00 04/05/2010 08:41
La letteratura e la TV
La domenica non si deve stare tranquilli sul divano, perché il lunedì mattina ogni singolo clic del telecomando ti si conficca in gola, scende nel petto, e non ti fa respirare, anche se i motivi non sono i più nobili. Abbiamo fatto il possibile per tenercene lontano, eppure, se sabato Primo Maggio ce l'eravamo cavata con salsicce, vitelloni, braciole, fiorentine, bruschette al pomodoro e radiolina dell'iPhone sparata a palla, mentre con famiglia e amici ci grattavamo le natiche ai pratoni del Vivaro, domenica no. Domenica siamo caduti in tentazione. E così, immobili per l'abbuffata del giorno prima, abbiamo capitolato come due pivelli già dalle prime ore del pomeriggio. Abbiamo visto cose che voi umani eccetera. Nell'ordine: i bestemmiatori espulsi da tutte le edizioni del Grande Fratello riuniti da Barbara D'Urso a discettare di quanto sia atroce imprecare contro Dio se accesa c'è una telecamera generalista, Emilio Solfrizzi che gli rimordeva la coscienza perché aveva cornificato la fidanzata in prima serata, su Rai Uno, con una collega del vivaio, la Lazio che offriva il tè all'Inter e Sgarbi che spiegava per l'ennesima volta a Platinette che differenza c'è tra una zoccola e una che ha solo voglia di darla e lo faceva, a suon di bip-bip-bip, in qualità di presidente della giuria della Pupa e il Secchione - Il Ritorno.

Non ne posso più e adesso mentre scrivo, lunedì mattina, ho ricevuto il colpo di grazia, pare che Barack si sia fatto una sveltina in un albergo di Washington con una che non era Michelle. E noi che c'eravamo quasi commossi a vederlo bagnato, sotto la pioggia, mentre rilasciava dichiarazioni sul disastro ambientale della Louisiana. La vita è complicata e il flusso di brutture che ti masticano il fegato è melmoso come una chiazza di petrolio che ammazza senza pietà foche e gamberetti.

La vita è complicata e noi la tv non dovremmo guardarla. Dovremmo essere più snob e limitarci alla letteratura, che tanto gli aspetti più viscerali della vita te li sa prevedere tutti.