"Ivan" era nascosto nel vano
motore di un pullman di tifosi
GENOVA
È stata evitata un’altra Heysel: è questa la considerazione che trapela tra i responsabili dell’ordine pubblico, al termine della notte di scontri provocati a Genova dagli ultras serbi, prima durante e dopo la partita in programma tra Italia e Genova. Il bilancio definitivo dei violenti incidenti, protrattisi anche fuori dallo stadio fin oltre le due di notte, è di 10 arresti e 20 feriti, di cui 2 carabinieri e gli altri tutti serbi. Sono decine gli hooligan denunciati, oltre cento quelli identificati.
Tra gli arrestati c’è anche il capo ultrà che, tronchesi in mano, ha tagliato la rete della gabbia dove erano confinati i compagni all’interno dello stadio. Si chiama Ivan Bogdanov e ha 30 anni: era nascosto nel vano motore di un pullman di tifosi serbi. L’uomo si trova attualmente in stato di arresto nelle camere di sicurezza della questura. "Ivan" è stato riconosciuto dai tatuaggi incisi sulle braccia e mostrati in particolar modo quando si è arrampicato sulla rete, ripreso da tutte le telecamere.
Sul suo bicipite destro porta incisa la data 1389 che ricorda la battaglia della Piana dei Merli, battaglia che - nonostante la sconfitta patita dai Serbi per mano dei Turchi - è divenuta il mito fondante dello spirito ultranazionalista serbo.
Dei 20 feriti che hanno fatto ricorso alle cure mediche presso gli ospedali genovesi, uno è ricoverato a scopo precauzionale. La polizia autostradale nella notte ha predisposto un piano di evacuazione dei pullman di tifosi serbi, e il deflusso si è completato regolarmente.
------------------------------------
“La curva sud ci ha dato una lezione, si può anche perdere, si possono anche subire amare sconfitte, ma con quegli striscioni che hanno esposto ci hanno fatto capire che nei momenti sfavorevoli bisogna aumentare le energie. Loro ci danno la fede noi gli dobbiamo dare il carattere”. Dino Viola