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carte da cul

Ultimo Aggiornamento: 17/04/2024 12:03
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Post: 28.374
Città: ROMA
Età: 55
Sesso: Maschile
05/06/2019 18:00
 
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Re:
Lo avete molto criticato...????
"tutte cazzate"?
"banalità"?
"Repubblica fa schifo"? (affermazione che mi trova concorde, ma poi le analisi vanno fatte sempre "mettendo mano al particolare", non sulla base di pregiudizi, pure, ripeto, giustificati, trattandosi di Repubblica, che da ex giornale nobile è diventato un banale contraltare, stessi metodi, di un Libero, o di un Giornale).

Aldilà di ciò, mi sa che la cosa più azzeccata che ha scritto il giornalista è quella che ormai da sempre conoscete e ricade nel concetto di "orgojoni".
Ecco, ammazza che figura da orgojoni riommmmmmanisti che avete fatto. Neppure una presina d'atto, neppure un accrieditamento, niente di niente, nada, nisba? "Tutte cazzate"?

Eeeeeeecco qui, uscire dalla macchia, dove è sempre ben nascosto, come la lince tra la neve, l'ORGOJONISMO quello Vero, quello Ricetta Classica, tipo le San Carlo.

Io invece... facendo la tara OVVIA sul fatto che scrive uno che normalmente non si occupa di calcio (ma questo vuol dire che non sappia certe SPUTATISSIME dinamiche? Le sanno tutti, a volerle sapere, persino uno che è capitato qui dentro due ani fa, 4, o 7.
Sono cose che SCRIVO DA SEMPRE.
Non conta un CAZZO che il tipo non sia "casetta e campetto".
Non vi riconosco, o meglio, come ieri, devo constatare che la confusione non è tanta, è ESTREMA.
Ma, a differenza di Mao, alla vigilia della Rivoluzione io non dico "C'è grande confusione sotto il cielo, la situazione è PROMETTENTE!". in realtà io dico che la situazione è peggio di quanto pensassi se DI BOTTO rinnegate ogni singolo ragionamento fatto qui dentro nel corso di anni e anni.
poi arriva un esterno... vi riprende er pupo.... e voi tipo i genitori daaaa Tuscolana. "ER MI FIJO LO LASSI STA A' CAPITIO?"
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Sound72, 02/06/2019 13.34:




LA REPUBBLICA (F. TONACCI) - L’alito fetido della Roma che non vuole critiche e azzera i fatti lo senti sul collo già mentre scrivi. Ci sono gli argomenti proibiti, in questa città. I totem sacri, gli intoccabili, la Linea. Ecco, la Linea. Quella tracciata ogni mattina dalle nove radio locali, che aprono il microfono al ventre dei romani e ne eccitano gli istinti: ventiquattr’ore al giorno a parlare della Lazio, della Roma, di Roma. Primo comandamento: non si mette mai in discussione la Linea, non va sfiorata. Neanche con la forza del giornalismo di inchiesta, che documenta fatti e circostanze, rivela trame e svela orditi. Un pezzo di città non lo accetta. E quindi lo striscione “Bonini e Repubblica, Roma vi vomita addosso!”. E quindi, ancora, le scritte sui muri della mattina dopo: “Austini, Bonini, Mensurati, chi tocca l’As Roma muore!”. Perché Roma a volte è così, rigurgita di notte quel che mastica di giorno. Ci risiamo. È una storia che è già capitata, e che capiterà ancora.

Questo giornale ha pubblicato giovedì un lungo articolo di Carlo Bonini e Marco Mensurati in cui si raccontavano i retroscena della non certo brillante stagione calcistica della Roma. Si dava conto di una mail interna alla società, con nomi e cognomi dei mittenti e dei destinatari. Non sono state consegnate al lettore delle opinioni, ma dei fatti non smentiti, seppur scomodi e sorprendenti, come quelli che riguardano la condotta dell’ex capitano Daniele De Rossi alla vigilia del suo addio. Lo stesso proprietario statunitense James Pallotta, dopo un frettoloso tentativo di seppellire le notizie con un «sono tutte cazzate», è tornato sui suoi passi, ha fatto mea culpa. Ma l’evidenza, a certi vecchi arnesi che vomitano odio al microfono, non interessa. Sono loro, del resto, che hanno sempre deciso chi sono i buoni e chi i cattivi, nella complicata narrazione di Roma quando gioca a calcio. Ce n’è uno, il più famoso, Mario Corsi. Per tutti “Marione”. È un ex terrorista dei Nar, il gruppo armato neofascista degli anni Settanta, spicciafaccende di Massimo Carminati, come questo giornale raccontò al tempo dell’inchiesta Mafia capitale. Conduce “Te la do io Tokio”, una trasmissione su radio Centro Suono Sport (audience media dell’emittente: 63.000 persone al giorno). «L’articolo di Repubblica è una vergogna. Si butta fango su De Rossi per coprire le magagne di questa società», ha esordito Marione in diretta, chiarendo subito quale fosse la Linea. È una strategia, anche banale: alludere a chissà quali complotti, allontanare l’attenzione dai fatti, suggerire altre letture. E nel contempo inviare messaggi ai naviganti, dividere sempre la tifoseria, ora tra “derossiani” e “tottiani”, ora tra “sensiani”e “pallottiani”. Da più di vent’anni le radio romane sono il rumore di fondo di una capitale oggi decadente e rassegnata, il circo dove discutere di pallone a ruota libera e continua: le romaniste Centro Suono Sport, Rete Sport, Tele Radio Stereo; le laziali Radio Incontro Olympia, Radio 6; le emittenti ufficiali Roma Radio e Lazio Style Radio, la neutrale Radio-Radio. Ogni giorno almeno in 330.000 si sintonizzano su quelle frequenze, secondo i dati 2018 di Tavolo editori radio. È un business che macina soldi e sponsor: gli inserzionisti piazzano spot nelle 100 ore di diretta quotidiana, i commentatori portano a casa pingui gettoni di presenza.

E quando le radio tacciono, sono i muri a parlare, nella forma vigliacca dell’anonimato. «Roma è la città dove appaiono più scritte», ragiona un investigatore della Digos, che sta indagando sulla matrice delle intimidazioni ai cronisti. «Sono un avvertimento per tutta la stampa, per trasmettere paura e impedire che si trattino certe questioni». È già successo. Riccardo Luna lasciò nel febbraio 2008 la direzione del Romanista, il quotidiano che aveva fondato, perché esasperato dalla rabbia aizzatagli contro dalla solita compagnia di giro: con un’inchiesta giornalistica aveva dimostrato, bilanci alla mano, che l’ex presidente Franco Sensi aveva speso per la Roma esattamente quanto aveva incassato, e che dunque la tesi che lo voleva sul lastrico per via degli investimenti nella società era semplicemente falsa. Apriti cielo. L’articolo smontava la Linea allora dominante, per cui apparvero striscioni contro Luna all’Olimpico, e qualcuno in radio cominciò anche a parlar male di suo padre e di sua sorella, con allusioni in perfetto stile criminale di chi si sente padrone e impunito. Stessa sorte per Alessandro Austini del Tempo, e per l’inviato della Rai Alessandro Antinelli, colpevole di aver fatto il proprio lavoro, e cioè aver raccontato nel 2017 di quattro manichini di calciatori impiccati al Colosseo, e del danno alla reputazione di Roma che ne era seguito. Sono arrivati fino a minacciare i suoi famigliari, sui social network. «Certi tifosi sostengono che faccio parte di un complotto, di una sorta di Spectre che vuole il male della Lazio», dice Antinelli. «Non sono interessati ai fatti, anzi li cancellano. Le campagne di odio vengono architettate anche con l’aiuto di qualche collega che lavora in strutture marchiate dal tifo».

Totti, De Rossi, la Roma, la Lazio, gli ultras, “Gabbo” Sandri. Argomenti intoccabili, in città. Come il neofascismo, CasaPound (che ha una suo braccio nella curva Sud), le sigle naziste. Era il 6 dicembre di due anni fa quando una spedizione di neri arrivò sotto la sede di Repubblica, con una bandiera di Forza Nuova e dei fumogeni. Avevamo scritto di loro, avevamo raccontato di alcuni traffici poco chiari, avevamo dato conto di indagini giudiziarie che li riguardavano. Erano fatti inoppugnabili. Ma anche allora si sollevò l’alito appestante della minaccia.

...........

Ormai Repubblica è l'ultima speranza rimasta per chi crede nel calcio pulito. Repubblica salvaci tu!

Con tanto di favore restituito tra le righe al povero martire Austini.

L'Ambiente Romano, causa di tutti i mali! Il problema sono i romani romanisti, tifosi e calciatori. Epurazione!Fascisti!






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