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Cinema

Ultimo Aggiornamento: 04/05/2024 12:06
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13/07/2010 22:06
 
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Il Vallanzasca di Placido
"A Venezia farà polemica"


I primi 12 minuti del film sul "Bel René", il bandito che seminò il terrore negli Anni 70, sono stati presentati a Lipari. Il regista: "Non è una pellicola a suo favore, ma su una mente criminale"

- Michele Placido lo sa o forse lo spera. “Il mio Vallanzasca farà polemica, perché è un film onesto”, dice il regista che torna a occuparsi di una celebre vicenda di cronaca nera dopo il successo di “Romanzo criminale”, la trasposizione cinematografica delle gesta criminali della Banda della Magliana. Placido ha mostrato a Lipari i primi 12 minuti della pellicola con Kim Rossi Stuart nel ruolo del “bel Renè”, che negli Anni 70 si macchiò di sette omicidi, tre sequestri di persona e un numero impressionante di rapine a mano armata.


Condannato a quattro ergastoli, per complessivi 260 anni di detenzione, Renato Vallanzasca è entrato per la prima volta in galera nel 1972 ed è evaso quattro volte: nel 1987 scappò perfino dalla nave che lo stava portando nel supercarcere dell’Asinara. All’inizio dello scorso marzo, invece, è uscito per la prima volta regolarmente dal carcere Bollate per andare a lavorare in una cooperativa milanese che fabbrica cinture, borsette e portafogli a basso prezzo ed è stata fondata dalla moglie di Vallanzasca, Antonella D’Agostino, per recuperare i detenuti. Sembra, però, che non abbia perso certe abitudini. Proprio oggi, dopo l’anteprima del film, il sindacato autonomo ha chiesto al capo dell’Amministrazione penitenziaria, Franco Ionta, di intervenire a tutela della dignità e della professionalità dei secondini. “Ci è stato riferito – scrive il segretario generale del Sapp, Donato Capece – che a suo carico sono stati elevati diversi rapporti disciplinari, causati proprio dal suo continuo rapportarsi con i poliziotti in modo irriverente, senza che sia mai stato sanzionato, visto che Vallanzasca continua a fruire dei benefici concessi”.

L’opera di Placido (ispirata al libro “Il fiore del male”, scritto dallo stesso Vallanzasca con Carlo Bonini, edito da Marco Tropea), dal titolo “Gli angeli del male”, sarà alla Biennale del Cinema di Venezia, ma non in concorso, per volere della 20th Century Fox, co-produttore con la Cosmo, e dovrebbe uscire nelle sale il 17 dicembre. Il regista, preoccupato dal rischio di creare un caso simile a quello della miniserie “Il capo dei capi” su Totò Riina che a novembre del 2007 ottenne un successo inatteso su Canale 5, avverte subito: “Questo non è un film a favore di Vallanzasca, ma su una mente criminale. Il problema è che Vallanzasca è ancora vivo. In Italia è difficile fare film su criminali vivi: per paura delle polemiche, perché le associazioni delle vittime ostacolano, Medusa e Rai non hanno neanche voluto leggere la sceneggiatura”.


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“La curva sud ci ha dato una lezione, si può anche perdere, si possono anche subire amare sconfitte, ma con quegli striscioni che hanno esposto ci hanno fatto capire che nei momenti sfavorevoli bisogna aumentare le energie. Loro ci danno la fede noi gli dobbiamo dare il carattere”. Dino Viola
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