Dotto, il peluche dal volto umano, la padronanza di linguaggio al servizio della stupidità, Totti, Federer e Ian Curtis

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giove(R)
00venerdì 13 maggio 2016 12:01
DOTTO: "Totti come Federer dovrebbe ritirarsi".

Il declino di un chiacchierone mai capace di incidere nonostante la proprietà di linguaggio e lo stile (solo potenzialmente) corrosivo.
Alla fine è sempre stato un Servo del Sistema facendo finta di criticarlo.
Questo emulo di Galeazzi e dello chef Giorgione, ai quali si accomuna per il respiro pesante, la circonferenza dell'addome e i peli lunghi dieci centimetri fuoriuscenti da froge e padiglioni auricolari, ha trovato la sua dimensione dopo una vita da incompiuto, ha trovato una seconda vita nella contrapposizione con Totti.
Che porta avanti, come ogni Presuntuoso Saccente che si rispetti, e cioè convinto di custodire dentro di sé l'essenza dell'Originalità, un discorso che è smentito dai fatti in real time.

Un presunto e sedicente Uomo Arguto, talmente coglione da negare la realtà e ciò che essa mostra giorno/(ata) dopo giorno/(ata).

Un finto cane sciolto finito alla catena e sotto la cuccia di una società, l'AS ROMA, che non si regge in piedi, incapace e inconsapevole delle proprie stesse azioni e strategie (scusate la freddura nell'accostare la parola AS ROMA al termine "strategia") tanto che dopo 6 anni è ancora al punto di prima, piena di debiti e vuota di idee, se si eccettua quella di delegare tutto il proprio equilibrio (in realtà Squilibrio) finanziario a un trafficone inconcludente e mai vincente come Sabatini.

Ecco Dotto finito da aspirante Maestro del Pensiero a un Fuffi qualsiasi.
Passato dal nutrirsi di pane e letteratura, all'attuale elemosina del "pappone" in ciotola. Costretto a offrire i suoi servigi a prezzi stracciati, in questa decadente vecchiaia, ancor più palese a livello cerebrale che fisico, a giudicare dai suoi pensieri, ancor più informi delle sue fattezze fisiche.

A questo punto, posto di fronte, come sono, a un uomo finito, ridotto a servo e a caricatura di se stesso, glielo do io un consiglio al nostro "palla di pelo".
Intanto che aspetti che Totti faccia come Federer tu fai come Ian Curtis. Va bene anche Kurt Cobain.
Sound72
00venerdì 13 maggio 2016 20:53
Davvero un peluche.


Però Totti, Federer, Ian Curtis..te prego toglili dal topic de Dotto [SM=g27991]
Giacomo(fu Giacomo)
00martedì 17 maggio 2016 18:37
«La Roma non è una mia fonte di guadagno.»
No, certo, c'è sempre il Corriere dei piccoli e Dagospia. Poi sul Romanista ci scrivevo io, infatti.
Sound72
00giovedì 15 settembre 2016 12:14
Tiè beccatevemose sta memoria " vergata " [SM=g27991] dal Sommo letterato.

Direttamente da Dagospia .


Ci voleva quel magnifico selvaggio di Nainggolan per lanciare un appello in una città infestata dai peggiori tifosi del pianeta

DAGOSPIA.IT (G. DOTTO) - Il magnifico selvaggio. “Tifosi, sosteneteci anche quando Totti non c’è”. Ci voleva quel magnifico selvaggio di Nainggo per lanciare un ovvio quanto scandaloso appello in una città infestata da tifosi idolatri e imbonitori ruffiani. I peggiori tifosi del pianeta. Di gran lunga. Genuflessi al cospetto della Vacca Sacra, hanno buttato la propria squadra nel cesso dell’abbandono e dell’indifferenza, della fucilazione ipercritica nella migliore delle ipotesi. Ci si abitua a tutto.

L’Olimpico è diventato un deserto tartaro inutilmente attraversato dall’urlo vendittiano. Un nastro assurdo. Beckett in versione stadio. Scosse che non servono a rianimare il cadavere. Solo se e quando si alza dalla panca la sagoma del Capitano, magari per scrollarsi una mosca di dosso, il cimitero comincia a vibrare. I narcolettici riscoprono il brivido erotico della febbre da stadio. Tutti lì a spiare il minimo gesto del loro Vitello d’Oro.

Tutto questo, prima ancora che deprimente, è sommamente cretino. Confessa l’obesità mentale, la pigrizia di un gregge suddito, eternamente bisognoso di perpetuare la sua funzione passiva, il versante più comodo della vita. Idolatrare invece che tifare, latrare invece che amare. Gente che sembra aver dimenticando e azzerato i canoni elementari di quel demenziale e mistico delirio che è il tifare la propria squadra.

In nessun grande club del mondo, passato e presente, il campione ha soppiantato la maglia che veste, riducendola a straccio da pestare. Che si chiamino Messi, Ronaldo, Giggs, Riquelme, Del Piero, Maldini, Van Basten o Crujff. Persino il Napoli, con tutti gli sbandamenti del caso, ha continuato ad esistere dopo Maradona. Ok, evitate di ricordarmelo, la storia di Totti è unica. Fuoriclasse irripetibile, romano e romanista, iscritto nella ristretta lista del classici viventi e calcianti. Tutto vero. Ma proprio per questo, soprattutto per questo, la storia è deludente.

L’eroe è fondamentale, ma solo se aiuta i suoi nel cammino della terra promessa, non li perpetua nella palude dell’adorazione. Fuoriclasse assoluto, chi lo discute è un mentecatto, che spennella quarantenne calcio giottesco, Totti sembra più affezionato all’idea del leader protagonista che tira fuori i suoi compagni calimeri dalla merda con tutte le bovine ovazioni del caso che al leader totale che si fa sentire e “agisce” anche da fuori, nei titoli di coda invece che in copertina, quando la merda è fino al collo.

Questo non mi piace. Questo mi delude. Proprio perché amo l’eroe Totti. E mi aspetto che sia lui a rinsavire un popolo rimbecillito, traghettandolo dall’amore per sé a quello per la squadra del cosiddetto “cuore”. La questione non è se il ragazzo può o deve continuare fino a che i suoi piedi canteranno. Ma perché questo debba uccidere tutto ciò che è Roma fuori di lui.

A questa patologia da calcio terzomondista si aggiunge, tanto per guastare definitivamente il piatto, il becerume di quel trivio agonizzante che è la cosiddetta comunicazione romana. Carogne di ogni tipo banchettano alla facile mensa del Campione Mitologico. Giornali morenti che si attaccano cinicamente a tutto, alla braciola scadente e scaduta del campione di Porta Metronia, pur di vendere due copie in più in una piazza più tottista che romanista, peripatetiche dell’opinione che si affacciano ogni tanto a Trigoria, trovando il comodo rutto della demagogia spicciola. Il massimo, il peggio, è quando s’imbastisce la più dozzinale delle truffe mediatiche. Spalletti contro Totti.

Romanisti veri. Lucio Spalletti da Certaldo è oggi il romanista più romanista che c’è (aggiungo da ieri l’indonesiano con la cresta). Da tifoso autentico ha capito subito il potenziale veleno della divisione, ha cercato di esorcizzarlo in tutti mondi, non facendo i conti con la coda del diavolo, una storia idolatrica che si è nel frattempo alleata a Belzebù, trasferitosi nei piedi di Totti e nel suo puntiglio di metterla nelle chiappe di chi, secondo lui e il suo entourage, trama contro. Idea poveraccia.

Ma così è. Spalletti si è speso in tutti i modi con la parola e con i fatti per riconnettere il popolo giallorosso alle tette della Lupa, ma ad oggi il fallimento sembra evidente. Belzebù comanda e Lucio arretra, legittimamente turbato dalla violenza degli idolatri e delle orde belvette, scriventi e oranti.

Il risultato è che la squadra, Nainggo finalmente l’ha detto, ha incorporato il concetto rovinoso che può essere amata solo portando l’insegna di Totti. “Ma no, i giocatori devono dimostrare il proprio valore a prescindere dal comportamento dei tifosi”, si sente di dire Abel Balbo. E che minchia c’entra? Soprattutto se, due righe prima, dici che il tifo a Roma è decisivo. L’amore è una spinta a essere migliori. Giusto? Vogliamo contestare anche questo? Portiamo le comparse negli stadi al posto dei tifosi. Siamo sulla buona strada.

Idolatrando Totti, si rischia di buttare via tutto il resto. A cominciare dal bambino, in questo caso Spalletti. Che è, invece, non solo il più grande romanista oggi ma anche l’unica, vera, strepitosa novità di un calcio italiano dominato da mediocri certezze (la Juventus ha già vinto il suo quinto, sesto, decimo campionato consecutivo) e miserabili viltà (la testa sotto la sabbia, il non voler riconoscere i problemi enormi di un sistema che collassa).

Ci vuole passione. Ci vuole energia. Spalletti è tutto questo. Abbiamo esaltato a suo tempo la comunicazione furbastra di quel manipolatore perverso di Mourinho. La comunicazione di Spalletti è ben altro. E’ la grande novità. Una nuova frontiera. Svolta radicale. Lievemente appannata negli ultimi tempi da risultati scioccanti e risposte ambientali ultrà becere.

Ma il fenomeno resta. Le sue conferenze stampa, quasi tutte, sono piccoli eventi. Un punto di non ritorno. C’è un prima e c’è un dopo. Prima di Spalletti, l’allenatore medio comunica per non comunicare, disinnescare contenuti potenzialmente “destabilizzanti”, portare a casa il “successo” di quel che si dice lo 0 a 0. Rimestare la zona grigia del dire e del non dire, tutt’al più inviare messaggi cifrati, alludere, ammiccare, magari fustigare il giornalista fellone.

Nella migliore (o peggiore) delle ipotesi, la conferenza stampa come pretesto per uno show carismatico, in vista anche di buoni ingaggi pubblicitari (Mourinho su tutti, ma gli stessi Guardiola e Conte, più cerebrale il primo, più muscolare e tarantolato il secondo, impongono il fascino vibrante della loro personalità).

Nella chiave della negazione degli astanti, il genio assoluto è Bielsa. Fissare lo sguardo a terra è di per sé la postura che cancella l’interlocutore, gli nega il diritto di esistere (in molti casi, questa cancellazione del prossimo in conferenze stampa affollate di tanti stronzi, va salutata come una benedizione).

In un certo senso, anche la comunicazione di Spalletti realizza l’effetto di negare il prossimo. Ma, al contrario, per eccesso di generosità. Un paradosso. Sposta talmente in alto l’asticella della parola da costringere l’”altro”, l’astante, a misurarsi con vette e temperature cui non è abituato o a cercare di farlo (esente naturalmente da questo l’insanabile idiota che non percepisce nulla di quanto accade, in questo caso l’aura, l’oro, della parola).

La comunicazione di Spalletti, al suo meglio, ha qualcosa di zavattiniano o fallaciano. Così febbrile. Così follemente generosa. Questa urgenza della verità, lo scandalo della verità, al confine della patologia. Tu sei qui per riempire il tuo taccuino o il tuo smartphone di frasi fatte? E io, invece, ti dico tutto, anche e soprattutto quello che non dovrei dirti. Scandalo notevole, in un mondo dove vale la pulsione opposta, la parola omertosa sotto forma di luogo comune. Uffici stampa strapagati o malpagati per organizzare la recita del non dire.

Ok. Lo so. Non ricordatemelo. C’è un ego ridondante di mezzo. Ma, generosità e vanità si combinano necessarie nella statura di un leader che comunica. Io, Spalletti, m’inoltro a dire l’indicibile, fino alle confidenze da spogliatoio, spiegarvi quello che non potete capire, arroventarmi in spiegazioni tattiche sofisticate, rispondere a tutto, senza maschere, anche a ciò che è irricevibile, inaugurando una svolta liberatoria della parola nel mondo cane del calcio.

Ma anche una possibile etica. Dentro una scena dominata dall’urgenza barra passione della verità, alias mostrarsi nudi, la parola come fosse la propria carne, si prefigura l’ipotesi di un mondo migliore. Certo, mille volte più interessante da praticare. Si sbaracca il teatrino delle meschine identità sigillate nel proprio compitino molto egoico e poco eroico, per esplorare un altrove. Non sai dove porta. Forse a romperti il muso. Ma viva!



Ma Nainggo la notte nei sogni diventa Mandingo?
lucaDM82
00giovedì 15 settembre 2016 12:24
Dotto dimentica la profonda frattura tra il tifo organizzato e istituzioni/pallotta. Normale che il tifoso,anche perche' e' l'ultima stagione,si scaldi solo per totti e lo omaggi.
Dotto,che ha le capacita',dovrebbe piuttosto denunciare (lo fece solo m fini anni fa a piu' riprese) l'emarginazione del tifoso,che si completera' con la costruzione del nuovo stadio,oltre alla perdita di interesse che il calcio subira' nel futuro (processo gia' in essere).
Davenne
00giovedì 15 settembre 2016 12:37
Personaggio odioso. Dato che ha lavorato con Bene e su tematiche artistiche ed auliche sicuramente più interessanti del pallone parla di calcio con insofferenza, disgusto da radical obbligato a scendere nelle melma e due passi dalla cloaca.

Il problema viscerale con Totti, la vecchia dirigenza e qualsiasi cosa non sia il nuovo fine a se stesso è di vecchia data e non voglio immaginare a cosa sia dovuto.

Una brutta persona pubblica, oramai quando interviene spengo
Sound72
00giovedì 15 settembre 2016 13:02
Vabbe' io ormai lo prendo a ridere.

Totti Belzebu' pensaci tu.

Spalletti il più grande romanista oggi...nuova frontiera della comunicazione,

Al prossimo collegamento il baffo e Accattoni in ginocchio alla Padre Palizzi e sottovoce...chiederanno al Sommo Giancarlo un commento sulle sue affermazioni che dividono.
jandileida23
00giovedì 15 settembre 2016 13:40
Sì poi parla de ego lui...
Giacomo(fu Giacomo)
00giovedì 15 settembre 2016 13:45
effettivamente Totti è Satana
a pensare a tutti quelli che sono morti di crepacuore senza aver il tempo manco di vedere un prete, domenica scorsa. [SM=g11491]
tutti all'inferno
Sound72
00domenica 9 ottobre 2016 13:26
AUSTINI INTERVISTA DOTTO

..ahaha di tutto di piu'..
pure De Rossi dirigente straordinario e vedo bene l'accoppiata MASSARA-BALZARETTI




Dotto: “Se Totti farà l’allenatore finirà di uccidere la Roma”

Il giornalista si scaglia nuovamente contro il capitano giallorosso: “È un tappo che veramente oscura e toglie più di quanto dà. In campo restringe le linee di calcio, tu vedi che sono tutti ossessivamente votati a passargli la palla”


Giancarlo Dotto è tornato a tuonare contro Francesco Totti.

Intervistato da Alessandro Austini sulle pagine de “Il Tempo“, il giornalista si è scagliato contro la possibilità che il numero 10 della Roma possa un giorno allenare i giallorossi, come dichiarato dallo stesso Totti in un’intervista rilasciata a Walter Veltroni. Queste le sue parole di Dotto:
«Sembra che Veltroni abbia una smania incontinente, elogia qualcosa e qualcuno già talmente idolatrato da non averne alcun bisogno. Una celebrazione che non celebra, perché definire Totti genio del calcio, arguto, divertente, saggio, bello, buono, non lo aiuta. Lo fa molto di più Sabatini in una frase che Veltroni in un’intervista intera, inventando metafore. Parlare del talento di Totti come magica follia o poetica sfrontatezza a cosa serve? Sono espressioni liceali che non aggiungono nulla. Ma Veltroni ha la sindrome di cercare fanciullino in tutti noi, ne ha fatto un’operazione di marketing. Il suo è un fanciullino stucchevole, melenso, io andrei piuttosto a cercare quello che non si conosce, il fanciullino delle paure, che si nasconde nelle cantine. Veltroni intervistatore mi ricorda i boy scout che aiutano le vecchine ad attraversare strade pericolose anche quando queste donne non sono vecchine e le strade non sono pericolose. Ha ucciso definitivamente il genere delle interviste. Questa è inutile, pessima, superflua, un prete che celebra messa»
E le risposte di Totti?
«L’unica perla involontaria è quando, parlando di sé da bambino, si definisce un “tappo”, è in qualche modo profetico. Ha creato un legame con le parole di Sabatini che lo ha definito nello stesso modo anche se aveva ben altro in testa. Da un Walter all’altro, di quanto ha detto l’ormai ex direttore sportivo ne penso tutto il bene possibile. Il concetto di “Totti tappo della Roma” è inconfutabile. Trovo ottuso, grottesco, ridicolo che non lo si voglia riconoscere nella sua giusta dimensione. Sempre nell’intervista, in cui sembra un santino, Totti dice: “io non ho mandato via nessun allenatore”. Sarà anche vero, ma i tecnici si mandano via in tanti modi. Il primo è quello di destabilizzarli, il secondo non prendendo mai posizione pubblica nel momento in cui sono in difficoltà. L’ho detto anche a Garcia quando Totti fece quel gesto al momento di una sostituzione, togliendo dalla spalla la mano che Rudi gli aveva appoggiato come se fosse la cacca di un piccione, ha ucciso l’immagine del francese a Roma. Questo Rudi non lo ha mai capito fino in fondo. Letale. Così come il “piccolo uomo” di Ilary ha causato un danno infinito, creando un’associazione ingiusta perché Spalletti tutto è tranne che un piccolo uomo. Si uccidono pianisti e allenatori in modi diversi. Ad esempio lo scorso anno Totti se ne uscì con quell’intervista alla Rai mentre la squadra viaggiava a gonfie vele. Non ha mai esercitato la sua leadership fuori dal campo, soprattutto quando poteva intervenire per mettere un argine a questa idolatria dirompente. Quando le dici o le scrivi c ’è sempre qualche imbecille che ti ricorda che Francesco è fortissimo. Nessuno ne mette in dubbio il talento, ma se lui fa un tacco da “parrocchia” cadono giù le tribune».

Quindi è un problema per la Roma?
«È un tappo che veramente oscura e toglie più di quanto dà. In campo restringe le linee di calcio, tu vedi che sono tutti ossessivamente votati a passargli la palla. Io aggiungo che all’interno del clan romanista, anche fra i più intelligenti, si è creata una sorta di sindrome di Stoccolma. Giocatori leader come Strootman si trovano costretti a dire che con il capitano in campo si sentono più sicuri. Pensano: “Io sono in una città sequestrata dal mito di Totti, non posso ribellarmi e quindi mi adeguo”. L’unico che, poverino, ha provato a uscire dal coro è stato Nainggolan. Sarà un caso, sto scherzando, ma da quando lo ha detto ha smesso di giocare al calcio. Quindi Totti non ha mai mandato via allenatori, è vero, ma quello che c’è attorno a lui, questa monocrazia, lui non ha fatto nulla per riconciliarla in nome della Roma».

Ce lo vede su una panchina?
«Tutto può succedere, lo dice anche lui onestamente di dover cambiare. In genere essere un fuoriclasse non significa diventare un grande tecnico, abbiamo casi contrari. Guardiola è il genio assoluto, dall’altra parte c’è un esempio come Falcao. Se Totti pensa che il suo nome carismatico possa di per sé farne un grande allenatore sbaglia. Anzi estende in modo allarmante questa minaccia del “tappismo”. Rischia di uccidere la creatura Roma, se fosse veramente romanista capirebbe che sul suo nome si consuma idolatria pericolosa che va contro agli interessi del club e cercherebbe un ruolo dietro le quinte, un po’ come quello di Zanetti nell’Inter. Se invece dovesse sedersi sulla panchina giallorossa avremmo per altri vent’anni una città che sposa il suo nome invece della squadra e io smetterei di occuparmene».

E De Rossi?
«Lui potrebbe essere un dirigente straordinario, calato in un ruolo in cui tutta la sua esperienza e intelligenza sarebbero una torcia preziosa e verrebbe meno il suo lato oscuro, questa emotività disordinata da tifoso che gli procura danni. Sarebbe davvero il Dirigente ideale in un futuro prossimo. Per il momento vedo molto bene l’accoppiata Massara-Balzaretti».

Quanto perde la Roma con l’addio di Sabatini?
«Non so se sia stato il migliore, da tifoso sono molto orgoglioso di averlo avuto, sicuramente la Roma perde questa sua meravigliosa capacità di frequentare il calcio con l’animo del bucaniere, di indovinare soluzioni calcistiche laddove non ci sono. La sua morbosità lo ha sempre portato ad eccedere e azzardare, per lo stesso motivo per cui invece di 20 sigarette ne fuma 80. Va via una forte anima in una società che ne ha veramente poca, per fortuna ha trovato una forte presenza con Spalletti, ma l’ambiente è sempre quello, anche lui è già corroso. Le anime forti qui non ci sono e quando vengono tendono ad essere divorate. Come successo a Baldini. A lui ho sempre rimproverato di non essere riuscito a tenere le giuste distanze da questi piccoli cannibali. Roma sembra fatta solo per allenatori risultati di algoritmi: Liedholm e Capello sono stati non a caso gli unici a vincere con la loro capacità di farsi scivolare di dosso le cose. Il Barone per la saggezza innata, Capello grazie all’immane feroce pragmatismo che lo ha sempre portato ad andare oltre».
Giacomo(fu Giacomo)
00domenica 9 ottobre 2016 14:05
va be', ma è pure inutile fare pubblicità a questo, il Pantano sgorbio.

basta la frase «se fosse veramente romanista». Totti, no Dotto.

sulla stessa radio il macellaro risponderebbe: magari Totti è romanista ma io nun so' romanista so daaaa Roma
jandileida23
00domenica 9 ottobre 2016 16:22
Sí che poi che gli danno la palla a lui ogni volta che se cagano sotto come pulcini bagnati è colpa di Totti non de quei quattro pusillanimi che girovagano per il campo e che l'anno scorso hanno aspettato lui invece de maramaldeggià per i campi di tutti italiani e/o internazionali quando Totti stava in panchina e non gli faceva ombra. Detto che come ben sapete per me Totti de cazzate comunicative ne ha fatte e non l'ho mai reputato il capitano da coltello tra i denti che tanto ce sarebbe servito certe volte (ecco forse è questa la più grande pecca ma sarà una cosa sua caratteriale non queste cazzate psicotrascendentali de sto Jodorowsky dei poveri, prima penna de DAGOSPIA)

Vabbè uno che vede bene l'accoppiata Massara e Toy Boy, non se sa in base a che tra l'altro visto che il primo boh chi cazz'è e il secondo che avrebbe fatto in questi lunghi anni, penso se commenti da solo.

"L'animo del bucaniere" mavatteneafanculo capitan Dotto, davvero un omino della Playmobile altro che Spalletti
Sound72
00lunedì 10 ottobre 2016 09:00
Ma farebbe bene a quererarlo .Almeno simbolicamente sto peluche lo metti a tacè.

Che poi casualmente: lo intervista Austini, due che intervengono a TRS . A radio del primo tifoso della Roma.
Giacomo(fu Giacomo)
00martedì 11 ottobre 2016 06:44
"Apprendiamo con stupore dall’agenzia Ansa della decisione di Francesco Totti di rivolgersi ai suoi avvocati per valutare la "rilevanza diffamatoria" dell’intervista di Alessandro Austini al collega Giancarlo Dotto pubblicata su Il Tempo il 9 ottobre scorso. Riteniamo però che ogni importante personaggio pubblico possa essere oggetto di critiche anche forti, e che Dotto da profondo conoscitore del mondo del calcio quale è si sia limitato a esprimere legittimamente le proprie idee come sancito dalla Costituzione sul capitano della Roma e sul suo futuro (probabile) da allenatore. In conclusione l’intervista da noi pubblicata non può ritenersi lesiva della reputazione di Francesco Totti, delle cui qualità sportive e morali nessuno – a cominciare da Dotto – ha mai dubitato".

Il Tempo.

Per parafrasare Lucarelli: «Paura, eh??»
Alexonline77
00martedì 11 ottobre 2016 08:20
Profondo conoscitore di calcio qual è..????viste le sue numerose presenze a domenica live da barbara d urso??la prima firma del portale delle donnine nude..??
Sound72
00martedì 11 ottobre 2016 09:06
Re:
Alexonline77, 11/10/2016 08.20:

Profondo conoscitore di calcio qual è..????viste le sue numerose presenze a domenica live da barbara d urso??la prima firma del portale delle donnine nude..??



Ma infatti il sogno suo sarebbe quello de sta al posto al Alfonso Signorini al Grande Fratello. Peccato che conduce Ilary [SM=x2478856]

Cmq me l'ero immaginata e l'avevo auspicata la soluzione querela.
Finchè parli a Trs sei una virgola, se cominci a rincarà pure sui giornali allora vai stoppato, anzi Tappato.

E ha fatto pure bene a dirlo pubblicamente.

Davenne
00martedì 11 ottobre 2016 09:21
Non sono grande amante delle querele intimidatorie. Tra l'altro se querela per l'articolo comparso alla fine il giornalista e il vate hanno lo scudo dei legali del giornale, quindi gliene frega zero. Agli scemi è sempre meglio non dare troppo spago che poi s'alimentano le loro manie di grandezza, inutile scendere nella melma per loro.
Giacomo(fu Giacomo)
00martedì 11 ottobre 2016 09:24
METTI IL TAPPO

Sound72
00martedì 11 ottobre 2016 09:34
Che ce sta de intimidatorio?

Che siccome stamo a Roma puoi sparà fango a destra e a manca?
Questo qui è andato pure a tikitaka su Italia 1 a fa il teologo della lotta all'idolatria pe Totti.

Me insulti pubblicamente da mesi, io replico pubblicamente.

L'immagine è la mia e io non te lo lascio scrive neanche indirettamente che danneggio la Roma.
Non solo ma lo fanno passà pure per un demente incapace.
Intorno a Totti nella Roma so tutti bravi, straordinari, bucanieri, unici, soffrono tutti.Totti è il male.
E allora io te distruggo proprio.

Altro che intimidazione. Vuoi la popolarità marciando sul mio nome ? Ecco prenditela.
Perchè questo stanno facendo.

Pure l'allusione -a battutina- a Nainggolan che da quando ha parlato non gioca piu'.

Davenne
00martedì 11 ottobre 2016 09:50
Massì, è tutto giusto, solo che te sei Totti e quello è? Dotto? Ma chi lo conosce Dotto fuori dal mondo delle radio romane? Un pezzo su un giornale che non legge nessuno fuori Roma (e che gode di una credibilità discutibile) e due comparsate a fare il pupazzo in TV alle 23:00? Io non gli avrei dato spago. Poi Totti è ricco quindi può pure fare querele tanto per quando si sente leso, ma alla fine gli farai solo altra pubblicità senza che lui ci rimetta nulla dato che pagherà l'editore.
Sound72
00martedì 11 ottobre 2016 10:03
Re:
Davenne, 11/10/2016 09.50:

Massì, è tutto giusto, solo che te sei Totti e quello è? Dotto? Ma chi lo conosce Dotto fuori dal mondo delle radio romane? Un pezzo su un giornale che non legge nessuno fuori Roma (e che gode di una credibilità discutibile) e due comparsate a fare il pupazzo in TV alle 23:00? Io non gli avrei dato spago. Poi Totti è ricco quindi può pure fare querele tanto per quando si sente leso, ma alla fine gli farai solo altra pubblicità senza che lui ci rimetta nulla dato che pagherà l'editore.



Questo non si puo' dire a priori.
E comunque Totti ha un'immagine anche e soprattutto a Roma.
Un conto che te la sporchi per tue colpe, un altro se te entrano a piedi uniti ogni 5 minuti.
Totti gioca ancora nella Roma, potrebbe avere un futuro nella Roma.
E poi c'è anche una recidiva: non è il primo intervento cosi.
So mesi de fango strisciante.
Detto che io posso chiedere pure al giornale la rettifica del titolo.
E se vado a fondo la ottengo.
jandileida23
00martedì 11 ottobre 2016 10:16
Io in linea di principio sono d'accordo con Davenne: per dire quando Spalletti rispose in conferenza a quello scemo che aveva fatto il live su FB dalla macchina dissi che se la poteva risparmiare. Ma era una cosa cosí, una volta. Così veramente dai luce al nulla.

Il Tempo vuoi o non vuoi a Roma è letto, e a Roma Totti ce lavora. Poi sono tutti altri toni, questo Dotto caga il cazzo in maniera pesante da un po' di tempo e alla fine tira e tira la querela te la becchi, al di là dei risultati che raggiungerai. Poi certo io non ce spenderei una lira ma manco ce l'ho per spargere querele.
Giacomo(fu Giacomo)
00martedì 11 ottobre 2016 10:22
ma la querela manco parte, non ci sono le basi. Lo fa solo per prevenire: smettila di rompere le palle e stai in campana.
E infatti subito il viscido vorrebbe un incontro con Totti...un confronto in qualunque sede.
La pubblicità è l'anima del commercio.
E de li mortacci tua.
Sound72
00martedì 11 ottobre 2016 10:24
Ma una roba del genere solo a Roma può succedere su.

Ma voi ve lo immaginate Teo Teocoli che intervistato dal Giornale dice "Maldini allenatore uccide il Milan?"
o che i compagni so costretti a passargli la palla?
o che è il Diavolo, che parla de braciola scaduta del campione de porta metronia, che non se comporta da romanista?che danneggia tutto..dalla Roma a Spalletti ai compagni di squadra?

Ma perchè a sta gente deve essere consentito di spalà merda pubblicamente?

Tu attacchi la mia immagine a Roma. E trovi pure chi ti spalleggia come un giornale a tiratura nazionale.

Ma mo che ce penso doveva farlo pure prima sto passo [SM=x2478856]
Davenne
00martedì 11 ottobre 2016 12:38
Quando si dice saper usare con professionalità i SN

giove(R)
00martedì 11 ottobre 2016 14:35
Re:
Sound72, 11/10/2016 10.24:


Ma perchè a sta gente deve essere consentito di spalà merda pubblicamente?





chiediti come mai in questo ambiente un personaggio come De RosShit che nel giro di un mese solo è riuscito a:

1) insultare pesantemente e pubblicamente la tifoseria e
2) MANDARE A CASA IN CARROZZELLA un avversario (Maxi Pereira) ennesimo di una lunga serie di "mannati all'ospedale tra fiotti de sangue" dall'epigone der Bufalo di Romanzo Criminale...

...goda di questa tutela e impunità con tanto di truppe cammellate in OGNI radio a difenderlo, a insabbiare, a buttarla in caciara.

[SM=g7305]
Sound72
00domenica 29 gennaio 2017 13:22
Re:
giove(R), 13/05/2016 12.01:

DOTTO: "Totti come Federer dovrebbe ritirarsi".




Ah ah ah


Sound72
00lunedì 20 febbraio 2017 14:12

Lo sciamano Spalletti ha trasformato Dzeko in un superuomo e ha convinto Emerson Palmieri d'essere un incrocio tra Roberto Carlos e Alex Sandro


DAGOSPIA.COM (G. DOTTO) - “Tutto è nella mente. Fuor della mente non c’è che il niente”. Questo dice la venticinquesima giornata del campionato italiano. E dice altre cose. Nessuno dice, invece, che “O Generosa”, l’inno commissionato e strapagato a Giovanni Allevi per la serie A, è un’imbarazzante schifezza, un orrore cacofonico? Basta guardarli i ragazzi schierati a inizio partita, sommersi da quella gragnuola di cavallette truccate da note assurde. Stanno lì meschini in fila, arruolati giocoforza nel clan delle Orecchie Straziate, con un solo pensiero nel cranio unisono, che quella sinfonica strombazzatura cessi il prima possibile, con tutto il suo latinorum misto inglese aggregato. E’ come la visita dal dentista.

Prendi Luciano Spalletti e prendi Dzeko. Posseduto dall’anima di Rasputin, reduce da San Pietroburgo, l’uomo di Certaldo si presenta a Trigoria con la scusa del nuovo tecnico, ma si svela presto per quello che è, uno sciamano. Entra nelle teste dei giocatori. Le invade. Le svuota e le riempie a suo piacimento. Ogni sua postura, gestuale e oculare, ha un solo scopo, pietrificare l’interlocutore e impossessarsi del suo teschio. Così è stato con Edin Dzeko. Gigante friabile. Uno dalla sensibilità smodata, che si liquefa al primo incidente in uno spartito di balbuzie, passi imbranati e sguardi accorati. Lo ha trasformato in un superuomo. Un killer batistutoide con l’eleganza del cigno. Non basta. Ha convinto Emerson Palmieri d’essere un incrocio tra Roberto Carlos e Alex Sandro (ogni grandezza nasce da una coltivata suggestione). Fomentato da Lucio, Fazio non si sente lontano da Beckenbauer. Guardate l’ultimo Nainggolan. Spalletti ne ha fatto un mix su la cresta tra Puskas e Lothar Matthaeus.

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L'iconoclasta per eccellenza..sta con lo spillone a fa riti vodoo col peluche..basta con l'idolatria tottiana, ci avemo lo sciamano!


Davenne
00martedì 21 febbraio 2017 07:52
'Guardate l’ultimo Nainggolan. Spalletti ne ha fatto un mix su la cresta tra Puskas e Lothar Matthaeus.' è quasi peggio.
Che pagliaccio.
Sound72
00mercoledì 13 settembre 2017 20:21
Ha trovato una nuova bambolina voodoo..il Difra


www.gazzettagiallorossa.it/2017/09/dagospia-rigetto-dei-calciatori-francesco-s...

Inizia co Pallotta e finisce con gli sciamani a cazzo eternamente dritto [SM=g11491]
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