00 23/04/2010 16:09
MANDELA E IL CALCIO: QUEL CAMPIONATO DI ROBBEN ISLAND

Un libro straordinario, che riconcilia con l'essenza più autentica del calcio, ed è strano che nessuno per ora abbia pensato di ricavarci un film. E' la cronaca del più incredibile campionato mai organizzato, quello che vide impegnati per quasi un quarto di secolo i detenuti politici del carcere di Robben Island, l'isolotto sudafricano al largo di Cape Town, dove fu rinchiuso anche Nelson Mandela. La loro lunga battaglia - alla fine degli Anni Sessanta - per avere l'ok a giocare a pallone, sfogo e liberazione dopo le tante ore trascorse a spaccare pietre; la nascita di una «regolare» federazione, la Makana Football Association (dal nome del condottiero esiliato a Robben Island nel 1819 dopo aver sfidato il potere coloniale) infine la creazione addirittura di tre campionati, di serie A, B e C, con tanto di Commissioni Arbitrali e Disciplinari, ed è quasi commovente notare la cura con la quale questi detenuti, privati di tutto, compilavano i bollettini delle partite e i relativi comunicati disciplinari. Nel 1967 il primo campionato fu vinto dal Manong, l'unica squadra che reclutava giocatori a prescidere dal loro schieramento politico e che forse anche per questo vantava sostenitori anche nella famigerata sezione B, quella dove Mandela trascorse gli anni dell'isolamento. Mandela non poteva partecipare al torneo, guardava le partite dalle grate della sua cella finché gli venne negata anche quella possibilità e dovette quindi accontentarsi dei resoconti degli altri detenuti. L'ultimo campionato si disputò nel 1991, anno della chiusura del carcere, ma alcuni dei giocatori continuarono ugualmente a far parlare di sè. Come il talentuoso capitano dei Rangers, Jacob Zuma, attuale presidente del Sudafrica. Ed è bello pensare che il Mondiale sudafricano sia nato proprio dalla passione per il calcio di Mandela e Zuma, e dalle partite del campionato di Robben Island.

Molto più di un gioco di Chuck Korr e Marvin Close; Iacobelli editore, 235 pagine, 15 euro.
------------------------------------
“La curva sud ci ha dato una lezione, si può anche perdere, si possono anche subire amare sconfitte, ma con quegli striscioni che hanno esposto ci hanno fatto capire che nei momenti sfavorevoli bisogna aumentare le energie. Loro ci danno la fede noi gli dobbiamo dare il carattere”. Dino Viola