Ciao Sinisa, quando, una frazione di secondo dopo che Cappioli, su tuo lancio da 45-55 metri, aveva scoccato quel tiro, appena il tempo per intuire quella traiettoria a parabola, io, in Sud, ho pensato che stessi per essere testimone oculare diretto di una cosa irripetibile, che mai avevo e mai avrei più visto. La sensazione fu talmente intensa che mi si è fissata nella mente al punto che ogni volta (anche se non sempre consciamente, non sempre ne ho la consapevolezza) mi vieni in mente così, mentre arroti quel lancione millimetrico sul quale Cappioli fu sul punto di mettere il punto esclamativo dei punti esclamativi.
Hai fatto una bella vita, peccato sia durata meno del pronosticabile. Magone per il dolore tuo e dei tuoi cari, magone per le cicatrici personali che, anche quelle, trovano sempre un modo, un richiamo, uno spunto, per tornare a farmi male. A me e a chi come me non ha potuto altro che assistere impotente alla fine di chi più ci è stato caro al mondo.