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Nel nome di un Dio...

Ultimo Aggiornamento: 19/01/2017 15:24
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09/12/2010 23:08
 
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Liberata Sakineh". Ma Teheran tace


Gli attivisti: scarcerata col figlio.
Ma per ora mancano conferme
.
Frattini: "Vincono i diritti umani"

Lastampa- ROMA
E' giallo sulla liberazione di Sakineh. Secondo alcune fonti l’ iraniana condannata alla lapidazione per adulterio e per la cui salvezza si sono mobilitati governi e attivisti per i diritti umani in Occidente con iniziative senza precedenti, sarebbe stata rilasciata insieme al figlio e all’avvocato e sarebbe già a casa a Tabriz.

La notizia è stata riferita dal Comitato internazionale contro la lapidazione, ma fonti diplomatiche contattate dall’agenzia Ansa hanno detto di non aver raccolto per il momento alcuna conferma. La televisione in inglese PressTv si è limitata ad annunciare un programma sulla vicenda per domani sera, ma senza confermare la notizia del rilascio.

In uno spezzone si vede una donna presentata come Sakineh, ma appesantita rispetto ad altre immagini trasmesse in passato, che afferma: «Abbiamo pianificato l’uccisione di mio marito». In un’altra immagine si vede la stessa donna nel cortile di una casa. «Sakineh è stata liberata ieri, ma non sono ancora riuscita a parlare con lei», ha detto Mina Ahadi, presidente del Comitato contro la lapidazione. Ma sulle date è giallo.

Per un altro componente dello stesso comitato, Taher Dyafarizd, Sakineh avrebbe lasciato il carcere oggi. Con la donna - e qui le fonti concordano - sono stati rilasciati il figlio, Sajjad Ghaderzadeh, e il suo avvocato, Javid Hutan-Kian, che erano stati arrestati il 10 ottobre scorso con due giornalisti tedeschi della Bild am Sonntag che li stavano intervistando. Nessuna notizia però sulla sorte di questi ultimi. Due giorni fa il portavoce del ministero degli Esteri iraniano, Ramin Mehman-Parast, aveva detto che la diplomazia di Teheran stava «seguendo» una richiesta della Germania perchè i giornalisti, la cui identità non è mai stata resa nota, potessero «essere riuniti alle loro famiglie per Natale». Lo stesso Comitato contro la lapidazione aveva dato notizia il 2 novembre scorso che Sakineh sarebbe stata molto probabilmente impiccata il giorno seguente. Ma il giorno dopo le autorità iraniane avevano detto che la donna era «in ottima salute» e che nessuna esecuzione era stata programmata, perchè il caso non era ancora chiuso in sede giudiziaria.

Anche se la notizia non è ancora stata confermata, immediate e unanimi sono arrivate le reazioni di soddisfazione di esponenti di tutte le forze politiche italiane. «È una bella giornata per i diritti umani», ha commentato il ministro degli Esteri, Franco Frattini. «L’Iran ha mostrato quel gesto di comprensione e clemenza che auspicavamo e lo ha fatto nell’esercizio delle proprie prerogative di Stato sovrano», ha aggiunto, spiegando che anche la Farnesina sta cercando conferme ufficiali. Dall’Iran, infatti, non c’è stato alcun annuncio da parte delle autorità.

La vicenda
Sakineh Mohammadi-Ashtiani, 43 anni, di Tabriz, era stata condannata nel 2006 alla lapidazione per adulterio. L’esecuzione è stata sospesa nel luglio scorso, ma la donna era in attesa di sentenza in un altro processo in cui era accusata dell’uccisione del marito, imputazione che avrebbe potuto costarle la condanna a morte per impiccagione. Il 22 novembre scorso, tuttavia, Mohammad Javad Larijani, capo del Consiglio per i diritti umani dell’apparato giudiziario iraniano, aveva detto che vi erano «buone probabilità» che venisse salvata la vita della donna. Il 15 novembre Sakineh, il figlio, l’avvocato e i due giornalisti tedeschi erano stati mostrati in un programma della televisione di Stato iraniana in cui facevano alcune ’confessionì. La donna, in particolare, affermava di essere «una peccatrice».
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“La curva sud ci ha dato una lezione, si può anche perdere, si possono anche subire amare sconfitte, ma con quegli striscioni che hanno esposto ci hanno fatto capire che nei momenti sfavorevoli bisogna aumentare le energie. Loro ci danno la fede noi gli dobbiamo dare il carattere”. Dino Viola
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