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A chi le do e a chi le prometto: contro l'inflazione di "calle", i particolari sorvolati, giornalisti incapaci o inginocchiati.

Ultimo Aggiornamento: 27/07/2009 16:17
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Città: ROMA
Età: 55
Sesso: Maschile
20/07/2009 11:03
 
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Anche oggi in questa rubrica, appuntamento con i nostri pOmPINION LEADERS, cioè i poveri giornalisti, TUTTI SENZA DISTINZIONI (quelle gliele lasciamo fare a chiacchiere, nei loro proclami che ogni tanto, lancia resta ci fanno per convicerci che loro sono quelli diversi dal resto dei colleghi) servi dei propri padroni, immobili e preoccupati solo di prendere il loro stipendiuccio rubato a fine mese.
SEMPRE LUNGI dallo spiegare, approfondire, fare le pulci, mettere un fottuto microfono “incendiario” davanti la faccia di chi di dovere e incalzarlo affinché spieghi e fornisca valide e inconfutabili motivazioni, sul PERCHÉ BISOGNI RIENTRARE DI 35 MILIONI, loro non scavano e non ci raccontano più nulla. In fondo se non si fanno domande nella loro testa, perché dovrebbero farle agli altri?
Preoccupati come sono di instillarci ormai questa goccia di curaro, da farci digerire giorno dopo giorno, sotto forma della ormai famosa frasetta: “bisogna rientrare di 35 milioni”, puntualmente buttata lì allo scopo di assuefarci, così poi ti ci abitui e ingoi tutto, e nonostante proclamino di continuo la loro romanità e il loro interesse affinché la Roma diventi finalmente grande, si mantengono sottotraccia, assestandosi sulla linea cerebrale del più piatto dei loro lettori/ascoltatori, pur di mantenere stabile il livello di narcosi collettiva e con esso il “loro” stipendio.
Loro…, i giornalisti appecoronati, rubastipendio, che in tv e radio ti fanno una faccia, quella del tipo che non gli sfugge niente, che ha una parola su tutto e per tutti, che è un tipo con il pelo sullo stomaco, che le ha viste tutte e che SA, ma che poi si rivelano puntualmente quello che sono: delle pecore servili disposte a passare sopra e sotto a tutto, anche a mangiare merda, pur di rispettare gli ordini, non pestare piedi ed alterare equilibri.
È un meccanismo simile a quello dell’IVA: il negoziante al dettaglio scarica quella che paga all’ingrosso sul cliente finale, al quale, ultimo anello della catena, non resta che pagare per tutti. Nel caso dell’informazione, fatta da parte di questi vergognosi incapaci senza spina dorsale (dalla politica fino appunto “aaaa Roma”) si assiste a uno scarico … di merda.
Loro, i pOmPINION LEADERS, mangiano merda per campare, e sempre per campare la riversano, questo è il loro unico scopo, su di noi, bella impacchettata, così come gliel’hanno consegnata da dispensarci.
Una bella vita quella del giornalista, a patto di dimenticarsi il coraggio, l’onestà e la lealtà verso il lettore, in nome del quale e dietro al rispetto del quale si trincerano, a chiacchiere, quando dalla propria personale tribuna si dichiarano tutti speciali, inappuntabili.

Vediamo qualche esempio degli ultimi episodi di imbonimento. Poveri loro e chi li segue.


IL TEMPO: Un 4-2-4 che ridisegna la storia del calcio ( [SM=g27993] [SM=g27993] [SM=g27993] !!!!!)

Nell’articolo tra le altre amenità si leggono cose da spavento tipo:

(…) il 4-2-3-1 con Totti unica punta a molti ricordò la grande Ungheria del '54, che come quella Roma giocava senza un vero centravanti di sfondamento. In quella nazionale il Totti della situazione era Hidegkuti, un'ala che mister Sebes aveva reinventato centravanti di manovra per facilitare gli inserimenti e il gioco «palla a terra» con due interni eccezionali come Puskas e Kocsis. (…) Quella Ungheria e quella Roma sono state poi accomunate da un identico destino (…) Dopo che l'ultima stagione ha dimostrato che quel modulo per la Roma aveva fatto il suo tempo, Spalletti si è rimesso a studiare calcio e dal passato ha tirato fuori il 4-2-4 che esaltò il Brasile nel Mondiale vinto in Svezia nel '58. I brasiliani lo avevano adottato già nel '56, guarda caso basandosi sull'analisi di quanto messo in mostra dai già citati ungheresi due anni prima. Un'evoluzione tattica che sembra ricalcare quella della Roma spallettiana. Quel Brasile giocava con quattro difensori in linea che marcavano a zona, due centrocampisti e in avanti due attaccanti esterni che coprivano le fasce e al centro il doppio centravanti sulla stessa linea. Applichiamo il modulo alla Roma: idem per i quattro difensori; De Rossi e Pizarro a centrocampo e in avanti Taddei e Guberti sulle fasce (pronti a rientrare in fase di ripiegamento) e il duo Totti-Vucinic al centro. I nomi, ovviamente, sono diversi, ma l'impostazione è quella.

Capito no? Un semplice cambio di modulo (tra l’altro per ora semplicemente abbozzato e sul quale lo stesso Spalletti ha minimizzato dicendo semplicemente che se alzi il trequartista del 4-2-3-1 al livello della punta e gli esterni fanno gli esterni ecco che il modulo è praticamente lo stesso, e in fondo, per giunta, è nient’altro che un 4-4-2 con esterni più votati all’attacco, a cui si chiederà (se ce la faranno) un doppio lavoro in spinta e ripiego. Tutto qua, ma tant’è… Ungheria, Brasile, Hideguti, Puskas, Pelè… Si parla d’altro insomma, si spostano le attenzioni e tutto ciò con una motivazione semplice semplice: proiettare ai massimi livelli i discorsi sulla Roma, questa Roma a scartamento ridotto, povera, con scarse prospettive, così la gente inconsciamente, a leggere cose come queste, si immagina al pari delle squadre che hanno fatto la storia del calcio, e questo rilascio di endorfine aiuta, soprattutto a non chiedersi come mai dovremmo rientrare di 35 milioni, perché, percome, per quale motivo, in base a qual i conti, ecc.


Continua....
[Modificato da giove(R) 20/07/2009 11:09]


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