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Vecchie glorie

Ultimo Aggiornamento: 01/11/2023 23:20
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12/04/2011 14:00
 
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La prima di Falcão all'Internacional: «Voglio un calcio allegro»


Nel tardo pomeriggio (brasiliano) di ieri l'Internacional ha presentato al Beira-Rio il nuovo allenatore: Falcão si è "scusato" per i suoi anni di inattività, ha promesso un gioco brillante e ha dribblato secco Renato Gaúcho e le sue provocazioni.


È un Falcão sereno quello che si presenta ai suoi ex-colleghi giornalisti alla sua prima conferenza stampa da allenatore dell'Internacional: abbastanza sereno da evitare la polemica con l'allenatore del Grêmio e le sue provocazioni («Sono tanti anni che non allena: non sarà un po' "arrugginito"?») e da predicare subito un calcio allegro, leggero.

PRIME DICHIARAZIONI - «Voglio un calcio allegro, leggero, che diverta e ci diverta: dobbiamo entrare in un circolo virtuoso dove giocare significhi divertirsi e divertendosi si vinca: sento di avere un gruppo di persone intelligenti, e che riuscirò a trasmettere loro le mie idee». Allegria è la parola d'ordine dell'ex romanista, un'impostazione data fin dalla prima apparizione pubblica, che non cala nemmeno sulle domande più spinose: come quando gli viene chiesto di chiarire la sua posizione dopo le critiche fatte alla società lo scorso anno (secondo Falcão la società aveva sbagliato a puntare tutto sulla Libertadores ignorando il Brasileirão), e di come intende portare la sua filosofia al club: «Non entrerò in polemica con Falcão, per questa volta» -ha scherzato- «però in effetti voglio provare a vincere tutto. Non è facile, ovviamente, però non vedo perché non si possa fare: abbiamo una rosa forte, una commissione tecnica preparata, una grande storia. Ripeto, è difficile, ma io ci credo: in fondo abbiamo tutto da guadagnare, ed è questo il bello» ha concluso.

TORNARE A CASA - Sul suo tanto atteso ritorno all'amata casa-base, a diciotto anni di distanza, il neo-allenatore ha detto: «Inutile dire quanto questo momento sia importante per me: chiunque mi stia intorno sa del mio amore per l'Internacional. Avevo 27 anni quando andai alla Roma, ma il mio rapporto con la squadra non si è mai veramente interrotto, e oggi ringrazio tutti quelli che mi hanno chiamato ancora una volta qui, per dare il mio contributo. Durante questo periodo con la stampa, dal 1996, ero completamente assorto dal lavoro, e il mio rapporto con la società s'era un po' interrotto. Ma solo per una questione professionale. Per una questione di coerenza, soprattutto: come uomo d'opinione avevo bisogno di essere libero da ogni vincolo per essere più imparziale. Oggi tutto questo cambia, perché sono dall'altro lato della barricata».

L'ex centrocampista guiderà oggi il suo primo allenamento, dopodiché si preparerà alla sfida dei quarti di finale della Taça Farroupilha contro il Santa Cruz ed infine si giocherà, al Beira-Rio, la qualificazione agli ottavi di Libertadores contro l'Emelec: due gare che non si possono sbagliare. Non c'è che dire, si tratta di un vero battesimo del fuoco.

IL RAPPORTO CON I GIOCATORI - Interrogato su come intende gestire lo spogliatoio, l'Ottavo re di Roma ha risposto: «Sarò un volto tranquillo anche tra le mura dello spogliatoio: del resto, se uno è così in pubblico, in privato non può cambiare radicalmente... Il calcio deve essere un piacere, l'allenatore deve trasmettere tranquillità, voglia di fare e di divertirsi, deve anche istituire una gerarchia, senza però dimenticare che tutti sono importanti. Il calcio è importante, importantissimo, ma non fondamentale: non deve essere una guerra, deve trasmettere gioia e letizia. Il Falcão a casa con i suoi figli non sarà diverso dal Falcão al campo con i suoi giocatori.»

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“La curva sud ci ha dato una lezione, si può anche perdere, si possono anche subire amare sconfitte, ma con quegli striscioni che hanno esposto ci hanno fatto capire che nei momenti sfavorevoli bisogna aumentare le energie. Loro ci danno la fede noi gli dobbiamo dare il carattere”. Dino Viola
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