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La Roma ricorda Dino Viola, il presidente scomparso 25 anni fa

E' passato un quarto di secolo dalla morte di Dino Viola, per tutti i giallorossi "il presidente". Una vita in giallorosso che la Roma ha deciso di ricordare nel giorno dell'anniversario, ripercorrendo, tappa per tappa, i momenti clou legati alla società giallorossa di Adino Viola, detto Dino, classe 1915.

Da Massa Carrara, nel 1922 Viola si trasferisce a Roma ed è lì che, precoce, inizia il grande amore con la squadra giallorossa. Venti anni dopo, nel 1942, con la moglie Flora sposata a fine aprile inforca la bicicletta a Pontedera e raggiunge così Livorono per assistere, il 7 giugno, al penultimo sforzo della Roma prima della conquista del primo Scudetto giallorosso. La squadra di Alfred Schaffer vince 2-0, segnano Amedeo Amadei e Miguel Angel Pantò.

Nel 1963 diventa socio della AS Roma e quattro anni più tardi il suo nome compare per la prima volta nei documenti societari. Al Teatro delle Arti riprendono i lavori di una seduta drammatica dell'assemblea dei soci, sospesa sei giorni prima con un ordine del giorno che contemplava, al terzo punto, una sinistra ipotesi di scioglimento e messa in liquidazione della AS Roma. Viola chiede di intervenire ma successivamente rinuncia dicendosi in linea con quanto già espresso dall'ex presidente Renato Sacerdoti, favorevole alla proposta di trasformare la Roma in SpA per fare fronte alla crisi finanziaria della società. Accadra' il mese successivo, il 16 febbraio, nello studio del notaio Niccolò Bruno: tra i presenti, Dino Viola.

Il 19 marzo del 1969, nella trasferta di Coppa Italia a Brescia, sostituisce il cavalier Vincenzo Biancone nel ruolo di dirigente accompagnatore a seguito della morte di Giuliano Taccola a Cagliari. Dieci anni più tardi, nel 1979, entra nel Cda insieme ad Antonio Cacciavillani dopo le dimissioni del presidente Gaetano Anzalone e dei consiglieri Castiglione e Conte.Viola assume da subito "tutti i poteri decisionali" sul fronte sportivo e in materia amministrativa. Il 17 maggio mette a segno un colpo: intorno alle 18 c'è la telefonata tra Dino Viola e Liedholm in cui il presidente strappa al tecnico la promessa di tornare a Roma per assumere la guida tecnica della squadra giallorossa.

Il 19 luglio del 1982 durante il raduno della Roma a Villa Dora Pamphili Viola dichiara: "Possediamo le carte in regola per dare alla città di Roma lo scudetto giallorosso che attende da 40 anni". L'8 maggio del 1983 la Roma allenata da Nils Liedholm pareggia 1-1 a Genova con il Genoa e vince lo scudetto. Dino Viola è il secondo presidente 'tricolore' dopo Edgardo Bazzini. "Vi abbraccio tutti, siete la forza di questa squadra" dice lui in un messaggio ai tifosi diffuso dagli altoparlanti dell'Olimpico prima di Roma-Torino ultima gara del campionato di quella stagione di gloria. Nello stesso anno viene proclamato senatore nella IX legislatura in seguito alla sua elezione del 26 giugno (gruppo DC).

C'è ancora spazio per i record: il 30 maggio la Roma raggiunge il punto più alto della sua storia disputando la finale di Coppa dei Campioni. Sotto la sua presidenza, nel 1986, viene ufficialmente ricostituita la Polisportiva Roma che conta su dieci sezioni (fra queste Calcio, Calcetto, Ciclismo, Nuoto, Hockey su prato, Baseball, Tennis Tavolo, Pattinaggio, Sport Handicap). Mentre nel 1990, tra i suoi ultimi acquisti, pesca un calciatore che a Roma resterà a lungo: Francesco Totti. E' il suo ultimo anno alla guida dei giallorossi. Il
19 gennaio del 1991 Dino Viola muore a Roma. La moglie Flora lo sostituisce alla presidenza. La stagione, iniziata con lui, si chiude il 9 giugno con la conquista della Coppa Italia, a Genova contro la Sampdoria, 17 giorni dopo la sfortunata finale di Coppa Uefa con l'Inter. Quattro anni più tardi, il 19 gennaio del 1995, viene inaugurato piazzale Dino Viola alla presenza della prima squadra dell'AS Roma, del sindaco, della signora Flora Viola e del nuovo presidente Franco Sensi.

repubblica.it
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“La curva sud ci ha dato una lezione, si può anche perdere, si possono anche subire amare sconfitte, ma con quegli striscioni che hanno esposto ci hanno fatto capire che nei momenti sfavorevoli bisogna aumentare le energie. Loro ci danno la fede noi gli dobbiamo dare il carattere”. Dino Viola