00 04/11/2019 08:40
Istrione, cronista, bolognese. Se n’è andato il grande Civ

Gianfranco Civolani si è spento ieri sera dopo una lunga malattia
«State benone!». Il Civ, andandosene ci ha salutato così. A modo suo, come sempre. Con tutto il piacere del caso e fregandosene un po’. Per questo era il Civ: libero, di dire e di fare, senza condizionamenti. Affrancatosi subito dal comune pensare, ha attraversato in lungo e largo la vita e in particolare la sua città e i suoi concittadini. Ma anche il mondo intero. Raccontando, scrivendo, urlando, recitando, improvvisando, ridendo e talvolta pure cantando, perché era capace di tutto.
La carriera
Dalla radio alla tv, sugli amatissimi giornali e nei libri, l’ultimo dei quali uscirà postumo fra poche settimane, scritto negli ultimi mesi da un letto all’altro, sotto lo sguardo stupito dei dottori ai quali questa estate, algido e vigile, chiese: «Ce la faccio a finire il mio libro, quanto tempo ho?». Anche chi non seguiva il calcio, il basket, lo sport in generale, lo conosceva. Gianfranco Civolani è diventato un vero personaggio pubblico, soprattutto negli ultimi anni, quando riempì con maestria e inventiva lo schermo televisivo e le frequenze in fm, come decano e maestro dei giornalisti bolognesi. Ieri, 3 novembre 2019, ci ha salutato per sempre. Lo scriviamo dopo una dozzina di righe perché tutti sanno della sua scomparsa, «da tempo». Non c’era appassionato, sportivo che non chiedesse del Civ: “come sta?”. Comprensibile: “era uno di noi”. Con pregi e difetti. Tutti sapevano della sua malattia, comparsa quasi due anni fa. E in tutto questo tempo, è stata lei a vedersela brutta perché il Civ era un osso davvero duro. Ieri, in prossimità del suo 84esimo anno, è stato lui a dire «bóna lé». Non dopo aver chiesto di fare “il punto”, la sua firma d’autore nel Pallone del Sette, trasmissione regina del lunedì calcistico, lui in coppia con Sabrina Orlandi, sua speciale compagna di viaggio.

La sua vita per lo sport e per la professione

Serve la biografia per il più istrionico giornalista sportivo di Bologna? Basti sapere che Civolani ha vissuto fino all’ultimo secondo, poco prima della sirena o del triplice fischio o del gong, come un classico giorno di lavoro: scrivendo, raccontando, dicendo la sua. La sua vita. Ora nello studio di casa sua, dietro piazza Azzarita, spazio folle dell’immaginazione e della creatività, senza scrivania, con un divano, la tv e mille libri sovrapposti a foto, medaglie, biscotti e nessun computer (eccezionale la sua memoria: neuroni e non bit). Ora in giro per il mondo, attraversato felicemente come inviato a spese dell’editore. Lui che i soldi li ha sempre spesi piaceri personali non superflui ma per inseguire dei sogni con la sua squadra femminile di basket (sono state due), con cui ha convissuto per più di 50 anni come presidente, fino al recente triste epilogo (“ha lasciato” tutto questa estate dopo una dolorosa frattura con le sue atlete) in cui non ci addentriamo.

L’esperienza artistica

La biografia l’ha raccontata lui mille volte. Laureato in giurisprudenza, specializzato in psicologia del lavoro, giornalista professionista dal ’57, un’esperienza alla Ribalta come direttore artistico nei primi sessanta quando chiamò artisti come Jannacci, Proietti, Poli, Vanoni e via dicendo. Davvero serve la biografia? Inviato per quasi 30 anni per Tuttosport, al seguito di Campionati del Mondo e Olimpiadi oltre ad altri innumerevoli eventi con tanto di personaggi incontrati, da vero e qualche volta burlescamente per finta. Poi a Stadio Corriere dello Sport e nelle radio e tv della città. Super tifoso del Bologna, al Comunale fin dal 1945, e poi della Virtus, ma anche esperto di pugilato. Eclettico e pronto a parlare, discutere di cinema, teatro, cultura e politica (irremovibile antifascista infastidito dai ‘neo’).

Un intellettuale non semplice, per questo amato e da qualcuno poco sopportato, perché lui di certo non “giocava” per piacere a tutti. Ci mancherà, naturalmente. Mancherà anche alla città, ma senza rimpianti perché lui si è dato e si è raccontato come pochi altri. Stai benone anche te Civ, e grazie di tutto!

corrieredibologna.corriere.it

A memoria per distacco uno dei migliori giornalisti sportivi dell'ultima epoca "cartacea" .. RIP
[Modificato da Sound72 04/11/2019 08:40]
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“La curva sud ci ha dato una lezione, si può anche perdere, si possono anche subire amare sconfitte, ma con quegli striscioni che hanno esposto ci hanno fatto capire che nei momenti sfavorevoli bisogna aumentare le energie. Loro ci danno la fede noi gli dobbiamo dare il carattere”. Dino Viola