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le verità nascoste

Ultimo Aggiornamento: 30/04/2024 12:01
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28/11/2010 23:36
 
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questa fa veramente ridere! [SM=g27987]


http://www.repubblica.it/esteri/2010/11/28/dirette/wikileaks_28_novembre-9597555/


19:40 Procura valuterà se ci sono estremi di reato

La Procura di Roma, una volta esaminato il contenuto e la natura dei documenti della diplomazia americana in via di pubblicazione, valuterà l'esistenza di eventuali estremi di reato. In particolare, secondo quanto si apprende, i magistrati romani valuteranno la classificazione dei documenti: ovvero se si tratta di carte sotto segreto di Stato o definite 'riservate'. Questo per decidere l'eventuale apertura di fascicoli e la relativa ipotesi di reato che potrebbe essere violazione di segreto di Stato o violazione di documenti riservati. Inoltre la Procura della Capitale esaminerà i documenti per accertare riferimenti alla sicurezza dello Stato italiano o a cariche istituzionali del nostri paese e eventuali fattispecie di reato.


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29/11/2010 00:28
 
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"Incapace, vanitoso, portavoce di Putin"

Berlusconi se la ride e non commenta

Quando ha conosciuto il contenuto delle rivelazioni del sito di Assange, il presidente del Consiglio si è fatto una risata. Il Pd: rivelazioni confermano il livello di discredito a cui ha portato l'immagine dell'Italia nel mondo

ROMA - "Incapace, vanitoso e inefficace come moderno leader europeo". Il giudizio su Silvio Berlusconi dell'incaricato d'affari dell'ambasciata Usa a Roma, Elizabeth Dibble, reso noto da Wikileaks, non lascia spazio a interpretazioni. Così come non siamo certo dinanzi a giri di parole quando i diplomatici Usa, nei loro cablogrammi, lo dipingono "fisicamente e politicamente debole", un politico le cui "frequenti nottate e l'inclinazione a festeggiare a tutto spiano significano che non si riposa a sufficienza".

Eppure, la prima reazione dell'interessato al fatto che vieni dipinto come un portavoce di Putin in Europa (con la Clinton che chiede di conoscere i rapporti commerciali tra i due) e propenso ai festini, è una risata. Proprio così. Il presidente del Consiglio Silvio Berlusconi, scrive l'Ansa citando fonti autorevoli, quando gli è stato riferito il contenuto delle rivelazioni di Wikileaks sull'Italia, si è fatto una risata.

Non ha riso invece l'opposizione. Anzi. Il primo commento della segreteria del Partito democratico alla rivelazioni del sito di Assange è decisamente tranchant: "I contenuti dei documenti resi noti oggi confermano il livello di discredito a cui Berlusconi ha portato l'immagine dell'Italia nel mondo". (29 novembre 2010)
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29/11/2010 00:33
 
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Re:
lucaDM82, 29/11/2010 0.28:



(...) scrive l'Ansa citando fonti autorevoli (...)





e chi sarebbe questa fonte? la mignotta di turno?

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29/11/2010 00:44
 
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Continuano le rivelazioni 'pericolose' dei diplomatici Usa sui potenti del mondo: il dittatore della Corea del Nord, Kim Jong-il, è "un vecchio tizio flaccido che ha sofferto di traumi fisici e psicologici in seguito al suo ictus". Lo riporta il Guardian online. E nello Yemen, base di al Qaeda nella penisola arabica, il presidente Ali Abdullah Saleh "è stato sprezzante, annoiato e impaziente" nell'incontro con John Brennan, il vice-consigliere per la sicurezza nazionale. Robert Mugabe, presidente dello Zimbabwe, è definito "il vecchio pazzo" da Maite Nkoana-Mashabane, ministro sudafricano per la cooperazione internazionale. Mentre il premier israeliano Benjamin Netanyahu è "elegante e affascinante" ma non mantiene mai le sue promesse, secondo un dispaccio dal Cairo che che riporta l'incontro con il presidente egiziano Mubarak.


ahia...
se si incazza il caro leader son cazzi [SM=g27986]
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29/11/2010 15:06
 
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WIKILEAKS: IRAN POSSIEDE MISSILI IN GRADO COLPIRE EUROPA


(AGI) New York - L'intelligence americana e' ormai convinta che l'Iran abbia ottenuto dalla Corea del Nord un lotto di 19 missili avanzati, basati su design russo, molto potenti e in grado di colpire le capitali europee o raggiungere Mosca. Non solo: secondo i funzionari Usa, le nuove armi in possesso di Teheran potrebbero accelerare lo sviluppo iraniano di missili balistici intercontinentali. Della questione si parla dal 2006, quando emerse che la Corea del Nord poteva aver venduto missili all'Iran basati su un disegno russo chiamato R-27, un tempo utilizzato a bordo di sottomarini sovietici in grado di portare testate nucleari.
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01/12/2010 18:24
 
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Sandri: poliziotto condannato a 9 anni e 4 mesi
Per giudici Corte Assise Appello fu omicidio volontario



(ANSA) - FIRENZE, 1 DIC - La Corte d'Assise d'Appello di Firenze ha condannato il poliziotto Luigi Spaccarotella a 9 anni e 4 mesi di reclusione per omicidio volontario di Gabriele Sandri.
Il tifoso laziale e' stato ucciso l'11 novembre 2007 nell'area di servizio Badia al Pino dell'A1.
In primo grado il poliziotto era stato condannato a sei anni per omicidio colposo. I genitori di Gabriele Sandri, Giorgio e Daniela, sono scoppiati in lacrime alla lettura della sentenza di condanna del poliziotto.
'E' una giustizia - ha commentato Giorgio - che era dovuta.
A differenza di quanto ho detto dopo il primo grado, la decisione dei giudici di oggi mi fa sentire orgoglioso di essere italiano'.
La lettura della sentenza era stata accolta in silenzio dagli amici e dai tifosi laziali che attendevano all'esterno.
La gioia e' scoppiata all'uscita dall'aula, dove molti amici di Sandri erano in lacrime, ed hanno accolto con un applauso l'uscita dei Sandri.
Giorgio e Daniela, all'esterno del tribunale si sono abbracciati a lungo; Daniela ha avuto anche un piccolo malore.
Felicita' e' stata espressa anche dal fratello di Gabriele, Cristiano.


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“La curva sud ci ha dato una lezione, si può anche perdere, si possono anche subire amare sconfitte, ma con quegli striscioni che hanno esposto ci hanno fatto capire che nei momenti sfavorevoli bisogna aumentare le energie. Loro ci danno la fede noi gli dobbiamo dare il carattere”. Dino Viola
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01/12/2010 18:43
 
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Per me usufruirà dello sconto della pena ecc. e fra poco esce.
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06/12/2010 16:37
 
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Tragedia del Concorde, condannata l'americana Continental Airlines

IPARIGI
La giustizia francese ha riconosciuto oggi la compagnia americana Continental Airlines penalmente responsabile per l'incidente al Concorde che nel 2000 provocò, nei pressi di Parigi, la morte di 113 persone e la fine della carriera dell'aereo supersonico. L'incidente, hanno accertato le indagini, avvenne per la perdita di un pezzo di metallo da parte di un aereo della compagnia statunitense, un Dc-10 decollato appena prima del Concorde. Il tribunale ha inflitto alla Continental una multa di 200mila euro in relazione all'incidente.


Lo schianto avvenne il 25 luglio del 2000 nell'aeroporto parigino Charles de Gaulle. Sul banco degli imputati cinque persone fisiche e una compagnia aerea, la Continental Airlines. Nel processo - apertosi nello scorso febbraio - La Procura ha presentato la versione dei fatti fin qui difesa dalla commissione di inchiesta ufficiale, ovvero che la causa «esterna» dell'incidente va ricercata in un pezzo di metallo - il cui montaggio non era stato autorizzato dall'ente federale per l'aviazione civile statunitense - staccatosi dalla fusoliera di un Dc-10 della Continental, decollato immediatamente prima del supersonico.

Secondo tale ricostruzione, il frammento di titanio avrebbe infatti provocato lo scoppio di uno pneumatico del Concorde, i cui detriti avrebbero colpito il serbatoio di carburante alloggiato nell'ala sinistra innescando un incendio. Dato che l'apparecchio aveva però già superato la V1 (il punto di non ritorno oltre il quale è necessario lasciare la pista) il comandante cercò di effettuare ugualmente il decollo: la successiva perdita di potenza dei motori fece sì che il supersonico si schiantasse poco dopo contro un hotel, provocando la morte delle 109 persone a bordo e di altre quattro che si trovavano nell'edificio.

La Continental - che aveva due suoi dipendenti fra gli imputati - sostiene invece che l'incendio si sarebbe sviluppato prima che il Concorde fosse colpito dal frammento metallico; la commissione di inchiesta ha però anche accertato che la debolezza strutturale del deposito di combustibile in caso di impatti multipli - definita non un «vizio di progettazione» ma un difetto e quindi fonte di potenziali rischi - era nota fin dal 1979 ai responsabili del progetto del supersonico, tre dei quali sono stati quindi citati in giudizio.
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“La curva sud ci ha dato una lezione, si può anche perdere, si possono anche subire amare sconfitte, ma con quegli striscioni che hanno esposto ci hanno fatto capire che nei momenti sfavorevoli bisogna aumentare le energie. Loro ci danno la fede noi gli dobbiamo dare il carattere”. Dino Viola
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10/12/2010 00:38
 
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In realtà non è una verità nascosta
Roma, poltrone ai fascisti
di Emiliano Fittipaldi

Ex di Avanguardia Nazionale, esponenti di Terza Posizione, perfino naziskin vicini a Mokbel. Così Alemanno ha piazzato nei posti che contano della Capitale i suoi amici estremisti neri
(09 dicembre 2010)

Boia chi molla, gridava a fine anni Ottanta il giovane Gianni Alemanno, al tempo capo del Fronte della Gioventù e fedelissimo di Pino Rauti, leader dell'ala movimentista dell'Msi e futuro suocero.

Vent'anni dopo, nessuno può accusarlo di incoerenza: Gianni, diventato sindaco di Roma, non ha mollato nessuno. Non ha tradito, non ha lasciato per strada i vecchi camerati, nemmeno quelli finiti in galera per banda armata e atti terroristici, neppure i personaggi più discussi della galassia d'estrema destra protagonista degli anni di piombo. Anzi.

Nell'anno di grazia 2010 Roma è sempre più nera, con fascisti ed ex fascisti che spuntano dappertutto. Nei posti cardine dell'amministrazione comunale e nell'entourage ristretto del nuovo Dux, nell'assemblea capitolina e nelle società controllate dal Comune, passando per enti regionali e ministeri.

Vecchie conoscenze sono comparse anche nella parentopoli che ha investito l'Atac, dove lavorano - come ha scritto Ernesto Menicucci sul "Corriere" - l'ex Nar Francesco Bianco (in passato arrestato e processato per rapine e omicidi insieme ai fratelli Fioravanti, fu scarcerato per decorrenza dei termini) e l'ex di Terza posizione Gianluca Ponzio. Ponzio oggi è a capo del Servizio relazioni industriali della municipalizzata del Comune, negli anni Ottanta fu protagonista di arresti plurimi per rapina e possesso d'armi.

La sinistra ha gridato allo scandalo, ma i due sono sono solo la punta dell'iceberg di un gruppo di potere sempre più radicato in città, cementato dagli ideali e dall'antica appartenenza, da interessi (anche economici) e da relazioni amicali e familiari. La lista comprende ex militanti di Terza posizione e dei Nuclei armati rivoluzionari, uomini di Forza nuova, naziskin vicini alla cricca di Gennaro Mokbel, capi storici di Avanguardia nazionale, ultrà e combattenti delle battaglie degli anni Settanta e Ottanta. Battuto a sorpresa Francesco Rutelli, disintegrati i potentati di Forza Italia (già messi a dura prova durante la giunta regionale guidata da Francesco Storace) ora sono nella cabina di controllo e, nella nerissima capitale, comandano loro.

Uomini d'oro
I due personaggi più influenti dell'amministrazione non sono assessori, ma due amici del sindaco: Franco Panzironi e Riccardo Mancini. Del primo, a capo dell'Ama, si sa praticamente tutto. Meno noti, invece, sono i trascorsi dell'uomo che Alemanno ha voluto alla guida di Eur spa, società controllata dal Campidoglio e dal ministero dell'Economia che ha nel suo portafoglio immobili per centinaia di milioni. Mancini, classe 1958, ha finanziato la campagna elettorale del 2006 e ha fatto da tesoriere durante quella del 2008.

È un imprenditore di successo: erede di parte del patrimonio della famiglia Zanzi (energia e riscaldamento), ha comprato nel 2003 la Treerre, società di bonifiche e riciclaggio che fattura oltre 6 milioni di euro l'anno. Anche lui, che ha sempre vissuto all'Eur, è stato vicino ai camerati di Avanguardia nazionale: nel 1988 è stato processato - insieme ai leader del movimento Stefano Delle Chiaie e Adriano Tilgher, che oggi lavora in Regione con Teodoro Buontempo - e la Corte d'Assise lo condannò a un anno e nove mesi per violazione della legge sulle armi. Ora, dopo vent'anni, Alemanno gli ha dato le chiavi di un quartiere che conosce bene, quello del "mitico" bar Fungo, dove un tempo si ritrovavano quelli di Terza posizione, i ragazzi di Massimo Morsello e il gruppo di Giusva Fioravanti.

Una curiosità: un socio in affari di Mancini, Ugo Luini (amministratore della holding del gruppo, la Emis) è pure tra i consiglieri della fondazione del sindaco, Nuova Italia.

Mancini e Panzironi, ovviamente, si conoscono bene. A novembre il capo dell'Eur Spa ha assunto Dario, il figlio di Franco, già portaborse al Comune e ora funzionario con contratto a tempo indeterminato. La scelta ha fatto gridare allo scandalo il centrosinistra, ma sono altre le indiscrezioni che preoccupano Alemanno.

Mancini, l'uomo che dovrebbe gestire la Formula 1, è infatti amico di Massimo Carminati, tra i fondatori dei Nar e leader della sezione dell'Eur, simpatizzante di Avanguardia nazionale e sodale della Banda della Magliana: il personaggio del "Nero" del film "Romanzo Criminale" è ispirato alla sua storia. I due sono spesso insieme, tanto che qualcuno sospettava che l'ex estremista (incriminato per vari delitti efferati ma assolto - quasi sempre - da ogni accusa) fosse stato assunto dalla municipalizzata. «Una sciocchezza» chiosano a "L'espresso" gli uomini del sindaco «Mancini lo vede solo perché si conoscono da anni. Nessun rapporto di lavoro».

Naziskin & C.
Un lavoro ben retribuito Alemanno e Panzironi l'avevano invece trovato a Stefano Andrini, assurto agli onori delle cronache perché insieme a un gruppetto di naziskin picchiò selvaggiamente, nell'estate del 1989, due "compagni" davanti al cinema Capranica. Andrini, 40 anni, fa parte di una generazione successiva a quella dei movimenti storici degli anni di piombo. La rissa costò a lui e al fratello gemello una condanna a quattro anni e otto mesi (poi ridotti a tre) per tentato omicidio.

La carriera criminale continua anche dopo la reclusione: entrato nell'orbita del gruppo di Delle Chiaie, Stefano nel 1994 viene arrestato per alcuni scontri con gli autonomi. Un passato burrascoso che nel 2009 non gli impedisce di sedersi sulla poltrona di amministratore delegato di Ama Servizi Ambientali. Andrini, ultrà della Lazio, non c'è rimasto molto. Lo scorso febbraio è stato travolto dall'inchiesta sugli affari della banda capeggiata da Gennaro Mokbel. Secondo i magistrati sarebbe stato proprio lui a organizzare - tramite i suoi agganci a Bruxelles - la falsa candidatura di Nicola Di Girolamo, il senatore tanto caro a Mokbel («Sei il mio servo», gli diceva) e alle famiglie 'ndranghetiste di Isola Capo Rizzuto.

Il sindaco, si sa, non molla mai nessuno. E perdona tutti, forse perché anche lui è stato sfiorato da vicende giudiziarie, come aggressioni e lancio di bombe molotov (sempre assolto). Non bisogna sorprendersi, così, che abbia provato a sistemare anche altri ex skin protagonisti del pestaggio al cinema Capranica. Così Mario Andrea Vattani (arrestato con gli Andrini ma poi assolto al processo), figlio del potente presidente dell'Ice Umberto, è diventato capo delle relazioni internazionali e del cerimoniale del Campidoglio. Assunto fino al 2013, costerà ai contribuenti 488 mila euro tra stipendio e oneri previdenziali.

Anche Demetrio Tullio, pure lui arrestato e prosciolto, ha ottenuto un posto fisso. Stavolta al ministero delle Politiche agricole: è entrato grazie a un concorso bandito nel 2006, quando Alemanno era titolare del dicastero. Tullio lavora alla direzione generale della Pesca marittima, ma nel tempo libero si occupa anche di manifestazioni culturali. Il mensile di Ostia "Zeus" lo indica come «presidente dell'associazione Minas Tirith», dal nome della città assediata del Signore degli Anelli, che qualche giorno fa ha organizzato un convegno intitolato "Serate dannunziane". Secondo il giornale, la tre giorni è stata un successo.

Mi manda Mokbel
Non sappiamo se Alemanno ha perdonato anche Mokbel, che si è vantato di averlo preso a schiaffi durante una manifestazione (era il 1998) in cui Gennaro organizzava il sevizio d'ordine. Di sicuro l'inchiesta sul faccendiere che ha messo in piedi la più colossale truffa dal dopoguerra non gli fa dormire sonni tranquilli.

Mokbel (in passato «destinatario», scrive il gip Aldo Morgigni nell'ordinanza, «di provvedimenti cautelari per fatti omicidiari collegati ad azioni di gruppi terroristici di estrema destra unitamente a soggetti - quali ad esempio Carminati Massimo - ancora oggi oggetto di ricerche da parte delle forze di polizia») ha infatti complici assai vicini al mondo di quella che fu Alleanza nazionale. In primis l'avvocato Paolo Colosimo, finito anche lui in galera per associazione a delinquere: fino a qualche tempo fa tra i suoi clienti c'era Nicolò Accame, l'ex portavoce di Francesco Storace alla Regione Lazio. Rampollo della dinastia Accame (il papà Giano, "fascista di sinistra", fu un intellettuale influente, la sorella Barbara è la moglie del leader carismatico di Terza posizione Peppe Dimitri, morto tragicamente nel 2006) è stato condannato per corruzione, rivelazione e utilizzazione di segreti d'ufficio nell'ambito dell'inchiesta "Lazio-gate".

Non solo. Del gruppo Mokbel fa parte anche Silvio Fanella, considerato dagli inquirenti il cassiere della banda. Il suo nome è spuntato a sorpresa nella compravendita di una società, la Mondo Verde, fondata anni fa dal capo della segreteria di Alemanno, Antonio Lucarelli, e da due suoi cugini. A "L'espresso" risulta che Fanella rilevi il 50 per cento delle quote nel luglio del 2000, quando Antonio ha già lasciato l'impresa. Dopo pochi mesi, Fanella e il suo socio Teodolo Theodoli vendono le azioni a una ditta amministrata da tal Fabrizio Moro. Sarà un caso, ma Moro è un amico di Lucarelli. Sarà una coincidenza, ma per la Mondo Verde targata Moro lavorerà in alcuni progetti - come ha rivelato "Repubblica" - il cognato di Gennaro Mokbel.

I fedelissimi
Lucarelli, classe 1965, imprenditore, è uno dei fedelissimi di Alemanno. Con l'estrema destra ha sempre avuto grande feeling: il segretario del sindaco nel 2000 era il portavoce romano di Forza Nuova, movimento di estrema destra fondato nel 1997 dai latitanti Massimo Morsello, ex Nar, e Roberto Fiore, ex Terza posizione, che sfuggirono a una retata.

Era il 1980, l'anno della strage di Bologna. I due scapparono a Londra, e tornarono solo quando le condanne per banda armata furono prescritte o, nel caso di Morsello gravemente malato, inapplicabili. Lucarelli si dà da fare: con i suoi organizza sit in inneggianti al leader dell'ultradestra austriaca Haider, manifestazioni contro il gay pride (i volantini lo definivano «la saga del pervertito») e risse davanti al Campidoglio (Marcello Fiori, vicecapo di gabinetto di Rutelli, denunciò di essere stato spintonato da Lucarelli).

Nel who's who della cerchia di Alemanno ci sono anche altri ex camerati di rango. Vincenzo Piso, ex militante di Terza posizione e di Ordine nuovo, siede oggi in Parlamento ed è coordinatore del Pdl regionale. Venne arrestato nel 1980, restò in carcere per quattro anni con l'accusa di banda armata, venne poi prosciolto.

Influente consigliere di Piso e del sindaco è poi Marcello De Angelis, anche lui di Terza posizione, cinque anni di carcere alle spalle e una carriera come cantante del gruppo musicale 27Obis, riferimento all'articolo del codice penale sulle associazioni con finalità di terrorismo. Fratello del leader di Terza posizione Nanni, morto in circostanze misteriose in carcere, Marcello ora è senatore e direttore di Area, la rivista fondata da Alemanno e Storace.

Duri e puri
Da un anno al Comune lavora anche Loris Facchinetti (nell'ordinanza del 31 dicembre 2009 si specifica che la collaborazione è «a titolo gratuito»), ex leader di Europa civiltà, un movimento neopagano e paramilitare di estrema destra nato nel 1969 che aveva rapporti pure con la massoneria. Fermato «per reticenza nell'inchiesta di piazza Fontana», come ricorda Ugo Maria Tassinari nel suo libro "Fascisteria", Facchinetti - sposato con la sorella di Fabio Rampelli - oggi è delegato del sindaco di Roma per il Mediterraneo, ed esperto di "Politiche internazionali" della fondazione di Alemanno.

Che ha voluto vicino a sé pure Claudio Corbolotti, aiutante di Lucarelli al Comune, arrestato nel 2004 per gli scontri avvenuti fuori l'Olimpico durante il derby Lazio-Roma. A proposito di ultrà, anche Guida Zappavigna, ex dei Boys della Roma ed ex Fuan, arrestato come presunto Nar e prosciolto in istruttoria, ha avuto un incarico dalla Polverini: ora è presidente del parco del Lago Lungo e Ripa. Grande tifoso di Totti e compagni è anche Mirko Giannotta.

Le cronache ricordano che è stato arrestato nel 2003 insieme al fratello perché accusato di rapine ai danni di banche e gioiellerie, e che dal 2008 è diventato capoufficio del decoro urbano del gabinetto del sindaco. Già. Alemanno, cuore nero, non molla mai nessuno.


da http://espresso.repubblica.it/dettaglio/roma-poltrone-ai-fascisti/2139913


nota del copia-incollatore: non ho mai capito perché proprio l'estrema destra italiana sta tanto in fissa con il nordico e con j. r. r. tolkien (poveraccio poi: era cattolico come pochi e pure antifascista): campi hobbit, minas tirith ecc. -- poi fa veramente ridere quando gente legata al contesto mediterraneo va alla ricerca di radici celtiche e parla di tradizione e identità (o viceversa: parla di identità culturale e tradizione e si fa le pippe estetiche e ideologiche sul nordico, come si può vedere dai manifesti abusivi che periodicamente insozzano la città e dalle croci celtiche appese al collo di vari pugliesi che invece non sfigurerebbero se li si trovassero a loro volta inchiodati a croci celtiche).
non riesco a spiegarmelo, questo fenomeno, ma lo trovo abbastanza buffo. per un po' di tempo ero tentato di pensare che si trattasse di una strana specie di complesso di inferiorità, ma sinceramente come spiegazione mi sembra troppo semplicistica, anzi idiota.
chi mi spiega questo paradosso?

[Modificato da BeautifulLoser 10/12/2010 01:07]

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Ever tried. Ever failed. No matter. Try again. Fail again. Fail better.
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10/12/2010 01:01
 
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Neanche questa è una verità nascosta
...forse nell'italia di oggi non ci sono più verità nascoste perché non ci sono più nascondigli.


Due anni di Alemanno. Voto: 3
di Emiliano Fittipaldi

E siamo stati anche generosi. Perché la capitale è più sporca che mai, il traffico sembra quello di Delhi, le strade sono piene di cartelloni abusivi
(24 giugno 2010)

Mettiamoci nei panni di un turista straniero. (Nota del copia-incollatore: No, ma perché? Mettiamoci pure nei panni miei!) Che sbarca a Fiumicino per la prima volta, emozionato perché il sogno di una vita, visitare Roma, sta per diventare realtà. Seguiamone le tracce e l'itineriario, saliamo con lui e la sua famiglia sul bus turistico scoperto, accompagnamolo in una passeggiata a piazza Navona, o a un picnic nei giardini di Villa Borghese. Vedremo la capitale con i suoi occhi da neofita, e noteremo che la città - al netto dei capolavori mozzafiato che gli avi ci hanno lasciato - è brutta. O, per dir meglio, devastata da un inquinamento estetico che rovina e sfregia ogni bellezza, da un degrado che inizia a dar fastidio anche a chi dovrebbe esserci abituato. Perché Roma sembra vivere un processo di napoletanizzazione, opposto al trend virtuoso che avrebbe dovuto avvicinarla, come prometteva chi ha vinto le elezioni, ai soliti esempi europei. Parigi e Barcellona in testa.

Giorno 1. Partenza dall'aeroporto, direzione centro storico. A parte il degrado in cui versa il Leonardo da Vinci di Fiumicino, sulla Cristoforo Colombo il nostro turista conterà subito centinaia di cartelloni pubblicitari 4 metri per 3. Affissioni che decorano come funghi tutte le strade della città, nascondendo palazzi, chiese, monumenti. Ma quanti sono?, si domandano all'unisono il turista e il cittadino romano. In tutto ne sono censiti 32.600, ma quelli abusivi sembra siano altrettanti. Nessuno li toglie. Una delle zone più devastate è Roma nord, Corso Francia in particolare, dove non risparmiano aree tutelate.

Il nostro turista può anche ammirare, passando nelle vie residenziali di Prati dov'è il suo albergo, accrocchi di due metri quadrati innalzati sopra le edicole, comprese quelle liberty. Una roba mai vista sul pianeta, ma prevista da un'ordinanza del 2006 (giunta Vetroni) e rivista in peggio nel 2010 (da Alemanno): invece che su una delle quattro facciate, gli spot possono essere messi "sulle edicole". Il Comune è in rosso e ha bisogno di incassare: non a caso pali-orologi con sotto un pannello pubblicitario hanno invaso l'intero centro (dal 1980 interamente patrimonio dell'Unesco), con il record imbattuto di via Nazionale: 26 orologi luminosi che segnano 24 fusi orari differenti.

Giorno 2. Il tour parte da piazza di Spagna. Alle ore 9, di fronte alla Barcaccia del Bernini, la famiglia vede tre camion della monnezza che si "passano" i rifiuti. Spettacolo incredibile, per olezzo e rumore, replicato in contemporanea a piazza Navona, Campo dei Fiori e Campidoglio. C'è da smaltire la differenziata raccolta la sera precedente. I turisti dormivano, ma se avessero fatto una passeggiata a Trastevere, verso mezzanotte avrebbero trovato per il quartiere una distesa di rifiuti a cielo aperto: gli addetti dell'Ama arrivano quando capita, e quando capita cittadini e negozianti mettono in strada i loro sacchetti.

Nel pomeriggio, dopo aver contato una decina di folkloristici camion bar tra piazza Venezia e i Fori imperiali - alcuni parcheggiati sulle strisce pedonali - la visita prevede una gita nei giardini storici. Sono le 16: i cassonetti senza coperchio si sono già riempiti, e strabordano monnezza. A volte sono sistemati sopra le fermate degli autobus o sui parcheggi. Oppure - come in via Turati, nei pressi di Termini - invadono la corsia preferenziale. Arrivati a Villa Celimontana, il turista incrocia subito transenne che circondano le aiuole. Non sanno che sono lì da mesi, a nascondere fossi ed erba alta mezzo metro. I romani protestano anche per le condizioni di Villa Borghese, per l'abbandono di Villa Sciarra, del Foro, per non parlare dei giardinetti della Garbatella, dell'Esquilino o della centralissima piazza Cairoli, a via Arenula. Prima di andare a letto, un salto alla Fontana di Trevi: una meraviglia, protetta a destra e sinistra da bar mobili e bancarelle abusive.

Giorno 3. Shopping in via del Corso. Turisti e romani sono imbottigliati nel traffico, causa la solita invasione di torpedoni. Davanti al teatro di Marcello sono parcheggiati in terza fila, pure Largo Argentina è intasato. La giunta è corsa ai ripari, e il nuovo piano anti-autobus partirà il primo luglio. Ma cambierà poco: se il regolamento prevede massimo 300 permessi giornalieri, si liberalizza l'entrata in centro per chi ipotizza una sosta inferiore alle due ore. Chi controllerà davvero? Finite le compere, seguiamo la famiglia in piazza del Popolo. Come sempre, piena di gazebo di plastica.

Proviamo con il Circo Massimo, dove c'è ancora traccia dello stadio da 2500 posti per il beach volley, un accampamento davanti al Palatino. "Da noi non sarebbe possibile", dice. Non sa ancora che a Roma qualcuno progetta grattacieli alti cento metri vista Colosseo, e che sono state aperte discoteche a cielo aperto al Galoppatoio e davanti alla Galleria di Arte moderna di Valle Giulia. No quella no: è stata chiusa.


da http://espresso.repubblica.it/dettaglio/due-anni-di-alemanno-voto-2/2129719


e facciamolo replicare, il nostro druido barese, mecenate dei tassisti romani.


Tutti i problemi e i guai di Alemanno
di Emiliano Fittipaldi

Abbiamo potenziato l'azienda della pulizia, ma i sindacati ci limitano. Cartelloni e show? Promossi dalla Sovrintendenza. Il sindaco si difende
(24 giugno 2010)

Gianni Alemanno è invecchiato. I capelli neri si sono un po' imbiancati, il viso è segnato dallo stress. Nel suo ufficio entrano ed escono decine di persone, il telefono non smette mai di squillare. In due ore d'intervista, si vede arrivare Maurizio Flammini, che sta lavorando al tracciato di Formula 1, bussano questuanti di ogni specie, chiama Altero Matteoli, la stampa chiede notizie della ragazza americana stuprata nell'albergo, altri colleghi vogliono i dettagli del bilancio e le notizie sulle azioni anti-degrado. Partiamo da qui.

Sindaco, Roma è brutta. "Una città africana", ha detto Berlusconi. Com'è possibile che ci siano cartelloni abusivi ovunque?
"I giornali esagerano con i numeri. È vero, dobbiamo rimuovere gli impianti abusivi. Un'operazione che procede a rilento perché le squadre costano molto. Così stiamo preparando un protocollo con la Finanza in modo da far pagare lo smantellamento non a chi ha messo il cartellone (difficile beccarli!), ma alle aziende che comprano lo spazio".

Però sulle edicole sono comparsi mostruosi 2 per 2, permessi da una vostra ordinanza.
"Sono autorizzati anche dalla sovrintendenza. E mostruosi lo dice lei, è tutto soggettivo".

La mattina nelle piazze più belle della città i camion dell'Ama si trasferiscono la monnezza l'uno con l'altro. È normale assistere a uno spettacolo del genere a piazza Navona e Campo dei Fiori?
"E dov'è che si dovrebbe fare il trasferimento della differenziata raccolta al centro storico? Se si vuole la differenziata, qualche disagio va sopportato".

Le sembra normale pure che quartieri come Trastevere e Prati, la sera, siano costellati di sacchetti di spazzatura? Iniziano a fare capolino anche i topi. (Nota del copia-incollatore: È palese che questi non sono mai stati a Piazza Cavour.)
"Noi abbiamo chiesto ai comitati di quartiere: abbiamo difficoltà a gestire la raccolta, anche perché il centro di Roma non è come quello di Milano, non ci sono androni e le vie sono più strette. Che facciamo, sospendiamo? Loro hanno risposto di no. Abbiamo appena iniziato, disfunzioni sono possibili. Ma le ricordo che oggi sulla pulizia c'è un impegno pazzesco, l'Ama è stata potenziata enormemente, abbiamo comprato 730 mezzi. La città è più pulita".

Qualcuno sostiene che i romani siano più incivili di un tempo...
"È un problema che esiste. All'Ama mi dicono che spazzano una strada ma dopo cinque ore è di nuovo sporca, un tempo breve rispetto alla media registrata in altre città. Non è un caso che abbiamo approvato ordinanze per punire chi sporca".

I numeri sono bassini: in quattro mesi solo tre writers fermati e meno di cinque multe al giorno per chi getta una carta a terra.
"La battaglia è difficile. Ora divideremo la città in 400 zone, ognuna con controllori ad hoc per chiamare le squadre specializzate nella tutela del decoro. Stanzieremo 10 milioni".

Il verde è un disastro. Avete potato lecci e pini, ma il degrado dei giardini è evidente.
"C'è troppa frammentazione: i giardini sono servizi gestiti dalle cooperative sociali, e se sono sporchi è per colpa loro. Infatti da poco abbiamo girato il compito all'Ama, che avrà responsabilità sulle aiuole e i giardinetti. Alle cooperative resteranno i parchi".

Le buche, intanto, rimangono un incubo per scooter, moto e automobilisti... (Nota del copia-incollatore: Anche se il vero incubo sono proprio le automobili, le moto e gli scooter.)
"Abbiamo investito 50 milioni, e faremo dieci gare da 5 milioni l'una per "tappare" le emergenze. Credo che il problema principale siano le buche aperte per aggiustare cavi e tubi: quando si apre la strada, il lavoro di ripristino spesso è fatto in maniera scadente. Servono più controllori, ma il Comune ne ha pochi".

Altra questione: il centro è invaso dai camion bar, molti del consigliere Pdl Giordano Tredicine, e dai torpedoni che congestionano tutto. Di chi è la colpa?
"Tredicine le licenze le aveva prima che arrivassi io. E sottolineo che c'è una legge che obbliga il Comune intenzionato a spostare i bar su quattro ruote a offrire al commerciante una zona equivalente. La legge va cambiata, e cambieremo pure il design delle bancarelle. Per quanto riguarda i pullman, dal primo luglio entrerà in vigore il nuovo piano, e le cose miglioreranno".


da http://espresso.repubblica.it/dettaglio/tutti-i-problemi-e-i-guai-di-alemanno/2129729

[Modificato da BeautifulLoser 10/12/2010 01:09]

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Ever tried. Ever failed. No matter. Try again. Fail again. Fail better.
(Samuel Beckett, Worstward Ho)
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14/12/2010 13:09
 
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Thyssen, chiesti 16 anni
per l'ad Herald Espenhahn


Il reato ipotizzato, per la prima volta in un caso di incidente sul lavoro, è omicidio volontario con dolo eventuale. Chiesti 13 anni e 6 mesi per gli altri quattro dirigenti. La madre di una delle vittime si è alzata in aula e ha detto: "Ergastolo, ci vuole l'ergastolo"

La condanna a 16 anni e mezzo di reclusione dell'amministratore delegato Herald Espenhahn è stata chiesta dall'accusa al processo Thyssenkrupp. Il reato ipotizzato, per la prima volta in un caso di incidente sul lavoro, è omicidio volontario con dolo eventuale. Il pm Raffaele Guariniello ha poi chiesto la condanna a 13 anni e 6 mesi per i quattro dirigenti (Marco Pucci, Gerald Priegnitz, Raffaele Salerno e Cosimo Cafueri), e a 9 anni per un quinto, Daniele Moroni. Questi rispondevano di omicidio colposo.

"La pena chiesta è troppo bassa. Spero che i giudici l'aumentino. Gli imputati devono pagare per sette vite". Lo ha detto Grazia Rodinò, la mamma di Rosario, uno dei sette operai uccisi nell'incendio alla Thyssenkrupp. In aula, dopo la richiesta del pm, la signora ha urlato "ergastolo, ci vuole l'ergastolo". "Sono tre anni che quei bastardi si fanno il Natale tranquilli. Noi no. Noi il 24 dicembre siamo al cimitero a piangere i nostri cari - ha detto in aula un'altra parente delle vittime del rogo - se le pene non possono che essere queste bisogna andare a Roma, bisogna rivolgersi a Roma, si devono alzare le pene per chi ammazza le persone".

Anche per la società Thyssenkrupp, chiamata in causa come persona giuridica, ci sono state delle richieste di pena da parte del pm Raffaele Guariniello: il magistrato ha proposto una sanzione pecuniaria di un milione e mezzo di euro, l'esclusione da agevolazioni e sussidi nonché la revoca di quelli in corso e il divieto di pubblicizzare i propri prodotti per un anno. Un'altra sanzione è la pubblicazione per intero della sentenza su grandi giornali di risonanza internazionale.

( repubblica.it )
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“La curva sud ci ha dato una lezione, si può anche perdere, si possono anche subire amare sconfitte, ma con quegli striscioni che hanno esposto ci hanno fatto capire che nei momenti sfavorevoli bisogna aumentare le energie. Loro ci danno la fede noi gli dobbiamo dare il carattere”. Dino Viola
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30/12/2010 10:54
 
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BOTTI DI CAPODANNO 2010/
Le nuove bombe "Cavani" e "Ratzinger", più potenti di "A cap' e Lavezzi" e "Bin Laden"


BOMBA CAVANI E RATZINGER - Capodanno si avvicina e il commercio di botti, petardi, bombe, razzi e fuochi d'artificio è in fermento, così come l'attività della Guardia di Finanaza.

Le Fiamme Gialle hanno appena sequestrato ottocento chili di botti illegali nel quartiere di Tor Bella Monaca a Roma. I botti erano stipati in un garage senza la minima autorizzazione e senza la minima precauzione. I movimenti continui hanno portato le forze dell'ordine direttamente nel covo dove era riposto l'arsenale.

Come tradizione, anche quest'anno i nomi dei botti sono molto originali e prendono spunto dall'attualità: c'è ''la Finanziaria'', ordigno di 15 kg (tra i 150 e i 200 euro, ovviamente al mercato nero). La già collaudata ''bomba di Bin Laden'', ''a cap' e Lavezzi'', la "bomba Cavani" dedicata al nuovo beniamino dei tifosi napoletani e un ordigno dedicato a Papa ''Ratzinger''.
Quella dei tifosi azzurri è una vera e propria tradizione. Famosa ai tempi la Bomba di Maradona, la novità dedicata a Cavani consiste in ben quattro chili di esplosivo. Oggetto del desiderio per il capodanno partenopeo anche se ovviamente fuorilegge.

Le autorità competenti, intanto, continuano la loro opera di prevenzione e di sensibilizzazione invitando tutti alla massima prudenza per evitare che la festa si trasformi in tragedia



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30/12/2010 11:00
 
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India, diventa padre a 94 anni. Il segreto? Dieta di latte e mandorle


ROMA (27 dicembre) - Ramajit Raghav, un contadino indiano di 94 anni, ha annunciato di essere «il padre orgoglioso» di Karamjit, un bimbo nato un mese fa in un ospedale governativo. La madre del piccolo, Shakuntala, ha circa 55 anni. Ramajit risiede nello stato di Haryana, e se la paternità fosse confermata strapperebbe il primato di padre più anziano d'India ad un altro contadino, Nanu Ram Jogi, che tre anni fa a 90 anni ha avuto in Rajasthan il suo 22° figlio.

Ramajit Raghav, scrive il Times of India, non aveva avuto figli dalla prima moglie, defunta, e vive da 15 anni a Kharkhoda, a 40 chilometri da New Delhi, con Shakuntala che all'inizio dell'anno ha scoperto di essere incinta. «Mio figlio è nato in ospedale un mese fa con un parto normale - ha assicurato la donna - e accanto all'allattamento al seno gli sto dando anche latte di mucca». La coppia vive di una pensione e di paghe giornaliere provenienti dal lavoro di bracciante, possiede due mucche e ha definito la nascita del bimbo «un desiderio di Dio».

I medici dell'ospedale di Kharkhoda non escludono che l'arzillo contadino possa essere il padre del neonato, ma invitano «ad attendere il risultato degli esami clinici in corso». Randhir Singh, che vive in un casolare vicino a quello della coppia, ha raccontato di ricordare quando Ramajit, che ancora lavora di buona lena nei campi per giornate intere, molti anni fa diede ospitalità a quella che oggi è sua moglie, vedendola girovagare senza meta nei campi, come una nomade. Oggi, ha assicurato, «sono una bella coppia».

Interrogato sul segreto della sua longevità, il novello padre ha ricordato di essere stato da giovane un lottatore, aggiungendo che la sua dieta quotidiana prevede tre litri di latte, mezzo chilo di mandorle e altrettanto di “ghee” (burro chiarificato).

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ma che cazzo di storie.. [SM=g27989]
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03/01/2011 11:26
 
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Massimo Carrera adesso è nei guai
Una telecamera lo smentisce



Le immagini dello schianto che sulla A4 ha ucciso due ragazze la notte di Capodanno non coincidono con la versione dell'ex difensore, indagato per omicidio colposo. Aveva detto di non aver visto la macchina per il buio ma sono invece tante le auto ferme con le quattro frecce

MILANO, 3 gennaio 2011 - "Sembra una esplosione". È quello che gli agenti della Polizia stradale hanno visto analizzando le immagini di una telecamera puntata sull’A4 tra Dalmine e Bergamo la notte di Capodanno nel momento in cui la Mercedes R dell’ex calciatore Massimo Carrera ha centrato in pieno la Ford KA nella quale sono morte le studentesse Chiara Varani e Patrizia Paninforni, entrambe di 23 anni. Chi indaga ha adesso un quadro più chiaro di quello che è accaduto alle 3.30 di sabato, che non coincide con le dichiarazioni di Carrera ("Era buio, non le ho viste").


Massimo Carrera, 46 anni, ex difensore. Ansa tante luci — Secondo quanto si è saputo dalla Polstrada, la Ford KA con a bordo Chiara, Patrizia e l’amica Nadia (ferita) viaggiava sulla seconda corsia, preceduta da un’auto con la mamma di Chiara e il compagno, il fratellino Luca e la nonna Carmen. In fase di sorpasso la Fiat Punto, guidata da un 38enne vicentino, ha colpito la Ford KA sulla parte posteriore sinistra, ribaltandosi. Il pre test dell’etilometro a cui è stato sottoposto il vicentino, che non ha valore medico-legale, è positivo: tasso alcolico di 1,4 grammi per litro di sangue (il limite è 0,5). Si attende la conferma dagli esami ematici. Le immagini mostrano la Ford KA di traverso tra la seconda e la terza corsia, l’auto con i parenti di Chiara ferma più avanti sulla corsia d’emergenza e altre macchine che mettono le quattro frecce e frenano. "Sembra di vedere un albero di Natale, con le luci a intermittenza", dice chi ha visionato il filmato. Dopo 2-3 minuti c’è un altro impatto lieve tra una Mercedes ML (il guidatore aveva un tasso di alcol nel sangue di 0,39) e la Ford KA. La mamma di Chiara fa uscire dall’auto Nadia e parla con la figlia, che è al posto di guida e ha un piede imprigionato. Anche Patrizia è viva, ma non riesce a liberarsi.


La Ka delle due giovani colpita dalla Mercedes di Carrera. Ansa lo schianto — Circa 7-8 minuti dopo il primo incidente si vede la Mercedes R a 7 posti di Carrera piombare sulla Ford KA. "Sembra una esplosione", dice chi indaga. L’ex juventino era in auto con la moglie Pinuccia, la secondogenita e tre amiche della figlia. Secondo la Polstrada non è stato sottoposto all’etilometro (ma qualcuno ha fatto sapere ai giornalisti che il valore del test sarebbe vicino a 1, prima di smentire), solo agli esami del sangue, i cui esiti saranno noti tra qualche giorno. Carrera e gli altri due conducenti, comunque, sono indiziati a piede libero per omicidio colposo.

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04/01/2011 10:46
 
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Arkansas tra misteri e paura:
piovono merli morti, poi morìa di pesci





WASHINGTON (3 gennaio) - È ancora mistero sulla pioggia di merlì che ha investito Beebe, una cittadina dell'Arkansas, la notte della vigilia di Capodanno. Almeno duemila merli dalle ali rosse sono caduti stecchiti dal cielo a partire dalle 23.30, precipitando nella strade, sui tetti e nei giardini. L'inatteso fenomeno ha scioccato i 5mila abitanti di Beebe, una cittadina che prende il nome dall'ingegnere che costruì la ferrovia locale. La mattina di Capodanno è stato riunito un consiglio comunale straordinario che si è rivolto alle autorità ambientali dell'Arkansas. Domenica sera tutti i merli erano stati raccolti da personale specializzato ed ora sarà l'autopsia di alcuni esemplari a chiarire il mistero. Secondo l'ornitologa Karen Rowe, che sta seguendo il caso, è improbabile che i merli siano stati avvelenati dato che sembrano far parte di uno stesso stormo che è caduto in volo. Si pensa che i volatili possano essere stati coinvolti da un fenomeno meterologico- come grandine ad alta quota o un fulmine- o colpiti da botti di Capodanno.

Dopo la pioggia di migliaia di uccelli morti, l'Arkansas sta vivendo un altro strano fenomeno: la moria di circa 100.000 pesci. Il nuovo fenomeno è accaduto nel fiume Arkansas, nei pressi di Ozark, una località del nord-ovest dello Stato a 200 km da Beebe, la cittadini in cui si è verificata la pioggia di merli morti. Colpita nel fiume è stata solo una specie, i pesci tamburo, i cui corpi sono stati ritrovati a galleggiare per oltre 30 km di fiume. Le autorità stanno ora cercando di capire che cosa abbia provocato la moria. «Se si fosse trattato di un normale inquinante - ha spiegato Keith Stephens, della Commissione per gli animali selvatici e i pesci dell'Arkansas- avrebbe colpito tutti i pesce, non un tipo solo». Intanto per ora rimane il mistero sulla 'pioggià di merli morti, 5.000 esemplari in tutto secondo le ultime notizie. Alcuni esperti sostengono che i volatili potrebbero esser stati uccisi dal tempo o dai fuochi d'artificio. Molti dubitano che questa moria sia collegata con quella di pesci.
(ilmessaggero.it )

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05/01/2011 10:35
 
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Viaggio nell'inferno di Malagrotta, discarica in proroga

Illegale per Italia ed Europa, continua a ricevere immondizia

ROMA
Il confine fra legale e illegale è notoriamente mobile, e il caso della discarica di Malagrotta illustra il concetto: illegale secondo le leggi europee, illegale secondo gli standard sanitari, la discarica continua a funzionare grazie alla proroga delle proroghe. Nel 1999, l’Unione stabilì che le discariche ospitassero solamente i rifiuti non riciclabili. L’Italia fece sua la norma nel 2003 e la applicò nel 2005. A Malagrotta finisce l’80 per cento dei rifiuti di Roma (più quelli del Vaticano, di Fiumicino e di Ciampino) e si tratta di rifiuti di ogni genere. A Roma, secondo dati ufficiali (del 2008) e tuttavia ottimistici, la raccolta differenziata non va oltre il 20 per cento. Così, ogni anno, in un righino introvabile e abilmente occultato della Finanziaria, si concedono a Malagrotta altri dodici mesi. E lo stesso fa la Regione, poiché la zona registra un clamoroso tutto esaurito. Ma un buchino nuovo per un altro carico lo si trova sempre. E intanto Comune e Regione hanno promesso di trovare un’altra area «discaricabile».

Il mostro
La discarica di Malagrotta è considerata la più grande d’Europa. È nel territorio comunale di Roma, a Nord Ovest, non lontano da Fiumicino, a sei chilometri in linea d’aria da San Pietro. Non si sa quanto sia estesa. Secondo qualcuno 160 ettari, per altri 240. Se gli ettari fossero 200, l’area equivarrebbe a quella occupata da circa 250 campi da calcio. Un paese da duemila abitanti. Ogni giorno, i camion della nettezza urbana scaricano fra le 4 mila 500 e le 5 mila tonnellate di rifiuti. Secondo le stime dei comitati che si battono per lachiusura della discarica, dagli anni Sessanta lì sarebbero stati riversati 60 milioni di tonnellate di rifiuti. Che cosa significa 60 milioni di tonnellate? Significa 80 milioni di utilitarie come la Fiat Uno. È l’equivalente di 750 milioni di uomini dal peso medio di 80 chili, cioè l’intera attuale popolazione europea. Oppure di 30 milioni di elefanti indiani. O ancora, di un milione e 200 mila capodogli. Ora la chiamano l’ottavo colle di Roma, sebbene secondo un’orografia variabile: il mostro si espande, si innalza, modifica l’orizzonte di giorno in giorno.

Disastro bipartisan
Si dice spesso che se l’avvocato Manlio Cerroni, 86 anni, titolare del capitale sociale della discarica, decidesse domattina di chiudere i cancelli di Malagrotta, in una settimana Roma surclasserebbe Napoli. Non succederà. Nel 2007, il comune ha versato a Cerroni 72 euro per ogni tonnellata di rifiuti entrata in discarica. Lui dice che è un prezzo di favore perché ama la capitale. Vero, però il mercato è tutto suo. Dai rifiuti ricava metano. Con i contributi statali ha costruito un impianto con cui produce energia elettrica, e la rivende. Il radicale Massimiliano Iervolino, che segue da anni la vicenda, parla di un «disastro bipartisan»: al Comune e alla Regione si sono alternati sindaci e governatori di destra e soprattutto di sinistra, ma la discarica continua a funzionare per mancanza di un piano alternativo e a prescindere dal colore di chi comanda. Nel 1999, venne nominato un commissario straordinario dotato di un subcommissario, di tre vicecommissari e di una commissione scientifica perché nel giro di un anno studiasse un piano per uscire dall’emergenza dei rifiuti e condurre Roma a differenziare, entro il 2003, il 35 per cento dei rifiuti prodotti. La spesa è stata di 64 milioni di euro. Il commissario, anziché un anno, ce ne ha messi nove. Ma il suo piano è inapplicato. Nel 2002, Walter Veltroni compose un gruppo di otto saggi perché individuasse il modo di differenziare il 45 per cento dei rifiuti. Il loro lavoro non è mai stato diffuso né preso in considerazione. Oggi, come accennato, Roma differenzia il 20 per cento dei rifiuti. È un dato basso anche perché il vetro, la plastica e i metalli si raccolgono in un unico cassonetto e, quando vengono pressati, il vetro rovina la plastica e la plastica rovina il vetro e si riesce a riciclare solo il metallo. Ora l’assessore Pietro Di Paolo della giunta Polverini indica nel 60% di differenziata l’obiettivo del 2011 e nel 65% quello del 2012, ma a Iervolino ha già spiegato l’ovvio: il traguardo è irraggiungibile.

La convivenza
Al palazzo della Regione, che in linea d’aria dista da Malagrotta un paio di chilometri, nelle giornate di vento arriva la puzza della discarica. I 50mila abitanti della zona di Malagrotta la sentono tutti i giorni, da decenni. La loro quotidianità è l’andirivieni spossante dei camion della nettezza. Nel 2007 Veltroni applicò un’ordinanza di 25 anni prima, che imponeva la copertura quotidiana dei rifiuti con la terra. Non lo si fa proprio tutti i giorni, ma in ogni caso migliaia di gabbiani si disputano la spazzatura. Sulla qualità dell’aria si litiga da anni. Su quella dell’acqua i dubbi sono risolti dall’Arpalazio, l’agenzia di protezione ambientale. A luglio ha evidenziato «un peggioramento dello stato di contaminazione del sito» rispetto ai dati del 2009. Che erano già peggiori di quelli del 2008. Il 12 novembre, a «tutela dell’incolumità pubblica», il sindaco Gianni Alemanno ha imposto che entro 30 giorni si avviassero i controlli a Malagrotta (controlli che l’Arpa cominciò a sollecitare nel 2003). I controlli non sono si sono avviati. Il 25 marzo 2005, senza che nessuno se ne accorgesse, la giunta regionale di Francesco Storace stese due ordinanze con cui consentiva l’allargamento della discarica e la costruzione di un gassificatore per la produzione dell’energia elettrica. Lo si scoprì dopo la vittoria di Piero Marrazzo, che garantì ai residenti di Malagrotta che avrebbe bloccato tutto. Ma non bloccò nulla. Il gassificatore è stato completato e si dibatte su quanto inquini e quanto sia pericoloso. Di tutto questo rimane una fantastica intervista fuori onda di Mario Di Carlo, assessore della giunta Marrazzo con delega sui rifiuti, che a Report raccontò la passione comune con Manlio Cerroni: «Andare a magna’ a coda alla vaccinara».
(lastampa.it )

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[SM=g27996]

per nn parlare dello schifo dell'Inviolata a due passi da casa mia..
Una discarica creata a due passi dal centro abitato e vicino ad un cementificio dentro ad Parco archeologico naturale..( che si sono ricordati di istituire con legge regionale dopo dieci anni di attività della discarica quando a forza di scavare per gettarci immondizia hanno trovato la Triade capitolina )..
E cosi dopo aver istituito il Parco la legge regionale stabiliva che la discarica avrebbe dovuto chiudere all'esaurimento degli invasi e invece ..grazie ad una modifica all'allegato topografico della legge regionale ( ! )la discarica nn è stata spostata ma semplicemente.." tirata fuori dal Parco..
E l'unica cosa certa è che là continuano a scaricare tonnellate di rifiut, le associazioni di ambientalisti e cittadini si sbattono a fare ricorsi al Tar e giusto a 200 metri dall'Inviolata nel frattempo sono iniziati i lavori per lo svincolo dell'A1...
[Modificato da Sound72 05/01/2011 10:46]
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05/01/2011 11:52
 
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io da maggio vivo a 4-5 km in linea d'aria da Malagrotta .
Sì ho una bella casa ma morirò presto
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Re: Neanche questa è una verità nascosta
BeautifulLoser, 10/12/2010 1.01:

...forse nell'italia di oggi non ci sono più verità nascoste perché non ci sono più nascondigli.


Due anni di Alemanno. Voto: 3
di Emiliano Fittipaldi

E siamo stati anche generosi. Perché la capitale è più sporca che mai, il traffico sembra quello di Delhi, le strade sono piene di cartelloni abusivi
(24 giugno 2010)

Mettiamoci nei panni di un turista straniero. (Nota del copia-incollatore: No, ma perché? Mettiamoci pure nei panni miei!) Che sbarca a Fiumicino per la prima volta, emozionato perché il sogno di una vita, visitare Roma, sta per diventare realtà. Seguiamone le tracce e l'itineriario, saliamo con lui e la sua famiglia sul bus turistico scoperto, accompagnamolo in una passeggiata a piazza Navona, o a un picnic nei giardini di Villa Borghese. Vedremo la capitale con i suoi occhi da neofita, e noteremo che la città - al netto dei capolavori mozzafiato che gli avi ci hanno lasciato - è brutta. O, per dir meglio, devastata da un inquinamento estetico che rovina e sfregia ogni bellezza, da un degrado che inizia a dar fastidio anche a chi dovrebbe esserci abituato. Perché Roma sembra vivere un processo di napoletanizzazione, opposto al trend virtuoso che avrebbe dovuto avvicinarla, come prometteva chi ha vinto le elezioni, ai soliti esempi europei. Parigi e Barcellona in testa.

Giorno 1. Partenza dall'aeroporto, direzione centro storico. A parte il degrado in cui versa il Leonardo da Vinci di Fiumicino, sulla Cristoforo Colombo il nostro turista conterà subito centinaia di cartelloni pubblicitari 4 metri per 3. Affissioni che decorano come funghi tutte le strade della città, nascondendo palazzi, chiese, monumenti. Ma quanti sono?, si domandano all'unisono il turista e il cittadino romano. In tutto ne sono censiti 32.600, ma quelli abusivi sembra siano altrettanti. Nessuno li toglie. Una delle zone più devastate è Roma nord, Corso Francia in particolare, dove non risparmiano aree tutelate.

Il nostro turista può anche ammirare, passando nelle vie residenziali di Prati dov'è il suo albergo, accrocchi di due metri quadrati innalzati sopra le edicole, comprese quelle liberty. Una roba mai vista sul pianeta, ma prevista da un'ordinanza del 2006 (giunta Vetroni) e rivista in peggio nel 2010 (da Alemanno): invece che su una delle quattro facciate, gli spot possono essere messi "sulle edicole". Il Comune è in rosso e ha bisogno di incassare: non a caso pali-orologi con sotto un pannello pubblicitario hanno invaso l'intero centro (dal 1980 interamente patrimonio dell'Unesco), con il record imbattuto di via Nazionale: 26 orologi luminosi che segnano 24 fusi orari differenti.

Giorno 2. Il tour parte da piazza di Spagna. Alle ore 9, di fronte alla Barcaccia del Bernini, la famiglia vede tre camion della monnezza che si "passano" i rifiuti. Spettacolo incredibile, per olezzo e rumore, replicato in contemporanea a piazza Navona, Campo dei Fiori e Campidoglio. C'è da smaltire la differenziata raccolta la sera precedente. I turisti dormivano, ma se avessero fatto una passeggiata a Trastevere, verso mezzanotte avrebbero trovato per il quartiere una distesa di rifiuti a cielo aperto: gli addetti dell'Ama arrivano quando capita, e quando capita cittadini e negozianti mettono in strada i loro sacchetti.

Nel pomeriggio, dopo aver contato una decina di folkloristici camion bar tra piazza Venezia e i Fori imperiali - alcuni parcheggiati sulle strisce pedonali - la visita prevede una gita nei giardini storici. Sono le 16: i cassonetti senza coperchio si sono già riempiti, e strabordano monnezza. A volte sono sistemati sopra le fermate degli autobus o sui parcheggi. Oppure - come in via Turati, nei pressi di Termini - invadono la corsia preferenziale. Arrivati a Villa Celimontana, il turista incrocia subito transenne che circondano le aiuole. Non sanno che sono lì da mesi, a nascondere fossi ed erba alta mezzo metro. I romani protestano anche per le condizioni di Villa Borghese, per l'abbandono di Villa Sciarra, del Foro, per non parlare dei giardinetti della Garbatella, dell'Esquilino o della centralissima piazza Cairoli, a via Arenula. Prima di andare a letto, un salto alla Fontana di Trevi: una meraviglia, protetta a destra e sinistra da bar mobili e bancarelle abusive.

Giorno 3. Shopping in via del Corso. Turisti e romani sono imbottigliati nel traffico, causa la solita invasione di torpedoni. Davanti al teatro di Marcello sono parcheggiati in terza fila, pure Largo Argentina è intasato. La giunta è corsa ai ripari, e il nuovo piano anti-autobus partirà il primo luglio. Ma cambierà poco: se il regolamento prevede massimo 300 permessi giornalieri, si liberalizza l'entrata in centro per chi ipotizza una sosta inferiore alle due ore. Chi controllerà davvero? Finite le compere, seguiamo la famiglia in piazza del Popolo. Come sempre, piena di gazebo di plastica.

Proviamo con il Circo Massimo, dove c'è ancora traccia dello stadio da 2500 posti per il beach volley, un accampamento davanti al Palatino. "Da noi non sarebbe possibile", dice. Non sa ancora che a Roma qualcuno progetta grattacieli alti cento metri vista Colosseo, e che sono state aperte discoteche a cielo aperto al Galoppatoio e davanti alla Galleria di Arte moderna di Valle Giulia. No quella no: è stata chiusa.


da http://espresso.repubblica.it/dettaglio/due-anni-di-alemanno-voto-2/2129719


e facciamolo replicare, il nostro druido barese, mecenate dei tassisti romani.


Tutti i problemi e i guai di Alemanno
di Emiliano Fittipaldi

Abbiamo potenziato l'azienda della pulizia, ma i sindacati ci limitano. Cartelloni e show? Promossi dalla Sovrintendenza. Il sindaco si difende
(24 giugno 2010)

Gianni Alemanno è invecchiato. I capelli neri si sono un po' imbiancati, il viso è segnato dallo stress. Nel suo ufficio entrano ed escono decine di persone, il telefono non smette mai di squillare. In due ore d'intervista, si vede arrivare Maurizio Flammini, che sta lavorando al tracciato di Formula 1, bussano questuanti di ogni specie, chiama Altero Matteoli, la stampa chiede notizie della ragazza americana stuprata nell'albergo, altri colleghi vogliono i dettagli del bilancio e le notizie sulle azioni anti-degrado. Partiamo da qui.

Sindaco, Roma è brutta. "Una città africana", ha detto Berlusconi. Com'è possibile che ci siano cartelloni abusivi ovunque?
"I giornali esagerano con i numeri. È vero, dobbiamo rimuovere gli impianti abusivi. Un'operazione che procede a rilento perché le squadre costano molto. Così stiamo preparando un protocollo con la Finanza in modo da far pagare lo smantellamento non a chi ha messo il cartellone (difficile beccarli!), ma alle aziende che comprano lo spazio".

Però sulle edicole sono comparsi mostruosi 2 per 2, permessi da una vostra ordinanza.
"Sono autorizzati anche dalla sovrintendenza. E mostruosi lo dice lei, è tutto soggettivo".

La mattina nelle piazze più belle della città i camion dell'Ama si trasferiscono la monnezza l'uno con l'altro. È normale assistere a uno spettacolo del genere a piazza Navona e Campo dei Fiori?
"E dov'è che si dovrebbe fare il trasferimento della differenziata raccolta al centro storico? Se si vuole la differenziata, qualche disagio va sopportato".

Le sembra normale pure che quartieri come Trastevere e Prati, la sera, siano costellati di sacchetti di spazzatura? Iniziano a fare capolino anche i topi. (Nota del copia-incollatore: È palese che questi non sono mai stati a Piazza Cavour.)
"Noi abbiamo chiesto ai comitati di quartiere: abbiamo difficoltà a gestire la raccolta, anche perché il centro di Roma non è come quello di Milano, non ci sono androni e le vie sono più strette. Che facciamo, sospendiamo? Loro hanno risposto di no. Abbiamo appena iniziato, disfunzioni sono possibili. Ma le ricordo che oggi sulla pulizia c'è un impegno pazzesco, l'Ama è stata potenziata enormemente, abbiamo comprato 730 mezzi. La città è più pulita".

Qualcuno sostiene che i romani siano più incivili di un tempo...
"È un problema che esiste. All'Ama mi dicono che spazzano una strada ma dopo cinque ore è di nuovo sporca, un tempo breve rispetto alla media registrata in altre città. Non è un caso che abbiamo approvato ordinanze per punire chi sporca".

I numeri sono bassini: in quattro mesi solo tre writers fermati e meno di cinque multe al giorno per chi getta una carta a terra.
"La battaglia è difficile. Ora divideremo la città in 400 zone, ognuna con controllori ad hoc per chiamare le squadre specializzate nella tutela del decoro. Stanzieremo 10 milioni".

Il verde è un disastro. Avete potato lecci e pini, ma il degrado dei giardini è evidente.
"C'è troppa frammentazione: i giardini sono servizi gestiti dalle cooperative sociali, e se sono sporchi è per colpa loro. Infatti da poco abbiamo girato il compito all'Ama, che avrà responsabilità sulle aiuole e i giardinetti. Alle cooperative resteranno i parchi".

Le buche, intanto, rimangono un incubo per scooter, moto e automobilisti... (Nota del copia-incollatore: Anche se il vero incubo sono proprio le automobili, le moto e gli scooter.)
"Abbiamo investito 50 milioni, e faremo dieci gare da 5 milioni l'una per "tappare" le emergenze. Credo che il problema principale siano le buche aperte per aggiustare cavi e tubi: quando si apre la strada, il lavoro di ripristino spesso è fatto in maniera scadente. Servono più controllori, ma il Comune ne ha pochi".

Altra questione: il centro è invaso dai camion bar, molti del consigliere Pdl Giordano Tredicine, e dai torpedoni che congestionano tutto. Di chi è la colpa?
"Tredicine le licenze le aveva prima che arrivassi io. E sottolineo che c'è una legge che obbliga il Comune intenzionato a spostare i bar su quattro ruote a offrire al commerciante una zona equivalente. La legge va cambiata, e cambieremo pure il design delle bancarelle. Per quanto riguarda i pullman, dal primo luglio entrerà in vigore il nuovo piano, e le cose miglioreranno".


da http://espresso.repubblica.it/dettaglio/tutti-i-problemi-e-i-guai-di-alemanno/2129729





L'esclusione di Croppi, un peccato d'origine grave e imperdonabile»
«E' stato un assessore meno politicamente discutibile.
La motivazione svela un politichese inascoltabile»


La nuova Giunta Alemanno parte malissimo

«L'esclusione di Croppi, un peccato d'origine grave e imperdonabile»

di PAOLO CONTI

( corriere.it )
La nuova giunta Alemanno parte malissimo. Con un peccato d’origine imperdonabile e grave. Cioè con l’affossamento di un assessore competente, pacato, pronto al dialogo come Umberto Croppi che ha retto l’assessorato alla Cultura con una capacità riconosciuta non solo nell’area di centrodestra ma anche nel centrosinistra. Una dote più unica che rara, in un momento in cui la politica è fatta di contrapposizioni e grossolani insulti da ballatoio.

Infatti le reazioni degli addetti ai lavori sono indignate e scandalizzate; indipendentemente dal colore politico di chi le pronuncia. Il paradosso insopportabile è che Croppi ha finito col pagare il prezzo di Parentopoli col ritiro delle deleghe e la nascita della nuova giunta. Come se le assunzioni «in famiglia» fossero una sua responsabilità. E invece parliamo di un amministratore integerrimo, disinteressato, consapevole del peso che deve avere l’economia nelle scelte. E’ stato ed è un interlocutore ineccepibile per il ministero per i Beni culturali, per istituzioni come il Maxxi e il Macro, per i referenti internazionali. Difficile immaginare un assessore meno politicamente discutibile e più rassicurante sul piano operativo.

Per quale ragione ha perso il posto? La parola va al sindaco Gianni Alemanno: «L’esclusione di Umberto Croppi dalla nuova Giunta nasce esclusivamente da ragioni legate a numeri e alla rappresentanza in Consiglio Comunale. Croppi in questi due anni e mezzo ha lavorato benissimo e ha riscosso un ampio apprezzamento testato anche nei sondaggi ma purtroppo, componendo la Giunta, bisogna anche fare i conti con la necessità di mantenere unita la maggioranza capitolina». La motivazione svela un "politichese" veramente intollerabile. Traduzione: «Devo allargare la base numerica dei voti che mi sostengono, Croppi non è uomo di partito ma un tecnico e non porta consensi, quindi quel posto mi serviva e l’ho dovuto usare». Motivazione inascoltabile, da qualsiasi punto di vista. Anche perché lo stesso Alemanno, in vertiginosa caduta di consensi, ricorda che il gradimento di Croppi nei sondaggi era molto alto. Il fatto che occorra «fare i conti con i numeri», sempre per citare Alemanno, non esclude che nello stesso tempo sia obbligatorio tenere conto dei risultati, del prestigio assicurato a una giunta più che discutibile e discussa, a una città che non può dirsi Capitale solo sulla carta e in virtù di una legge speciale. Insomma, l’Alemanno-bis non poteva partire sotto auspici peggiori. E il sindaco ne porta l’intera, e consapevole, responsabilità politica.



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“La curva sud ci ha dato una lezione, si può anche perdere, si possono anche subire amare sconfitte, ma con quegli striscioni che hanno esposto ci hanno fatto capire che nei momenti sfavorevoli bisogna aumentare le energie. Loro ci danno la fede noi gli dobbiamo dare il carattere”. Dino Viola
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15/01/2011 14:56
 
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Re:
lucolas999, 05/01/2011 11.52:

io da maggio vivo a 4-5 km in linea d'aria da Malagrotta .
Sì ho una bella casa ma morirò presto




Io ce vivo da 20 anni [SM=g27989]
......
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Cucchi, 12 a giudizio e una condanna


Agenti, medici e infermieri accusati di lesioni, abuso d'ufficio e abbandono. Due anni ad un funzionario del carcere
Dodici rinvii a giudizio e una condanna per la morte di Stefano Cucchi, avvenuta il 22 ottobre del 2009 all’ospedale Pertini di Roma, sei giorni dopo essere stato arrestato per droga.


Nel corso dell’udienza davanti al Gup, è stato condannato a due anni un funzionario dell’amministrazione penitenziaria regionale. Claudio Marchiandi, direttore dell’ufficio detenuti aveva chiesto di essere giudicato con il rito abbreviato.

Il gup Rosalba Liso ha rinviato a giudizio 3 agenti della polizia penitenziaria e 9 persone tra medici e infermieri dell’ospedale Sandro Pertini. Sono accusati a vario titolo di lesioni e abuso di autorità, favoreggiamento, abbandono di incapace, abuso d’ufficio e falsità ideologica. Il processo prenderà il via il 24 marzo prossimo davanti alla terza corte d’assise di Roma. Le tre guardie carcerarie Nicola Minichini, Corrado Santantonio e Antonio Domenici sono imputate di lesioni personali, I sei medici dell’ospedale Sandro Pertini, Aldo Fierro, Stefania Corvi, Rosita Caponetti, Flaminia Bruno, Luigi Preite De Marchis e Silvia Di Carlo, tutti tranne la Caponetti sono stati rinviati a giudizio per abbandono di persona incapace. La Caponetti, dirigente medico del Pertini è stata rinviata a giudizio per abuso d’ufficio e falso.

Per abbandono di persona incapace sono stati rinviati a giudizio anche tre infermieri, Giuseppe Flauto, Elvira Martelli e Domenico Pepe. Il processo si svolgerà il 24 marzo davanti alla terza Corte d’Assise di Roma. Condannato con rito abbreviato a due anni di reclusione il funzionario del Dap, Claudio Marchiandi.

«È un momento di grande tensione emotiva: oggi ho visto i dolore negli occhi di mia madre, per noi il processo è una tappa importante per la nostra battaglia di verità. Il processo ci darà ragione». Così Ilaria Cucchi, sorella di Stefano, morto in ospedale a sei giorni dall’arresto, commenta la decisone del Gup di rinviare a giudizio 12 persone e di condannare il direttore dell’ufficio detenuti e del trattamento del provveditorato regionale dell’amministrazione penitenziaria, Claudio Marchiandi. «Ci continuiamo a domandare perchè c’è stata data una verità diversa visto che è evidente che noi attraverso i nostri consulenti non abbiamo mai detto assurdità -dice Ilaria- il Gup Rosalba Liso ha rimandato in ambito dibattimentale ulteriori approfondimenti sulle consulenze dei nostri legali. Mi auguro che i pm abbiano il coraggio di portare avanti la verità e l’umiltà di tornare sui propri passi».


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L'eventuale corresponsabilità di medici e infermieri in questa vicenda è la cosa che mi fa piu' schifo
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“La curva sud ci ha dato una lezione, si può anche perdere, si possono anche subire amare sconfitte, ma con quegli striscioni che hanno esposto ci hanno fatto capire che nei momenti sfavorevoli bisogna aumentare le energie. Loro ci danno la fede noi gli dobbiamo dare il carattere”. Dino Viola
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