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Governo Roma

Ultimo Aggiornamento: 01/12/2023 11:41
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28/03/2018 15:18
 
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Notare, nell'ambito di una notizia EPOCALE per Roma (Ostia), come certa stampa (praticamente tutta) cerca di descriverla sminuendola. Anzi, semmai puntando il dito su "cosa si perde". In questo caso la collaborazione con Villa Maraini (perché la mafia si nasconde pure dietro quei ragazzi lì).

www.ilfaroonline.it/2018/03/27/ostia-si-demoliscono-fabbricati-della-spiaggia-libera-la-cajenne...

Ostia, si demoliscono i fabbricati della spiaggia libera La Cajenne
Dopo l’Amanusa, tocca alle strutture de La Cajenne, la spiaggia libera di lungomare Paolo Toscanelli davanti all'ex colonia. Tafferugli in municipio

Ostia – Operai e mezzi pesanti al lavoro per la demolizione delle strutture che fanno parte della spiaggia libera La Cajenne, in lungomare Paolo Toscanelli.

L’operazione, condotta da operai e mezzi pesanti di una ditta privata per conto del X Municipio, rientra nel piano di abbattimento dei chioschi che sono stati per un quarto di secolo al servizio delle spiagge libere. L’assessore municipale all’Ambiente, Alessandro Ieva, così giustifica l’iniziativa. “Alcune strutture (chioschi) sulle spiagge libere sono state realizzate in parte o totalmente, abusivamente e pertanto andavano demolite per rimettere nella legalità i luoghi – spiega – É doveroso precisare che ancorché i chioschi siano stati realizzati negli anni sul Demanio Marittimo dello Stato, o dal comune di Roma o da privati, nel momento esatto in cui sono stati infissi nella, o appoggiati sulla, sabbia, sono diventati automaticamente di proprietà dello Stato, perché il Demanio Marittimo fa parte del patrimonio non disponibile (indisponibile) dello Stato Italiano”.

L’attività di demolizione, iniziata il 21 marzo scorso con l’ex Amanusa, proseguirà nei prossimi giorni sugli altri chioschi. Si mette fine, nel caso de La Cajenne ma anche di altre strutture, alla realizzazione di progetti di inclusione e di integrazione nei confronti di ex tossicodipendenti, ex detenuti, disabili e bambini con disagio sociale. A La Cajenne nell’ultimo decennio ha operato la cooperativa che fa capo a Villa Maraini, fiduciaria della Regione Lazio e del Comune di Roma per la realizzazione di piani di riabilitazione degli ex detenuti e per la disintossicazione dalle dipendenze. Diversi reclusi ed ex tossicodipendenti hanno lavorato a La Cajenne, anche in stato di affidamento sociale, e, grazie a quel servizio, sono usciti fuori dalle terribili condizioni in cui erano precipitati.

La Cajenne è anche la spiaggia diventata famosa per la foto scattata all’inizio della stagione estiva 2003 che riproponiamo in questa pagina. In quell’immagine, insieme con l’allora sindaco di Roma Valter Veltroni, l’assessora alle Disabilità Ileana Argentin e il minisindaco Paolo Orneli, figuravano il boss Vito Triassi ed il genero Alfredo Colaci. Veltroni era lì per inaugurare le strutture realizzate al servizio dei disabili e i due erano in rappresentanza della cooperativa che gestiva la spiaggia. Ciò testimonia, oltre l’interesse indiscutibile della malavita al business degli arenili, soprattutto che le strutture che oggi si demoliscono vennero realizzate con il benestare dell’amministrazione, sia comunale che municipale.
Tafferugli in aula stamattina proprio a proposito della demolizione dei chioschi sulle spiagge libere. Nel corso della seduta della Commissione Ambiente il consigliere del Pd Athos De Luca ha lanciato pesanti accuse nei confronti del M5S per presunti interessi a favore della lobby dei balneari. Il capogruppo municipale del M5S, Antonio Di Giovanni, ha replicato che sono atti giudiziari a dimostrare vicinanza di amministratori del Pd alla malavita locale interessata al business delle spiagge libere. Polemiche anche per il fatto che dopo la propia relazione l’assessore Iuva non ha accettato repliche dall’opposizione ed ha abbandonato l’aula. La seduta è stata sospesa.


Visto? poca enfasi al fatto che si demoliscono gli abusi controllati dalla Mafia di Ostia.
Anzi, se notate: quelle strutture vengono descritte come strutture "cheSERVIVANO LE SPIAGGE"....... enfasi su CHE BELLO CHERA QUANDO COMANDAVA LA MAFIA!

Poi si dice che così vai contro le inizative benefiche.

Poi si prova pure a dire che siccome quell'omo de merda di Veltroni j'ha dato i chioschi ai mafiosi di Ostia, allora EPPERO' CE L'AVEVATE AUTORIZATO VOI!!!!

Questa è l'informazione. Ed Ennio ne è ghiotto fruitore.

Ah..., per dire, poi ci sono GLI ATTI: infatti ieri a Ostia hanno pure provato a dare dei MAFIOSI ai 5 Stelle "volete abbattere tutto così poi date tutto alla Mafia!".

Il consigliere 5 Stelle ha risposto così, portando (non come ENNIO) altri fatti:
www.ilfaroonline.it/2018/03/27/antonio-giovanni-la-mafia-sulle-spiagge-ostia-non-ci-appartiene...

"Il Consigliere del Partito Democratico, ha sostenuto nel suo intervento, che il Movimento 5 Stelle ha abbattuto i chioschi di ponente per fare un favore agli stabilimenti balneari, infiltrati dalle mafie, mentre contemporaneamente lo stesso ha asserito che i chioschi davano un servizio alla cittadinanza, essendo privi di queste ingerenze criminali.
Nel mio intervento di replica invece, sono stato molto chiaro su certe dinamiche relative alla gestione di quelle spiagge, e ho letto alcuni passi importanti dell’ordinanza di custodia cautelare in carcere del Tribunale di Roma n. 47412/2015 e 34761/2016 della Giudice per le indagini preliminari dr.ssa Simonetta D’alessandro, nell’ambito del recente arresto dei componenti della famiglia Spada.
Ho chiarito al Consigliere del PD che all’interno della relazione del giudice, in un passaggio relativo intercettazione dell’ex Presidente del X municipio Paolo Orneli (PD), in colloquio con un dirigente del IX Dipartimento di Roma, c’è uno specifico e dettagliato riferimento alla famiglia Triassi, colpevole di aver occupato la spiaggia data in concessione alle Suore dell’Istituto Santa Maria Immacolata, dove, lo stesso presidente, afferma al telefono “dobbiamo metterci a posto … sarà necessario invitare quelle persone, per parlarci insieme alle monache”.


Però poi hai eletto la Casellati e perciò a Guidogna terra bruciata.


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