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Recordman e leader, la nuova vita di Curci in Svezia: "Tornare in Italia? Non saprei..."

L'ex portiere di Roma, Bologna e Sampdoria racconta la sua esperienza in Svezia a Gianlucadimarzio.com. Tra record battuti e leadership in campo e fuori, il trentatreenne si gode la sua rinascita

La Svezia per ricominciare. Gianluca Curci non ha avuto paura di rimettersi in gioco, e lo ha fatto senza pensarci due volte. Ora, all'AFC Eskilstuna, il portiere trentatreenne è un leader in campo e fuori. La sua squadra (partita con ben altri obiettivi rispetto alla corsa promozione) è oggi terza in classifica a tre giornate dal termine della Superettan, campionato di seconda divisione svedese.

Il valore di Curci, però, lo ha già portato a battere un record non indifferente - che riguarda lui e i difensori della squadra: il portiere, infatti, ha il primato in quanto a numero di partite senza subire reti della storia della competizione. Una avventura, quella dell'Eskilstuna, che racconta lo stesso n.1 italiano, a Gianlucadimarzio.com: "Ci siamo trovati così in alto un po' per caso. Abbiamo la fortuna di avere un allenatore bravo, con dei giocatori pagati relativamente poco. Io volevo mettermi in gioco, perché ero fermo da un anno. Mi son detto 'vabbè, in due mesi mi rimetto in forma'. Questa squadra, però, è un po' come una famiglia. Il direttore sportivo, il presidente e l'allenatore sono tutte delle bravissime persone. E questo anche se, chiaramente, è una dimensione completamente diversa rispetto alla Serie B italiana".


Stagione che, se non fossero arrivati troppi pareggi, avrebbe anche potuto vedere l'Eskilstuna ancora più in alto. "Peccato, perché abbiamo fatto 12 pareggi di cui 8 a reti inviolate. Con 3 o 4 vittorie saremmo in testa alla classifica. Tra l'altro, tornando al record, possiamo anche superare i clean sheets delle altre divisioni, compresa la massima, qualora la porta restasse inviolata per un altro match. Per quanto riguarda il record non ci pensavamo nemmeno, era una cosa più per noi difensori. Abbiamo preso qualcosa come 12 gol in 27 partite. Io, personalmente, ne ho presi 11 in 25 gare. Il rapporto con la squadra? Diciamo che mi sono preso a cuore questa causa. Sono il più grande, e questo mi fa piacere. Non sono il capitano, ma qui lo siamo un po' tutti e questa è una cosa bellissima, difficile da trovare nella B nostrana".

Superettan che, comunque, vanta anche qualche vecchia conoscenza del calcio italiano: l'ex Genoa Andreas Granqvist - nazionale svedese in campo nel confronto che ci costò la qualificazione ai Mondiali 2018 -, ad esempio, è il capitano dell'Helsingborg capolista in campionato. "Lui è andato lì per tre anni nel luglio scorso. Ha avuto un bel contratto, d'altronde ricordiamoci che parliamo di un club che cinque anni fa giocava in Champions League. Nel Frej, invece, ho incontrato un italiano - Luca Gerbino Polo, 31 anni -, che però è in Svezia da cinque o sei anni".


"L'Italia è l'Italia, ma anche qui si vive bene"

"Giornata tipo? Bisogna tener conto che Eskilstuna è una città molto piccola. Io abito vicino allo stadio, e per andare in centro a piedi ci metto 7 minuti. Ho conosciuto anche uno chef italiano e passo il tempo così. Ovviamente c'è anche la mia fidanzata con me, ci sono i miei bambini che, quando salgono qui, porto in posti in cui possono parlare in italiano. A parte il clima però, che è comunque buono da marzo a ottobre, si vive bene". Un adattamento al contesto che pare procedere alla grande, con la nuova realtà che sembra stia dando veramente tanto a Curci. E anche in termini di qualità della vita il paragone con l'Italia non sembra essere affatto azzardato, anzi: "Che posto è la Svezia? L'Italia è l'Italia, però anche qui si vive bene. A parte il freddo, ovviamente! Non ci sono problemi di qualche natura, funziona tutto. Se paghi le tasse, sei il benvenuto. Se vivrei qui? Non saprei dirlo... Come ho detto, d'altronde, l'Italia è l'Italia".


Eskilstuna che è comunque una località abbastanza internazionale a dispetto delle quasi 100.000 persone che vivono tra città e periferia. Poco spazio, dunque, per le classiche tradizioni svedesi. "Qui trovi tanti stranieri, quindi non si vivono molte usanze locali. L'80% della popolazione è composto da inglesi, turchi, curdi, italiani ed altre etnie. D'altronde siamo un po' al sud: se vai a Malmoe o a Goteborg, invece, trovi praticamente solo svedesi. Per quanto riguarda il cibo locale, nelle trasferte trovi dei petti di pollo con salse particolari, tipicamente svedesi. Io, magari, le evito".

Ma se le sirene di mercato italiane chiamassero Gianluca, lui cosa farebbe? Valuterebbe, certo, ma con riserva. "Se l'Italia chiamasse ci penserei, ma dipende. Oggi ci rifletterei un po' di più. Dipende dal dove e dal come, piuttosto che fare il secondo in B resterei qui. Poi magari a novembre, un club di A svedese potrebbe cercarmi. Di certo, in quel caso, non avrei dubbi tra B italiana e massima serie locale".

"Con il Mainz firmerei di nuovo, anche col senno di poi. Sapevo che il primo anno avrei fatto da secondo a Karius, che all'epoca aveva una ventina d'anni". Non parla di rimpianti, né di pentimenti, Curci. Discutendo di quello che è stato uno degli snodi cruciali della sua recente carriera, infatti, non sembra esserci spazio per alcun ripensamento. "Durante il secondo anno ho avuto un problemino al polpaccio dopo esser partito da titolare in ritiro. Poi andò via il ds che mi portò in Bundes, e quando tornai dallo stop di 4 settimane continuò a giocare Jonas Lossl - oggi all'Huddersfield Town, ndr".

Passato e presente

Spazio anche al suo passato, con Curci che ha analizzato il trend della Roma e del Bologna, piazze in cui ha lasciato un pezzo di cuore. "Sulla Roma posso dirvi che, parlando di Olsen ad esempio, il cambiamento è palese. Loro hanno un preparatore dei portieri veramente bravo, Marco Savorani, e la sua mano si vede. Olsen è cresciuto esponenzialmente da quando è arrivato, adesso è un altro portiere. La squadra, invece, ha cambiato tanto, inserendo molti giovani. Chiaramente non è semplice, ma arriveranno lontano perché le qualità ci sono. Il Bologna, invece, sta venendo fuori. Santander è il classico giocatore che magari non conosci all'inizio, ma che poi si impone. Che poi quella rossoblu è una piazza che sta sempre lì, e che pian piano sta cercando di costruire. Magari il prossimo anno punteranno ancora più in alto, perché in generale parliamo di un club che spende quando c'è da farlo".

Sul futuro, invece, Gianluca non ha dubbi: la voglia di giocare è ancora tanta. Le sue prestazioni, assieme al record recentemente raggiunto, sono e saranno il biglietto da visita per chi avrà voglia di affidare i propri pali a un portiere dall'esperienza conclamata e di sicura affidabilità. "Dove mi vedo tra un anno? Spero di restare qui in Svezia, magari in Serie A. Qui il mercato è diverso, i club ti vedono giocare. Il campionato deve ancora finire - restano ancora tre giornate da disputare - e magari agguanteremo anche la promozione. Vedremo cosa succederà, io quello che dovevo fare l'ho fatto e lo continuo a fare". Chi doveva capire, capirà. Nel frattempo, però, Gianluca Curci pensa solo al campo, si gode il traguardo raggiunto con il suo Eskilstuna e si prepara, chissà, ad una nuova parentesi di carriera anche in terra nordica.

gianlucadimarzio.com/it/curci-intervista-eskilstuna-svezia-bolo...

Ammazza quanto è gonfio, pare che gli hanno menato
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“La curva sud ci ha dato una lezione, si può anche perdere, si possono anche subire amare sconfitte, ma con quegli striscioni che hanno esposto ci hanno fatto capire che nei momenti sfavorevoli bisogna aumentare le energie. Loro ci danno la fede noi gli dobbiamo dare il carattere”. Dino Viola