00 29/06/2010 12:27
Professore dà 30 alla figlia
Denunciato da un collega

Guerra tra docenti all’Accademia di Belle Arti di Venezia. Denunciato da un collega, il professor Vanni Tiozzo si difende: "Tutto regolare, ero autorizzato".


VENEZIA. Veleni all'Accademia di belle arti. Nei prossimi giorni i docenti della prestigiosa istituzione scieglieranno il nuovo direttore, i candidati sono i professori Carlo Di Raco e Vanni Tiozzo. E spunta una denuncia, depositata alla Procura della Repubblica, contro entrambi, firmata da un loro collega, il professor Igor Lecic.
Il professor Lecic ha già firmato un altro documento rivolto alla magistratura, quello per il quale davanti al giudice del lavoro è avviata una causa per mobbing, di cui lui sarebbe stato la «vittima». Un procedimento che va avanti da alcuni mesi e che prossimamente dovrebbe concludersi, dopo che sono stati sentiti numerosi professori dell'Accademia. Questa volta, però, si tratta di un fatto più grave, di una querela arrivata alla Procura della Repubblica.
Nel documento Lecic racconta che, nello scorso mese di novembre, era stato contattato da una studentessa, Cecilia, figlia del collega Tiozzo, che gli aveva chiesto di poter seguire il suo corso di Pittura. Durante il colloquio con la ragaza, però, sarebbe emerso il fatto che ha poi indotto Lecic a firmare la denuncia contro i colleghi. La giovane, infatti, gli avrebbe riferito che tra gli esami già superati c'era anche quello di Restauro, che aveva sostenuto con il padre, portando a casa un bel 30.
«Avrei dovuto riconoscere tutti gli esami sostenuti dall'allieva per poterle permettere l'accesso all'esame finale del triennio per ottenere il diploma di Pittura» scrive il denunciante, visto che il professore che riceve un nuovo alunno deve controllare e certificare che tutto sia in regola. A quel punto il professore sospendeva il suo giudizio e scriveva al direttore dell'Accademia per chiedere spiegazione, senza ottenere alcuna risposta.
Nel frattempo, comunque - si legge nella denuncia - il Consiglio di Pittura, «incurante del grave problema sorto» e da lui segnalato sulla regolarità degli esami sostenuti dalla giovane Tiozzo, deliberava il passaggio dell'alunna nel corso di Pittura di un altro docente, il professor Di Raco. Su questa vicenda, Lecic chiede alla Procura di far luce e di accertare se vi siano responsabilità penali da parte delle persone da lui citate. Trarre le prime conclusioni, naturalmente, toccherà al pubblico ministero, nel frattempo si registrano le prime reazioni delle persone coinvolte.
Il professor Vanni Tiozzo indica innanzitutto i tempi, facendo notare che la notizia viene fatta uscire proprio alla vigilia del voto per la direzione «e non è certo una coincidenza, anche se ritengo che non avrà grande influenza», aggiunge. «Comunque - prosegue - sono questioni che andrebbero affrontate e risolte in altro modo e non con queste piazzate». E ancora: «Sono dispiaciuto che la querela arrivi dopo che mi sono rifiutato di testimoniare come Lecic avrebbe voluto nella causa per mobbing da lui intentata». Quindi, entra nel merito della vicenda: «Quell'esame a mia figlia era stato regolarmente autorizzato dalla direzione, anche perchè non c'erano alternative, io sono l'unico docente di Restauro. Se non sbaglio un caso ben più eclatante era scoppiato a Roma con l'attore Carlo Verdone, esaminato dal padre, ed era stato chiarito che non si trattava di una cosa illegale.
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“La curva sud ci ha dato una lezione, si può anche perdere, si possono anche subire amare sconfitte, ma con quegli striscioni che hanno esposto ci hanno fatto capire che nei momenti sfavorevoli bisogna aumentare le energie. Loro ci danno la fede noi gli dobbiamo dare il carattere”. Dino Viola