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pensiero del giorno....

Ultimo Aggiornamento: 11/04/2023 11:14
04/05/2010 08:41
 
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La letteratura e la TV
La domenica non si deve stare tranquilli sul divano, perché il lunedì mattina ogni singolo clic del telecomando ti si conficca in gola, scende nel petto, e non ti fa respirare, anche se i motivi non sono i più nobili. Abbiamo fatto il possibile per tenercene lontano, eppure, se sabato Primo Maggio ce l'eravamo cavata con salsicce, vitelloni, braciole, fiorentine, bruschette al pomodoro e radiolina dell'iPhone sparata a palla, mentre con famiglia e amici ci grattavamo le natiche ai pratoni del Vivaro, domenica no. Domenica siamo caduti in tentazione. E così, immobili per l'abbuffata del giorno prima, abbiamo capitolato come due pivelli già dalle prime ore del pomeriggio. Abbiamo visto cose che voi umani eccetera. Nell'ordine: i bestemmiatori espulsi da tutte le edizioni del Grande Fratello riuniti da Barbara D'Urso a discettare di quanto sia atroce imprecare contro Dio se accesa c'è una telecamera generalista, Emilio Solfrizzi che gli rimordeva la coscienza perché aveva cornificato la fidanzata in prima serata, su Rai Uno, con una collega del vivaio, la Lazio che offriva il tè all'Inter e Sgarbi che spiegava per l'ennesima volta a Platinette che differenza c'è tra una zoccola e una che ha solo voglia di darla e lo faceva, a suon di bip-bip-bip, in qualità di presidente della giuria della Pupa e il Secchione - Il Ritorno.

Non ne posso più e adesso mentre scrivo, lunedì mattina, ho ricevuto il colpo di grazia, pare che Barack si sia fatto una sveltina in un albergo di Washington con una che non era Michelle. E noi che c'eravamo quasi commossi a vederlo bagnato, sotto la pioggia, mentre rilasciava dichiarazioni sul disastro ambientale della Louisiana. La vita è complicata e il flusso di brutture che ti masticano il fegato è melmoso come una chiazza di petrolio che ammazza senza pietà foche e gamberetti.

La vita è complicata e noi la tv non dovremmo guardarla. Dovremmo essere più snob e limitarci alla letteratura, che tanto gli aspetti più viscerali della vita te li sa prevedere tutti.
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08/05/2010 18:50
 
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..stemperiamo i toni....

www.corrieredellosport.it/video/calcio/serie_a/roma/2010/05/08-22738/Lo+spot+della+Roma%3A+%C2%ABVieni+a+donare+il+sang...

L. S. D.
"Sto lavorando duro per preparare il mio prossimo errore." Bertolt Brecht
"Ubriacatevi. Di vino, di poesia o di virtù, a piacer vostro, ma ubriacatevi." Charles Baudelaire
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09/05/2010 12:47
 
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sirFakkio ieri mi ha detto che c'era andato lo scorso anno ma non gli hanno permesso la donazione perchè aveva fatto colazione.
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11/05/2010 09:57
 
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Stiamo parlando di déjà vù (letteralmente: già visto) di questo misterioso fenomeno per cui un soggetto ha la sensazione di essere già stato in un certo luogo, o di aver già conosciuto una certa persona.

Secondo alcuni psicologi lo spiegano come un errore della memoria, ad esempio credendo di essere già stati su quel luogo, quando invece lo abbiamo già semplicemente visto in una fotografia.

Di teorie ce ne sono molte non ultima quella del professor Susumu Tonegawa, professore di biologia e neuroscienze al Massachusetts Institute of Technology di Boston e Premio Nobel per la medicina nel 1987 la quale dice che quando due esperienze iniziano a somigliarsi troppo, le mappe mentali si sovrappongono e in qualche modo si confondono, si tratterebbe, dunque, proprio di un malfunzionamento del cervello nell'elaborare nuove informazioni.

Oppure vogliamo credere alla reincarnazione predicata dagli induisti e cioè la trasmigrazione dell'anima o dello spirito dell'individuo in un altro corpo fisico, il cosidetto samsara ovvero il continuo ciclo della vita morte e rinascita in qualsiasi essere umano, animale o persino insetto…

Il déjà-vu rimane comunque un fenomeno 'onirico', tanto affascinate quanto inquietante, che è nell'esperienza di tutti e che non siamo riusciti finora a spiegare scientificamente.
Déjà-vu per me è quando finisco l'ultima goccia di un Martini, mi sembra di averne già bevuto uno, ma non essendone sicuro, ne ordino un altro. Se è un déjà-vu per me è sempre il primo

L. S. D.
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11/05/2010 10:56
 
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Re:
lucaDM82, 09/05/2010 12.47:

sirFakkio ieri mi ha detto che c'era andato lo scorso anno ma non gli hanno permesso la donazione perchè aveva fatto colazione.




quest'anno ce vojo anna' pure io.. allora vorrà di' che dopo la donazione andrò direttamente a sfonnamme in una bella hostaria...
[SM=g27987] [SM=g27990]
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11/05/2010 10:58
 
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Re:
E_Dantes, 11/05/2010 9.57:

Stiamo parlando di déjà vù (letteralmente: già visto) di questo misterioso fenomeno per cui un soggetto ha la sensazione di essere già stato in un certo luogo, o di aver già conosciuto una certa persona.

Secondo alcuni psicologi lo spiegano come un errore della memoria, ad esempio credendo di essere già stati su quel luogo, quando invece lo abbiamo già semplicemente visto in una fotografia.

Di teorie ce ne sono molte non ultima quella del professor Susumu Tonegawa, professore di biologia e neuroscienze al Massachusetts Institute of Technology di Boston e Premio Nobel per la medicina nel 1987 la quale dice che quando due esperienze iniziano a somigliarsi troppo, le mappe mentali si sovrappongono e in qualche modo si confondono, si tratterebbe, dunque, proprio di un malfunzionamento del cervello nell'elaborare nuove informazioni.

Oppure vogliamo credere alla reincarnazione predicata dagli induisti e cioè la trasmigrazione dell'anima o dello spirito dell'individuo in un altro corpo fisico, il cosidetto samsara ovvero il continuo ciclo della vita morte e rinascita in qualsiasi essere umano, animale o persino insetto…

Il déjà-vu rimane comunque un fenomeno 'onirico', tanto affascinate quanto inquietante, che è nell'esperienza di tutti e che non siamo riusciti finora a spiegare scientificamente.
Déjà-vu per me è quando finisco l'ultima goccia di un Martini, mi sembra di averne già bevuto uno, ma non essendone sicuro, ne ordino un altro. Se è un déjà-vu per me è sempre il primo




e certo.. e poi non riesci mai a spiegatte perchè torni a casa a quattro zampe...
[SM=g27987]
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11/05/2010 11:22
 
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secondo me na buciocofanata se l'è fatta pure Leonardo in someway, somehow...
sul deja-vu secondo Matrix è un errore nel programma [SM=g27985]

un'altra teoria di cui ho letto proprio la scorsa settimana, dice che potrebbe essere dovuto alla elaborazione di routine di certi comportamenti, abbastanza ripetitivi, usuali, cui diamo luogo.
insomma ci sarebbero una serie di cose che normalmente, o in un certo periodo, ci troviamo a fare abitualmente. o argomenti dei quali parlaimo spesso, locali nei quali spesso ci troviamo, percorsi che facciamo...
insommail deja-vu sarebbe in un certo senso proprio un già visto o un già fatto.
con talmente piccole o poche vairanti rispetto a certi comporamenti/azioni già compiuti, che sembra di averle già vissute.


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11/05/2010 11:43
 
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Re:
giove(R), 11/05/2010 11.22:

secondo me na buciocofanata se l'è fatta pure Leonardo in someway, somehow...
sul deja-vu secondo Matrix è un errore nel programma [SM=g27985]

un'altra teoria di cui ho letto proprio la scorsa settimana, dice che potrebbe essere dovuto alla elaborazione di routine di certi comportamenti, abbastanza ripetitivi, usuali, cui diamo luogo.
insomma ci sarebbero una serie di cose che normalmente, o in un certo periodo, ci troviamo a fare abitualmente. o argomenti dei quali parlaimo spesso, locali nei quali spesso ci troviamo, percorsi che facciamo...
insommail deja-vu sarebbe in un certo senso proprio un già visto o un già fatto.
con talmente piccole o poche vairanti rispetto a certi comporamenti/azioni già compiuti, che sembra di averle già vissute.



ma.. credo alla fine sia un po come i sogni.. sono le esperienze.. il passato.. a darne il giusto significato.. (altro che la smorfia..)

l'inconscio (maledetti psicoanalisti) che si difende di fronte al passato.. con la rimozione..

per tornare a cose serie.. una buciocofanata.. ma mi stai chiedendo se ci ho mai provato con una intorno al 5,5.. 6...? un "Amedeo Mangone" della bellezza femminile..? senza eccellere.. ma senza decadere nell'indecente..?

beh.. si.. forse si...

[SM=g27995]


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11/05/2010 11:57
 
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Re:
giove(R), 11/05/2010 11.22:

secondo me na buciocofanata se l'è fatta pure Leonardo in someway, somehow...
sul deja-vu secondo Matrix è un errore nel programma [SM=g27985]

un'altra teoria di cui ho letto proprio la scorsa settimana, dice che potrebbe essere dovuto alla elaborazione di routine di certi comportamenti, abbastanza ripetitivi, usuali, cui diamo luogo.
insomma ci sarebbero una serie di cose che normalmente, o in un certo periodo, ci troviamo a fare abitualmente. o argomenti dei quali parlaimo spesso, locali nei quali spesso ci troviamo, percorsi che facciamo...
insomma il deja-vu sarebbe in un certo senso proprio un già visto o un già fatto.
con talmente piccole o poche vairanti rispetto a certi comporamenti/azioni già compiuti, che sembra di averle già vissute.





può succedere in frangenti insignificanti di solito..tipo quando vai a gettare l'immondizia o magari mentre apri la cassetta della posta e ti casca la chiave..
però quando m'accendo una sigaretta sta cosa non mi succede mai [SM=g27993]
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“La curva sud ci ha dato una lezione, si può anche perdere, si possono anche subire amare sconfitte, ma con quegli striscioni che hanno esposto ci hanno fatto capire che nei momenti sfavorevoli bisogna aumentare le energie. Loro ci danno la fede noi gli dobbiamo dare il carattere”. Dino Viola
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14/05/2010 13:06
 
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Quanto mi piacerebbe vincere lo scudetto domenica..
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“La curva sud ci ha dato una lezione, si può anche perdere, si possono anche subire amare sconfitte, ma con quegli striscioni che hanno esposto ci hanno fatto capire che nei momenti sfavorevoli bisogna aumentare le energie. Loro ci danno la fede noi gli dobbiamo dare il carattere”. Dino Viola
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19/05/2010 19:29
 
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NON HO MAI CAPITO LA FESTA DEL PRIMO MAGGIO, FESTA DEL LAVORO

DI MASSIMO FINI

Non ho mai capito la festa del Primo Maggio, festa del lavoro. Che cosa, in realtà, festeggiano in questo giorno i lavoratori? La loro schiavitù. Non è una festa, gli "han fatto la festa". Il lavoro diventa un valore con la Rivoluzione industriale e i pensatori che cercano di razionalizzarla. Per Marx è "l’essenza del valore", per i liberal-liberisti è quel fattore che, combinandosi col capitale, dà il famoso "plusvalore". Prima il lavoro non era affatto un valore. Tanto è vero che è nobile chi non lavora e artigiani e contadini lavorano solo per quanto gli basta. Il resto è vita.

Non che artigiani e contadini amassero il loro mestiere – che peraltro è un concetto diverso dal lavoro come spiega R. Kurz in "La fine della politica e l’apoteosi del denaro" – meno di un operaio di fabbrica o di un impiegato o di un ragazzo dei call-center, certamente lo amavano molto di più perché gli permetteva di esprimere le proprie capacità e la propria creatività, ma non erano disposti a sacrificargli più di tanto del loro tempo che è "il tessuto della vita" come dice Benjamin Franklin che peraltro lo usava malissimo: a fare denaro (anche scopare, per questo perfetto prototipo della borghesia protestante e autopunitiva, è una perdita di tempo, lo si fa "solo per la salute").

E quando nel Duecento e nel Trecento compaiono a Firenze, nel piacentino e poi nelle Fiandre i mercanti come forte classe sociale (prima il mercante, presso tutte le culture, sedeva all’ultimo gradino della scala sociale, perché si riteneva indegno di un uomo scambiare per denaro, e il kafelos greco, piccolo commerciante al dettaglio, è una macchietta abituale del teatro di Aristofane) la gente del tempo li guarda come fossero dei matti perché non capisce che senso abbia accumulare denaro su denaro, ricchezze su ricchezze per portarsele nella tomba. C’è la storia, patetica quanto esemplificativa, di Francesco di Marco Datini, il famoso mercante di Prato, il quale dopo aver fatto per trent’anni l’imprenditore ad Avignone ritorna nella sua città natia deciso a godersi la vita. Ma non ce la fa proprio, è continuamente angosciato dalla sorte delle sue navi e quando, alla fine, muore senza figli lascia tutto a Santa Madre Chiesa. Il concetto che il tempo fosse più importante del denaro era così radicato negli uomini di quel tempo che quando i primi imprenditori industriali introdussero il cottimo si accorsero, con loro grande sorpresa, che la produttività diminuiva invece di aumentare, perché i lavoratori preferivano rinunciare al cottimo e andare a spasso, in taverna, a giocare a birilli, a corteggiare la futura sposa.

Ma è stata la mentalità paranoica del mercante a prevalere, a fare della maggioranza di noi, per dirla con Nietzsche, degli "schiavi salariati", a frantumare i nuclei costitutivi dell’essere umano. I suicidi in Europa dal 1650 – epoca industriale – ad oggi sono decuplicati, nevrosi e depressione sono malattie della Modernità, l’alcolismo di massa nasce con la Rivoluzione industriale, il montante fenomeno della droga è sotto gli occhi di tutti. E la globalizzazione, che inizia anch’essa con la Rivoluzione industriale e arriva a piena maturazione negli ultimi decenni con l’acquisizione del modello di sviluppo occidentale di quasi tutti i Paesi del mondo (quelli che non ci stanno li bombardiamo), esaspera tutti questi processi. La globalizzazione è, in estrema sintesi, una spietata competizione fra Stati che passa per il massacro delle popolazioni del Primo e del Terzo mondo. Per restare a galla saremo costretti tutti a lavorare di più, a velocità sempre maggiore, accumulando così altro stress, disagio, angoscia, depressione, nevrosi, anomia. Infine, di passata, "una società" come scrive Nietzsche "che proclama l’uguaglianza avendo bisogno di schiavi salariati ha perso la testa". E noi l'abbiamo persa. Tant’è che oggi celebriamo allegramente la festa della nostra schiavitù.
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18/06/2010 15:55
 
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è morto Josè Saramago.
[SM=g27994]


21/06/2010 11:37
 
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«Esseri umani estinti entro cento anni»
È una situazione ormai irreversibile e penso sia tardi per porvi rimedio»
La catastrofica previsione del biologo Frank Fenner.
Cause: esplosione demografica e consumi fuori controllo
«È una situazione ormai irreversibile e penso sia tardi per porvi rimedio»



Frank Fenner
MILANO - La razza umana si estinguerà nel giro dei prossimi cento anni e così pure un sacco di specie animali. A dirlo è nientemeno che Frank Fenner, 95enne professore di microbiologia dell'Australian National University, ma soprattutto lo scienziato che ha contribuito a debellare il vaiolo. Stando all’eminente cattedratico, a far precipitare gli eventi saranno l’esplosione demografica e i consumi fuori controllo, due fattori ai quali gli uomini non riusciranno a sopravvivere, mentre a dare inizio alla caduta sarebbero stati i cambiamenti climatici.

IRREVERSIBILE - «L'homo sapiens sarà estinto probabilmente nei prossimi 100 anni - ha detto Fenner al giornale The Australian - e lo stesso accadrà per molti animali. È una situazione ormai irreversibile e penso sia davvero troppo tardi per porvi rimedio. Non lo manifesto perché la gente sta comunque tentando di fare qualcosa, anche se continua a rimandare. Di certo, da quando la razza umana è entrata nell’era nota come Antropocene (termine coniato nel 2000 dallo scienziato Paul Crutzen per definire l’era geologica attuale, in cui le attività dell’uomo sono le principali fautrici delle modifiche climatiche, ndr), l’effetto sul pianeta è stato tale da poter essere paragonato a una delle epoche glaciali o all’impatto di una cometa. Ecco perché sono convinto che faremo la stessa fine degli abitanti dell’isola di Pasqua. Attualmente, i cambiamenti climatici sono ancora in una fase molto iniziale, ma già si vedono dei considerevoli mutamenti nelle condizioni atmosferiche. Gli Aborigeni hanno dimostrato che potrebbero vivere per 40 o 50mila anni senza la scienza, la produzione di diossido di carbonio e il riscaldamento globale, ma il mondo non può e così la razza umana rischia di fare la stessa fine di molte altre specie che si sono estinte nel corso degli anni». La catastrofica e pessimistica visione di Fenner non sembra, però, trovare grande rispondenza fra i suoi stessi colleghi. «Frank può anche avere ragione - ha spiegato il professor Stephen Boyden, oggi in pensione, al Daily Mail - ma alcuni di noi hanno ancora la speranza che si arrivi a prendere consapevolezza della situazione e che, di conseguenza, si mettano in atto i cambiamenti necessari a raggiungere un vero sviluppo ecosostenibile».

CRISI GLOBALE - «La razza umana - gli fa eco Simon Ross, vice presidente dell'Optimum Population Trust - si trova ad affrontare delle autentiche sfide come i cambiamenti climatici, la perdita della biodiversità (ovvero, l’estinzione di alcune specie animali, ndr) e una crescita senza precedenti della popolazione». Ma c’è chi all’agghiacciante previsione di Fenner mostra in qualche modo di crederci e se la scorsa settimana il principe Carlo aveva messo in guardia dai pericoli legati alla crescita così impetuosa della popolazione mondiale, un altro scienziato, il professor Nicholas Boyle dell’università di Cambridge, si è spinto anche oltre, ipotizzando il 2014 come la data del "giudizio universale", spiegando (nel libro "2014: Come sopravvivere alla prossima crisi globale") che il mondo si sta infilando in una crisi globale senza precedenti, che avrà influenze estremamente più vaste dell’attuale crisi economica internazionale. Nel 2006 era, invece, toccato all’esimio professor James Lovelock lanciare l’allarme circa una diminuzione della popolazione mondiale nel prossimo secolo, quantificabile in 500 milioni di unità, a causa degli effetti del riscaldamento globale, sostenendo che nessun tentativo di cambiare il clima avrebbe davvero risolto il problema, ma avrebbe semplicemente permesso di guadagnare del tempo.



Simona Marchetti
20 giugno 2010

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21/06/2010 11:59
 
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Re: «Esseri umani estinti entro cento anni»
speriamo che Fenner abbia ragione!

purtroppo è magra consolazione trovare conferma di idee che avevo sin da quando ho 12 anni.

tipo la maledizione dell'Isola di Pasqua come "Bignami" di ciò che ci succederà.
tipo l'Homo Sapiens (meglio dire ancora "Homo Faber" che sa solo costruire ma non Sapiens nel senso di cosciente di ciò che costruisce... o... se vogliamo accreditare questo come Sapiens, il prossimo dovrà essere Responsabilis ...) come assolutamente non ultimo stadio dell'evoluzione umana.

e poi la speranza "de sto cazzo", anche di grandi luminari.. che ti dicono che "prima o poi riusciremo a trovare una via sostenibile"...
si...
e anche qui ritrovo un parallelo che facevo da bambino, pensando all'uomo che ha sempre bisogno di catastrofi per fare un passo indietro. cataastrofi annunciate ma delle quali se ne fotte, salvo poi fare le lacrime da coccodrillo.

ho sempre immaginato gli uomini nel giorno dell'ipotetica catastrofe (roba tipo i film catastrofici, con fiamme fuoco ghiaccio, terremoti, acqua, fulmini, insomma na Cambogia) come le formiche quando arrivi vicino e dai un colpo per terra.
improvvisamente vedi le formiche passare dei 20km/h ai 200...
tutte allarmate, tutte improvvisamente schizzate...

io gli uomini li ho sempre visti così. e a certe cose c'ero arrivato da bambino.



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23/06/2010 10:10
 
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Un marinaio e un'infermiera, avvinti in un bacio appassionato in piena Times Square a New York: è stata la foto simbolo della fine della seconda guerra mondiale.
Tanto spontaneo quanto 'pensato', è stato uno degli scatti più celebri del fotografo americano di origine tedesca Alfred Eisenstaedt.
L'infermiera di bianco vestita protagonista dell'immagine si chiamava Edith Shain ed è morta domenica scorsa all'età di 91 anni nella sua casa di Los Angeles, secondo quanto reso noto dalla famiglia. L'istantanea, scattata il 14 agosto 1945, fu pubblicata dalla rivista Life e divenne immediatamente una delle icone della pace e della speranza per un futuro di libertà.
Solo trent'anni dopo la Shain scrisse ad Eisenstaedt rivelando di essere lei la protagonista della foto. All'epoca la donna aveva 26 anni e lavorava al Docotor's Hospital di New York. E' sempre rimasto sconosciuto invece il nome del marinaio in divisa.

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“La curva sud ci ha dato una lezione, si può anche perdere, si possono anche subire amare sconfitte, ma con quegli striscioni che hanno esposto ci hanno fatto capire che nei momenti sfavorevoli bisogna aumentare le energie. Loro ci danno la fede noi gli dobbiamo dare il carattere”. Dino Viola
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faberhood, 21/06/2010 11.37:

«Esseri umani estinti entro cento anni»




Non credo cosi' presto.Più avanti forse si'.
24/06/2010 14:54
 
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$,18 col Tavernello! nun ce posso crede.....
Genzano, ubriaco al volante da record:
4,18 il tasso alcolemico accertato



ROMA (23 giugno) - Alle 7 di questa mattina un ventisettenne di Aprilia, F.L., è stato fermato da una volante del commissariato di Genzano mentre procedeva contromano lungo la provinciale Genzano-Cecchina. Il giovane era in stato di completa ubriachezza, tanto da non riuscire quasi a reggersi in piedi.

E' intervenuta una pattuglia della Stradale di Albano che ha eseguito il test alcolemico con l'etilometro. I quattro poliziotti non credevano ai loro occhi: 4,18 il tasso alcolemico indicato dallo strumento, un livello mai osservato in precedenza. Tanto che gli agenti hanno ripetuto più volte il test pensando ad un difetto dell’apparecchio. Ma il risultato era sempre 4,18. Il giovane è scattata stato denunciato per guida in stato di ebbrezza, con ritiro immediato della patente, venti punti di penalizzazione e sequestro preventivo della sua auto, una Lancia Thema 2000. F.L. ha farfugliato ai poliziotti di aver bevuto diverse confezioni di vino rosso in tetrapak, dopo aver finito di lavorare in un deposito di birra a Roma dove fa il magazziniere.




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24/06/2010 14:57
 
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Re: $,18 col Tavernello! nun ce posso crede.....
faberhood, 24/06/2010 14.54:

Genzano, ubriaco al volante da record:
4,18 il tasso alcolemico accertato



ROMA (23 giugno) - Alle 7 di questa mattina un ventisettenne di Aprilia, F.L., è stato fermato da una volante del commissariato di Genzano mentre procedeva contromano lungo la provinciale Genzano-Cecchina. Il giovane era in stato di completa ubriachezza, tanto da non riuscire quasi a reggersi in piedi.

E' intervenuta una pattuglia della Stradale di Albano che ha eseguito il test alcolemico con l'etilometro. I quattro poliziotti non credevano ai loro occhi: 4,18 il tasso alcolemico indicato dallo strumento, un livello mai osservato in precedenza. Tanto che gli agenti hanno ripetuto più volte il test pensando ad un difetto dell’apparecchio. Ma il risultato era sempre 4,18. Il giovane è scattata stato denunciato per guida in stato di ebbrezza, con ritiro immediato della patente, venti punti di penalizzazione e sequestro preventivo della sua auto, una Lancia Thema 2000. F.L. ha farfugliato ai poliziotti di aver bevuto diverse confezioni di vino rosso in tetrapak, dopo aver finito di lavorare in un deposito di birra a Roma dove fa il magazziniere.







io l'avrei denunciato soltanto perchè osa paragonare il vino al Tavernello..

comunque a 4 non credo di esserci mai arrivato.. però saprei difendermi..

L. S. D.
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06/07/2010 15:42
 
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ANSA- Il Dalai Lama ha festeggiato oggi il suo 75/o compleanno con una cerimonia a Dharamsala (Himalaya), sede del suo governo in esilio. Di fronte a 5.000 esuli tibetani accorsi nello Stato indiano dell'Himachal Pradesh nonostante le piogge, il Dalai si e' rammaricato che la Cina non consenta ai tibetani del Tibet di festeggiare la ricorrenza.
Guardando un arazzo con il suo itinerario fin dalla nascita ha detto: 'Vedo queste immagini' e mi rendo conto che la mia vita non e' stata sprecata'.

...


Auguri pure al Dalai Lama [SM=g28006]
lo facevo piu' vecchio
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06/07/2010 17:13
 
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io non sò a quanto sono arrivato ma qualche anno fa tornando da un mio concerto ho fatto due semafori di Cristoforo Colombo contromano. [SM=g27995]
meno male che era tardi (o presto, inteso come mattinata) e non passava nessuno...


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