Ciclismo

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Sound72
00sabato 8 agosto 2015 10:49
Roberto Visentini- Dietrologia di un seganervi

1.Non se lo ricorda più nessuno. Ma il ganzo fu uno dei grandi protagonisti di un periodo, i poco raccomandabili anni ottanta di Moser e Saronni, che significarono per il ciclismo italiano il tempo dell’autarchia quasi totale.
In un panorama oberato da una moltitudine di gare, perfetta scappatoia dal frustante confronto con i big stranieri, la degustazione di tutti i piatti veniva servita ai due cocchi del pubblico e della stampa: Beppe e il Cecco, sempre e comunque, in ogni maniera e a prescindere dalla qualità degli avversari. Per quasi due lustri furono pochi i ribelli che osarono contestare il duopolio: prima Gibì Baronchelli e Giuàn Battaglin, poi il simpatico discolo Silvano Contini e il nostro oggetto d’osservazione diretta, ovvero Roberto Visentini da Gardone Riviera.
2. Classe 1957, il ritratto perfetto del corridore italico di quei dì. Talentuosissimo ma zeppo di black out caratteriali, zavorrato tecnicamente dall’inconsistenza agonistica di quel movimento così provinciale. Eppure il gardesano arrivò nei pro, a soli 20 anni, con le stimmate del super: primo iridato juniores della storia, anche campione nazionale della stessa categoria e poi a cronometro nei dilettanti. Un’autentica furia della natura, con la caratteristica inconfondibile dell’arrivo al traguardo con la concorrenza lontana: ‘Roby il solitario’ fu il suo primo nomignolo.
3. Deviando dall’argomento un accenno doveroso al suo alter ego, il compaesano Claudio Cresseri. Militò col Visenta nella stessa squadra, talento simile e follia addirittura superiore al futuro seganervi della Carrera. Innumerevoli le leggende sulla loro rivalità, ma indimenticabile l’aneddoto di una fuga di Caio: in cima ad una salita, con un buon vantaggio sugli inseguitori, si fermò, estrasse un panino dalla tasca posteriore e aspettò i rivali…Il Cresseri abbandonò l’attività quando capì che, per diventare professionista, avrebbe dovuto fare una cosa mai fatta nelle categorie inferiori: allenarsi!
4. Tornando all’altro mattocchio, cioé la versione di successo, i suoi rapporti con il mondo dei grandi furono a dir poco problematici; malgrado la protezione di Davide Boifava, uno che si “innamorò” sempre di fuoriclasse dalle caratteristiche uniche (Battaglin, Roche, Pantani). Il diesse della mitica Carrera-Inoxpran, convinto delle doti di Roberto, per un decennio sfidò i sorrisi ironici dei sapientoni dell’epoca. Il Visentini venne ritenuto troppo bello per le fatiche del mestiere e inadatto caratterialmente perchè benestante. Roby d’altronde ci mise del suo: le sue crisi di nervi, durante e dopo la corsa, furono spettacolose. Una volta arrivò a consegnare a uno sbigottito Boifava un sacchetto, contenente la sua specialissima tagliata in decine di pezzi. Amato da alcuni, odiato da molti, rappresentò un bersaglio facile per i fanatici di un certo tipo di ciclismo. Che talvolta, sulla strada, lo insultarono in modo indegno. La (stoica) capacità di sopportazione del bresciano crollò solamente in un’occasione: quel giorno, dopo uno sputo, non fosse stato per l’intervento di un meccanico si sarebbe verificato il primo omicidio della storia del Giro…
5. Già, la corsa rosa: la sua preferita, la recita che lo vide sempre primattore. Furono anni di Giretti facili, ideati da Torriani per esaltare le doti di Franz e Beppe; percorsi leggeri, privi di salite cattive. A favorirli ulteriormente il regalo di abbuoni assurdi, mezzo minuto, ai vincitori di tappa: fu proprio per quelle simonie che il nostro perse l’edizione del 1983. Infatti, togliendo le bonificazioni, a Udine il biondino dell’Inoxpran si sarebbe vestito di rosa al posto dell’allora campione mondiale Saronni. Il Giro del Guttalax fu però una passeggiata di salute rispetto al 1984 e al 1987.
6. L’anno del Moser eroe dell’ora fu vissuto pericolosamente da Visentini, che peraltro vinse da fuoriclasse una frazione in quel di Lerici, sotto la pioggia battente. Il problema fu che il bresciano disse, senza alcuna diplomazia, la verità: cioè che l’organizzazione aveva favorito in maniera vergognosa il ballerino di Roubaix cancellando lo Stelvio e chiudendo gli occhi di fronte alle spinte e alle scie motociclistiche a favore del conconiano. In Trentino,salendo verso Selva di Val Gardena, il gardesano fu oggetto della simpatia (…) e delle attenzioni delle legioni moseriane e crollò psicologicamente. Per moltissimi il figlio di papà che osò dileggiare l’idolo delle folle aveva solo ricevuto ciò che si meritava.
7. Ma la vicenda che segnò la carriera del golden boy si verificò nella drammatica edizione 1987, quella sì dal punto di vista tecnico degna dei Giri più gloriosi. Il compagno di squadra Stephen Roche, co-leader di una Carrera incasinatissima, orchestrò una singolare insurrezione contro la maglia rosa coadiuvato dalle squadre che lo volevano firmare per il 1988. E con la collaborazione anche di amici italiani come l’iridato Argentin. In una giornata irreale Roby saltò in aria a pochi chilometri dal traguardo, vanificando l’impresa più bella della carriera: la crono di San Marino, quandò con stile inconfondibile aveva divorato il resto dei pretendenti alla rosa, compreso il perfido Stefano. Una frattura al polso, alla penultima tappa, completò l’odissea del campione bresciano.
8. A rinforzare la tesi di un Visentini sopravvalutato arrivarono le partecipazioni sfortunate alla Grande Boucle: da censura totale l’orripilante ’85, con qualche lampo di classe tre anni dopo e con tanti rimpianti nell’edizione storica del 1984. Fu l’ennesima caduta a toglierlo di mezzo da una gara che gli stava dando molte soddisfazioni; chi criticò il comportamento della banda Boifava in quei Tour si dimenticò dell’autentico baratro che, in quella era, ci divise dalla leggendaria corsa d’oltralpe. La combinazione micidiale di tracciati durissimi, uniti all’interpretazione garibaldina degli stessi, creò un cocktail indigesto per corridori abituati a salite da 18 e a ritmi addomesticati.
9. Ma basterebbe ricordarsi del Giro 1986 per inquadrare Visentini nella dimensione giusta: quante volte,sui Gpm più impervi, lasciò sul posto un grande come Lemond? Il Visenta dalla classe purissima, così naturale da apparire agli occhi di Alfredo Martini “bello ed elegante come una porcellana preziosissima”. Quelle tre settimane furono la giusta ricompensa per un talento mai abbastanza apprezzato dalla platea nostrana: merito (?) della demenziale cronosquadre siciliana se l’edizione’86 fu divertente, infatti Roby accumulò un ritardo tale da costringerlo ad attaccare su ogni strappo. Con un polso fasciato a causa di una mini frattura ad una mano (ancora!) iniziò una rimonta spettacolare: la pedalata lieve ed agile, mai scomposto sulla sella. La rincorsa terminò a Foppolo e Visentini portò fino alla fine, senza patemi d’animo, la rosa a Milano: il 2 Giugno 1986, giorno del suo ventinovesimo compleanno…
10. Si potrebbe continuare all’infinito con le zingarate di Roberto. L’inquieto passista ebbe, tra l’altro, la caratteristica singolare di non alzare le mani in caso di trionfo solitario, per la felicità dei munifici sponsor che lo stipendiavano, e la particolarità di rifiutare sdegnosamente il confronto in volata: mai visto prendere in considerazione l'arrivo in un plotoncino. Fu pure tricolore, nel 1979, dell’inseguimento su pista: una comica surreale perchè, non essendo esattamente un drago a guidare un mezzo con il pignone fisso, zigzagò ad ogni curva. Il Giro del Veneto 1990, dopo un paio di annate declinanti, fu l’ultima corsa di una carriera piena di rimpianti, di sconfitte orribili ed affermazioni esaltanti. Proprio nel bel mezzo della rivoluzione scientifica che pretese di cambiare le regole di uno sport (un mestiere, un’avventura..) bellissimo e crudele. Consoliamoci con il fatto che ai tempi, per il gardesano, il nome Ferrari fosse ricollegabile solo al rombo di motore di un bolide o, al massimo, agli occhi languidi di un’attrice che imperversò nei filmonzi degli anni ottanta. Il Visentini,nell’anno del trionfo rosa,si presentò alla prima corsa stagionale con nemmeno duemila chilometri nelle gambe…
11. Fuggì immediatamente dall’ambiente e cominciò a coltivare un silenzio assoluto, quasi disturbante. Un Salinger, o un Giacinto Scelsi, dello sport: distante, irraggiungibile, intoccabile. Concesse una sola intervista da ex e indugiò, al solito, nel suo antico difetto: disse la verità, scomoda e imbarazzante, senza fare prigionieri.
“Il figlio di papà Visentini, quello che chiamavano fighetto, fa il mestiere di suo padre e suo nonno: prepara i morti. Che è un lavoro duro almeno come quello del corridore. Ma che ha bisogno di una cosa in più: la pietà.”
Simone Basso -http://www.indiscreto.info/


..........

Grande pezzo sull'ultimo corridore italiano da corse a tappe prima dell'era Bugno/Chiappucci. Distrutto psicologicamente dal tradimento di Roche nella tappa di Sappada che raisport proprio in questi giorni ha ritrasmesso un paio di volte..io quel giorno ero avvelenato, è vera la storia degli insulti a Roche, quello era l'apice di Visentini e fu affossato dal compagno di squadra perche' psicologicamente era fragilissimo.
Ho odiato Roche tutto l'anno visto che poi vinse pure tour e mondiale.
Altra verità di quegli anni era l'altimetria da giro di Polonia disegnata ad arte da Torriani per far vincere i giri a Saronni e Moser che in salita oggi potrebbero valere un Ulissi ma che potevano contare su abbuoni a 30 e 20 secondi a raffica.
Poi l'anno in cui Fignon era riuscito a prendersi il giro nonostante il dislivello collinare, spuntarono le ruote lenticolari a salvare Moser..
Grande maestro dell'audience Torriani..sapeva che con le salite non c'era storia..Hinault venne 3 volte e 3 volte vinse,un'altra volta si impose Battaglin, l'unica possibilità per tenere in classifica Moser e Saronni era quella dei GPM a 50 km dall'arrivo..poi qualche anno dopo finito il duopolio nn si fece scrupoli a far transitare la corsa sul Gavia sotto la bufera di neve.

Tra l'altro nel giro di Roche arrivo' secondo Millar, scalatore scozzese, una rarità..riscoperto qualche anno fa quando ha cambiato sesso [SM=g27991]

www.gazzetta.it/Ciclismo/Primo_Piano/2007/07_Luglio/07/millardon...



Giacomo(fu Giacomo)
00sabato 8 agosto 2015 14:42
Re:
Sound72, 08/08/2015 10:49:

Roberto Visentini- Dietrologia di un seganervi

1.Non se lo ricorda più nessuno. Ma il ganzo fu uno dei grandi protagonisti di un periodo, i poco raccomandabili anni ottanta di Moser e Saronni, che significarono per il ciclismo italiano il tempo dell’autarchia quasi totale.
In un panorama oberato da una moltitudine di gare, perfetta scappatoia dal frustante confronto con i big stranieri, la degustazione di tutti i piatti veniva servita ai due cocchi del pubblico e della stampa: Beppe e il Cecco, sempre e comunque, in ogni maniera e a prescindere dalla qualità degli avversari. Per quasi due lustri furono pochi i ribelli che osarono contestare il duopolio: prima Gibì Baronchelli e Giuàn Battaglin, poi il simpatico discolo Silvano Contini e il nostro oggetto d’osservazione diretta, ovvero Roberto Visentini da Gardone Riviera.
2. Classe 1957, il ritratto perfetto del corridore italico di quei dì. Talentuosissimo ma zeppo di black out caratteriali, zavorrato tecnicamente dall’inconsistenza agonistica di quel movimento così provinciale. Eppure il gardesano arrivò nei pro, a soli 20 anni, con le stimmate del super: primo iridato juniores della storia, anche campione nazionale della stessa categoria e poi a cronometro nei dilettanti. Un’autentica furia della natura, con la caratteristica inconfondibile dell’arrivo al traguardo con la concorrenza lontana: ‘Roby il solitario’ fu il suo primo nomignolo.
3. Deviando dall’argomento un accenno doveroso al suo alter ego, il compaesano Claudio Cresseri. Militò col Visenta nella stessa squadra, talento simile e follia addirittura superiore al futuro seganervi della Carrera. Innumerevoli le leggende sulla loro rivalità, ma indimenticabile l’aneddoto di una fuga di Caio: in cima ad una salita, con un buon vantaggio sugli inseguitori, si fermò, estrasse un panino dalla tasca posteriore e aspettò i rivali…Il Cresseri abbandonò l’attività quando capì che, per diventare professionista, avrebbe dovuto fare una cosa mai fatta nelle categorie inferiori: allenarsi!
4. Tornando all’altro mattocchio, cioé la versione di successo, i suoi rapporti con il mondo dei grandi furono a dir poco problematici; malgrado la protezione di Davide Boifava, uno che si “innamorò” sempre di fuoriclasse dalle caratteristiche uniche (Battaglin, Roche, Pantani). Il diesse della mitica Carrera-Inoxpran, convinto delle doti di Roberto, per un decennio sfidò i sorrisi ironici dei sapientoni dell’epoca. Il Visentini venne ritenuto troppo bello per le fatiche del mestiere e inadatto caratterialmente perchè benestante. Roby d’altronde ci mise del suo: le sue crisi di nervi, durante e dopo la corsa, furono spettacolose. Una volta arrivò a consegnare a uno sbigottito Boifava un sacchetto, contenente la sua specialissima tagliata in decine di pezzi. Amato da alcuni, odiato da molti, rappresentò un bersaglio facile per i fanatici di un certo tipo di ciclismo. Che talvolta, sulla strada, lo insultarono in modo indegno. La (stoica) capacità di sopportazione del bresciano crollò solamente in un’occasione: quel giorno, dopo uno sputo, non fosse stato per l’intervento di un meccanico si sarebbe verificato il primo omicidio della storia del Giro…
5. Già, la corsa rosa: la sua preferita, la recita che lo vide sempre primattore. Furono anni di Giretti facili, ideati da Torriani per esaltare le doti di Franz e Beppe; percorsi leggeri, privi di salite cattive. A favorirli ulteriormente il regalo di abbuoni assurdi, mezzo minuto, ai vincitori di tappa: fu proprio per quelle simonie che il nostro perse l’edizione del 1983. Infatti, togliendo le bonificazioni, a Udine il biondino dell’Inoxpran si sarebbe vestito di rosa al posto dell’allora campione mondiale Saronni. Il Giro del Guttalax fu però una passeggiata di salute rispetto al 1984 e al 1987.
6. L’anno del Moser eroe dell’ora fu vissuto pericolosamente da Visentini, che peraltro vinse da fuoriclasse una frazione in quel di Lerici, sotto la pioggia battente. Il problema fu che il bresciano disse, senza alcuna diplomazia, la verità: cioè che l’organizzazione aveva favorito in maniera vergognosa il ballerino di Roubaix cancellando lo Stelvio e chiudendo gli occhi di fronte alle spinte e alle scie motociclistiche a favore del conconiano. In Trentino,salendo verso Selva di Val Gardena, il gardesano fu oggetto della simpatia (…) e delle attenzioni delle legioni moseriane e crollò psicologicamente. Per moltissimi il figlio di papà che osò dileggiare l’idolo delle folle aveva solo ricevuto ciò che si meritava.
7. Ma la vicenda che segnò la carriera del golden boy si verificò nella drammatica edizione 1987, quella sì dal punto di vista tecnico degna dei Giri più gloriosi. Il compagno di squadra Stephen Roche, co-leader di una Carrera incasinatissima, orchestrò una singolare insurrezione contro la maglia rosa coadiuvato dalle squadre che lo volevano firmare per il 1988. E con la collaborazione anche di amici italiani come l’iridato Argentin. In una giornata irreale Roby saltò in aria a pochi chilometri dal traguardo, vanificando l’impresa più bella della carriera: la crono di San Marino, quandò con stile inconfondibile aveva divorato il resto dei pretendenti alla rosa, compreso il perfido Stefano. Una frattura al polso, alla penultima tappa, completò l’odissea del campione bresciano.
8. A rinforzare la tesi di un Visentini sopravvalutato arrivarono le partecipazioni sfortunate alla Grande Boucle: da censura totale l’orripilante ’85, con qualche lampo di classe tre anni dopo e con tanti rimpianti nell’edizione storica del 1984. Fu l’ennesima caduta a toglierlo di mezzo da una gara che gli stava dando molte soddisfazioni; chi criticò il comportamento della banda Boifava in quei Tour si dimenticò dell’autentico baratro che, in quella era, ci divise dalla leggendaria corsa d’oltralpe. La combinazione micidiale di tracciati durissimi, uniti all’interpretazione garibaldina degli stessi, creò un cocktail indigesto per corridori abituati a salite da 18 e a ritmi addomesticati.
9. Ma basterebbe ricordarsi del Giro 1986 per inquadrare Visentini nella dimensione giusta: quante volte,sui Gpm più impervi, lasciò sul posto un grande come Lemond? Il Visenta dalla classe purissima, così naturale da apparire agli occhi di Alfredo Martini “bello ed elegante come una porcellana preziosissima”. Quelle tre settimane furono la giusta ricompensa per un talento mai abbastanza apprezzato dalla platea nostrana: merito (?) della demenziale cronosquadre siciliana se l’edizione’86 fu divertente, infatti Roby accumulò un ritardo tale da costringerlo ad attaccare su ogni strappo. Con un polso fasciato a causa di una mini frattura ad una mano (ancora!) iniziò una rimonta spettacolare: la pedalata lieve ed agile, mai scomposto sulla sella. La rincorsa terminò a Foppolo e Visentini portò fino alla fine, senza patemi d’animo, la rosa a Milano: il 2 Giugno 1986, giorno del suo ventinovesimo compleanno…
10. Si potrebbe continuare all’infinito con le zingarate di Roberto. L’inquieto passista ebbe, tra l’altro, la caratteristica singolare di non alzare le mani in caso di trionfo solitario, per la felicità dei munifici sponsor che lo stipendiavano, e la particolarità di rifiutare sdegnosamente il confronto in volata: mai visto prendere in considerazione l'arrivo in un plotoncino. Fu pure tricolore, nel 1979, dell’inseguimento su pista: una comica surreale perchè, non essendo esattamente un drago a guidare un mezzo con il pignone fisso, zigzagò ad ogni curva. Il Giro del Veneto 1990, dopo un paio di annate declinanti, fu l’ultima corsa di una carriera piena di rimpianti, di sconfitte orribili ed affermazioni esaltanti. Proprio nel bel mezzo della rivoluzione scientifica che pretese di cambiare le regole di uno sport (un mestiere, un’avventura..) bellissimo e crudele. Consoliamoci con il fatto che ai tempi, per il gardesano, il nome Ferrari fosse ricollegabile solo al rombo di motore di un bolide o, al massimo, agli occhi languidi di un’attrice che imperversò nei filmonzi degli anni ottanta. Il Visentini,nell’anno del trionfo rosa,si presentò alla prima corsa stagionale con nemmeno duemila chilometri nelle gambe…
11. Fuggì immediatamente dall’ambiente e cominciò a coltivare un silenzio assoluto, quasi disturbante. Un Salinger, o un Giacinto Scelsi, dello sport: distante, irraggiungibile, intoccabile. Concesse una sola intervista da ex e indugiò, al solito, nel suo antico difetto: disse la verità, scomoda e imbarazzante, senza fare prigionieri.
“Il figlio di papà Visentini, quello che chiamavano fighetto, fa il mestiere di suo padre e suo nonno: prepara i morti. Che è un lavoro duro almeno come quello del corridore. Ma che ha bisogno di una cosa in più: la pietà.”
Simone Basso -http://www.indiscreto.info/


..........

Grande pezzo sull'ultimo corridore italiano da corse a tappe prima dell'era Bugno/Chiappucci. Distrutto psicologicamente dal tradimento di Roche nella tappa di Sappada che raisport proprio in questi giorni ha ritrasmesso un paio di volte..io quel giorno ero avvelenato, è vera la storia degli insulti a Roche, quello era l'apice di Visentini e fu affossato dal compagno di squadra perche' psicologicamente era fragilissimo.
Ho odiato Roche tutto l'anno visto che poi vinse pure tour e mondiale.
Altra verità di quegli anni era l'altimetria da giro di Polonia disegnata ad arte da Torriani per far vincere i giri a Saronni e Moser che in salita oggi potrebbero valere un Ulissi ma che potevano contare su abbuoni a 30 e 20 secondi a raffica.
Poi l'anno in cui Fignon era riuscito a prendersi il giro nonostante il dislivello collinare, spuntarono le ruote lenticolari a salvare Moser..
Grande maestro dell'audience Torriani..sapeva che con le salite non c'era storia..Hinault venne 3 volte e 3 volte vinse,un'altra volta si impose Battaglin, l'unica possibilità per tenere in classifica Moser e Saronni era quella dei GPM a 50 km dall'arrivo..poi qualche anno dopo finito il duopolio nn si fece scrupoli a far transitare la corsa sul Gavia sotto la bufera di neve.

Tra l'altro nel giro di Roche arrivo' secondo Millar, scalatore scozzese, una rarità..riscoperto qualche anno fa quando ha cambiato sesso [SM=g27991]

www.gazzetta.it/Ciclismo/Primo_Piano/2007/07_Luglio/07/millardon...






BELLISSIMO!
grazie Ennio

il giro di Moser ancora più ridicolo di quello di Saronni.
Comunque ancora mi chiedo come fece Bugno a vincere un Giro in rosa dal primo all'ultimo giorno... l'anno prima aveva vinto Hampsten nell'assurda edizione del Gavia, gli anni Ottanta sono stati per il Giro un momento veramente mediocre.
Visentini piaceva anche a me, mi ricordo ancora una vignetta in cui si vedevano Visentini e Roche abbracciati di spalle e coi coltelli pronti...come infatti avvenne.
ShearerWHC
00domenica 9 agosto 2015 12:36
Non m'ero accorto di questo topic!
Anch'io subisco il fascino di queto sport, un tempo riuscivo a seguire giusto Giro e Tour, poi adesso per lavoro devo seguire tutto, dalle Strade Bianche al Giro di Polonia

Proprio ieri stavo dando uno sguardo al parco partenti della Vuelta, l'Astana rischia di andare col tridente Aru-Nibali-Landa, per me rischia di implodere soprattutto per la presenza del siciliano
Vediamo Froome che combina, anche se punterei su Quintana che mi sembra entrato in forma un po' più tardi
jandileida23
00lunedì 10 agosto 2015 13:37
Con la cronometro individuale lunga dubito che Landa possa fare qualcosa più che una vittoria di tappa qua e là. Mi pare meno dura del solito, ma ho solo dato uno sguardo veloce. Ad occhio la scelta più logica mi pare Nibali capitano almeno all'inizio.

Si comunque anche per me Froome è agli antipodi di quello che amo io del ciclismo: doping o meno, sembra Ivan Drago, un prodotto di laboratorio, uno degli One Direction. Per dire, Nairo lo batte venti a zero sotto quel punto di vista.

Io tutto quel periodo là l'ho saltato: il mio primo mito è stato Chiappucci e poi, lo ammetto, stravedevo per Virenque (che comunque dopo la squalifica qualcosa l'ha comunque fatto). Comunque pure i Tour de Fraome ne non è che come altimetria fossero tutto sto sbrodolamento nei '90.
Sound72
00domenica 16 agosto 2015 11:07
Re:
jandileida23, 10/08/2015 13:37:

Con la cronometro individuale lunga dubito che Landa possa fare qualcosa più che una vittoria di tappa qua e là. Mi pare meno dura del solito, ma ho solo dato uno sguardo veloce. Ad occhio la scelta più logica mi pare Nibali capitano almeno all'inizio.




Quest'anno mancano l'Alto de Angliru e la mitica Bola del Mundo [SM=x2478856] ..solo una tappa sui Pirenei, anche se là possono attingere pure nelle Asturie o a sud..
Cmq dopo la seconda settimana dovrebbe essere tutto deciso salvo ribaltoni nella crono.




Sound72
00domenica 23 agosto 2015 21:03
Memorabile sta partecipazione di Nibali alla Vuelta.

Non proprio una gran figura.

Sarà casualità ma me pare che finisca per terra un pò troppo spesso.
ShearerWHC
00domenica 23 agosto 2015 21:31
Bella figura...che poi al Tour ci fu Sepulveda squalificato per esser salito su un'ammiraglia per qualche metro
Giacomo(fu Giacomo)
00domenica 23 agosto 2015 22:57
Re:
ShearerWHC, 23/08/2015 21:31:

Bella figura...che poi al Tour ci fu Sepulveda squalificato per esser salito su un'ammiraglia per qualche metro




Dai, non è l'anno di Nibali, si vede. E secondo me andare a casa non gli dispiace manco.
Sound72
00lunedì 24 agosto 2015 08:55
Beh, poteva trovare un modo piu' dignitoso per lasciare la Vuelta.

Hai vinto il Tour, hai la maglia da campione d'Italia e fai sta figura penosa?
Non ne esce bene e non gli fa bene stare nell'Astana.
jandileida23
00lunedì 24 agosto 2015 12:20
Al tour però gli è pure saltata la catena all'inizio dell'Alpe. Insomma io sono d'accordo con Giacomo: capitano anni così. Tra l'altro Nibali è uno modesto, almeno sembra, sempre gentile anche quando lo intervistano. Insomma io adesso manco lo appenderei alla croce: certo lui che se fa portà dalla macchinetta non è proprio una scena edificante, me pareva proprio ciclismo d'altri tempi.

Ma io questa prima settimana non la seguirò molto perché ci sono i Mondiali di atletica: una disciplina in cui l'Italia è completamente sparita da ogni radar, una cosa di una tristezza unica che meriterebbe approfondimenti strutturati e seri.
jandileida23
00lunedì 24 agosto 2015 22:44
Contento per Sagan che personalmente reputo il miglior ciclista della sua generazione: completissimo. Forse tra qualche anno potrà puntare anche ad un grande giro.
Giacomo(fu Giacomo)
00lunedì 24 agosto 2015 23:29
Re:
jandileida23, 24/08/2015 22:44:

Contento per Sagan che personalmente reputo il miglior ciclista della sua generazione: completissimo. Forse tra qualche anno potrà puntare anche ad un grande giro.




non mi sembra possa resistere sulle grandi salite in tre settimane... è una specie di Bugno, ma sono finiti i tempi dei giri con abbuoni per gli sprinter e cronometro-monstre
jandileida23
00martedì 25 agosto 2015 08:35
Non lo so: al momento è uno da classiche, Bugno in effetti è il primo che viene in mente pure a me, e Tom Boonen. Bisogna vedere come evolve e su che punta. Potrebbe pure diventare un velocista puro. Ma resta il fatto che per me può fare quasi tutto e al Tour ha fatto delle cose pazzesche. Tra l'altro è un '90 (o '91 non mi ricordo a memoria)
Sound72
00martedì 25 agosto 2015 08:47
beh se Sagan dovesse avere l'evoluzione di un di luca o di un riis avrei qualche dubbio sulla genuinita' della trasformazione.
Bugno ha avuto una crescita graduale prima dell'exploit al giro d'italia del '90 attraverso un paio di tour de france da piazzato.
All'inizio sembrava più Argentin che Lemond ma nn so metteva certo a fare le volate con Van Poppel e Bontempi.
Giacomo(fu Giacomo)
00martedì 25 agosto 2015 09:02
Re:
Sound72, 25/08/2015 08:47:

beh se Sagan dovesse avere l'evoluzione di un di luca o di un riis avrei qualche dubbio sulla genuinita' della trasformazione.
Bugno ha avuto una crescita graduale prima dell'exploit al giro d'italia del '90 attraverso un paio di tour de france da piazzato.
All'inizio sembrava più Argentin che Lemond ma nn so metteva certo a fare le volate con Van Poppel e Bontempi.




«Vaaaan Poppel----Bontempi----Van Popppppp----e vince Bugno, incredibile!» (pseudo-De Zan)

dai, qualche volatona Bugno l'ha tentata. Però sono d'accordo, Sagan deve puntare tutto sulle classiche. Per il Mondiale ha il problema di non avere una grande squadra dietro, ma se l'ha vinto Wainsteins io pronostico che Sagan lo vinca entro cinque anni.
Poi mi sembra uno coraggioso, anche disordinato tatticamente. Insomma, uno simpatico.
jandileida23
00martedì 25 agosto 2015 09:52
Beh aspetta però: Riis era semplicemente un pippone, un passistone senza infamia e senza lode che improvvisamente era diventato Gaul. Di Luca era un discreto corridore (poi non so se già si faceva prima della prima squalifica) che comunque qualcosa prima del giro del 2007 aveva dimostrato, lì secondo me lui ci è andato giù pesante con le bombe quando ha visto che altrimenti non gli sarebbe riuscito mai di vincere.

Sagan è proprio di un'altra categoria: secondo me se si allenasse esclusivamente per un grande giro, lasciasse perdere le volate, perdesse qualche chilo, la sua potrebbe dirla. Magari non subito, tra qualche hanno quando avrà più esperienza e si sarà disciplinato tatticamente. Ovvio che anche il percorso dovrebbe aiutarlo. Comunque a me è entrato nel cuore quando ha pizzicato il culo della miss [SM=x2478856] [SM=x2478856]
Sound72
00martedì 25 agosto 2015 10:06
si Riis c'entra poco, ma piu che altro per evidenziare il cambio di rotta repentino.
Di Luca già si presta di più perche all'inizio era uomo da classiche.
Finche' Sagan continua a fa gli sprint co Cavendish e Greipel me sembra utopistico vederlo sulle 3 settimane. Se poteva fa co Saronni e Moser coi gpm a 40 km dall'arrivo e 30 secondi d'abbuono a vittoria.
Per corse come la T/A già è diverso anche se pure là adesso piazzano il Terminillo o il muro di Guardiagrele :)
jandileida23
00martedì 25 agosto 2015 10:24
Ma infatti è una suggestione: il mare de Žilina. Però non è che fa solo le volate Sagan, cioè non è Cipollini. Certo quando becca il 15% non può competere al momento però chissà, non è una cosa impossibile per me.

è tipo Giacomo che s'è fissato co' Florenzi terzino [SM=x2478856] [SM=x2478856] [SM=x2478856]
Giacomo(fu Giacomo)
00martedì 25 agosto 2015 10:31
[SM=x2478856]

ma tanto dalla prossima giornata avremo il ritorno della freccia di Novo Hamburgo, che se gioca anche al 40%, ma pure al 39,6%...per non parlare che se torna Maicon anche per 31 minuti...
Sound72
00mercoledì 26 agosto 2015 12:51
Tanto per rimanere sul doppio binario calcio-ciclismo..
Digne sto visetto mezzo parisien me ricorda sta nuova ondata de belle speranze francesi..Bardet, Pinot, Sicard, Barguil...

E tanto per..è proprio bona Marion Rousse la moglie di Gallopin [SM=g27990]

Il prototipo mio de donna in bici na volta era Maria Canins non proprio una bellezza mediterranea [SM=x2478856]
jandileida23
00mercoledì 26 agosto 2015 13:14
Penso che il ciclismo femminile sia una delle cose che più di ogni altra fa spegnere in me qualsiasi pulsione sessuale. La Guderzo è carina . Comunque massimo rispetto pure per loro che fanno sforzi immondi e non hanno manco il ritorno economico e la copertura mediatica dei maschi.

A me 'sti francesi mi sembrano sempre troppo esaltati, specie durante il Tour. Cioè per dire io mi ricordo che Chavanel, un buon corridore, quando mi sentivo la tv francese durante il Tour sembrava che stessero orgasmando ad ogni pedalata. Anche con Voeckler uguale. Cioè datevi una calmata [SM=x2478856]
Sound72
00mercoledì 26 agosto 2015 13:45
ah beh al Tour avevano na moto fissa su Barguil, lo seguivano pure al cesso.

Sound72
00domenica 30 agosto 2015 12:20
Re:
jandileida23, 24/08/2015 22:44:

Contento per Sagan che personalmente reputo il miglior ciclista della sua generazione: completissimo. Forse tra qualche anno potrà puntare anche ad un grande giro.




Anche per lui Vuelta da dimenticare, magari ce la farà per il Mondiale.
Assurda la multa.
jandileida23
00domenica 30 agosto 2015 13:57
A lui la multa per i calci? E a quello che guidava la moto imbriaco de Manzanilla niente?

Vabbè comunque uno che vince in volata e poi il giorno dopo arriva secondo dietro a Valverde su quell'arrivo può potenzialmente fare tutto [SM=x2478856]. Oggi arrivo interessante comunque.
Sound72
00domenica 30 agosto 2015 15:35
Il centauro l'hanno rimandato a casa.

Intanto so finiti pure sti mondiali di atletica indimenticabili per la spedizione italiana. Manco gli oriundi ce salvano piu'.
jandileida23
00domenica 30 agosto 2015 16:33
Io stenderei un materasso de pietoso silenzio. A mia memoria (e l'atletica la seguo da sempre) non me ricordo un altro mondiale o olimpiade con questo scempio. Manco le semifinali ormai in pratica: io ho intravisto giusto Riparelli sui 100, la Grenot ripescata in semifinale con l'ultimo tempo e l'altra che adesso non mi ricordo il nome sui 200 che mi pare abbia fatto la semifinale. Tamberi con quella barba dove cazzo doveva andare?

Uno spettacolo di una tristezza unica: comunque è stato un ottimo mondiale. Per me da ricordare, tra i maschi, i 400m, i 1500m e Eaton nel decathlon. Tra le ragazze il lungo, i 200m, la Felix e la Ayana due tra le corse più belle di sempre.
Sound72
00lunedì 31 agosto 2015 09:24
Grande zapping tra l'arrivo sul muro finale e l'inizio di Roma-Juventus.
Aru se si disciplina tatticamente può andare tranquillamente sul podio.
jandileida23
00lunedì 31 agosto 2015 14:49
Io ho seguito con un occhio che stavo cercando i canali per la Roma. Ma ad un certo punto ho visto Froome in difficoltà e dopo un minuto stava adosso a Dumoulin...

Sì Aru promette bene, decisamente.
Sound72
00giovedì 3 settembre 2015 09:16
i crolli di Quintana e Froome danno una dimensione piu' umana alle ultime corse..
Per Aru grande possibilità, certo Rodriguez e Dumoulin cosi vicini nn erano pronosticabili. Ma secondo me attacca ancora.

Grande tattica cmq all'Astana: ognuno fa per sè.
jandileida23
00giovedì 3 settembre 2015 09:35
L'olandese là attaccato alle palle con la crono lunga è un problemone. Non penso ci siano altri pretendenti, Rodriguez dovrebbe inventarsi qualche cosa in salita ma non so non ho visto bene il percorso. Comunque tappone abbastanza esaltante, io ne ho visto solo mezzo (l'inizio) che dovevo annà a riprende il pupo.

Se Landa avesse aspettato forse Aru avrebbe preso più di mezzo minuto, boh. Ma Landa è in scadenza di contratto mi pare, non penso sia troppo gestibile.
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