00 31/03/2020 08:23
beh piu' facile..insomma..a ritmi lenti avevi sempre il difensore addosso e i campi soprattutto erano belli zollati, gibbosi.
In Serie A la tecnica la potevi far vedere quando giocavi in casa..ma sempre con avversari in marcatura stretta.
Si marcava ad uomo, ti aspettavano in 9 dietro la linea della palla. Falli, ostruzionismo, entrate sporche..
Adesso se poco poco una squadra ti aspetta, si parla subito di catenaccio.
Adesso ti marcano a 5 metri, ci sono differenze abissali in campo, giochi su tavoli di biliardo..e quelle poche volte che nn avviene tutti a lamentarsi del terreno di gioco.

Era sicuramente un altro calcio, fuori casa si giocava per il punto, ritmi diversi, 2 sostituzioni, tutta un'altra storia.

Però se parliamo di tecnica, di qualità individuale quella era almeno pari a quella che si vede oggi.

Si dice piu' tecnici perchè la tecnica era la qualità principale che si andava a curare nella preparazione. Tecnica e fiato per correre.
I migliori di allora mediamente erano piu' bravi perchè nelle scuole calcio si curava essenzialmente il tocco di palla, lo stop, il dai e vai. Tutta una serie di esercizi che col tempo sono stati sempre meno curati.
Se no dovremmo pensare che ne so che Cruijff non vale Pjanic perchè ha giocato in un calcio piu' lento.
Erano di meno, le rose erano piu' corte e c'era a cascata molta piu' selezione per entrare nei club professionistici.
Ma io mi ricordo in serie A nelle squadre provinciali fiori di giocatori italiani e non di grande qualità..

Molti si ritiravano presto ma ci sono diversi esempi di calciatori che hanno avuto una carriera lunga con cui hanno attraversato tutti gli anni '80 fino ai '90..e sto cambio di ritmo non lo hanno proprio avvertito. Anzi.
Da Franco Baresi a Bergomi, Matthaus, Vialli..lo stesso Maradona..Anche perchè un conto erano i ritmi di inizio anni '80 un conto 10 anni dopo.
Quelli bravi lo erano davvero.








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“La curva sud ci ha dato una lezione, si può anche perdere, si possono anche subire amare sconfitte, ma con quegli striscioni che hanno esposto ci hanno fatto capire che nei momenti sfavorevoli bisogna aumentare le energie. Loro ci danno la fede noi gli dobbiamo dare il carattere”. Dino Viola