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Damiano Tommasi

Ultimo Aggiornamento: 28/06/2022 00:24
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Città: ROMA
Età: 52
Sesso: Maschile
08/06/2022 20:44
 
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Anima candida
Damiano Tommasi dal calcio alla politica: “Cambierò la Verona nera”

Damiano Tommasi, è più difficile giocare in Serie A o provare a diventare il sindaco di Verona?
“Direi affermarsi in serie A, lì c’è più concorrenza”.


Lei non è iscritto ad alcun partito.
“No, mai stato”.


E perché?
“Non ci sono state le condizioni, o forse non ne ho mai trovato uno che mi rappresentasse in pieno”.


Quindi si presenta come civico?
“Sì, e lo rivendico”.


Come ha fatto a mettere insieme tutto il centrosinistra e l’M5S, salvo Italia Viva?
“Perché è prevalsa l’urgenza di un’alternativa, la voglia di voltare pagina. E di restituire a Verona un’altra immagine rispetto a quella che è stata tramandata negli ultimi anni”.

Una città di destra?
“Sì, è un’immagine ideologica, Verona è molto altro. La sua anima è diversa, basta vedere la densità del suo associazionismo, dal terzo settore all’accoglienza. Credo abbia pochi uguali in Italia. Se divento sindaco istituirò un assessorato sul terzo settore”.


Perciò in campagna elettorale ha parlato soprattutto di valori?
“Mi preme di entrare in ascolto profondo con la mia città. La gente è molto delusa, sente la politica lontana”.


Glieli metto in fila, don Milani, comunità, famiglia, cura, prossimità, benessere, solidarietà.
“E ci aggiunga competenza”.


Lei ripete spesso una frase di Papa Francesco.
“Sì, per incontrare davvero le persone bisogna fare spazio dentro di sé”.

Qual è il difetto di Verona che vorrebbe correggere?
“Verona si basta. È una città dal profilo internazionale, che non alza mai lo sguardo oltre le sue mura. Negli ultimi anni più che mai”.


Come pensa di realizzarlo?
“Facendo rete in regione, bisogna farsi sentire nel dibattito nazionale, avendo l’ambizione di essere protagonisti in Europa”.


Però dicono che lei non ha esperienza.
“Chi lo dice?”.


I suoi avversari.
“Le faccio notare che hanno iniziato a usare le mie parole chiave. Flavio Tosi parla di competenza, il sindaco uscente Federico Sboarina di futuro”.


Si offende se le danno dell’idealista?
“E non sarebbe un valore in un amministratore? Solo così si si riesce ad andare oltre i propri limiti, arrivando a giocare in nazionale o a vincere uno scudetto”.


Dal calcio cosa ha imparato?
“È una vita totalizzante, ma t’insegna a fare squadra e al senso per i sacrifici. Impari a padroneggiare la tensione, elaborando gli errori”.


Chi sente dei vecchi compagni della Roma?
“Perrotta, Di Francesco, Candela, Aldair, Del Vecchio, e poi Francesco”.

Totti?
“Sì. A Roma io e la mia famiglia abbiamo passato dieci anni bellissimi”.

Lei ha sei figli.
“Sì, Beatrice 24 anni, Camilla, 23, Susanna 19, Samuele 15, Emanuele 12, Aurora 7”.

È stato impegnativo?
“No, è stata un’avventura affascinante. I figli ti tengono al passo con i tempi e ti invitano a guardare sempre al futuro”.


Come definirebbe la sua scelta?
“Sono cresciuto in una famiglia numerosa, e io e mia moglie l’immaginavamo così quando ci siamo sposati”.


Come spiega la denatalità?
“È la conseguenza di una società che ha poca fiducia nel futuro, ma anche di politiche attive poco incisive. Le grandi città non sono a misura di bambino”.


Il centrodestra diviso quanto può favorirla?
“Andremo al ballottaggio e lì ce la giocheremo. Mi piacerebbe che la gente tornasse in massa alle urne”.


Perché esibisce l’autonomia dai partiti che la sostengono?
“Perché questa autonomia mi rappresenta. Non è un caso che io abbia deciso di spendermi in una tornata amministrativa e non alle politiche”.


Come si definirebbe? Un cattolico impegnato nel sociale?
“Non mi sono mai piaciute le definizioni, siamo più complessi delle etichette. Credo nella relazione autentica delle persone”.


Ha fatto il servizio civile a Tele Pace.
“E mi sento ancora un obiettore”.


Cosa pensa dell’aborto?
“Sono scelte personali, drammatiche. E c’è una legge che va rispettata, indietro non si torna”.


E della legge Zan?
“È un tema di diritti, una discussione nazionale che è molto sentita, ma io sono il candidato a Verona”.


Ma davvero pensa che Verona alla fine non sceglierà la destra?
“Guardi che la voglia di cambiare è molto più grande di quanto si possa immaginare”.


(repubblica.it)

[Modificato da Sound72 08/06/2022 20:45]
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“La curva sud ci ha dato una lezione, si può anche perdere, si possono anche subire amare sconfitte, ma con quegli striscioni che hanno esposto ci hanno fatto capire che nei momenti sfavorevoli bisogna aumentare le energie. Loro ci danno la fede noi gli dobbiamo dare il carattere”. Dino Viola
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