giustificati fischi. Era quello che desiderava l’ex “Pibe” che non nutre certo amore per il suo ex compagno di nazionale Sergio Batista. E’ solo una delle tante guerre interne che stanno dividendo il calcio argentino, anzi che lo stanno distruggendo. Francamente quando vedo una leggenda calcistica come la nazionale Argentina sbriciolata in polvere provo sempre un grande dispiacere.

E’ il segno del cambiamento dei tempi ma per fortuna ho potuto assaporare prima di questo match un eccellente antipasto, assistendo a Cruzeiro-Gremio, gara del Brasileirào. Lì mi sono goduto fino in fondo Walter Adrìan Montillo, un fantastico rifinitore argentino che fino a poco tempo fa giocava in Cile con la U. Montillo ha fatto il Messi, realizzando due splendide reti che hanno fruttato al Cruzeiro la terza vittoria consecutiva ed a lui la vetta dei cannonieri con 6 goal, dopo aver scavalcato Ronaldinho.

A parte i clamorosi errori tattici di Batista (come si fa a giocare con un centrocampo a tre che non è dinamico, non copre e non costruisce mai gioco?), più in generale mi sono posto un’altra domanda a cui mi sono dato da solo anche una risposta. Il calcio delle nazionali, così come è collocato non serve proprio più a nulla: bisogna rivisitare i calendari e bisogna farlo con urgenza. I giocatori arrivano a queste competizioni (compreso il Mondiale!) completamente sfiancati dai rispettivi club di appartenenza. Si gioca troppo e soprattutto lo si fa con ritmi sempre più elevati, a discapito della tecnica e dello spettacolo, per buona pace di coloro i quali hanno ancora il coraggio e la voglia di pagare un biglietto per esibizioni che tradiscono sempre più le attese. E non è tutto: stanotte forse avremo bisogno di un’endovena per poter assistere fino in fondo a Bolivia-Costarica, sperando che il calice non sia troppo amaro.
giove(R)
00venerdì 8 luglio 2011 12:10
ho visto la replica di Argentina - Colombia e un grandissimo Falcao.
discrete parate di Romero anche se molte sono più difficili a vedersi che a farsi. comunque bravo.

Messi cos'ha? verso la fine era piegato... è rimasto poi secondi interminabili con lo sguardo nel vuoto, sembrava spento.
il migliore m'è sembrato Zabaleta. e Mascherano.
quando è entrato Gago l'argentina è sembrata avere un pò pià di costrutto.
ho letto che Batista sta cercando di modellare l'argentina intorno a messi ispirandosi al barcellona... ora ricollegandomi all'altro post sul gioco del Barcellona, credo che Batista sbagli nella convinzione che il gioco del barcellona lo ricrei mettendo 3 punte che fanno movimento e basta...
ma se c'è una cosa che ti serve per fare il gioco del barca quella è solo e soltanto una, anzi due, una coppia come Xavi e Iniesta.
cazzo non puoi fare i Doors se non hai la tastiera - basso di Manzarek... e nemmeno creare quel misticismo se il cantante canta solamente e non ha i trip di Morrison...

c'è poco da fare... ma cosa crede la gente? ma perchè il Barcellona e la Spagna giocano uguali? ma perchè hanno los tesso identico fulcro così caratterizzante come quella coppia lì.

cioè certe cose sono chiare, ferme e intellegibili, persino nel calcio che è materia opinabilissima.

allora dico, oltre le tre punte caro Batista, dovresti trovare primo un regista preciso e che faccia movimento, e poi un giocoliere tuttofare freddo lucido e preciso anche in mezzo a una mandria di bufali al galoppo nella savana.

oggettivamente all'argentina mancano questi centrocampisti. ma si è accorto Batista che Mascherano nel Barca inanto se gioca a centrocampo lo fa dietro quei due, e non è tutto... la finale l'ha giocata da centrale di difesa!

insomma trovatevi qualche buon creatore di gioco, non basta la coppia Cambiasso Mascherano.
non per riprodurre lo schema Barcellona a misura di Messi.

Messi che comunque mi sta fugando gli ultimi dubbi.
non è il Genio che era Maradona.
è enorme, immenso quanto volete, ma gli mancano alcune cosette... a cominciare dal carisma e dalle spalle larghe.

caro Messi quando vincerai con squadre fatte di gente media, e non con a disposizione almeno 2 Fuoriclasse come te (e parlo di Fuoriclasse nel senso pieno non di Campioni, Stelle, Stelline no... Fuoriclasse nel senso pieno dalla parola dalla prima all'ultima lettera)....
giove(R)
00venerdì 8 luglio 2011 12:17
a proposito del rigore di Burdisso, a me è sembrato che fose intervenuto prima sulla palla.
non lo definirei come Colacione "una coppia comica"... lì Burdisso ha provato il tutto per tutto, uno come lui "ci va" anche rischiando il rigore (lo ha fatto anche in questa stagione un paio di volte e il rigore lo ha causato davvero).
lì o sei il tipo che molla o sei il tipo che ci va.

lucaDM82
00venerdì 8 luglio 2011 12:36
x quanto riguarda i giocatori migliori di sempre sono legato al passato.Se dovessi fare una lista dei miei preferiti di tutti i tempi(almeno quelli che ho visto a partire da fine anni '80) non includerei messi (e nemmeno c.ronaldo).E' un campione,ovvio,ma non sono un suo fan.La penso un po' come catalani( [SM=g27995] ).
Del Barcellona i due attaccanti che mi piacevano di più erano romario e rivaldo.Oggi mi piace Villa.
giove(R)
00venerdì 8 luglio 2011 13:22
beh rispetto a quelli del passato Messi ha il vantaggio/svantaggio che degli altri abbiamo una fotografia ormai definita, di lui c'è ancora tanto da vedere e capire.

chiefjoseph
00sabato 9 luglio 2011 01:08
gioca il "mio" sebastian coates nell'uruguay...seconda presenza in nazionale maggiore e sta giocando pure bene, daje seba, magari vieni da noi(anche se pare andrà al porto)
lucaDM82
00sabato 9 luglio 2011 01:57
Campbell ricorda Eto'o, Bolivia affossata. Uruguay-Cile, tutti pronti per lo show

di Andrea Colacione

Ieri è stata la notte della Costarica e del suo cittì, “El Bigotòn” (il baffone) Ricardo La Volpe. Ed è stata una notte magica. I “Ticos” hanno letteralmente asfaltato la Bolivia che come vi avevo anticipato è stata soltanto un fuoco di paglia. Non è mai bello togliere meriti a qualcuno però personalmente nel pareggio contro l’Argentina della prima giornata ci vedo una serie di demeriti dei padroni di casa, come ci ha poi confermato il match disputato contro la Colombia. La Costarica, nonostante avesse di fronte un avversario decisamente modesto, ha incantato, soprattutto per lo stile e per la spensieratezza. Ci ha regalato un raggio di sole in un calcio che va sempre più verso la monotonia e che fa di tutto per farsi disprezzare.

Che dire della pantera “Joel” Campbell o dello splendido centrocampista Allen Guevara, punte di diamante di una pattuglia di spregiudicati ragazzini che hanno fame e che quindi mordono ogni pallone che rappresenta per loro una speranza di riscatto, non solo in ambito calcistico. Questa under 23, guidata dallo stratega La Volpe (uno che ha fatto molto bene nel campionato messicano e con la nazionale messicana) ci ha fatto ampiamente capire che ha intenzione di stupire, anche se forse non arriverà troppo lontano. Questi ragazzi ci hanno fatto capire anche che non dobbiamo sottovalutarli e che soprattutto abbiamo il dovere di monitorarli con la giusta attenzione. Ora affronteranno l’Argentina, una squadra infarcita di stelle ma che ha dimostrato di non possedere né una testa e né una coda e quindi nella “Copa” delle sorprese non mi stupirebbe più di tanto l’ennesimo miracolo, anche se per ovvie ragioni si cercherà di mandare il più avanti possibile l’albiceleste.

Mi ricordo perfettamente di quella Costarica che ad Italia ’90 uscì agli ottavi di finale, perdendo soltanto per 1-0 contro il Brasile di Sebastiào Lazaroni che poi allenò senza particolari acuti la Fiorentina. Mi ricordo perfettamente di Juan Cayasso e di Hernàn Medford, in seguito comprimario nel Foggia di Zemanlandia. Ma francamente alcuni di questi ragazzini terribili di oggi mi sembrano decisamente migliori rispetto ai protagonisti di una ventina d’anni fa. Di Jonathan Campbell, la pantera del Saprissa che è addirittura un ’92 ho scritto molto nei giorni precedenti e lo aspettavo con ansia; il paragone con Samuel Eto’o è scomodo e probabilmente non l’aiuta però è innegabile che lo ricorda, almeno nelle movenze. Anche il suo partner d’attacco Josué Martinez non è da trascurare: è un ’90 e gioca insieme a lui nel Saprissa, ecco perché l’intesa ha funzionato a meraviglia. Loro due hanno griffato la vittoria della scorsa notte, timbrando il cartellino, ma Allen Guevara, classe ’89 dell’Alajuelense ha disegnato calcio come un ingegnere. E’ un elemento che avevo già visto e che ha confermato di avere ottime qualità, così come il guardiano Moreira, classe ’90 dell’Herediano entrato in squadra all’ultimo per sostituire Alvarado che ora ha altro a cui pensare e come l’altro centrocampista David Guzmàn, classe ’90, nonché ennesimo elemento del Saprissa.

Mi domando come mai in tempi come questi in cui in Italia non gira un euro non vengono mai esplorati mercati alternativi; la Costarica produce dei talenti e li rivende a prezzi più che abbordabili. All’estero paesi come Olanda, Germania e Spagna esplorano tutti i mercati ed al momento giusto non si fanno trovare impreparati. Da noi invece c’è sempre il preconcetto e soprattutto certi giocatori si comprano solo quando arrivano a costare molto o quando finiscono sulla bocca di tutti. Forse qualcuno mi prenderà per pazzo ma differenza di ruolo a parte mi domando cosa abbia di meno Campbell rispetto ad Erick Lamela, tanto per fare un esempio? In comune hanno soltanto l’età, per il resto Campbell a mio avviso è molto più forte ed esplosivo. Solo che il campionato costaricano non ha la visibilità di quello argentino, le partite del Saprissa non vengono trasmesse come quelle del River e per il resto la differenza la fanno i procuratori.

Forse è un bene che questi ragazzi non vengano a giocare in Italia; certi allenatori storcerebbero subito il naso e digerirebbero mal volentieri i loro istinti e la loro anarchia tattica che in realtà significa libertà e capacità di giocare a calcio con gioia. Ma si sa che qui da noi si preferisce una diagonale ad un dribbling o il pressing ad una finta di corpo. E poi come al solito non si vince mai nulla. E’ ovvio che sto estremizzando il concetto perché nel gioco del football l’organizzazione e l’ordine tattico contano eccome ma solo a patto che riescano a sposarsi con il talento e la fantasia dei singoli. In Europa sono già arrivati ragazzi come Marco Urena (Kuban in Russia), come Christian Bolanos (FC Copenhagen) e come Bryan Ruiz, già campione d’Olanda con il Twente e protagonista in Champions. Tutta gente che non ha affatto deluso; Campbell è soltanto un ’92 e va lasciato crescere in santa pace. Per il momento si gode il suo secondo gol in nazionale (dopo quello dell’esordio) ma sono sicuro che questo ragazzo se non perderà la testa fuori dal campo e se non troverà sulla sua strada qualche tecnico fissato con gli schemi più del dovuto arriverà certamente lontano.

El “bigotòn” ieri sera ha vinto la partita perché è riuscito a miscelare perfettamente l’imprevedibilità e la spensieratezza dei suoi giovanissimi allievi con l’ordine e la disciplina tattica, senza imbrigliare però la fantasia del suo straripante felino in una gabbia. Soltanto Luciano Gaucci con cui ho lavorato quando guidava il Perugia come suo consulente ci aveva visto giusto; di lui è stato scritto e detto tutto: ma non tutti sanno che oltre ad essere vulcanico a volte aveva delle intuizioni geniali ed una di queste è stata proprio la voglia di esplorare certe terre e di scommettere su calciatori di questi fantastici posti. Stasera tornerà in campo il gruppo B con Perù-Messico ed Uruguay-Cile, due gare sulla carta dall’esito tutt’altro che scontato e che ci forniranno preziose indicazioni sul futuro prossimo di queste quattro nazionali. Il Cile avrà qualche assenza importante (dovrebbe però recuperare Mati Fernandez) ma non si piange addosso ed ha tanta voglia di stupire: la nazionale charrùa schiererà invece ancora una volta il tridente delle meraviglie. Dovrebbe esserci spettacolo: questa volta forse varrà davvero la pena andare a dormire all’alba.

Sound72
00sabato 9 luglio 2011 10:42
Vargas ieri due pali pesanti.
Il Perù si sarà divorato 10 occasioni prima di farne uno facile
Sound72
00domenica 10 luglio 2011 13:02
Re:
lucaDM82, 07/07/2011 22.50:

Lavezzi-Messi-Tevez, impalpabili. Maradona rimpianto
Andrea Colacione

E a proposito di difensori, la coppia Burdisso-Gabriel Milito è stata inguardabile, quasi comica. L’episodio avvenuto al 25’ del primo tempo dice tutto. Milito che sbaglia incoscientemente un facilissimo appoggio all’indietro e Burdisso che atterra Ramos con Moreno che sul proseguimento dell’azione calcia fuori con la porta spalancata. Sull’azione c’erano rigore per la Colombia ed espulsione dello stopper interista ma l’arbitro brasiliano non ha visto oppure ha preferito lasciar correre. Quest’episodio però ha spaventato ed innervosito ulteriormente gli argentini, mentre la squadra di “Bolillo” Gomez ha acquisito ulteriore fiducia con lo scorrere dei minuti, aiutata dal fatto che i centrocampisti biancocelesti marcavano male e che il pacchetto arretrato difendeva in ritardo, aspettando sempre che gli avanti colombiani ricevessero prima il pallone. Il primo tempo si è poi chiuso con una bella parata del “Chiquito” Romero che ha spedito in angolo la conclusione di Moreno.




Burdisso è romanista [SM=g7554] ..
cmq quanto a coppie centrali pure Lucio-Thiago Silva nn è che ieri abbiano brillato..anzi..
al posto di Colacione ci andrei piano co ste stroncate nette..questa Copa America almeno x ora nn mi pare attendibilissima..rischiano di andare avanti Venezuela e Perù che nelle qualificazioni ai mondiali racimolano al max 10-15 punti..

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