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Ultimo Aggiornamento: 11/04/2023 11:14
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01/10/2010 13:01
 
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Germania, venti anni fa la riunificazioneansa- BERLINO - Venti anni dopo la Riunificazione tedesca, la Germania ha fatto progressi enormi nell'integrazione tra gli ex Land dell'Est e dell'Ovest: tuttavia, l'unita' del Paese rimane un concetto molto soggettivo, mentre i profondi cambiamenti strutturali hanno portato a un lento ma inesorabile esodo verso le regioni occidentali. E secondo le previsioni, in futuro questo trend e' destinato a continuare. La Germania celebra il 20/o anniversario della Riunificazione il prossimo 3 ottobre.

Per la cancelliera tedesca Angela Merkel, la liberta' conquistata il 3 ottobre 1990 ha un valore ''inestimabile'', ma molti giudicano i progressi fatti dalla Germania nelle ultime due decadi utilizzando il metro dell'economia. E visto in questa prospettiva, il Paese ha ancora molta strada da fare, anche se tanto e' stato fatto. Giovedi' scorso, la Corte costituzionale tedesca ha stabilito che i tedeschi devono continuare a pagare la cosiddetta 'tassa di solidarieta' (meglio conosciuta come 'Soli'), imposta nel 1995 per finanziare i costi della ricostruzione dell'ex Germania dell'Est.

Questa tassa porta nelle casse dello Stato circa 12 miliardi di euro all'anno e grazie a questi fondi tutte le citta' dell'ex Repubblica federale tedesca (Rdt) hanno ricevuto un radicale 'lifting'. Ma ancora oggi il reddito dei tedeschi che vivono in queste regioni e' solo il 70-80% di quello dei loro concittadini nei Land piu' ricchi a Ovest del Paese. Ma non solo: secondo le statistiche piu' recenti, al luglio scorso la disoccupazione nell'Est era all'11,5%, quasi il doppio rispetto al 6,6% dell'Ovest. L'ex Rdt, quindi, e' ancora per il governo quella sorta di buco nero che era negli anni successivi alla caduta del Muro, tanto che oggi il 50% degli 80 miliardi di euro di sussidi allo sviluppo trasferiti ogni anno dall'Ovest all'Est finisce proprio nel welfare. Non sorprende, quindi, che dal 1990 a oggi circa 1,6 milioni di persone si siano trasferite dall'Est all'Ovest del Paese in cerca di lavoro. Un trend, questo, che sembra destinato a continuare: nel 2030 gli abitanti dell'ex Germania dell'Est saranno 11 milioni rispetto agli attuali 13 milioni, per scendere ulteriormente a quota 8,2 milioni nel 2060.

La cancelliera tedesca Angela Merkel riconosce queste differenze, ma preferisce soffermarsi sul traguardo della liberta' individuale. ''E' chiaro che guardando ai dati mensili sul mercato del lavoro emergono ancora differenze strutturali tra le nuove e le vecchie regioni'', ha detto ieri nel corso di un'intervista all'agenzia stampa Dpa. Tuttavia, ha aggiunto, "per tutti i tedeschi il vantaggio enorme e' poter vivere in uno Stato democratico libero e in pace con gli stati vicini''. E poi: ''Questo succede per la prima volta nella storia della Germania e per me ha un valore inestimabile''. Ma il processo di integrazione dei cosiddetti 'nuovi Land', come li definisce la stessa Merkel, ha portato anche a una riconfigurazione del panorama politico del Paese, che ha visto soprattutto la nascita e l'ascesa della sinistra radicale (Die Linke).

Nata dalla fusione del Pds (erede dell'ex partito comunista della Germania orientale) con i fuoriusciti dalla Spd, la Linke esprime i malumori dei cittadini dell'ex Est, e' al governo in due Land (Berlino e Brandeburgo) e alle politiche del 2009 ha ottenuto il 10,7% dei voti. E l'affermazione di questo partito, secondo alcuni commentatori, ha intensificato le divisioni culturali tra i cittadini dell'Ovest e dell'Est del Paese. Forse e' anche per questo che, secondo un recente sondaggio dell'Istituto di scienze sociali di Berlino-Brandeburgo, l'11% dei tedeschi dell'ex Germania dell'Ovest vorrebbe che il Muro fosse ricostruito e un terzo e' convinto che la riunificazione del Paese abbia portato loro piu' svantaggi che vantaggi. Ma non solo: nel complesso, il 56% dei cittadini a livello nazionale ritiene che ci siano ancora grosse differenze tra l'Est e l'Ovest del Paese e solo il 24% e' soddisfatto dell'attuale stato della democrazia in Germania.

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“La curva sud ci ha dato una lezione, si può anche perdere, si possono anche subire amare sconfitte, ma con quegli striscioni che hanno esposto ci hanno fatto capire che nei momenti sfavorevoli bisogna aumentare le energie. Loro ci danno la fede noi gli dobbiamo dare il carattere”. Dino Viola
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