00 18/10/2010 11:43

Ieri è cominciato il campionato di basket di Serie A, e la Lottomatica Virtus Roma ha come si suol dire vinto facile con Brindisi per 86 a 61. Le stagioni della Virtus sono un po’ come il pallone tenuto da Lucy che Charlie Brown cerca di calciare ogni anno, e immancabilmente gli viene tolto all’ultimo secondo.
Chi segue il basket a Roma ne ha viste troppe: eliminazioni al primo turno dei playoff, crisi improvvise e grandi rimonte, dimissioni di allenatori. Insomma, c’è tempo, ma l’aspettativa è che a quanto pare quest’anno al PalaLottomatica si potrà vedere un buon basket .
Uno che resta sempre con i piedi per terra è Marco Bonfiglio di Tripla Doppia. Anche lui è rimasto abbastanza colpito dall’esordio:

Intanto, Roma per la prima volta da anni è logica e ha un criterio cestistico: gli esterni fanno gli esterni, i lunghi fanno i lunghi e il coach li mescola insieme. Basta ali che giocano centro e guardie che fanno i play: la presenza più brillante, pure nella sua assenza fisica, è quella di Tanjevic. Perché questa Virtus somiglia in modo imbarazzante alle sue idee e la dimostrazione netta la danno Dasic e Dedovic. Gli slavi che tornano a Roma, il primo anche in modo casuale per l’infortunio di Datome, fanno il fuoco e le fiamme. Difendono, sporcano le linee di passaggio, attaccano dal palleggio, la mettono da sette metri con la mano sul viso e danno un’impressione semplicemente deliziosa. E’ inedito anche il fatto che la Lottomatica finalmente pare essere costruita per avere una fisicità di livello superiore, condizione che diventa promettente se abbinata a gente che ha trattamento di palla notevole e spreca pochi palloni. C’è sempre un criterio logico nelle scelte e non è un dettaglio da sottovalutare visto che questi ragazzi insieme si allenano da meno di una settimana.

Il secondo motivo di ottimismo è che venti minuti di questa nuova Roma hanno divertito più dell’intera scorsa stagione



( www.ilpost.it )
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“La curva sud ci ha dato una lezione, si può anche perdere, si possono anche subire amare sconfitte, ma con quegli striscioni che hanno esposto ci hanno fatto capire che nei momenti sfavorevoli bisogna aumentare le energie. Loro ci danno la fede noi gli dobbiamo dare il carattere”. Dino Viola