Personaggi internazionali

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Sound72
00mercoledì 25 novembre 2020 17:41
Povero Diego che fine sofferta.

Il piu' grande di tutti sul campo per me.
lucolas999
00mercoledì 25 novembre 2020 17:48
Re:
gianpaolo77, 25/11/2020 17:33:

morto Maradona...



cazzo stai a dì



jandileida23
00mercoledì 25 novembre 2020 17:52
😢

Grande, grande tristezza. Il piú grande di tutti.
Giacomo(fu Giacomo)
00mercoledì 25 novembre 2020 18:02
Regà, ma mannaggialcazzo mannaggia.
Mannaggia alla morte.
Giacomo(fu Giacomo)
00mercoledì 25 novembre 2020 18:07
no, ma noi non ci rendiamo conto.
www.youtube.com/watch?v=Skt9pmgu684&feature=youtu.be&t=152&fbclid=IwAR05O2naL8RPz-7BNfvE-Z17Iy969915_TFXHJZAGReGH8F3GLU...

per dirne una.

Mannaggialalazio mannaggia.

E questa, poi, mi ricordo ancora dove stavo e che facevo quando ho visto il servizio di Novantesimo minuto (questo è quello della DS che chissà perché mandava le immagini dal basso).

www.youtube.com/watch?v=M94htIRKAek
lucolas999
00mercoledì 25 novembre 2020 18:16
che presa a male

sarebbe troppo poco un qualsiasi contributo video/fotografico

tutto quello che ha fatto era immenso e fuori le righe
Giacomo(fu Giacomo)
00mercoledì 25 novembre 2020 18:43
me sto a riguardà tutti i video disponibili per farmi del male.
jandileida23
00mercoledì 25 novembre 2020 19:27
Fa un gol contro il Milan su lancio da trenta metri smarcandosi il portiere con stop al volo d'esterno che tutte le volte che lo vedo mi vengono le lacrime
ShearerWHC
00mercoledì 25 novembre 2020 19:41
È uno di quelli per cui davvero la retorica non serve, basta vedere cosa ha fatto e quanto ha influito nello sport e nel mondo
Purtroppo ho vissuto solo il suo declino, ma davvero la sua eredità è così importante che sembra non aver mai smesso di giocare.

Sulla parabola umana si può dire ancor di meno perché il giudizio è un puro esercizio di malvagità. Esternamente mi è sempre sembrata vicina alla parabola di Pantani, tra massacro mediatico e una gran solitudine di fondo, mascherata con mille attività una più vana dell'altra. Ma in fondo forse siamo tutti così

Sound72
00mercoledì 25 novembre 2020 20:45
Si..mi piace il parallelo con Pantani anche se li ho vissuti emotivamente in modo diverso.
Per Pantani era amore e tifo mentre Maradona un avversario da ammirare.
L'unica volta che mi sono sentito dalla sua parte quando era calciatore è stato ai Mondiali del 1994.
Avevo tifato contro di lui pure a Messico '86.
Per nn parlare di Italia '90.
Diciamo che l'ammirazione che avevo dentro me la sono goduta quando ha smesso e si è trascinato in un lento calvario. E a quel punto gli ho voluto pure bene.
lucaDM82
00mercoledì 25 novembre 2020 21:55
Che botta questa notizia oggi pomeriggio.
Ogni volta che aveva problemi fisici si risollevava alla grande, a dire il vero quando era uscita quella notizia dell'intervento alla testa avevo pensato male ma non immaginavo questo epilogo.

Maradona era un'icona ma popolare, era disponibile, amico di molti, non si tirava indietro.
Apprezzavo la sua schiettezza, anche se a volte esagerava.
Una personalita' che ha lasciato il segno.
Mi hanno sempre affascinato i racconti degli ex compagni, gli aneddoti, ne emerge un giocatore carismatico, forte si' ma non solo coi piedi, capace di fare gruppo, infondere fiducia e guidare la squadra al traguardo.
Un fuoriclasse ma diverso dal certi giocatori di oggi, forti si' ma vuoti, chiusi nel loro mondo dorato o alla ricerca del record personale.

Ps Mi ricordo un aneddoto di taglialatela... durante una cena maradona aveva saputo che guadagnava meno di tutti cosi' a tavola ando' da ferlaino e lo convinse (lo obbligo') a far aumentare l'ingaggio al portiere allora giovane...taglialatela divento tutto rosso, cerco' di bloccare maradona ma non riusci'.
Ma di aneddoti ce ne sono centinaia.

😢
ShearerWHC
00mercoledì 25 novembre 2020 22:04
Al povero Bilardo, che non se la passa benissimo vista anche l'età, hanno staccato la televisione per non fargli arrivare la notizia
Ma credo che tutti quelli che hanno giocato con lui non potranno che avere bei ricordi... E pure la maggior parte degli avversari
jandileida23
00mercoledì 25 novembre 2020 22:12
Ma era un mito proprio dentro e fuori dal campo. Pantani per me era altro, lí per me era proprio una questione quasi di cuore, dal 1992 al 2004 per me c'è stato Marcolino e poi il resto.

Ma Maradona era uno che dove passava lasciava il segno, esuberante, pieno di vita, un caciarone, uno di compagnia, uno che io davvero certe volte in macchina da solo cosí senza volerlo mi ritrovavo a pensare a un gol, una uscita con Castro, a quando se incazzava perché gli fischiavano l'inno, a pensare a Maradona insomma, pensare che stava lá. Davvero mi sono commosso stasera.

Mannaggialamignotta davvero.

Giacomo(fu Giacomo)
00mercoledì 25 novembre 2020 22:36
Persino quando ha fatto quel matrimonio del cazzo in Argentina ha voluto tutti i suoi compagni presenti e passati, li ha invitati e riempiti di regali, lo amavano tutti come credo nessun giocatore è stato mai amato, e non solo perché ti faceva vincere.
Io pure l'avrei fischiato (forse non l'inno) a Italia '90 perché rosicavo, ma ci stava, sono quelle personalità che prendono su di sé tutto il bene e il male del mondo, e grazie a dio che ci sono e che l'abbiamo visto giocare.
A parte il video del riscaldamento a Stoccarda mi ricordo che all'epoca Dribbling passò un video di un allenamento. Si era messo dietro la porta, ma attaccato, e senza praticamente rincorsa riusciva a superare la traversa da dietro e a far rientrare la palla dentro.

Una cosa del genere la sta raccontando Lineker:

«Former England captain Gary Lineker, who faced Maradona at the 1986 World Cup, has shared memories of his opponent

“I played for a Rest of the World side at Wembley, when I was at Barcelona, all the great players like [Michel] Platini on the pitch were all totally in awe of him,” Lineker said on BT Sport.

“The first thing he did in the dressing room was sit there in just a pair of shorts, juggling his socks on his left foot for about five minutes. Then he went out on the pitch and did something incredible, one of the most unbelievable things I have even seen on a football pitch.

“He juggled the ball all the way out to the centre circle, when he got there, still juggling, he went ‘bang’ and kicked the ball up as high as he could, then waited.

“It came down, he went ‘bang’ and did it again. He did it 13 times and the most he ever did was walk three paces to it. All of us were sitting there saying: ‘that is impossible’.”»
lucaDM82
00domenica 29 novembre 2020 21:11
È morto Pape Bouba Diop, autore del primo gol del Senegal ai Mondiali
Dopo una lunga malattia, all’età di 42 anni, è morto Pape Bouba Diop. L’ex centrocampista è stato il primo marcatore nella storia del Senegal ai Mondiali: la sua rete contro la Francia nella partita d’esordio del campionato del mondo del 2002 è parte della storia della sua nazionale e della competizione.

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nooooooo, me lo ricordo, era uno dei migliori con fadiga e diouf...tumore al polmone leggevo...che amarezza questo 2020 [SM=g27992]
jandileida23
00domenica 29 novembre 2020 21:45
Grande Papa, nero come un tizzone, bello come un re, alto una quaresima, duro in campo. Me lo pigliavo pure sempre a Football Manager.

Comunque le nazionali africane sono piene di queste storie un po' così. La Nigeria del 1994 sono rimasti in pochi per esempio.
ShearerWHC
00martedì 8 dicembre 2020 21:43
Ci lascia pure Sabella
Faccia da argentino puro, con quegli occhi malinconici... Sembrava un bel personaggio da romanzo
Sound72
00martedì 8 dicembre 2020 22:52
Re:
ShearerWHC, 08/12/2020 21:43:

Ci lascia pure Sabella
Faccia da argentino puro, con quegli occhi malinconici... Sembrava un bel personaggio da romanzo




Morti in pochi giorni i CT dell'Argentina ai Mondiali 2010 e 2014
ShearerWHC
00giovedì 10 dicembre 2020 07:34
Anche Paolo Rossi, a 65 anni
Rip
Sound72
00giovedì 10 dicembre 2020 09:04
Povero Pablito, pure lui via prematuramente.

Italia- Brasile rimane indimenticabile. Quel Rossi! di Martellini è tipo un jingle che risuona a memoria, indelebile.
Alla fine il ricordo è racchiuso quasi tutto in un Mondiale anche se lui fu molto di piu' di Schillaci. Soprattutto prima della squalifica per il calcioscommesse dove fu piu' messo in mezzo che parte in causa.
Uscì fuori sta puntata sui due gol all'Avellino e lui i due gol li fece davvero ma a malapena doveva beccarsi un'omessa denuncia.
All'epoca stava al Perugia che l'anno prima senza di lui aveva chiuso imbattuto al secondo posto. Era la grande illusione e invece con quella squalifica di Rossi praticamente fini' anche il periodo oro del Perugia che sprofondo' in B prima di subire il colpo definitivo dalla seconda ondata di calcioscommesse qualche anno dopo. Quella della Lazio del -9.
E lui prima ancora fu anche il simbolo del Lanerossi Vicenza trascinato al secondo posto con tanti gol.
I Mondiali del 78 me li ricordo poco e niente, furono il trampolino di lancio del trionfo del 1982.

A proposito del Mundial, dopo le prime tre partite tutta Italia lo voleva fuori squadra e molti attaccarono Bearzot per non aver portato Pruzzo che era stato capocannoniere degli ultimi due campionati. Ma Bearzot aveva puntato su di lui pur sapendo che era appena rientrato dalla squalifica di 2 anni. Lo aspettò perchè era un suo uomo ed ebbe ragione.

Poi calcisticamente Pruzzo rimane, per me e nn solo, di un altro livello. Ma Rossi col suo opportunismo e caratteristiche esclusive di finalzzatore era perfetto per l'Italia semijuventina negli 11.
Storicamente rimane un pò' un'ingiustizia per il Bomber che in Nazionale praticamente non c'è mai stato e avrebbe meritato anche in seguito qualche occasione in piu'.



lucaDM82
00giovedì 10 dicembre 2020 09:26
Letto poco fa, mi dispiace molto, appena 64 anni...non sapevo della malattia.
Un'altra icona che se ne va.
Che anno del cazzo.
(richard)
00giovedì 10 dicembre 2020 15:20
Paolo Rossi-Best Goals (1956-2020).
[SM=g7348]
Sound72
00lunedì 14 dicembre 2020 11:58
Scomparso pure Gerard Houllier ...lo affrontammo ai tempi del Liverpool con Capello e poi quando stava al Lyon con Spalletti..

Due belle squadre, soprattutto quel Liverpool con ivari Owen, Hyypia, McAllister, Smicer era davvero una formazione di livello.


RIP
(richard)
00giovedì 17 dicembre 2020 13:16
Re:
Sound72, 14/12/2020 11:58:

Scomparso pure Gerard Houllier ...lo affrontammo ai tempi del Liverpool con Capello e poi quando stava al Lyon con Spalletti..

Due belle squadre, soprattutto quel Liverpool con ivari Owen, Hyypia, McAllister, Smicer era davvero una formazione di livello.


RIP







ShearerWHC
00lunedì 21 dicembre 2020 15:47
Giacomo(fu Giacomo)
00lunedì 21 dicembre 2020 17:58
a sto punto ci aspettiamo l'intervista del baldr... ehm, della proprietaria.
Sound72
00lunedì 18 gennaio 2021 10:08
Monsieur 300 buts: lo strano caso di Delio Onnis

Michel Platini, giunto nel 1982 alla Juventus, diverrà leggenda con la maglia bianconera, vincendo una marea di trofei e conquistando per tre volte consecutive il Pallone d’Oro e la classifica marcatori del nostro campionato. Prima di approdare a Torino, visse un triennio con la casacca dei francesi del Saint-Étienne, e, nonostante fosse già devastante sotto tutti i punti di vista, non riuscì mai a vincere la classifica cannonieri. Uno dei motivi che hanno impedito di iscrivere il suo nome nell’albo d’oro dei re dei bomber del torneo d’Oltralpe ha un nome e cognome ben preciso: Delio Onnis, semplicemente, il più prolifico attaccante della storia del calcio transalpino, che in Italia risulta praticamente sconosciuto, anche tra gli appassionati.

La sua storia è uno dei grandi misteri di questo sport, capace di regalarci delle storie epiche e, contemporaneamente, dimenticarsi di alcuni tra i suoi più grandi talenti. Ed il calciatore in questione, numeri alla mano, rientra ampiamente nell'ultima categoria. Una delle più grandi particolarità è che il nostro è anche italiano a tutti gli effetti. Delio, infatti, nasce nel 1948 a Giuliano di Roma, paesino di poche migliaia di anime in provincia di Frosinone. I genitori, originari della Sardegna, seguono le orme di tantissimi nostri concittadini, optando per l’emigrazione in Argentina, ottenendo la doppia cittadinanza. Ed è lì che, appena 15enne, viene ingaggiato dal Club Almagro, una delle innumerevoli squadre di Buenos Aires. Il suo ruolo naturale è centravanti: sgraziato, non dotato di tecnica sopraffina, ma rapido e concreto nel depositare la sfera in rete, con un naturale fiuto per il goal. Da subito segna diverse reti di testa, divenendo il prototipo del goleador di razza.

Dopo tutta la trafila nelle giovanili, il primo grande salto avviene nel 1968, acquistato dal Gimnasia La Plata, che gli pone la maglia numero 9 sulle spalle. I tre anni da titolare lo vedono mettere a referto 64 reti in 113 partite: una media impressionante per l’epoca, che, naturalmente, fa gola in Europa. Purtroppo, nonostante il duplice passaporto, l’acquisto di calciatori stranieri o militanti all’estero cozza con le rigidissime regole del nostro campionato di quegli anni: non sapremo mai se il Cagliari, campione d’Italia nel 1970, avesse o meno avuto interesse per un figlio della propria terra. Resta il rimpianto per non averlo potuto vedere in tandem con Gigi Riva: potenzialmente, sarebbe stata una coppia d’attacco stellare.

La storia, di contro, ha voluto che divenisse un’icona della Ligue 1: nel 1971, il primo club a credere nelle potenzialità del centravanti è lo Stade de Reims, neopromosso la stagione precedente dopo anni difficili. Con il club ottiene due salvezze, ma la sua costanza sottoporta è spaventosa: 39 centri in 69 partite. Un cecchino. Se il resto d’Europa continua ad ignorarlo, un’altra squadra francese lo vuole nelle sue fila. E, per un re del goal, niente di meglio che una squadra del Principato: in un periodo storico movimentatissimo per Montecarlo, nel 1973 le ambizioni del Monaco necessitano di Onnis, un attaccante infallibile in grado di mettere paura alle difese. Al primo anno, il club vive un’annata difficilissima, salvandosi solo grazie alla miglior differenza reti; a livello realizzativo, però, Delio ripagherà la fiducia siglando 26 reti e, inoltre, segnerà anche un goal nella finale di Coppa di Francia, persa per 2-1 contro i campioni del Saint-Étienne: ciò consentirà di partecipare l’anno successivo alla Coppa delle Coppe (avventura brevissima), garantendogli l’esordio in campo internazionale. Nel 1974/75 mette a referto 30 reti, ottenendo il primo titolo nella sua carriera di capocannoniere del campionato.

Lui continua a segnare con regolarità, ma la squadra non gira: così, l’anno dopo, nonostante le 29 marcature, la squadra clamorosamente retrocede in Division 2. Un momento sconfortante: se il mercato fosse stato regolarmente aperto, qualche italiana avrebbe potuto farci un pensierino (magari il rampante Napoli di quegli anni). Ma lui, mettendo insieme le sue anime sarde, laziali ed argentine, non si abbatte e si prende la squadra sulle spalle, divenendo il simbolo di un’autentica impresa sportiva: capocannoniere anche nella seconda divisione, la squadra ritorna immediatamente nella sua dimensione e, in modo sorprendente, da neopromossa vince il titolo, a 15 anni di distanza dall’ultimo. Una vittoria sudata nel testa a testa contro il Nantes, in cui le 29 reti di Delio sono risultate ancora una volta decisive.

Nonostante un monte reti stratosferico e la soddisfazione di aver vinto il campionato, nel pieno della maturità calcistica, l’Argentina non lo tiene in considerazione per il Mondiale casalingo: la presenza di elementi di valore nella rosa della Seleccion è sempre stata fuori discussione, ma si fa fatica a comprendere come un calciatore con mezzi e statistiche simili non sia riuscito a meritarsi anche solo una convocazione in Nazionale. Snobbato dall’Albiceleste e dall’Italia (sempre a causa delle suddette situazioni), lui continuerà a segnare con continuità: nel 1979/80, vince, in coabitazione con il tedesco Kostedde, la classifica marcatori con 21 reti e alza la Coppa di Francia, segnando il 3-1 definitivo nella finale contro l’Orleans. È l’ultimo acuto in biancorosso: dopo sette anni di reti e riconoscimenti, il club decide di fare a meno di lui, considerandolo ormai tagliato fuori anche a causa dell’età.

Ma lui, in barba a tutti, continua a fare la cosa che sa fare meglio: goal. La sua nuova meta è la neopromossa Tours e, come segnalato in apertura, per altre due volte consecutive rivince la classifica marcatori: "Le Roi" può solo stare a guardare. Negli anni in Loira, continua a dimostrare un grande feeling con la Coppa nazionale: guiderà la squadra per due volte consecutive alle semifinali, tuttora miglior risultato mai raggiunto dal club della città patrimonio dell’UNESCO. Nel 1983 intraprende l’ultima avventura della sua carriera da calciatore e, ancora una volta, sceglie una matricola, il Tolone, stupendo tutti nuovamente, nonostante in molti l'avessero già dato per finito avendo ormai 36 anni: alla prima stagione, vince per la quinta volta il titolo di miglior marcatore (insieme a Garande) con 21 reti, centrando la permanenza in massima serie e facendola approdare alle semifinali di Coppa (come per il Tours, miglior risultato di sempre).

L'anno dopo, altre 17 reti portano il suo team quasi in Europa: per un solo punto, il Metz vince la corsa per la zona Coppa UEFA. Stavolta, è davvero l'ultima grande stagione. Ufficialmente concluderà nel 1985/86, chiudendo una carriera da bomber vero, per poi dedicarsi ad una poco prolifica carriera da allenatore e facendo parte dal 2008 dello staff del settore giovanile del Monaco, la sua squadra. In Francia, il calciatore è molto noto per essere il miglior realizzatore della storia del torneo (più di Fontaine o Papin, per intenderci) e per essere un finalizzatore eccezionale, tanto da meritarsi l’appellativo di Monsieur 300 buts, per via del numero di reti messe a segno nel campionato della Tour Eiffel. In realtà, però, il conteggio di reti effettive parla di 299 goal. Non bastava il non essere mai stato conteso da alcuna Nazionale o dai vari top club del periodo: anche la statistica non è dalla sua.

Un calciatore fenomenale ma che ha dovuto scontrarsi con un destino che ha trovato particolare gusto a rendersi beffardo nei suoi confronti in tutto il corso della sua carriera, la quale gli ha comunque regalato delle soddisfazioni immense e che lo ha reso, numeri alla mano, uno dei più importanti goleador di sempre.

vivoperlei.calciomercato.com/articolo/monsieur-300-buts-lo-strano-caso-di-del...


Storia abbastanza incredibile questa di Delio Onnis, il piu' grande bomber di sempre del campionato francese. Un sardo/ciociaro argentino che non ha mai giocato in una nazionale, praticamente ignorato da tutti.
Numeri peraltro straordinari: lui ne fa 299 in totale, il secondo Lacombe è a 255 ed il terzo Revelli a 216.
Tutti e due coetanei e dello stesso periodo calcistico di Onnis.


[SM=g11372]




gianpaolo77
00lunedì 18 gennaio 2021 12:15
incredibile, non l'avevo mai sentito nominare prima d'ora infatti...
ma come cazzo è possibile che sia stato ignorato così da tutti?
[SM=g8909]
gianpaolo77
00lunedì 18 gennaio 2021 12:20
che poi ho visto che praticamente in francia si alternava con carlitos Bianchi come capocannoniere,
che era un altro cannoniere di razza con numeri impressionanti ...
lucaDM82
00lunedì 18 gennaio 2021 14:42
Non lo conoscevo. Nome da topic del mondo del sommerso (o come si chiamava) di shearer
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