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le verità nascoste

Ultimo Aggiornamento: 30/04/2024 12:01
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24/09/2010 17:38
 
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Fini: "In un video la mia verità"

Scontro sui dossier, Bocchino rilanciaAnnuncio del presidente della Camera. Che a Piacenza lancia una frecciata al premier: "La legge è uguale per tutti, sulla giustizia stiamo ancora discutendo".


Bocchino: "Quando un leader politico dissente, rischia il linciaggio".
Il ministro di Santa Lucia: "La carta è vera".
Lavitola: "Chiarirò tutto".
Di Pietro: "A casa ricattatore e ricattato, Berlusconi e Fini"

Repubblica.it -ROMA - "Dirò la mia verità in un video" annuncia Gianfranco Fini. Che precisa: "La dichiarazione andrà in linea domani in tarda mattinata sui siti di Generazione Italia e del Secolo". E il presidente della Camera fa capire che non parlerà solo della casa di Montecarlo. Ma anche del "linciaggio", per usare le parole dei suoi fedelissimi, a cui è sottoposto da mesi sulla vicenda della casa di Montecarlo, un tempo tassello del patrimonio immobiliare di An e poi venduta al fratello di Elisabetta Tulliani, compagna del presidente del Consiglio. Una vendita sulle cui modalità si sono scatenati i media vicini al premier che accusano Fini di aver favorito Giancarlo Tulliani.

Oggi la vicenda si arricchisce di un nuovo tassello. "E' vera" la lettera del governo dell'isola Saint Lucia nelle Antille: dimostrerebbe che la società offshore proprietaria dell'immobile (che faceva parte del patrimonio di An) fa capo proprio allo stesso Tulliani (fratello della compagna di Fini). Entro un paio d'ore è attesa una dichiarazione ufficiale del governo. Almeno a sentire lo stesso ministro di Giustizia di Saint Lucia, Lorenzo Rudolph Francis, che il quotidiano Il Fatto è riuscito a contattare.

Per il capogruppo di Fli Italo Bocchino quello che dice il ministro di Santa Lucia al Fatto Quotidiano "non cambia il giudizio sull'operazione di dossieraggio e sul fatto che si tratti di una patacca e questo sarà chiarito in maniera incontrovertibile". Perché "innanzitutto la lettera è equivoca perché non c'è scritto chi è il proprietario della Timara, e poi a questo punto il governo di Santa Lucia se ha la documentazione perché non la rende nota?"

Ieri sera le sue parole 1 in diretta ad Annozero hanno aperto un nuovo durissimo scontro tra governo e finiani. Il finiano ha dato fuoco alle polveri di un conflitto che ruota intorno alla casa di Montecarlo. Oggi, Bocchino torna all'attacco. E dopo aver puntato il dito contro presunti servizi segreti deviati, precisa: "Non abbiamo alcun dubbio sui vertici dei servizi, che sono straordinari, e sull'istituzione. Però c'è sempre stato qualche pezzetto deviato che fa il doppio lavoro. Qui qualcuno ci ha messo la manina. Abbiamo individuato qualche percorso". Replicano il legale del premier, Niccolò Ghedini, e il capogruppo Pdl alla Camera, Fabrizio Cicchitto, che parlano di "indecente montatura" ai danni del Cavaliere. E Antonio Di Pietro non ha dubbi: "ricattatore" e "ricattato", ovvero - a suo giudizio - Berlusconi e Fini, devono "andare a casa al più presto".

VIDEO Italo Bocchino ad "Annozero" 2

Ghedini: "Nei confronti di Berlusconi accuse diffamatorie". Sdegnata la replica del legale del premier Niccolò Ghedini: "Il coinvolgimento di Berlusconi è infondato, pretestuoso e diffamatorio. Questa falsa accusa sembra rivolta per sostituire il merito di una vicenda che rimane comunque tutta da verificare. E' stato folle e risibile ipotizzare che il premier potesse aver dato mandato a chicchessia per creare un documento ufficiale falso". Per Ghedini, Lavitola avrebbe svolto unicamente il suo "legittimo diritto di inchiesta e di cronaca". E lo stesso Lavitola prende tempo: "Sono impegnato nella raccolta di ulteriori documenti per fare chiarezza su questa vicenda, domani chiarirò tutto".

Cicchitto: "Indegna montatura". E' in corso una "indegna montatura" che vorrebbe coinvolgere Berlusconi nelle vicende di dossieraggi sul caso Montecarlo. Lo dice il capogruppo Pdl alla Camera, Fabrizio Cicchitto: In televisione, sostiene, "è avvenuta un'indegna operazione di depistaggio, fatta per di più attraverso una trasmissione della tv di Stato, che ha raccontato una serie di menzogne senza possibilità di contraddittorio. Si è detto addirittura che Berlusconi avrebbe mandato un incaricato per costruire un documento falso. Si tratta di un'indegna montatura per far dimenticare i problemi che derivano da una vicenda che, purtroppo, Fini non ha chiarito e che si sta complicando". Per Cicchitto "i Servizi hanno smentito, Lavitola ha fatto una precisazione, ma quello che non può essere assolutamente affermato, perché si corre anche il rischio di querele, è un rapporto tra Berlusconi e questa operazione in America latina, rispetto a un documento che verificheremo se è vero o falso. Ma se fosse falso nessuno sarebbe così matto da costruirlo in Italia, perché le cose false si smontano in pochissimi minuti".

Ma i finiani non ci stanno. Il documento è "una patacca", ribadisce Bocchino ai microfoni di Sky Tg24. Ribandendo le accuse contro Lavitola: "Abbiamo notizie certe su quello che è accaduto, quando sarà fatta chiarezza completa emergerà che se c'è un leader politico che fa un'operazione tutta politica, anche di dissenso, può accadere che venga sottoposto al linciaggio". Secondo Bocchino, al momento di decidere le candidature "Berlusconi ci raccomandò Lavitola perché insieme a Sica lo aveva molto aiutato nell'operazione di far cadere il governo Prodi". Bocchino, infine, allarga l'orizzonte. "Il problema ormai riguarda la democrazia in questo Paese". Mentre un altro fedelissimo del presidente della Camera, non esclude che Fini possa spiegare pubblicamente come stanno le cose: "E' possibile che Fini abbia ulteriori elementi che lo rendono assolutamente sicuro. E che mettano fine a una campagna ossessiva fatta dalla stampa vicinissima o controllata dal premier".

Affondo sulla giustizia. "La legge è uguale per tutti". E sul Lodo Alfano "c'è una discussione franca in corso. Vediamo cosa sarà presentato. Le carte sono sul tavolo". Per Gianfranco Fini, durante una tavola rotonda a Piacenza, nessun riferimento diretto ai veleni e ai dossier. Ma un implicito messaggio al premier sulla giustizia: "Non si può derogare al principio dell'eguaglianza dei cittadini davanti alla legge solo perché si appartiene al ceto politico". A queste parole, accolte con applausi, ha aggiunto una significativa frase: "Sulla giustizia stiamo ancora discutendo, vedremo. Il presidente del Consiglio ha il diritto e il dovere di governare, quello che non può essere fatto è che per qualcuno si facciano interventi che penalizzino altri. Tutelare la funzione del premier non è negativo, come interventi volti a garantire non l'annullamento, ma la sospensione dei processi".
Casini: "Possibili trame nell'ombra". Di Pietro: "A casa ricattatore e ricattato". Per il leader dell'Udc, Pierferdinando Casini non si può escludere "che ci siano ambienti deviati e persone che nell'ombra tramano con qualcosa di poco chiaro. Ma non la struttura istituzionale dei servizi che credo debbano godere della nostra fiducia". Antonio Di Pietro non ha dubbi: "Ricattatore e ricattato", ovvero Silvio Berlusconi e Gianfranco Fini, devono "andare a casa al più presto". Il leader Idv spiega: "La patacca sta nell'uso del dossieraggio per fermare il lavoro dell'avversario politico. Si tratta di un'estorsione che sta facendo Berlusconi nei confronti del presidente della Camera, un ricatto nei confronti di Fini il quale non è più in grado di rimanere terzo in questa situazione". Perciò, sottolinea, "chiediamo che ricattatore e ricattato vadano al più presto a casa, perché non sono in grado di potere assicurare governabilità, stabilità e credibilità delle istituzioni".

"Il Giornale", Feltri cambia ruolo. Vittorio Feltri lascia da oggi l'incarico di direttore responsabile del Giornale per assumere quello di direttore editoriale. La notizia è stata comunicata ieri al comitato di redazione. Assume dunque il ruolo di direttore responsabile Alessandro Sallusti, fino a ieri condirettore, come si legge pure sulla gerenza del quotidiano. A motivare il cambio, secondo quanto si apprende, sarebbe stato il rischio sanzioni per Feltri, magari una lunga sospensione da parte del Consiglio nazionale dei giornalisti - in merito al caso Boffo - che potrebbe pronunciarsi a breve. A fine marzo, l'Ordine della Lombardia aveva inflitto sei mesi di sospensione a Feltri. Sanzione poi sospesa in attesa della pronunica dell'organismo nazionale.
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“La curva sud ci ha dato una lezione, si può anche perdere, si possono anche subire amare sconfitte, ma con quegli striscioni che hanno esposto ci hanno fatto capire che nei momenti sfavorevoli bisogna aumentare le energie. Loro ci danno la fede noi gli dobbiamo dare il carattere”. Dino Viola
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