00 21/09/2010 17:15
Lotito contro gli animalisti.
L'esperto: "Dalla Lav soltanto una provocazione, con l'aquila Lotito non fa bracconaggio"

L'annuncio del presidente della Lazio, che dal sito ufficiale della società ha fatto sapere di aver reclutato un’aquila che dovrà volare sopra lo Stadio Olimpico prima di tutte le partite, la Lav (Lega Antivivisezione) si scaglia contro l’iniziativa. "È vietato dal regolamento del Comune - spiega Gianluca Felicetti, presidente dell’associazione animalista - ed è possibile il reato di bracconaggio. La Lav ha chiesto l'intervento del Corpo Forestale dello Stato e delle Polizie Provinciale e Municipale a tutela delle norme in vigore. Inoltre deve essere verificato se l'animale è entrato in Italia con le necessarie certificazioni e se viene detenuto secondo le norme minime vigenti”.

LA PROTESTA -I piani della società bianco-celeste non piacciono agli animalisti. la Lav ha chiesto l'intervento della Forestale e delle forze dell'ordine perché blocchi il volo: «La Ss. Lazio annuncia il volo di un'aquila sullo stadio Olimpico per ogni partita della squadra. È vietato dal regolamento del Comune, possibile il reato di bracconaggio. Intervengano il corpo forestale e la polizia. La Lav ha quindi chiesto l'intervento del Corpo Forestale dello Stato e delle Polizie Provinciale e Municipale a tutela delle norme in vigore». L'associazione motiva così la richiesta: «Siamo contrari per chiari motivi etici- spiega Gianluca Felicetti, presidente Lav -, ma anche perché si tratterebbe di un'esibizione illegale in base al Regolamento del Comune di Roma per la tutela degli animali, che vieta l'esposizione di volatili selvatici e qualsiasi forma di spettacolo o di intrattenimento pubblico o privato effettuato con o senza scopo di lucro che contempli, in maniera totale o parziale, l'utilizzo di animali, sia appartenenti a specie domestiche che selvatiche, nonché per il potenziale reato di bracconaggio visto che l'animale predatore addestrato potrebbe uccidere altri uccelli in un ambito vietato come quello urbano. Inoltre deve essere verificato se l'animale è entrato in Italia con le necessarie certificazioni e se viene detenuto secondo le norme minime vigenti. Insomma, una serie di controindicazioni che dovrebbero indurre invece la S.S.Lazio ad incentivare la presenza dei tifosi allo stadio con altre iniziative, ad aiutare le aquile minacciate dalla caccia illegale, dalla violazione delle aree protette e dall'inquinamento, quei simboli di libertà e fierezza che sono proprio il contrario di un animale addestrato, legato, e dei valori storici della S.S.Lazio».

Non è invece contrario all’iniziativa il dottor Mauro Cavallo, medico veterinario ed esperto in medicina dei rapaci che ha rilasciato un'intervista a Tiscali Notizie. “Parlare di bracconaggio, in questo specifico caso, non ha senso. Il termine bracconaggio - specifica l’esperto che collabora anche con la Lipu e il Wwf - significa ‘caccia illegale di specie non cacciabili’. Nello Stadio Olimpico l’aquila 'di Lotito' non effettuerà una battuta di caccia, ma bensì una esibizione di volo che avrà poi dei risultati, positivi o negativi, in base alla capacità del falconiere che dovrà far volare il rapace in un ambiente alquanto atipico. L’unica cosa sui cui si può obiettare è che si fa volare l’animale in condizioni non naturali”.Si tratta di una iniziativa provocatoria - “Personalmente - sottolinea Cavallo, che è anche presidente dell’Associazione sarda per la falconeria e la tutela dei rapaci - credo che l’iniziativa di Lotito, come anche la presa di posizione della Lav, vogliano essere per diversi motivi delle provocazioni. Il presidente della Lazio cerca di mostrare la propria ‘potenza’, magari nei confronti degli avversari, cosa che peraltro facevano anche gli antichi romani e persino i nobili del Medioevo, mentre la Lav protesta probabilmente più che per l’illegalità dell’iniziativa per l’uso di un animale regale per una manifestazione comunque ‘non indispensabile’”.Il veterinario: "Giusto verificare le certificazioni e le condizioni dell’aquila" - Il veterinario, responsabile del settore avifauna presso la Clinica Veterinaria S. Giuseppe a Cagliari, si è detto invece più che d’accordo sulla volontà della Lav di verificare le certificazioni e le condizioni di detenzione dell’aquila. “E’ giusto - ha commentato il dottor Cavallo -. Gli organi preposti devono verificare se l’animale è tenuto in buone condizioni e se lo stesso è in possesso dei certificati di nascita. Nella falconeria è espressamente vietato utilizzare soggetti provenienti dalla natura: i falconieri devono servirsi quindi di soggetti acquistati negli allevamenti autorizzati e dunque in possesso del certificato Cities. La nostra associazione, come tutte le altre associazioni di falconeria italiana, condanna fermamente l’utilizzo di falchi non allevati in cattività”.La falconeria è comunque un’arte antichissima, millenaria, che merita rispetto. La stessa Unesco, accogliendo una infinità di richieste provenienti da tantissimi paesi del mondo, ha inserito l’arte della falconeria tra quelle che fanno parte del patrimonio dell’umanità. Avvicinare pertanto il bracconaggio a tale nobile arte risulta pertanto quasi offensivo. La falconeria moderna è sostenitrice dell’ambiente. “La nostra associazione - ci tiene a precisare il veterinario - nasce dalla passione di Eleonora d'Arborea, giudichessa di Oristano, che con la Carta Delogu fu la prima a promuovere la protezione dei falchi sardi. Noi, pertanto, ci consideriamo una associazione ambientalista”.L'aquila laziale, intanto, trascorre questi giorni incurante della polemica in corso. Da due giorni si trova a Formello dove, tra un volo e l’altro, si concede spuntini a base di pollo, salmone e coniglio: la società sportiva ha già speso oltre 2mila euro per i suoi servigi. I giocatori e lo staff tecnico, nel mentre, l’hanno accolta come fosse una della famiglia. Degli operai stanno provvedendo a costruirle un rifugio per la notte: una voliera extra lusso. Dal canto suo la Lazio si dice convinta di aver espletato tutte le pratiche burocratiche in modo corretto e soprattutto di aver lanciato questa iniziativa con intenti ben diversi da quelli adombrati dagli animalisti. L'appuntamento per il primo volo dell'aquila, che al momento non ha un nome ma che probabilmente verrà chiamata Libertà, resta fissato per il pre-partita di Lazio-Milan


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“La curva sud ci ha dato una lezione, si può anche perdere, si possono anche subire amare sconfitte, ma con quegli striscioni che hanno esposto ci hanno fatto capire che nei momenti sfavorevoli bisogna aumentare le energie. Loro ci danno la fede noi gli dobbiamo dare il carattere”. Dino Viola