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Guerre

Ultimo Aggiornamento: 28/06/2023 21:50
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23/06/2011 14:26
 
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Rais: 'Battaglia proseguira' fino all'aldila''
Messaggio audio di Gheddafi contro la Nato: 'Io con le spalle al muro, ma non temo la morte'



TRIPOLI - In un messaggio audio trasmesso dalla tv libica ieri sera, il leader libico, Muammar Gheddafi, ha affermato di essere "con le spalle al muro", ma di non temere la morte e che la battaglia contro l'Occidente "crociato" proseguirà "fino nell'aldilà".

"Noi resisteremo e la battaglia proseguirà fino nell'aldilà, finchévoi non sarete spacciati. Ma noi non saremo finiti", ha affermato Gheddafi, rendendo omaggio al suo stretto collaboratore Khaled el Hamedi, che nel recente bombardamento della Nato a Sorman, lunedì scorso, ha perso la moglie e altri membri della sua famiglia. "Non saranno più accordi fra noi dopo che avete ucciso i nostri bambini e i nostri nipoti - ha detto il rais - Noi siamo con le spalle al muro. Voi potete fare marcia indietro". "Noi non abbiamo paura - ha ancora aggiunto Gheddafi - Non cerchiamo di restare in vita o a metterci in salvo".
Gheddafi ha accusato i Paesi della Nato di omicidio e minacciato ritorsioni, dopo i due recenti raid - a Tripoli e a Sorman, 70 km a ovest della capitale - in cui hanno perso la vita numerosi civili.

FRATTINI APRE A STOP UMANITARIO RAID, GELO ALLEATI
di Marina Perna
L'Italia si dice pronta ad appoggiare l'ipotesi di uno stop "umanitario immediato delle ostilità" in Libia, con la creazione di corridoi che consentano di portare aiuti alla popolazione. Ma l'idea - avanzata dal ministro degli esteri, Franco Frattini, in un'audizione alle Camere - non piace agli alleati, primi tra tutti Gb e Francia che non tardano a dirsi contrari ad una pausa delle operazioni militari, rilanciando invece la necessità di intensificare i raid. Raid che - ribadisce anche la Nato - andranno avanti. Ma se le parole del responsabile della Farnesina vengono lette - in un primo momento - come una nuova possibile 'incrinatura' tra i ranghi degli alleati nella missione in Libia, la diplomazia italiana scende in campo a spiegare che nulla è cambiato nella posizione di Roma "determinata e pienamente impegnata ad andare avanti nella missione". Quella espressa da Frattini - spiega il portavoce del ministero degli Esteri, Maurizio Massari - non è una "proposta specifica" e tantomeno "é una proposta italiana". Si tratta di una "ipotesi di lavoro", un'idea emersa in un incontro di qualche giorno fa tra le quattro organizzazioni internazionali - Onu, Ua, Lega Araba e Ue - che se fosse formalizzata e si traducesse in un "appello", l'Italia "prenderebbe in esame con interesse, pronta a discuterne, considerando che la protezione dei civili è un obiettivo chiave della missione". Si tratterebbe in ogni caso di corridoi umanitari "selettivi" per operazioni di assistenza umanitaria in alcune aree specifiche, come Misurata, le Montagne dell'ovest e le zone isolate "dove la situazione umanitaria è drammatica" spiega Frattini ribadendo che in ogni caso non potrebbe essere messa in discussione la missione della Nato sulla base del mandato delle risoluzioni Onu. Perché l'obiettivo è e resta quello della soluzione politica incentrata sulle due linee "invalicabili": l'uscita di scena di Gheddafi ed un paese unito ed indivisibile. A quasi 100 giorni dall'avvio della missione internazionale la situazione in Libia resta in stallo e a Roma - alle prese anche con spinose questioni di politica interna sulla partecipazione alla missione - qualche tentennamento inizia comunque a mostrarlo. Come lascia intendere il ministro della Difesa Ignazio La Russa: la Nato si è impegnata di 3 mesi in 3 mesi e noi "abbiamo appena rinnovato l'impegno fino a settembre" ma se per quella data il dopo-Rais non sarà cosa fatta "potremmo mettere in discussione il nostro modo di partecipazione". Anche perché - dice - "stiamo offrendo dall'inizio le nostre basi: siamo in credito verso tutti gli altri partecipanti". "Le operazioni in Libia continueranno", ribadisce intanto dalla Nato il segretario generale dell'Alleanza, Anders Fogh Rasmussen tentando di smorzare ogni polemica (non c'é nessun riferimento alle dichiarazioni di Frattini, tiene a precisare il portavoce) anche perché - scende in campo il generale canadese Charles Bouchard, capo della missione in Libia - un 'cessate il fuoco' permetterebbe a Muammar Gheddafi di riarmarsi. Frattini torna intanto a fare una "precisa raccomandazione" alla Nato "sulla drammatica vicenda degli errori che colpiscono i civili". E le sue preoccupazioni vendono "condivise completamente" dicono fonti dell'Alleanza rimarcando la necessità "di ridurre al minimo le vittime civili". "Mi rammarico profondamente della perdita di tutte le vite umane", torna a dire anche Rasmussen. E mentre dalla Libia arrivano nuove notizie di defezioni tra le file del regime di Gheddafi - con militari dell'esercito regolare che vanno verso la Tunisia - Berlino annuncia indagini sui crimini contro l'umanità commessi dalle forze del Rais, preparandosi a portare prove alla Corte penale internazionale dell'Aja. E Pechino apre agli insorti di Bengasi: "importante forza politica", ha detto il ministro degli esteri cinese Yang Jiechi ricevendo Mahmud Jibril, responsabile della diplomazia del Comitato Nazionale di TRansizione libico (Cnt).

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Frattini meno parlas meglio è...ma la politica Onu con intervento Nato si sta rivelando del tutto fallimentare ...ad oggi si tratta di un intervento militare per fermare una guerra civile che in 3 mesi ha portato solo morte..
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“La curva sud ci ha dato una lezione, si può anche perdere, si possono anche subire amare sconfitte, ma con quegli striscioni che hanno esposto ci hanno fatto capire che nei momenti sfavorevoli bisogna aumentare le energie. Loro ci danno la fede noi gli dobbiamo dare il carattere”. Dino Viola
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