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Ultimo Aggiornamento: 04/04/2024 22:35
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23/10/2023 14:13
 
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Re:
jandileida23, 23/10/2023 13:00:

Ma non sono brutti libri di per sé, è tutta gente che una storia la sa mettere insieme, che manovra gli artifici narrativi anche con una certa destrezza. Vite di uomini non illustri di Pontiggia è un libro bello, con un approccio interessante.

Il problema mio è che ho sempre la sensazione ehmmmmmm ehhhhh che ci sia come una patina di polvere su quelle pagine. Noi che momento di rottura abbiamo avuto? Al di là di qualche eccezione sono tutti libri che si sarebbero potuti anche pensare, e forse anche scrivere, alla fine del 1800. Quando abbiamo fatto a botte con l'oggi, con il futuro? C'è Pasolini , c'è sempre Pasolini che è come i rigatoni che va bene con tutto, ma Pasolini non era manco uno scrittore. E sono 50anni che è morto.




eh ma stava avanti di 100


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Re:
jandileida23, 23/10/2023 12:22:

Oddio, io non me lo ricordo così. L'ho letto un po' di tempo fa, mi ricordo di questa placida bolla grigia, una cosa tipica di Houllebecq, in cui la vita va avanti così senza che nessuno ci pensi troppo su e poi si muore, all'interno di una società che ha tolto qualsiasi senso ai contatti umani e è diventata una riproduzione del reale (come le carte geografiche). Il protagonista me lo ricordo poi intento a sottrarsi al mondo bolso dell'arte, e non il contrario. O comunque approcciarlo sempre da lontano.

Me ricordo male? Non era come i primi due o tre, che erano proprio delle bombe a mano, ma tra lettura scorrevole e atmosfere stranianti mi ricordo un buon libro. Forse un capolavoro è troppo, ho cavalcato l'entusiasmo di Giacomino, ma nella carenza attuale di buone storie era un bel libro.

Se volete invece morte, distruzione atomica, passi in tedesco, odio per il genere umano e tendenza al sadomasochismo ve consiglio La Distruzione di Dante Virgili, che ve farà fà bella figura anche nei salotti con Cacciari e D'Alema (che ormai forse stanno in casa di riposo). Non so se adesso me arriva la polizia postale (lo danno gratis nell'abbonamento Kobo, nel caso se la pigliassero con loro) ma quello ecco a modo suo è un libro che non capisci se è una cazzata o una genialata.

Poi spinto da questa lettura me so dato alla letteratura italiana: ho recuperato un paio de Parazzoli, un paio di Vassalli e adesso mi sto leggendo il nipote de Nievo che ricostruisce il naufragio dell'Ercole. In sintesi: meglio i francesi, anzi forse pure meglio la letteratura malgascia, quella scritta sulle foglie de palma. Parazzoli qualcosa si salva, ma siamo sempre dalle parti del Piccolo Mondo Antico.



Giacomo(fu Giacomo), 23/10/2023 13:13:



Comunque no, Houellebecq radicalchic proprio no, i radicalchic lo odiano Houellebecq, uno che è scorretto per definizione e non crede a nulla, tranne che al fungo atomico che distrugge la civiltà.





oddio!... quindi mi state dicendo che il "pezzo forte" tra i due libri era questo che non mi sta piacendo?
ahia.

No, ma voglio dire... me ne accorgo, il suo disincanto, la distanza (ha detto bene jandi "bolla"), quel senso nichilista (che non arriva mai ai picchi 'distruttori' di Céline) e che comunque E' la parte, la 'vena' del libro che mi sta mantenendo alla lettura (comunque non sono tipo che in genere accanna, a meno che non sia proprio un libro bruttissimo, o con idee non solo non condivise, ma proprio infondate).

Però.... va detto che, non sarà Radical (e mi fido di chi lo conosce meglio), ma l'ambientazione è quella.
Mostre, gallerie, liquori costosi, vini cileni, pastiche di questo e quello, pure la donna russa fregna coi soldi.
Mi prendo qualche buona sfumatura nichilista (per dire pure Jack London in Martin Eden ambienta gran parte tra i ricchi, tra i 'signorotti' paludati, le famiglie bene.... ma è molto meno 'descrittivo' (cerimonioso?) verso tutto l'armamentario Radical.


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In conclusioneeee... (cit.) invece di picchiare De Sisti (che non c'entra un cazzo), è con ENORME difficoltà che in un romanzo contemporaneo (intendo... dal 1970 a oggi) trovo anche solo UN MILIONESIMO di bellezza, profondità, interesse, dei romanzi del passato.
Non esiste proprio.
Sembra la serie A di oggi a paragone con le sette sorelle.

Forse Jonathan Safran Foer e Umberto Eco.
Insomma da Il nome della rosa e Ogni cosa è illuminata, tutto ciò che ho letto è robetta.

Sarà che oggi, se parli, se scrivi, se ambienti, se racconti.... racconti questa attualità di merda, piatta, superficiale, senza profondità.
Sarà quello.
Sarà una questione di modelli.


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23/10/2023 14:37
 
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Ma il bello di Houllebecq è proprio quello: che manco accusa, o inveisce (cioé lo fa, ma nei romanzi non spesso). Descrive tutto come se stesse a guardà un acquario, un acquario in cui tutti i pesci si sentono pesci molto importanti e non capiscono che invece stanno dentro un acquario dove un pesce vale l'altro e la descrizione di quello che fanno vale più o meno come la descrizione de uno che se taglia le unghie dei piedi. In quel senso è geniale, ti da proprio quel senso di freddo plutoniano.
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23/10/2023 17:30
 
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Ma infatti non l'ho accannato anche per quello e perché si da delle belle botte da solo, descrivendo se stesso come un bisbetico distante, solo e triste.

però cazzo... Giacomo si spertica, te t'allarghi "Capolavoro!" e che cazzo bòni peròl.

Ve posso capì, vi sto capendo, sto fornendo aperture (ve ne siete accorti? [SM=x2478856] ) però COMINCIAMO A PESARE LE PAROLE in questo topic, che parla di una roba seria, e non sono io a doverlo dire a voi.

La prossima volta che esclamate una cosa del genere, prima mordicchiatevela sta lingua, o ste dita.

Dico male io?

"Capolavoro" cazzo e dai...


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Capolavoro e confermo [SM=x2478856]

certo se il metro è L'educazione sentimentale o la Recherche va be', ma limitatamente agli ultimi cinquant'anni...

Una volta ho provato a leggere Horcynus Orca di D'Arrigo, che per tutti è il capolavoro di lingua italiana contemporanea e dopo venti pagine dalla rottura di coglioni mi sono buttato su Sorcinus Sorca.
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24/10/2023 11:09
 
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Vabbé comunque non è che ti si è consigliato Moccia [SM=x2478856]

A parte gli scherzi, capolavoro forse si usa con leggerezza ma tra gli scrittori del dopoguerra io non ti dico che lo metto al primo posto ma tra i primi tre sì: lui, Dick e Roth (Philip). Poi questa qua già è un'opera matura, un po' la durezza si stava affievolendo, anche come rottura rispetto ai canoni precedenti. L'ultimo per esempio non è un granché.

Per me il romanzo deve essere leggibile ma non facile, deve descrivere non tanto la società ma i fiumi carsici sotto di essa, e magari pure dove escono alla fine, anticipare i tempi e farmi dire "beh questa sensazione l'ho provata pure io ma scritta proprio così" e stimolare una minima curiosità se si tratta di situazioni storiche. Una chiave d'accesso, o di lettura appunto, per i rapporti umani, l'anima, il passato e il futuro.

Poi certo il romanzo ottocentesco è altra roba, Céline per me se staglia proprio tipo il monolite de 2001 Odissea nello spazio, sono piani di lettura molto più profondi, complessi, confrontanti, difficili anche solo per struttura e lunghezza. Io non sottovaluterei manco il ruolo della religione, ma non nel senso dei precetti stantii ma della tendenza dell'uomo all'infinito e all'universale, roba che oggi non esiste più o al massimo è trovata pubblicitaria. Ormai l'orizzonte è tutto ridotto a immediatezza, facilità e guadagno. Se dici che certe volte stai fermo e PENSI ormai te guardano strano.

Ma oggi non potresti scrivere di contesse, di perdizione e purificazione, di dinamitardi che cercano la catarsi, temo che non te pubblicherebbero manco, oltre al fatto che non cestanno più. Non è tanto l'appiattimento generale, che è lampante, sono le logiche di mercato, il fatto che tante cose sopravvivono in nicchie sempre più piccole, resistenti magari ma poco remunerative se non secondo logiche più mecenatesche che di rendibilità economica.

[Modificato da jandileida23 24/10/2023 11:18]
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Mi avete sfondato Carrere e poi ve fate le seghe su sti mattoni autoreferenziali [SM=x2478856]
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“La curva sud ci ha dato una lezione, si può anche perdere, si possono anche subire amare sconfitte, ma con quegli striscioni che hanno esposto ci hanno fatto capire che nei momenti sfavorevoli bisogna aumentare le energie. Loro ci danno la fede noi gli dobbiamo dare il carattere”. Dino Viola
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Houellebecq a Carrere se lo lega al cazzo tre volte, fa il giro intorno alla Torre Eiffel, arriva a Bordeaux e se lo rilega al cazzo tre volte [SM=x2478856]

Con tutto che a me Carrere piace, non tutto ma piace, di libro illegibile ne ha scritto uno, Yoga, gli altri che ho letto sono buoni lavori, ben costruiti. Ma stiamo più dalle parti del cronachismo, non è un romanziere.
[Modificato da jandileida23 24/10/2023 11:16]
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24/10/2023 11:26
 
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vabè io volo basso, ultimamente sono andato a una mostra di collezionismo musicale e ho preso un libro sulla scomparsa di Mirella Gregori con tanto di dedica dell'autore che stava lì col banchetto.
Peraltro c'era pure Andrea Roncato che presentava il libro Non solo Loris Batacchi ma non ho osato [SM=g7557]

Però queste mostre sono bellissime, al di là dei cimeli musicali per veri appassionati del vinile, c'è un mondo di vecchie glorie che fermate, la prossima dovrebbe esserci a dicembre.
Solitamente le fanno all'Hotel Mercure a Spinaceto, se vi capita fateci un salto.

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“La curva sud ci ha dato una lezione, si può anche perdere, si possono anche subire amare sconfitte, ma con quegli striscioni che hanno esposto ci hanno fatto capire che nei momenti sfavorevoli bisogna aumentare le energie. Loro ci danno la fede noi gli dobbiamo dare il carattere”. Dino Viola
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Re:
Sound72, 24/10/2023 11:26:

vabè io volo basso, ultimamente sono andato a una mostra di collezionismo musicale e ho preso un libro sulla scomparsa di Mirella Gregori con tanto di dedica dell'autore che stava lì col banchetto.
Peraltro c'era pure Andrea Roncato che presentava il libro Non solo Loris Batacchi ma non ho osato [SM=g7557]

Però queste mostre sono bellissime, al di là dei cimeli musicali per veri appassionati del vinile, c'è un mondo di vecchie glorie che fermate, la prossima dovrebbe esserci a dicembre.
Solitamente le fanno all'Hotel Mercure a Spinaceto, se vi capita fateci un salto.





«Spinaceto pensavo peggio» (bis)
[Modificato da Giacomo(fu Giacomo) 24/10/2023 11:33]
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Ma non è questione de volà alti o bassi. Io me leggo tutto, il libro de Roncato per esempio adesso me lo piglio [SM=x2478856] e sicuro mi piacerà pure.

Però esistono pure le categorie come in tutte le cose. Houellebecq è un romanziere epocale, Carrere è un ottimo scrittore, Fabio Volo fa cacare. Ma pure qua se chiedi ad un altro magari te dice il contrario.

Poi ci sono i gusti, a uno piace più la cronaca, a uno più il romanzo, a uno più la saggistica. Ma meno male direi, sennò sai che cojoni, tutti che leggono gli stessi tre libri.
[Modificato da jandileida23 24/10/2023 14:25]
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Re:
jandileida23, 24/10/2023 11:09:

Vabbé comunque non è che ti si è consigliato Moccia [SM=x2478856]

A parte gli scherzi, capolavoro forse si usa con leggerezza ma tra gli scrittori del dopoguerra io non ti dico che lo metto al primo posto ma tra i primi tre sì: lui, Dick e Roth (Philip). Poi questa qua già è un'opera matura, un po' la durezza si stava affievolendo, anche come rottura rispetto ai canoni precedenti. L'ultimo per esempio non è un granché.

Per me il romanzo deve essere leggibile ma non facile, deve descrivere non tanto la società ma i fiumi carsici sotto di essa, e magari pure dove escono alla fine, anticipare i tempi e farmi dire "beh questa sensazione l'ho provata pure io ma scritta proprio così" e stimolare una minima curiosità se si tratta di situazioni storiche. Una chiave d'accesso, o di lettura appunto, per i rapporti umani, l'anima, il passato e il futuro.

Poi certo il romanzo ottocentesco è altra roba, Céline per me se staglia proprio tipo il monolite de 2001 Odissea nello spazio, sono piani di lettura molto più profondi, complessi, confrontanti, difficili anche solo per struttura e lunghezza. Io non sottovaluterei manco il ruolo della religione, ma non nel senso dei precetti stantii ma della tendenza dell'uomo all'infinito e all'universale, roba che oggi non esiste più o al massimo è trovata pubblicitaria. Ormai l'orizzonte è tutto ridotto a immediatezza, facilità e guadagno. Se dici che certe volte stai fermo e PENSI ormai te guardano strano.

Ma oggi non potresti scrivere di contesse, di perdizione e purificazione, di dinamitardi che cercano la catarsi, temo che non te pubblicherebbero manco, oltre al fatto che non cestanno più. Non è tanto l'appiattimento generale, che è lampante, sono le logiche di mercato, il fatto che tante cose sopravvivono in nicchie sempre più piccole, resistenti magari ma poco remunerative se non secondo logiche più mecenatesche che di rendibilità economica.





ma per quello dico, ci sono le categorie.
Capolavoro è "Capolavoro".
Che poi le categorie ... intendiamoci. Ci sono pure 5 categorie tra Viaggio al termine della notte e Morte a credito (a mio parere).

Perché poi ecco, finisce che siete... prorotti 😂 con termini "ditirambici" (cit. alla Houellebecq 😁) .... E POI me dite "si ok beh erano migliori quelli prima".
Ecco allora consigliatemene uno di prima, non questa cosa abbastanza normale, ben scritta, magari pure 'paludata' a volte ("percorse una traiettoria ellissoidale"... dai però), abbastanza normale e non certo un capolavoro.

Ma lo dico (e qui mi permetto, dopo il tuo articolato excursus) per una questione URGENTE, che è la "ripresa della civiltà, del progresso". Lo dico proprio muovendo da riflessioni, non uguali, ma simili, della stessa famiglia, di quelle che operi tu.

E' una questione di Progresso.
E uno dei motivi del Regresso (culturale e quindi di contenuto di questa cosa che chiamiamo 'umanità') è proprio la Semplificazione. Estrema. Sconvolgente. Micidiale.
(mò non sentitevi messi in croce sto a dì in generale, mò eh?)

Forse è una delle cause, forse è uno degli effetti, ma nel 2023 siamo da PEGGIO CHE 'punto e da capo'.
Invece di EDUCARCI a ragionare di 'complessità', ormai semplifichiamo tutto.
E figurati poi nelle parole, nei concetti.
ma le parole sono concetti precisi. E si sviliscono, si inflazionano...

Quindi è proprio e maggior ragione a voi che rivolgo l'invito ad attenervi a un proverbio dei nativi americani dell'Ovest:
Quando apri bocca crei dei mondi.
[Modificato da giove(R) 25/10/2023 22:53]


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26/10/2023 14:24
 
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Siamo d'accordo, le parole contano.

Ma se mi attengo alla strettezza del termine per me di Capolavori ce ne stanno tre: Delitto e Castigo (forse se la batte con i Demoni), il Viaggio e la Recherche, con quest'ultimo che ho fatto una fatica de Ercole a finirlo ma penso sia la summa del mondo occidentale moderno più o meno. Non è che devi tanto andare a cercare più di là, c'è già dentro tutto: l'uomo, Dio, le miserie, le grandezze, i sogni veri e quelli infranti, il cinismo, la tenerezza. Tutto.

Poi ci sono i capolavori, chiamiamoli così con la minuscola, lavori non di quel genere ma che hanno il loro senso nel momento in cui sono stati scritti, mi hanno personalmente colpito, hanno buone storie, sono scritti bene. Ma per dirti pure che ne so un paio di Mordecai Richler, non è che sono Capolavori in senso assoluto ma sono capolavori nel loro genere, secondo la sensibilità del momento. Ma anche in altri generi, tipo la trilogia der cinese sui mondi alieni. Oppure Gogol, che erano racconti e magari uno è restio a metterli tra i Capolavori, ma tipo al Cappotto che gli devi dì? In 20 pagine te spiega i rapporti (dis)umani basati sul ceto e il denaro. Siamo tutti usciti da quel cappotto [SM=x2478856] (cit.)

Sempre con la variabile che alla fine capolavoro è anche una definizione momentanea e personale: a me capita di rileggere certe cose che me dico ma davvero mi piaceva 'sta roba. E che poi, come dici, è impossibile che qualsiasi autore scriva solo libroni: ce ne sono buoni, meno buoni. Pure loro sono essere umani, magari gli rodeva il culo, avevano litigato con l'editore, sono carriere lunghe una vita.
[Modificato da jandileida23 26/10/2023 14:30]
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va be' allora la Divina commedia, Macbeth, I promessi sposi... è chiaro che stiamo parlando di capolavoro come dice Jandi, tipo la differenza tra 'O MIRAAAACOLO - e 'o miracolo (cit.)


Per quanto pure Mozart.
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Re:
jandileida23, 18/05/2023 18:50:

Capolavoro




tutto molto bello e condivisibile [SM=x2478856] , ma resti sub iudice, perché da un lato qui risulta "Capolavoro", dall'altro ti devo concedere che la C maiuscola potrebbe con molta probabilità essere dovuta a una regola di sintassi.
E, anzi, te la confermo dato che inizi i tuoi post sempre con al maiuscola.

Resta quindi il dubbio ... quantico... perchè l'ottemperanza sintattica non esclude l'intenzione e dunque che dentro quella C ci fossero "entrambe le cose e nello stesso momento".
[SM=g27990] [SM=x2478856]
[Modificato da giove(R) 26/10/2023 15:44]


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26/10/2023 19:27
 
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Può essere [SM=x2478856]
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07/12/2023 22:25
 
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Cioè Giacomo ma famme capì... ma mò il "capolavoro" che tu sai... a pagina 230 me se trasforma in un noir!?!??!?
Camilleri in lingua d'Oc m'avete consigliato!?!? Malim❇💀🉑✝✝✝⚠🈂❇💀✳.... comunque l'ho ripreso, famola finita.

Solo per curiosità, ma McEwan quindi? Che mi devo aspettare, spero di non ritrovarmi tipo Io uccido.

😂😂😂 [SM=g8814]
[Modificato da giove(R) 07/12/2023 22:26]


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07/12/2023 22:34
 
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ho invece adocchiato L'uomo senza qualità di Musil, sarà un bel mattone...
L'albero intricato di Quamman (anche) di National Geographic, un saggio di evoluzionismo con gli ultimi risultati di nuove scoperte e cioè che l'evoluzione non è 'ad albero' come abbiamo studiato da piccoli, ma si muove anche a chiazze o lateralmente.

Poi ho scoperto da un anno Telmo Pievani, un filosofo delle scienze, un'evoluzionista.
Ha scritto questo libro, Finitudine, che immagina che Camus non fosse morto in un incidente e che si trovasse a scrivere un libro "nichilista" con l'amico Jacques Monod, medico e premio Nobel pure lui.
Di Telmo Pievani ci sono un sacco di video su YouTube e mi sono appassionato, essendo poi temi che seguo da sempre.
E poi, toh... tipo affinità elettive, mi ritrovo che lui scrive un libro con Camus, che ho sempre adorato, e Monod, che ho letto proprio di recente (e mi sto rileggendo "Il caso e la necessità").
Ho scoperto in video di Pievani che parla del suo libro, che i due erano collegati, si conoscevano, ma di più, avevano combattuto insieme, erano talmente in simbiosi che, dicevano amici comuni, uno iniziava una frase e l'altro la finiva.

Insomma sono quelle letture "doverose". E' l'ultimo tassello di questo incrocio assurdo la lettura di Finitudine.


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08/12/2023 20:16
 
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L'uomo senza qualità a occhio lo finirai nel 2059 e non per sfiducia
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