00 22/04/2009 18:15
di Marco Cherubini

Tre coincidenze fanno un indizio, diceva Agatha Christie. E nella vicenda della cordata tedesco-svizzera-italiana capitanata dalla famiglia Flick, alla conquista della Roma attraverso una presenza nel pacchetto azionario di Italpetroli, le coincidenze sono più di tre. Intanto i comunicato congiunti di As Roma e Italpetroli. Un anno fa, nella pieghe della vicenda Soros, erano puntuali – dopo le 18 a Borsa chiusa – e quasi sempre ripetitivi: escludevano qualsiasi possibilità o margine alle trattative, ritenute “presunte”, a ancora “frutto di fantasiose ricostruzioni giornalistiche”. Stavolta assistiamo a toni sempre precisi e puntuali, che però ammettono che qualcosa con dei “terzi” sta avvenendo. Poi l’anticipazione di un consiglio d’amministrazione, quella della Roma, che avverrà domani, anziché la prossima settimana, segno evidente che qualcosa di importante e strategico deve essere ratificato. E poi la possibilità concreta, stavolta, e non solo fittizia, di poter realizzare uno stadio polifunzionale di proprietà. In mezzo a questi elementi, una considerazione a margine che poi tanto a margine non è: Franco Sensi non c’è più. Ecco, nelle pieghe di questa trattativa per l’acquisto della Roma, le diversità rispetto alla vicenda , che esattamente 12 mesi fa tenne col fiato sospesi tifosi e addetti ai lavori, sono molte. E tutte importanti. Non significa, questo, che la famiglia Flick diverrà a breve la proprietaria della Roma. Ma che gli equilibri per decidere se cedere o meno il gioiello della famiglia Sensi, stiano cambiando radicalmente. Evidentemente il marchio Roma, a dispetto di una stagione quasi fallimentare per gli obiettivi che dovevano essere raggiunti, “tira” ancora, ed ha un grande appeal. La città, lo stadio, la sua affezionatissima tifoseria, possono essere una parte dell’investimento calcistico che, al netto di tutte le considerazioni, potrebbe cambiare in modo sostanziale gli attuali equilibri tecnici della società. Non più incertezza legata all’eventuale conquista della Champions della prossima stagione – con annessi introiti economici – ma un quadro importante di rilancio. Perché, anche senza la passione tracimante [!!!???] della famiglia Sensi, chi si dovesse comprare la Roma oggi, e per guadagnarci dei soldi, il destino della squadra potrebbe ricevere una eccezionale inerzia positiva per il futuro prossimo.