Casuale del tutto no, ovvio. In parte sí peró: ci sono anche dei cicli naturali. Ma comunque è una cosa che parte dai club prima e poi si trasferisce in nazionale.
Prima i Belotti (Vialli), i Romagnoli (Nesta), i Soriano (Boh Berti?) erano titolari a 20/22 anni in squadre di prima fascia in un campionato competitivo come quello Italiano e giocavano regolarmente in Europa ad alti livelli. Uno preso dal Piacenza o 'ndo stava tipo Inzaghi a 23 anni faceva il titolare alla Juve. Adesso vagano per squadre di seconda o terza fascia in un campionato di livello medio. Zappacosta lascia l'Atalanta per .... il Torino. Questa è la prima grande differenza: il calciatore lo cresci nel club non in nazionale. Anche a livello di esperienza, a livello di abitudine a giocare a certi livelli contro certi avversari con certe pressioni. Come diceva Luca: a forza de toglie i Conti e affidasse ai Sabatini e alle plusvalenze questo è il risultato.
In nazionale puoi sviluppare un gruppo partendo dall'under (come hanno fatto i tedeschi e i belgi ultimamente o come fecero Bearzot, Vicini o Maldini) ma la base te la devono dare i club, soprattutto in un sistema come quello italiano dove non esistono i centri federali che crescono i giocatori a 13 anni (come in Francia e in Belgio) ma dove tutto è delegato ai club. Ma per farlo non puoi aver un under dove il 90% dei giocatori gioca in B o fa panchina in A. Ce sta poco da fa, Conte o non Conte.
Certo: li avrebbe potuti convocare, l'ho scritto me pare che tra Montolivo, Motta e Eder non ne fanno uno o no? Ma per me non sarebbe cambiato quasi nulla, il livello è comunque basso (in rapporto alle altre che fanno l'Europeo)
Poi il gioco della nazionale vabbè: io l'ultima che me ricordo con un gioco è quella de Vicini.
[Modificato da jandileida23 26/05/2016 12:07]
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Sono la rovina della Roma