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Cinema

Ultimo Aggiornamento: 17/04/2024 11:19
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30/05/2010 09:10
 
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Omaggio a Dennis Hopper..

mi spiace molto.
R.I.P.
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“La curva sud ci ha dato una lezione, si può anche perdere, si possono anche subire amare sconfitte, ma con quegli striscioni che hanno esposto ci hanno fatto capire che nei momenti sfavorevoli bisogna aumentare le energie. Loro ci danno la fede noi gli dobbiamo dare il carattere”. Dino Viola
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16/06/2010 10:24
 
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'Blues Brothers' film cattolico, l'omaggio dell'Osservatore Romano
Trent'anni fa l'uscita nelle sale del cult movie con John Belushi e
Dan Aykroyd

CITTA' DEL VATICANO - L'Osservatore Romano s'inchina oggi, con diversi articoli e un corsivo del suo direttore Gian Maria Vian in prima pagina, ai 'Blues Brothers', il cult movie uscito il 16 giugno di 30 anni fa e lo incorona come di un film "cattolico".

"Gli indizi non mancano in un'opera dove i dettagli non sono certo casuali", scrive Vian. "A iniziare dalla foto incorniciata di un giovane e forte Giovanni Paolo II nella casa dell'affittacamere - dall'accento siciliano e vestita di nero, dunque cattolica - di Lou 'Blue' Marini". "A fianco dei piccoli e della Pinguina (la temutissima madre superiora dell'orfanotrofio ndr.), i fratelli Blues sono capaci - si legge - di toccanti attenzioni: così Elwood non si dimentica di una terribile crema al formaggio commissionatagli da un anziano amico. E nulla antepongono - Elwood, il più galante, rinuncia persino all'avventura con una fascinosa signorina - alla 'missione per conto di Dio'.

Che alla fine riuscirà". "Consegnando alla storia del cinema e della musica un film memorabile. Stando ai fatti - conclude Vian - cattolico". Il trentennale del film viene celebrato anche con una foto dei due protagonisti John Belushi e Dan Aykroyd sotto il titolo: "In missione per conto di Dio (e del cinema)".
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“La curva sud ci ha dato una lezione, si può anche perdere, si possono anche subire amare sconfitte, ma con quegli striscioni che hanno esposto ci hanno fatto capire che nei momenti sfavorevoli bisogna aumentare le energie. Loro ci danno la fede noi gli dobbiamo dare il carattere”. Dino Viola
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16/06/2010 23:02
 
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Re:
Sound72, 16/06/2010 10.24:



(...)

con diversi articoli e un corsivo del suo direttore Gian Maria Vian in prima pagina

(...)





spero non sia un parente del grande boris vian!

(by the way... al nostro neo-innamorato consiglio la lettura de "la schiuma dei giorni". non esiste un libro più romantico. inoltre sono convinto che a leo piacerà moltissimo il protagonista colin.)

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Addio a Corso Salani,
l'eroe del «Muro di gomma»
Il 24 giugno avrebbe dovuto essere in piazza Maggiore
in occasione dei 30 anni dalla strage di Ustica

Salani era nato a Firenze il 9 settembre del 1961, è morto ieri sera per un malore improvviso che lo ha colto mentre passeggiava sul lungomare di Ostia insieme alla moglie Margherita. I funerali si terranno a Firenze sabato.

La cifra stilistica del suo cinema è sempre stata la commistione fra documentario e finzione, osservazione della realtà e rielaborazione poetica, reportage d'autore e cinema narrativo. Temi centrali sono il viaggio come mezzo programmatico di spaesamento e l'incomunicabilità, resa attraverso lo straniamento linguistico fra i personaggi di nazionalità diverse. Divenuto un volto noto al grande pubblico interpretando "Il muro di gomma" (1991), ha firmato, tra i molti film presentati al Torino Film Festivalk e al RomaDoc Fest, "C'è un posto in Italia", "Gli occhi stanchi", "Voci d'Europa".

Salani ha mosso i primi passi nel cinema da ragazzo, frequentando l’Istituto di Scienze Cinematografiche diretto da Fabrizio Guarducci e di cui era presidente Tinto Brass. Nel 1984 ha girato "Guerra", uno dei primi videoclip dei Litfiba con Piero Pelù di cui era molto amico. Nel 2008 è stato omaggiato da un festival fiorentino con una retrospettiva completa e nell’ occasione in una intervista disse: «dei miei anni fiorentini ricordo il cinema Universale, il Tenax, dove per un certo periodo lavorai come facchino, il Banana Moon all’arco di San Pierino, la Rockteca di Settignano, dove fu fatto il primo concerto dei Litfiba. Ricordo poi anche Marco Baldini, che come tanti altri ragazzi fiorentini ha saputo trarre un beneficio da quel periodo».

Salani stava lavorando ad un progetto dal titolo "I casi della vita" prodotto dalla Kairos Film di Francesco Pamphili e sostenuto da Enel. «Fino a ieri - racconta Pamphili - siamo stati insieme sul set e Corso aveva il suo solito sorriso, la sua solita spontaneità e una voglia di lavorare che trasmetteva a tutti».

...................

Non sapevo della collaborazione coi Litfiba agli esordi..


R.I.P.
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18/06/2010 18:35
 
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Re:
Sound72, 30/05/2010 9.10:



Omaggio a Dennis Hopper..

mi spiace molto.
R.I.P.




l'altro giorno è stato scritto che Hammil fu il primo a usare il termine "punk" riferito alla musica.
mi pare che dal verso "heavy metal highway" cantato proprio all'inizio di Born to be wild, sia poi stato coniato il termine "heavy metal" per l'omonimo genere musicale.


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Re: Re:
giove(R), 18/06/2010 18.35:




l'altro giorno è stato scritto che Hammil fu il primo a usare il termine "punk" riferito alla musica.
mi pare che dal verso "heavy metal highway" cantato proprio all'inizio di Born to be wild, sia poi stato coniato il termine "heavy metal" per l'omonimo genere musicale.




è vero, ma... heavy metal *THUNDER* [SM=g28002]

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Re: Re:
BeautifulLoser, 16/06/2010 23.02:




spero non sia un parente del grande boris vian!

(by the way... al nostro neo-innamorato consiglio la lettura de "la schiuma dei giorni". non esiste un libro più romantico. inoltre sono convinto che a leo piacerà moltissimo il protagonista colin.)




ho iniziato a leggerlo ieri sera.. ma dopo le prime 60/70 pagine ho capito che varrebbe molto di più la pena acquistarlo e leggerlo in francese..
ci sono molte note in cui spiega la "difficoltà" nella traduzione..

comunque, per ora, soddisfatto..
grazie del consiglio..

L. S. D.
"Sto lavorando duro per preparare il mio prossimo errore." Bertolt Brecht
"Ubriacatevi. Di vino, di poesia o di virtù, a piacer vostro, ma ubriacatevi." Charles Baudelaire
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Re: Re: Re:
BeautifulLoser, 19/06/2010 13.11:




è vero, ma... heavy metal *THUNDER* [SM=g28002]




ah ok, non ricordavo le parole. poco male. calcola che ho cantato per 15 anni alcune canzoni dei Doors e in certi pezzi ogni volta inventavo cose tipo:
ai uont tu suains end de vronter ans tu uanaghen...
fortunatamtente non mi hanno mai tirato i pomodori.
[SM=g27985]

forse la peggio volta è stata con una ex al concerto di Vasco Rossi.
come detto ne consoco due o tre di testi completi, e a Bollicine, tutto preso, invece di:
Raaaadiooo, Superstereoradiooooo...
io, convinto da oltre 15 anni, a squarciagola:
Beeeevilaaaa, su stasera bevilaaaa!

la mia ex "IO NON TI CONOSCO!!!!!"


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13/07/2010 22:06
 
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Il Vallanzasca di Placido
"A Venezia farà polemica"


I primi 12 minuti del film sul "Bel René", il bandito che seminò il terrore negli Anni 70, sono stati presentati a Lipari. Il regista: "Non è una pellicola a suo favore, ma su una mente criminale"

- Michele Placido lo sa o forse lo spera. “Il mio Vallanzasca farà polemica, perché è un film onesto”, dice il regista che torna a occuparsi di una celebre vicenda di cronaca nera dopo il successo di “Romanzo criminale”, la trasposizione cinematografica delle gesta criminali della Banda della Magliana. Placido ha mostrato a Lipari i primi 12 minuti della pellicola con Kim Rossi Stuart nel ruolo del “bel Renè”, che negli Anni 70 si macchiò di sette omicidi, tre sequestri di persona e un numero impressionante di rapine a mano armata.


Condannato a quattro ergastoli, per complessivi 260 anni di detenzione, Renato Vallanzasca è entrato per la prima volta in galera nel 1972 ed è evaso quattro volte: nel 1987 scappò perfino dalla nave che lo stava portando nel supercarcere dell’Asinara. All’inizio dello scorso marzo, invece, è uscito per la prima volta regolarmente dal carcere Bollate per andare a lavorare in una cooperativa milanese che fabbrica cinture, borsette e portafogli a basso prezzo ed è stata fondata dalla moglie di Vallanzasca, Antonella D’Agostino, per recuperare i detenuti. Sembra, però, che non abbia perso certe abitudini. Proprio oggi, dopo l’anteprima del film, il sindacato autonomo ha chiesto al capo dell’Amministrazione penitenziaria, Franco Ionta, di intervenire a tutela della dignità e della professionalità dei secondini. “Ci è stato riferito – scrive il segretario generale del Sapp, Donato Capece – che a suo carico sono stati elevati diversi rapporti disciplinari, causati proprio dal suo continuo rapportarsi con i poliziotti in modo irriverente, senza che sia mai stato sanzionato, visto che Vallanzasca continua a fruire dei benefici concessi”.

L’opera di Placido (ispirata al libro “Il fiore del male”, scritto dallo stesso Vallanzasca con Carlo Bonini, edito da Marco Tropea), dal titolo “Gli angeli del male”, sarà alla Biennale del Cinema di Venezia, ma non in concorso, per volere della 20th Century Fox, co-produttore con la Cosmo, e dovrebbe uscire nelle sale il 17 dicembre. Il regista, preoccupato dal rischio di creare un caso simile a quello della miniserie “Il capo dei capi” su Totò Riina che a novembre del 2007 ottenne un successo inatteso su Canale 5, avverte subito: “Questo non è un film a favore di Vallanzasca, ma su una mente criminale. Il problema è che Vallanzasca è ancora vivo. In Italia è difficile fare film su criminali vivi: per paura delle polemiche, perché le associazioni delle vittime ostacolano, Medusa e Rai non hanno neanche voluto leggere la sceneggiatura”.


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17/07/2010 18:05
 
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oggi sono in vena iberofila, anche se rosico ancora 'na cifra per spagna-germania [SM=g27995]

"vicky cristina barcelona" di woody allen è troppo carino... e lo è anche la colonna sonora.









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20/07/2010 18:49
 
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supercazzola al viglie
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21/07/2010 09:49
 
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un grande Gian Maria Volonté in questo film..
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26/07/2010 12:55
 
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mitica scena
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03/08/2010 17:21
 
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gran film con Kevin Spacey..
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04/08/2010 23:45
 
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in onda su rai1..

te sei fidanzato a casa Topogì, ce cachi ogni tanto cor culo ? [SM=g27987]
[Modificato da Sound72 04/08/2010 23:46]
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addio a Tiberio Murgia ..l'ultimo dei Soliti Ignoti..

qua in terrazza c'erano tutti tranne Manfredi..





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24/09/2010 10:39
 
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Si gira Casino 45, primo porno italiano in 3D


Nel cast il noto attore porno Franco Trentalance e Vittoria Risi, la nuova musa di Vittorio Sgarbi - la pellicola nelle sale a natale.

Avatar ha fatto scuola.
Anche nel mondo del porno, dove il kolossal fantascientifico di James Cameron, il film più visto nella storia del cinema, è diventato l’esempio da seguire. La gente si è divertita a vedere in tre dimensioni il pianeta Pandora e le battaglie tra Navi e umani; perché non dovrebbe fare altrettanto tuffandosi dentro le scene piccanti di un film a luci rosse? Avranno pensato così i titolari di Pink’o, la casa di produzione diretta da Rudy Franca che con il portale Deltadivenere.com sta per dare alla luce Casino 45, il primo film hard in 3D girato in Italia.
Un’anteprima si potrà vedere alla fiera «Mi-Sex», a Milano dal primo al 3 ottobre. «Un trailer è stato realizzato ad hoc per illustrare le potenzialità che il 3D mette a disposizione del cinema porno», spiega Gianmario Cereda di Deltadivenere.com. «Il film vero e proprio, attualmente in post-produzione, vorremmo lanciarlo per Natale, quando è previsto un boom di vendite di televisori 3D di nuova generazione».


Girato con telecamere ad alta definizione nelle vicinanze di Rimini a inizio settembre, Casino 45 durerà circa 60 minuti. Due le scene di sesso: «Meno delle cinque inserite di solito nei film di questo genere, ma non potevamo fare altrimenti», commenta Cereda. Questioni di budget: «Girare in 3D richiede più tempo, maggiori risorse e quindi più soldi. Ciò su cui scommettiamo è il risultato finale: grazie alle nuove tecnologie gli spettatori proveranno sensazioni più forti».

Nel cast il noto attore porno Franco Trentalance e Vittoria Risi, la nuova musa di Vittorio Sgarbi (tra i due pare sia scoppiata la passione). Con loro, tra gli altri, la milanese Alessia Donati e due giovani debuttanti: Fiamma Monti e Marika Ferrero, rispettivamente 20 e 19 anni. Quanto alla trama, siamo nel 1945, alla fine della seconda guerra mondiale; i protagonisti sono due soldati di ritorno dal fronte. Uno è Trentalance, deciso a sposarsi con la fidanzata che lo attende a casa. Ma l’amico lo convince a entrare in un bordello. Il resto si può immaginare. E, dice la Risi, «si potrà quasi toccare, una sensazione che penso non abbia eguali». L’obiettivo di Casino 45 è di aprire nuove porte a un settore messo in crisi dalla pirateria, dalla diffusione di filmini amatoriali a basso costo e dall’esplosione dei siti porno gratuiti. «In un mondo in cui tutti si improvvisano e la concorrenza è sleale – dice Cereda – la speranza è di riuscire a fare la differenza». Con la stessa speranza, però, si stanno muovendo in molti: la casa di produzione giapponese Siren X ha pronto nel cassetto «3-D Sex and Zen: Extreme Ecstasy»; Tinto Brass è al lavoro sulla pellicola ad alto tasso erotico Chi ha ucciso Caligola?; il 28 settembre esce in dvd per la Hustler This Ain’t Avatar XXX, la parodia a luci rosse di Avatar. E sono solo alcuni esempi. La sfida del porno in tre dimensioni non è che all’inizio.

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11/10/2010 11:38
 
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Oliver Stone approda al piccolo schermo
"Voglio raccontare la storia segreta degli Usa"



Il regista ha presentato il suo progetto a Cannes: "Il mio obbiettivo è quello di smascherare i falsi eroi ristabilendo i fatti, dando invece credito a quegli eroi che sono stati dimenticati"

CANNES - Oliver Stone sceglie la televisione. E lo fa realizzando con la Freemantle Media una serie di dieci puntate nella quale vuole raccontare la storia segreta degli Usa. Quasi sessanta anni, dall'8 settembre del 1945 fino all'11 settembre del 2001, riletti, rivisti, analizzati con occhi diversi. "Voglio raccontare una storia che non è mai stata raccontata - dice il regista americano - The untold story of the United States si concentra sugli eventi che all'epoca sono stati sottovalutati ma che si sono dimostrati cruciali nel dare forma alla storia unica e complessa degli ultimi sessanta anni degli Stati Uniti D'America". Un compito grande e complesso che ha richiesto al regista diversi anni di lavoro, la consulenza di moltissimi storici e giornalisti, l'acquisizione e la ricerca di documenti, filmati, testimonianze al fine di ricostruire eventi che hanno segnato il Novecento in maniera indelebile. E ha scelto la tv per poterlo fare, per avere a disposizione i tempi lunghi delle serie televisive, e soprattutto la possibilità di parlare a un pubblico molto ampio come quello della tv.

La storia del resto è protagonista al Mipcom, il mercato dell'audiovisivo, di Cannes anche con molti altri sceneggiati e documentari, alcuni già di grande successo come Giuliani's 9/11, che racconta i difficili giorni del sindaco di New York Rudolph Giuliani all'indomani dell'attacco alle Torri Gemelle, già andato in onda negli Stati Uniti qualche settimana fa sul National Geographic Channel e adesso molto richiesto dalle televisioni internazionali. O come i due progetti paralleli sui Kennedy, uno francese, The Kennedys: The end of the innocence un documentario di 97 minuti che presenta moltissimi filmati inediti della famiglia Kennedy e traccia la storia dei due fratelli, John e Bob, uccisi negli anni Sessanta. L'altro è invece una miniserie di otto puntate, intitolata The Kennedys prodotta dai canadesi della Muse che racconta la storia della famiglia dall'uccisione di John a quella di Bob, con Greg Kinnear, Katie Holmes e Barry Pepper come protagonisti.

Oliver Stone, invece, non si vuole limitare a riportare in scena fatti, eventi o personaggi che la gente già conosce. Stone punta decisamente più in alto: "Il mio obbiettivo è quello di smascherare i falsi eroi ristabilendo i fatti, dando invece credito a quegli eroi che sono stati dimenticati dalla storia. Racconto la storia americana in un modo diverso, nessuno l'ha raccontata così prima. E lo faccio partendo da alcune domande che sono essenziali. Che cosa ha detto Stalin al presidente Truman per convincerlo a lanciare la bomba atomica sul Giappone? Eisenhower ha tradito gli Stati Uniti? Quali sono state le vere ragioni del coinvolgimento americano nella Prima e nella Seconda Guerra Mondiale? Ronald Reagan è stato davvero il miglior presidente di tutti i tempi? L'apparato industriale americano è stato il vero responsabile della guerra in Vietnam? Chi erano i veri nemici e i veri alleati nella Seconda Guerra Mondilale? Chi ha iniziato la Guera Fredda?".

Domande importanti e complesse alla quali Oliver Stone prova a dare risposta in dieci puntate, anzi dieci "capitoli", come lui preferisce chiamarli, di questa storia "mai scritta prima". Per presentare questo suo nuovo progetto Stone è arrivato a Cannes con uno dei più grandi giornalisti televisivi inglesi, Sir David Frost, e i due hanno lungamente illustrato, a porte chiuse, il progetto ai responsabili delle televisioni di mezzo mondo, interessate a mandare in onda nel prossimo anno il "kolossal" storico realizzato dal regista.

Il progetto è ricco e complesso: si parte dal 1945 ma in alcune puntate si va anche indietro, a cercare le radici di alcuni eventi, dai primi anni del Novecento e dalla guerra ispano-americana per passare alle due guerre mondiali, alla bomba atomica, al New Deal e alla nascita dell'impero americano. Nulla della storia contemporanea viene dimenticato, dalla Baia dei Porci all'assassinio dei Kennedy, dal Vietnam all'Iraq, dalla Guerra Fredda alla Grande Depressione, da Nixon ai Bush.

Del resto la storia, in tutte le sue forme è sempre stata una delle grandi passioni di Stone, che l'ha raccontata in film come Salvador, Platoon, Nato il 4 luglio, Jfk, W, e in documentari come quelli su Fidel Castro, Chavez o Arafat. "Amo raccontare la storia, credo che farlo sia un compito importante per un regista come me. E penso che questa serie sia il più grande, profondo contributo che avrei potuto mai dare con il cinema ai miei figli e alle prossime generazioni. Posso solo sperare che serva a cambiare, anche in minima parte, il nostro modo di pensare".
( repubblica.it )
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Addio a Angelo Infanti, Manuel Fantoni per Verdone
Nato nel 1939, raggiunse la grande notorietà con 'Borotalco'. Verdone: ho perso un amico

12 ottobre, 20:13



ROMA - E' morto all'ospedale di Tivoli intorno alle 18.30 il noto attore romano Angelo Infanti, l'indimenticabile Manuel Fantoni di Borotalco. La notizia è stata confermata dalla famiglia. Era nato a Zagarolo il 16 febbraio 1939 e sabato era stato ricoverato per un infarto.

VERDONE, HO PERSO UN CARO AMICO - "Ieri è morto Alberto Lardani e oggi Angelo Infanti in due giorni ho perso due cari amici, due persone difficili da incontrare nel mondo del cinema". Ha parlare così all'ANSA è il regista-attore Carlo Verdone che ha lavorato con Infanti in più di un film. "Lo avevo conosciuto a casa di Sergio Leone, era il classico bello di una volta. Uno che poteva fare ruoli classici, ma anche film d'azione - continua Verdone -. Quando scrissi 'Bianco Rosso e Verdone' pensai che era perfetto per insidiare la moglie di Furio. Aveva la faccia adatta. Ma il successo per lui arrivò con il personaggio di Manuel Fantoni in cui ho rappresentato un vero e proprio esempio di mitomania. Peccato - conclude il regista - era una persona spiritosa con cui amavo lavorare

...

RIP
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Re:
Sound72, 12/10/2010 20.12:

Addio a Angelo Infanti, Manuel Fantoni per Verdone
Nato nel 1939, raggiunse la grande notorietà con 'Borotalco'. Verdone: ho perso un amico

12 ottobre, 20:13



ROMA - E' morto all'ospedale di Tivoli intorno alle 18.30 il noto attore romano Angelo Infanti, l'indimenticabile Manuel Fantoni di Borotalco. La notizia è stata confermata dalla famiglia. Era nato a Zagarolo il 16 febbraio 1939 e sabato era stato ricoverato per un infarto.

VERDONE, HO PERSO UN CARO AMICO - "Ieri è morto Alberto Lardani e oggi Angelo Infanti in due giorni ho perso due cari amici, due persone difficili da incontrare nel mondo del cinema". Ha parlare così all'ANSA è il regista-attore Carlo Verdone che ha lavorato con Infanti in più di un film. "Lo avevo conosciuto a casa di Sergio Leone, era il classico bello di una volta. Uno che poteva fare ruoli classici, ma anche film d'azione - continua Verdone -. Quando scrissi 'Bianco Rosso e Verdone' pensai che era perfetto per insidiare la moglie di Furio. Aveva la faccia adatta. Ma il successo per lui arrivò con il personaggio di Manuel Fantoni in cui ho rappresentato un vero e proprio esempio di mitomania. Peccato - conclude il regista - era una persona spiritosa con cui amavo lavorare

...

RIP



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