Lo stadio

Sono stato due giorni a Mönchengladbach. La città una monnezza rara, forse solo Dortmund è più brutta tra quelle che ho visto. Praticamente ce sta una via, la chiesa in cima ad una collinetta e un grande giardino nella parte nord. C'è pure un museo di arte contemporanea che, visto il posto dove sta, ha anche il suo perché. Tra l'altro da proprio l'impressione di trasandato, una cosa che a me piace sempre della Germania perché se poi ci vai tutta questa epica dello stato iperevoluto non è che la vedi tanto, specie in provincia sembrano sempre gli anni '60. Sono i tedeschi coi baffi e le camice a quadroni, con i ristoranti italiani arredati nel 1968 e rimasti così, i turchi trucidi, l'apfelschorle, la Germania che amo

Però, con tutto che si ritrova in quel buco, la società calcistica ci da in culo, ma di molto. Stadio non bellissimo ma funzionale, nuovo, comodo, con uno stramiliardo di parcheggi e accesso con bus (stiamo parlando però di una realtà tipo Bologna), appena fuori dalla città. L'hanno pure pagato poco, 84 milioni. Poi hanno messo il centro di allenamenti là sotto: la cosa eccezionale è che gli allenamenti sono pubblici, te metti là e te passano davanti, li saluti, poi se fermano dopo e ti fanno pure l'autografo. Era pieno di gente, tutti regazzini belli allegri. Roba che da noi ormai li vedi forse con il binocolo, i nostri eroi.

Per aumentare gli introiti hanno aperto un ristorante, lo store e il museo: organizzano visite guidate, feste di compleanno, cene aziendali, sempre pieno, io ho dovuto prenotare con un mese di anticipo. Se paghi de più ti fanno pure fare il giro con una vecchia gloria. Museo bello, fatto proprio bene con un sacco di reperti d'epoca, tutto spiegato per bene. Poi per finire c'è anche un albergo modernissimo, una figata con vista stadio o campi di allenamento, ogni stanza personalizzata con una partita importante del club.

Distanza dal calcio italiano: 3000 anni luce.