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Personaggi internazionali

Ultimo Aggiornamento: 20/02/2024 18:24
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11/12/2012 16:10
 
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Neffa e la musicalità del bidone


Gustavo Neffa, comprato in fretta e furia, aspettato per tre anni, bocciato senza appello: in eredità ci lascia un nome noto ancora oggi, in altri campi

In Italia nemmeno maggiorenne per una raccomandazione pesante, smarrito nella nebbia di Cremona, lontano dal calcio in giovane età per amore, ricordato soprattutto per il nome: storia di Gustavo Neffa, l’uomo che ha ispirato un nome d’arte

SU LE MANI chi conosce il cantante Neffa. Bene. Ora su le mani chi conosce l’attaccante Gustavo Neffa. Pochini? Eppure le storie dei due sono strettamente collegate, tanto che tra loro c’è un saldo rapporto d’amicizia. Ma come può una storia di calcio (nemmeno troppo memorabile) finire in musica?

PER CAPIRE LE ORIGINI DEL MITO bisogna tornare al 1989, campionato del Paraguay. Nel glorioso Olimpia Asunción, club dominato dall’ombra discreta ma pesante di HH2, Heriberto Herrera, c’è un ragazzino. Diciassette anni, andatura dinoccolata, mancino prezioso tipico di chi ha grandi scenari davanti a sé: si chiama Gustavo Alfredo Neffa, ha segnato qualcosa come venti gol alla sua prima stagione da titolare, e HH2 si sente autorizzato a consigliare l’affare in anteprima ad una sua ex squadra. È la Juventus di Boniperti, che compra a primo incanto e parcheggia il ragazzo alla Cremonese.

Dal paese senza mare al mare di nebbia padana però il passo sembra essere troppo lungo: sbarcato nella patria del torrone Neffa non riesce più a trovare il bandolo della matassa. Non lo aiuta di certo il sarcasmo con cui lo accoglie il sempre roccioso Tarcisio Burgnich («Io avevo chiesto un mediano esperto!»), meno ancora la palese mediocrità di una squadra retrocessa senza appello con Ascoli, Verona e Udinese. I gol non ci sono, le buone prestazioni si fanno desiderare, ma arrivano al momento giusto: come a San Siro contro il Milan, sotto gli occhi dei grandi capi bianconeri.

QUANTO BASTA PER LA RICONFERMA, arrivata senza batter ciglio così come il rinnovo del prestito: il ragazzo ha qualità, ne son sicuro – dichiarò Boniperti – ha un po’ faticato il primo anno ma vedrete che in B esploderà. Qualche difetto alla miccia, forse? In quasi trenta presenze la miseria di due gol: a vent’anni però si può ancora incassare la fiducia della dirigenza e guadagnarsi un altro tentativo. Di nuovo in Serie A, dato che nel frattempo è arrivata la promozione: però è cambiato l’allenatore, e il nuovo corso coincide con il taglio del paraguayano di troppo.

PASSO INDIETRO: a Torino, sempre in quegli anni, è attiva una band punk. Si chiamano i Negazione, cambiano batterista ogni tre per due, finché non ne arriva uno con il volto vagamente simile a quello di un calciatore. Si chiama Giovanni Pellino, alias “Jeff”, e somiglia proprio a quel Gustavo Neffa che nessuno ormai si aspetta più tornare a Torino da vincitore. Simile il volto, simile il nome, da Jeff a Neffa il passo è fin troppo breve: ormai il nome d’arte di Giovanni è definitivamente diventato Neffa.

IL NOSTRO NEFFA, nel frattempo, è tornato a casa: vinto dai paragoni troppo pesanti (da Sivori fino a nientemeno che Maradona), vinto dall’ostinata nebbia cremonese, vinto dall’ostilità di un tecnico poco avvezzo alla fantasia sudamericana, Gustavo accetta l’offerta dell’Unión Santa Fe, in Argentina. Nel frattempo ha partecipato alle Olimpiadi di Barcelona, dove ha conosciuto la bella tennista Rossana de los Rios, con cui inizia una relazione: l’amore sembra giovargli, tanto che riesce a strappare un contratto con il Boca Juniors per l’anno successivo.

IN ITALIA INTANTO il Neffa cantante ha iniziato una carriera da solista, riscuotendo subito grande successo con Aspettando il Sole. Del giocatore da cui ha preso in prestito il nome non ha più notizia, però gli piacerebbe conoscerlo, confida ad un amico. Viene esaudito: dall’altra parte del mondo il Neffa calciatore scopre grazie ad un amico di aver lasciato almeno un ricordo di sé in Europa, si mette in contatto via mail, incontra l’omonimo, diventano amici. Ha ormai smesso di giocare, Gustavo: l’amore per quella che ora è sua moglie lo spinge a mollare tutto e seguirla in giro per il mondo come suo preparatore atletico, e tanti saluti a quelli del paragone facile e della critica ancor più facile. Una storia d’amore del tipo “sto con lei, e non m’importa niente”. Neffa insegna.

( calciosudamericano.it )

[SM=x2478856] ma che storia..
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“La curva sud ci ha dato una lezione, si può anche perdere, si possono anche subire amare sconfitte, ma con quegli striscioni che hanno esposto ci hanno fatto capire che nei momenti sfavorevoli bisogna aumentare le energie. Loro ci danno la fede noi gli dobbiamo dare il carattere”. Dino Viola
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