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Ultimo Aggiornamento: 04/04/2024 22:35
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19/02/2022 11:40
 
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Re:
giove(R), 19/01/2022 15:54:

Rilancio con Darwin va in città di Menno Schilthuizen, evoluzionista.
Come la giungla urbana influenza l'evoluzione, il sottotitolo.

Perchè voglio capire se i cinghiali a Roma li ha portati la Raggi :D a parte gli scherzi (sono cresciuto a Palocco, pieno di verde, pinete vicine, cinghiali, daini, volpi, aironi, upupe, martin pescatori, ecc..... da sempre altro che aaaa Raggi, ma finiamola qua. mi ricordo una volta su via dei pini, Infernetto, er Frasca un amico della comitiva prese piena una volpe. Era matto er Frasca, scendemmo dall'auto, constammo... poi lui la volle caricare in macchina "cerco un pellicciaio e gli vendo la pelle"... Si The Revenant [SM=x2478856]
Comunque tanto per dire delle varie PUTTANATE (tra l'altro da quando cieco Gualtieri hanno chiuso una volta un tratto di GRA per i cinghiali, e pochi giorni fa incidente auto a CORSO FRANCIA.. no per capire, tanto per capire le PUTTANATE....

Comunque...
Uno studio su piante e animali 'urbani o prossimi alle zone umane'. Uccelli che sviluppano piumaggi resistenti alle tossine, piante che producono semi nuovi, mai conosciuti, ecc.
Animali cittadini sempre più intraprendenti e adattamenti evolutivi molto veloci con piante e animali che sviluppano caratteristiche nuove negli ambienti che ha creato l'uomo.




molto interessante. poi era doveroso visto che nell'ultimo anno mi ero riletto un 'trittico evoluzionistico assemblato personalmente' L'Origine delle Specie-La scimmia Nuda-La vasca di Archimede.

Concetti noti, applicazione degli stessi, e cose nuove: le città come acceleratore evoluzionistico, in quanto con i cambiamenti repentini determinati dalle nostre tecnologie si impongono accelerazione 'adattive' molto spinte. Che da una parte danno luogo a specie molto diverse, quasi distinte dalle originarie, così come i topolini, o i merli, di un certo parco, possono evolvere molto diversamente da quelli di un parco a 3 chilometri, con prerogative fisiche, comporaeamtnelai ecc.)
Allo stesso tempo le città di oggi per quanto diverse (Roma, Shangai, Anchorage, Abidjan, ecc. vivono di idrocarburi, luci, prodotti chimici, oggetti attraenti, architetture , materiali, ecc. fattori molto omogenei) sono in un rapporto di 'teleconnessione'. Finiscono per presentare molti elementi comuni che rendono quasi AUTOMATICO che un passero di Tokio evolva COME a Rio, perchè sebbene molti fattori sono diversi se ne trovano MOLTISSIMI comuni (strade, aiuole, parchi, ponti, fognature, composti chimici, ecc.).
Non lo stesso accade a un passero della Foresta nera in Germania, e uno del Gran Sasso. Sono lontani, gli elementi, NATURALI, sono diversi, c'è poca OMOGENEIZAZIONE da parte dell'uomo.

Non c'era da scoprire insomma che le città (l'uomo in sé) riducono la biodiversità drasticamente man mano che avanzano.
Eppure, nell'ambito di questa perdita irreparabile, nel loro piccolo (e ristretto ventaglio) sono un turbo per l'evoluzione.


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