Il pianto di Silvio e il povero Obama
di Mario Ajello
Povero Obama. Prima il Cavaliere lo ha definito «abbronzato», e il presidente americano non l'ha presa bene. Poi, davanti alla regina Elisabetta molto contrariata («Ma che sta facendo quello lì!?»), Berlusconi durante un vertice in Inghilterra cercò di salire sulle spalle dell'«amico Barack» e di farsi fotografere insieme a lui che è il leader del mondo, gridando come un bimbo che vede il suo idolo o come fosse Albertone il re (nel caso suo autoironico) dei provinciali: «Mister Obama, Mister Obama....».
Un'altra volta, a un G20 in America, appena incontrò la padrona di casa, cioè Michelle, il Cavaliere fece una smorfia plateale e indimenticabile, sgranando gli occhi e come a dire «urca che stupendezza!», mentre le guardava la scollatura e quasi ci andava a sbattere: la fronte di Silvio contro il petto della moglie di Obama. E ora, povero «abbronzato», gli tocca pure sentire il pianto greco, anzi brianzolo, di Silvio per come sono cattivi e «dittatoriali» i giudici comunisti del nostro Paese.
La prossima volta che se lo vede apparire davanti, Obama chiederà il procedimento breve, anzi brevissimo, per l'italico collega: «Toglietemelo subito di torno!».
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per certi versi quella scena di ieri per me è una delle pagine piu' imbarazzanti, penose, umilianti per l'Italia a livello internazionale...piu' di uno scandalo Ruby, di una tangentina per il terremoto, o di una città sepolta di monnezza e mai ripulita..
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“La curva sud ci ha dato una lezione, si può anche perdere, si possono anche subire amare sconfitte, ma con quegli striscioni che hanno esposto ci hanno fatto capire che nei momenti sfavorevoli bisogna aumentare le energie. Loro ci danno la fede noi gli dobbiamo dare il carattere”. Dino Viola