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Roma violenta

Ultimo Aggiornamento: 03/01/2024 09:53
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22/10/2011 11:19
 
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vabbè luco,è una testimonianza isolata (e da verificare) che lascia il tempo che trova.Cosi' è buono tutto.In tutti i casi,ammesso che ci sia stato qualche ragazzo legato a gruppi neofascisti(fermo restando che in casapound regna la confusione e il delirio visto che hanno flirtato col pdl e ultimamente fanno discorsi senza capo nè coda) la maggior parte dei black bloc che hanno identificato sono legati ad ambienti di estrema sinistra.Quello che dico è di prendersi le proprie responsabilità,il giochino di etichettare i bb come fascisti è stato vile e meschino.
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02/11/2011 19:52
 
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Omicidi, usura e sequestri
Roma si riscopre sotto assedio


27 omicidi dall'inizio dell'anno. E poi gambizzazioni, ventimila danneggiamenti e una complessa geografia di banche che si spartiscono il mercato della droga. Nei numeri delle forze dell'ordine l'allarme criminale

A Roma i clan si spartiscono di tutto. E naturalmente c’è anche posto per tutti: dalla camorra alla ‘ndrangheta a Cosa nostra. Di famiglie criminali se ne contano almeno trenta. Numeri che si moltpilicano allungando lo sguardo su tutta la regione. Cosa fanno? Riciclano, investono e hanno la residenza in città.

Ma non c’è solo questo. Ci sono le bande locali che partono dal controllo del territorio e dello spaccio e si contendono i rapporti con la grande criminalità. Da San Basilio a Tor bella Monaca i vecchi padroni dei quartieri impongono la loro legge. Ma ormai non sono più soli. Le nuove leve scalpitano. Sono spietate e pronte a tutto. Dall’inizio dell’anno sono 27 gli omicidi a Roma. Ma il sangue non sono solo morti ammazzati. Ci sono attentati e gambizzazioni che raccontano un’allarmante escalation di violenza. Che tradotto in numeri significa ben 92 agguati negli ultimi mesi.

Eppure le cronache parlano anche di altro. Di usura e racket ad esempio. Qui la geografia è vasta e complicata. I dati delle forze dell’ordine sono estremamente chiari: in nove mesi a Roma e provincia ci sono stati 87 sequestri di persona, 19 a scopo estorsivo. L’ultimo ad Ostia dove per alcuni giorni due aguzzini hanno tenuto sotto sequestro due imprenditori, li hanno seviziati, la loro colpa non aver saldato un debito. E del resto Ostia da sempre è zona ad alto tasso di crimine, dove dal 2007 si susseguono incendi dolosi a ristoranti, stabilimenti balneari, locali notturni. A fine luglio una bomba ha distrutto una pizzeria.

Anche sul fronte dei danneggiamenti i dati sono inquietanti, dall’inizio dell’anno ce ne sono stati 22.425, di questi 282 seguiti da incendi. “Si tratta di episodi – denuncia Gianni Ciotti, segretario Silp-Cgil a Roma- che raccontano una capitale che le istituzioni cittadine tendono a sottovalutare e nascondere. La verità è che ci sono organizzazioni criminali che impongono il pizzo e l’usura. Dentro quel dato dei danneggiamenti seguiti da incendio c’è la ritorsione contro chi non vuole pagare. Ma c’è il dato nascosto, se si vuole più inquietante, di chi paga e resta zitto”.

E’, dunque, una Roma che si riscopre sotto assedio. Il magistrato Maurizio De Lucia della Dna parla apertamente di una lotta tra “batterie” locali per conquistare il mercato. “Nelle periferie romane operano bande medio-piccole che stanno lottando tra loro per il territorio. Le bande vincenti saranno quelle che presteranno servizio alle grandi mafie”. Accreditarsi agli occhi dei padrini che contano è un’ipotesi. L’altra, volendo è ancora più inquietante. Il grilletto è diventato facile e risolve prima di ogni altra cosa quelli che nella Capitale chiamano ‘impicci’.

L’ultima volta due giorni fa a Tor Bella Monaca, sicari hanno sparato colpi di arma da fuoco contro un uomo, con precedenti per droga, già destinatario di un agguato esattamente un anno fa. E’ in ospedale in gravi condizioni. “Molte aggressioni – denuncia la Direzione distrettuale antimafia capitolina – sono maturate a seguito di contrasti insorti in un contesto criminale, e in particolar modo nel traffico di stupefacenti”.

In ogni quartiere una gang, organizzata è pronta a tutto. San Basilio, quinto municipio, per esempio, è una succursale della camorra. Roma viene a rifornirsi in questa zona. Ma non è l’unica piazza di spaccio, Tor Bella Monaca nella famosa via dell’Archeologia così come a San Lorenzo dove la roba te la offrono mentre cammini in strada. E’ la Capitale che da un lato compra cocaina ogni giorno e dall’altro detiene il record delle vittime per droga. L’ultimo dato parla di 66 decessi (nel 2009), seconda regione dopo la Lombardia per numero di operazione contro il traffico di stupefacenti.

ilfattoquotidiano
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“La curva sud ci ha dato una lezione, si può anche perdere, si possono anche subire amare sconfitte, ma con quegli striscioni che hanno esposto ci hanno fatto capire che nei momenti sfavorevoli bisogna aumentare le energie. Loro ci danno la fede noi gli dobbiamo dare il carattere”. Dino Viola
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05/01/2012 12:47
 
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Roma violenta, caccia agli assassini di bimba e padre per rapina
Duplice omicidio al Pigneto, le vittime sono cinesi. La madre malmenata: "Erano belve". Belviso: chiarire le dinamiche



Roma, 5 gen. (TMNews) - E' caccia ai killer che la scorsa notte hanno ucciso un uomo cinese di 31 anni titolare di un bar e la figlioletta di nove mesi durante un tentativo di rapina nel quartiere Pigneto, a Roma. Secondo quanto si è appreso dalla riunione convocata per l'occasione in prefettura, l'uomo, in compagnia della moglie e della figlioletta, sarebbe stato avvicinato dai suoi assassini proprio mentre stava aprendo il portone di casa. Nel giubbotto della vittima sono stati ritrovati circa 3mila euro, incasso della giornata e possibile bersaglio dei malintenzionati. I malviventi, dopo aver affrontato l'uomo, sarebbero infatti riusciti ad afferrare la borsa della moglie, con al suo interno solo alcuni effetti personali.

Ancora da chiarire invece, come spiegato dal vicesindaco di Roma, Sveva Belviso, quanti colpi d'arma da fuoco siano stati sparati dai malintenzionati: "Probabilmente l'uomo si è ribellato al tentativo di rapina e loro hanno sparato - ha detto Belviso - la dinamica ancora non si capisce bene e non è chiaro se sia stato un solo colpo a colpire prima la bambina e poi il padre oppure se siano stati esplosi due colpi". Ad ogni modo "la rapina non è andata a buon fine perché il guadagno della giornata, circa 3mila euro, è stato ritrovato nel giubbotto della vittima" ha ribadito il vicesindaco che ha poi aggiunto: "Si sta ancora indagando e questa notte sono state impiegate più risorse possibili, circa 250 uomini e sono state fatte indagini con esito positivo per detenzione di armi".

Secondo la ricostruzione degli investigatori, ieri sera alle 22, Zhou Zeng, cinese di 31 anni, con la figlia di nove mesi, Joy, e la moglie Li Yan, aveva appena chiuso il bar di cui è titolare, il "New Cedrick". La coppia stava rientrando a casa che si trova a poco distanza dal locale, in via Giovannoli 26 nel quartiere Pigneto, quando sono stati avvicinati da due uomini con il casco e il volto coperto da una sciarpa. I due hanno cercato di strappare la borsa alla donna, nella quale presumibilmente ritenevano ci fosse l'incasso del locale. La donna ha però reagito cercando di resistere ai due banditi. E' intervenuto anche il marito in aiuto della moglie e a questo punto sarebbe partito uno sparo. Un unico colpo - spiegano i carabinieri - che ha colpito alla testa la bimba, che era in braccio al padre. Lo stesso colpo ha poi centrato l'uomo al cuore uccidendolo sul colpo. La piccola Joy era ancora viva quando sono arrivati i soccorsi. Respirava ancora. E' deceduta a bordo dell'ambulanza nonostante i tentativi disperati dei medici di rianimarla.

Posti di blocco "a rete" dei carabinieri sono stati disposti attorno al quartiere e nel resto della città per catturare i due banditi fuggitivi. Gli investigatori stanno ascoltando i residenti della zona per raccogliere elementi utili per identificare lo scoooter a bordo del quale i due rapinatori sono fuggiti e stanno analizzando le immagini delle telecamere presenti nella zona dove è avvenuto il duplice omicidio
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“La curva sud ci ha dato una lezione, si può anche perdere, si possono anche subire amare sconfitte, ma con quegli striscioni che hanno esposto ci hanno fatto capire che nei momenti sfavorevoli bisogna aumentare le energie. Loro ci danno la fede noi gli dobbiamo dare il carattere”. Dino Viola
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31/01/2012 11:51
 
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Restare o andare? Suggestioni dalla Magliana

"Ci finisco su Maglianastrasse in un sabato pomeriggio in cui già si sentono nell’aria le premesse di serate in discoteca, capelli fatti o da fare, comitive, make up pesanti, nail art fantasiosa e a caro prezzo nonostante la crisi, perizomi: il tutto come se, similmente all’ansia culinaria, la seduttività fosse direttamente proporzionale al bisogno di fuga"

“Da ragazzino in quel quartiere ci stava da schifo. Voleva andarsene a tutti i costi” scrive Emanuele Ponturo ne L’odio. Una storia d’amore (fermento), e ce l’ha con la Magliana. Certo è uno strano destino quello di nascere, vivere e, talvolta, morire in un quartiere di cui leggi più in cronaca nera che in cronaca bianca. Di cui senti più per morti ammazzati che buche dell’asfalto. Tanto più che, nell’epoca in cui Ponturo scrive, la Magliana è nominata in associazione con quel “Banda della” che le ha dato più onori in cronaca (e poi in letteratura e saggistica) delle catacombe di Generosa o di quel gioiello che è la chiesetta di Santa Passera. E sono solo due dei motivi di una bellezza non secondi all’incanto del fiume che ci scorre giusto sotto. Eppure una cementificazione senza posa l’ha resa un quartiere di densità abitativa ordinatamente compulsiva. E l’ordine, in questo caso, non ha nulla di particolarmente amabile. Tutti palazzi allineati, costruiti senza una fantasia architettonica, che hanno messo insieme famiglie una sull’altra, una a fianco all’altra e nessun posto per parcheggiare. “Hotel Magliana. Una volta fuori dalla birreria, Stefano si era incamminato a piedi verso l’albergo. Quando era arrivato, non immaginava che sarebbe stato così facile trovarne uno proprio da quelle parti, pensava di doversi spostare verso il centro. E invece l’insegna stava lì, a poche centinaia i metri. (…) Un’entrata anonima, un lungo corridoio, tendaggi pesanti, la statua di una Venere a lato della reception, una riproduzione kitsch fatta di gesso. (…) Un albergo nella periferia della Magliana, nel culo di Roma. (…)”. In mezzo al nulla ripetuto di questi palazzi persino un albergo che, agli occhi del protagonista di questo nero Cappuccetto Rosso, Stefano, arriva come una sorpresa. Sì, anche nella sua Magliana adolescenziale c’è un luogo in cui distendersi anche se è per fare l’amore a ore. Un amore che qui diventa un’ossessione forse proprio per tutta quest’ansia di costruire delle strategie di fuga. Reali e dal reale. Eppure la Magliana potrebbe essere bella. Vitale in tutti i suoi insistiti negozioni di cubatura sproporzionata. Arredamenti, cucine, moda. Supermercati a sfinimento: e viene da pensare a quanto quest’ansia alimentare spesso vada di pari passo con la semplicità e la povertà di un quartiere. Un corollario di autovendite che non ha quasi pari: marca per marca e con locazioni, anche in questo caso, sterminate.
L’EUR giusto lì in un orizzonte di marmo bianco, il cinodromo – ora centro sociale – a due passi e coi ricordi di chi scavalcava per andare a vedere di nascosto i levrieri correre dietro la lepre. In Germania, leggo da wikipedia, c’è addirittura una cittadina, Fulda, in cui per gemellaggio col quartiere è nata una Maglianastrasse. Ma non mi viene da sorridere anzi mi scuote un orgoglio che, non abitandoci, potrei risparmiarmi.
Ci finisco su Maglianastrasse – quella vera – in un sabato pomeriggio in cui già si sentono nell’aria le premesse di serate in discoteca, capelli fatti o da fare, comitive, make up pesanti, nail art fantasiosa e a caro prezzo nonostante la crisi, perizomi: il tutto come se, similmente all’ansia culinaria, la seduttività fosse direttamente proporzionale al bisogno di fuga. E finisco in un bar che sembra quasi un piccolo avamposto. Dar Negro: un museo di storia fotografica. Dentro c’è l’epica di un bar che non è un bar ma un quartiere. Che è stato radio, che è punto d’incontro. Qui fuori sì che ci starebbe bene una di quelle orribili scritte “e non solo”. Ma, a riprova di un’onestà di fondo, non è premessa da nessun invito la ridda di cose che ci puoi trovare. Dalla pentola al detersivo, al surgelato, al domopak. Alla parete si allinea una vicenda personale che passa tutti i pantaloni: a tubo, a zampa di elefante, attillatissimi, di pelle nera. E i mocassini e le vacanze e le star di passaggio. Delle volte penso che i bar di quartiere rappresentino una agenzia sociale (come piacerebbe dire ai sociologi più ottimisti), anche di saperi. Tanto quanto un comando di vigili o di polizia, una biblioteca, una scuola. Qui un chinotto è un chinotto, un caffè un caffè e un tramezzino quello che deve essere. E come va va. Anzi: che vada come deve andare.
paesesera.it

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23/03/2012 18:06
 
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Casal Bertone, battaglia in piazza
tra centri sociali e CasaPound


Lancio di sassi, cassonetti rovesciati e fumogeni accesi. Cresce la tensione dopo la denuncia di Simone, 30 anni, militante di sinistra: "Eravamo davanti ai magazzini popolari quando si sono avvicinati dieci ragazzi ed hanno iniziato a colpirci". La replica dell'estrema destra: "Gli antifascisti hanno aggredito la madre di una nostra attivista"

Cassonetti rovesciati, fumogeni accesi, lancio di sassi. Cresce la tensione nel quartiere di Casal Bertone, a Roma, tra giovani dei collettivi e militanti di Casapound. Le opposte fazioni si sono fronteggiate lanciandosi bottiglie e bastoni, in via Antonio Baldissera, e urla dei ragazzi di destra "Boia chi molla è il nostro grido di battaglia". Tutto è iniziato dopo che Simone, attivista dei centri sociali, di 30 anni, ha denunciato un'aggressione avvenuta questa mattina ai danni suoi e di un suo amico. Chiara, secondo lui, la matrice politica: "Eravamo davanti all'ingresso dei magazzini popolari di Casal Bertone quando sono arrivati in dieci, con i caschi in testa e i bastoni in mano, e hanno iniziato a colpirci. Due li ho riconosciuti perché sono della zona: appartengono a CasaPound". "Fortunatamente abbiamo solo qualche escoriazione alla testa, poteva andarci peggio - prosegue il ragazzo - La gente dai palazzi intorno li ha visti arrivare e ha chiamato i carabinieri. Hanno iniziato a urlare dalle finestre di smetterla. Io ho provato a difendermi come potevo, poi sono scappati".

L'ennesimo episodio di violenza che segue, da vicino, gli scontri denunciati a Ostia dagli artisti del Teatro del Lido e l'episodio davanti al liceo Righi. Ad intervenire è il consigliere provinciale di SeL Gianluca Peciola che scrive: "A quanto apprendiamo una decina di ragazzi appartenenti ad una nota organizzazione di estrema destra hanno fatto irruzione con caschi e bastoni all'interno dei Magazzini Popolari di Casalbertone, aggredendo due militanti. E' preoccupante il ripetersi di aggressioni e di atti di violenza squadrista nella nostra città. E' ancora più preoccupante che questo fatto avvenga proprio nel giorno della commemorazione dei martiri delle Fosse Ardeatine, uno degli episodi più drammatici dell'occupazione nazifascista a Roma. Da quando il centro destra è al governo della città, continuano a ripetersi provocazioni e atti di violenza neofascista che alimentano il clima di odio politico. Ci aspettiamo da parte delle Istituzioni atti concreti per fermare la violenza squadrista a Roma. Ai ragazzi aggrediti tutta la nostra solidarietà".

Intanto alle 18, presso i magazzini popolari, è stata convocata una conferenza stampa per parlare dell'accaduto.

Ma nel botta e risposta tra militanti di opposte fazioni arriva anche una denuncia e una versione differente da parte del centro sociale dei "fascisti del terzo millennio". "Nella tarda mattinata di oggi la madre di un militante di CasaPound Italia è stata riconosciuta e aggredita in via di Portonaccio - scrivono gli attivisti di via Napoleone III - La signora era in macchina, quando si è vista circondare da alcuni estremisti di sinistra, che hanno tentato di impedirle di passare e preso a calci la vettura. Poi, quando è riuscita a passare, gli antifascisti le hanno lanciato contro alcuni bastoni, che hanno colpito la macchina. Allontanandosi gli aggressori si sono imbattuti in due militanti di CasaPound e ne è nato un tafferuglio, conclusosi comunque senza feriti". "L'aggressione di questa mattina arriva dopo giorni di provocazioni, manifesti strappati, insulti - sostiene CasaPound Italia - E' evidente l'intento di 'guastare la festa', visto che oggi il Circolo Futurista Casal Bertone festeggia i cinque anni di occupazione. Noi comunque non ci facciamo intimidire e questa sera saremo tutti in presidio al Circolo per dire 'no' alla violenza e alla logica mafiosa dell'antifascismo militante".
E proprio questo Circolo sembrerebbe finito nel mirino di un assalto, come denuncia CasaPound: "Trecento militanti di estrema sinistra, armati di mazze, caschi e bastoni, stanno assaltando, anche a colpi di bombe carta, il Circolo Futurista Casal Bertone dove in questo momento sono riunite un centinaio di persone che stanno tenendo un presidio contro la violenza dopo che questa mattina la madre di un militante del movimento è stata aggredita nelle vicinanze, in via di Portonaccio. Si tratta di un attacco premeditato - spiega ancora l'associazione di destra - di un assalto preordinato da giorni proprio in vista dell'anniversario del Circolo. Chiediamo che qualcuno intervenga immediatamente per interrompere un'aggressione pianificata a tavolino e che arriva dopo giorni di provocazioni da parte degli antifascisti del quartiere"
repubblica.it
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13/04/2012 16:57
 
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Rissa tra centurioni e vigili al Colosseo

«Fateci lavorare al Colosseo, dateci regole certe fateci restare qui». Riesplode la protesta dei centurioni che hanno occupato nuovamente il Colosseo salendo sul secondo anello del monumento. I figuranti avevano già occupato l’Anfiteatro Flavio prima di Pasqua: protestano contro la decisione di allontanarli dalle aree archeologiche.
La protesta però è finita in una rissa tra vigili urbani e centurioni dopo il tentativo di sgombero da parte della polizia municipale dei due figuranti arrampicati sul secondo anello del Colosseo. Una volta che sono scesi i due sono sfilati con i vigili davanti agli altri centurioni è allora è nata una rissa: i colleghi dei due hanno cercato di ’liberarli'.
Dopo botte e spintoni tra vigili urbani e centurioni uno dei figuranti è finito in terra ed è stato soccorso dal personale del 118. Il tutto si è svolto davanti ad un gruppo di turisti che ha preso le parti dei centurioni battendo le mani e urlando «siamo tutti coi centurioni». Ora la protesta si è spostata all’ingresso del Colosseo dove i centurioni urlano contro i vigili. Qualcuno minaccia anche di darsi fuoco. I vigili si sono posti all’entrata del Colosseo per evitare una nuova occupazione.
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07/06/2012 16:13
 
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Ciampino, maxi-rissa a un concerto
I testimoni: "Aggrediti dai fascisti"


Su Facebook il racconto: "Bandiere di Casapound e cori 'duce, duce'. I gestori dell'Orion: "Avevamo richiesto di impedire l'ingresso al gruppo di destra ma non ci è stato possibile. Abbiamo avvisato subito le forze dell'ordine"

Cinque feriti in ospedale per traumi facciali, contusioni ed escoriazioni. E' il bilancio di una maxi-rissa scoppiata mercoledì sera durante il concerto dei Dropkick Murphys all'Orion di Ciampino. Per alcuni testimoni si è trattato di "un'aggressione fascista".

"Un gruppo di alcune decine di fascisti si è introdotto all'interno del locale compattandosi sotto il palco - si legge su alcuni post pubblicati sulla pagina Facebook dell'Orion - Lo sventolio di una bandiera di Casapound e l'atteggiamento intimidatorio sono stati accolti dai fischi del pubblico presente . Sono stati intonati cori 'Duce Duce' e 'Zippo libero'".

Il concerto sarebbe stato interrotto dopo appena tre pezzi. "Ci scusiamo con il pubblico presente per quanto accaduto questa sera - ha scritto sulla pagina Facebook il club, poco dopo l'accaduto - siamo stati vittime di un'aggressione da parte di persone evidentemente poco interessate al messaggio che noi proponiamo, che con la forza e non curanti della presenza delle forze dell'ordine prontamente avvisate, si sono introdotte contro la nostra volonta all'interno del locale, aggredendo alcune persone del pubblico".

Due persone sono state arrestate e quattro denunciate finora dalla polizia. I fermi sarebbero scattati per resistenza e minaccia a pubblico ufficiale. Al vaglio anche la posizione di altre persone che potrebbero essere state coinvolte. Sul posto gli agenti del commissariato Marino. A quanto ricostruito dagli investigatori, i circa 50 ragazzi di Casapound erano entrati nel club muniti di biglietti per il concerto.

"Avevamo chiesto di impedire l'ingresso" al gruppo di neofascisti che si era presentato davanti al locale, ma questo "non ci è stato possibile", hanno spiegato i gestori dell'Orion. "Il responsabile dell'Orion alle 21 ha avvisato le forze dell'ordine che già dalle 21.15 erano all'esterno del locale. Ci chiederemmo come mai queste tipologia di persone, agisce indisturbata da anni, rendendosi regolarmente protagonista di atti del genere senza che nessuno faccia nulla di concreto. Le forze dell'ordine erano presenti da prima che questa gente entrasse - hanno fatto notare ancora - loro sono i tutori dell'ordine, noi facciamo accoglienza". A chi solleva perplessità sulla gestione della sicurezza all'interno del locale, hanno risposto: "Ripetiamo per l'ennesima e ultima volta, abbiamo tempestivamente chiesto l'intervento delle forze dell'ordine prima che questa gente entrasse. Non ci è concesso fare altro. Avevamo chiesto che questa gente non fossa fatta entrare e avevamo chiesto di avere la possibilità di rimborsare ma ci è stato negato per legge.

repubblica.it
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26/06/2012 15:25
 
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Fiamme al 'Corto circuito'
lo storico centro sociale di Cinecittà


L'incendio in via Serafini dall'area esterna ai locali di proprietà del Comune concessi in locazione all'associazione culturale. Gli attivisti: "Cause da chiarire". Nel 1991 in rogo doloso morì il 19enne Auro Bruni


Incendio all'alba di questa mattina in via Filippo Serafini, 57. Intorno alle 5.45 una telefonata al 113 ha segnalato la presenza di fumo nell'area esterna ai locali di proprietà del Comune di Roma, concessi in locazione all'associazione culturale 'Corto Circuito'. Per il momento le cause sono considerate accidentali ma per gli attivisti "non sono chiare e non si esclude nessuna ipotesi".

La sala operativa della Questura ha richiesto sul posto l'intervento dei vigili del fuoco e gli agenti del commissariato Tuscolano. Le fiamme si sono sprigionate presumibilmente dal quadro elettrico posto tra la sala concerti e il locale cucina. Sono rimasti danneggiati il gazebo e i tavolini, che erano stati disposti in occasione dei campionati europei di calcio. Non ci sono stati feriti, ma al termine del sopralluogo la struttura è stata dichiarata inagibile.

"Circuito ha subito un incendio di grave entità che ha raso al suolo l'intero padiglione che ospitava l'osteria, la sala teatro, la scuola popolare e i laboratori", riferiscono gli attivisti. E tra loro cresce l'agitazione: il 19 maggio del 1991 un rogo doloso distrusse alcuni dei prefabbricati del centro sociale e tra le fiamme morì, mentre dormiva, il giovane Auro Bruni di 19 anni."I colpevoli non vennero mai trovati - spiegano i giovani - Niente e nessuno ci fermerà il Corto non chiude, stiamo già lavorando affinchè da domani l'osteria e la palestra siano attive.

( repubblica.it )

mi ricordavo il caso di Auro Bruni..spero non sia doloso anche questo..
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20/02/2013 18:09
 
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Campo de' Fiori, da questore 8 Daspo
per aggressione al pub "Drunken ship”



Per 4 e 5 anni gli otto tifosi laziali non potranno accedere all'interno degli stadi e di tutti gli impianti sportivi d’Italia dove si disputano incontri di calcio di qualunque genere, anche amichevoli, o per finalità benefiche


Il Questore di Roma Fulvio della Rocca ha emesso 8 provvedimenti, alcuni già notificati e altri in via di notifica, che vietano la partecipazione a manifestazioni sportive ad altrettante persone, responsabili dell’aggressione avvenuta il 22 novembre scorso al pub “Drunken ship” di Piazza Campo dei Fiori. Si tratta di 8 tifosi laziali identificati a seguito delle indagini condotte dalla Digos romana. Due di loro si trovano già in carcere per gli stessi fatti.

Le motivazioni del provvedimento, per tutti, sono da imputare al fatto che l’aggressione è stata eseguita con premeditazione, servendosi di armi, tirapugni, mazze ferrate, bastoni e bottiglie. Si è inoltre ritenuto che l’utilizzo di fumogeni e gas asfissianti, da parte dei responsabili, sia stata premeditata per facilitare l’azione e la neutralizzazione delle vittime. Le aggravanti contestate – recita testualmente il provvedimento - sono quelle di aver usato violenza alle persone presenti all’interno del locale e di aver agito in circostanze di tempo (notte) volte ad ostacolare la pubblica e privata difesa. Il Daspo prevede per tutti i responsabili il divieto di accedere per 4 e 5 anni all’interno degli stadi e di tutti gli impianti sportivi d’Italia dove si disputano incontri di calcio di qualunque genere, anche amichevoli, o per finalità benefiche.

( paesesera.it )

E Lotito disse:

"Questi atti vanno sempre condannati ma, al momento, da informazioni assunte dalla Società, non risulta con certezza che l'aggressione sia stata opera di tifosi della Lazio"
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28/02/2013 17:00
 
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Ucciso con un colpo di pistola il fotografo dei vip

Daniele Lo Presti stava facendo jogging. Doveva incontrarsi con due amici. In passato gli era stata incendiata l'auto

OMA - Un colpo di pistola al volto. È stato ucciso così Daniele Lo Presti, 43 anni, fotografo dei vip e collaboratore dell'agenzia LaPresse. Erano circa le 17.40 di mercoledì, Lo Presti stava facendo jogging. Un passante si è accorto del corpo senza vita sul lungotevere Portuense, vicino al ponte Testaccio, e ha dato l'allarme. La polizia in un primo momento ha ipotizzato una caduta accidentale dal ponte, forse provocata da un malore. Ma quando il cadavere di Lo Presti è stato trasportato all'istituto di medicina legale della Sapienza, il medico legale ha scoperto un foro in testa e, ancora conficcato nel cranio, un proiettile.

IN PASSATO MINACCE - In passato Lo Presti aveva subito minacce: qualcuno gli aveva incendiato l'auto. Ma mercoledì pomeriggio aveva solo un appuntamento con due amici sulla pista ciclabile sotto via Portuense, a ponte Testaccio, per un po' di jogging. Era uscito senza documenti, con la chiave di casa appesa al collo. Ma poi è successo qualcosa: un malore, si è creduto per alcune ore. La polizia all'inizio ha ipotizzato che il fotografo era precipitato dal parapetto che costeggia il lungotevere dopo essersi appoggiato per riprendere fiato o per vedere se gli amici fossero già lì sotto. Un'altra ipotesi era che fosse caduto mentre correva sulla pista. Poche ore dopo si è accertato che Lo Presti non è stato vittima di un incidente ma di un omicidio su cui adesso, oltre al commissariato Monteverde, diretto da Mario Viola, indaga anche la Squadra mobile.


L'ULTIMO SCATTO - A Malta, nell'estate di due anni fa, era riuscito a immortalare Brad Pitt con un'altra donna prima dell'arrivo di Angelina Jolie. E quelle foto avevano fatto il giro del mondo. A luglio dell'anno scorso aveva bissato lo scoop: Rihanna, la pop star delle Barbados, in vacanza a Capri, E, prima ancora, aveva ripreso Sara Tommasi in pose hot davanti a un bancomat. Infine l'ultimo shot : Scarlett Johansson in Sicilia alla festa esclusiva di Dolce&Gabbana. «Sempre sul pezzo». La parola d'ordine di Daniele Lo Presti, un paparazzo più che un semplice fotografo di cronaca rosa. Di quelli in prima linea, famosi, conosciuti da attrici e attori. Sempre pronti a partire per inseguire uno scatto. Lo scatto.


«UNA PERSONA ALLEGRA» - Calabrese, da vent'anni a Roma Lo Presti era un punto di riferimento per molti colleghi. Lo chiamavano «Johnny», imitando il dialetto di Roberto Benigni in «Johnny Stecchino». «Un vero trascinatore - dicono -, una persona solare, allegra, sorridente. Ma anche un paparazzo agguerrito». Si racconta che ieri una delle ultime persone che ha incontrato sia stato Fiorello, all'uscita da un ristorante a Prati. «La cucina era un'altra delle sue passioni - raccontano commossi i colleghi -. Voleva trasferirsi a Londra e aprire un locale. Intanto faceva grandi tavolate di pesce a casa sua, a piazzale della Radio». Il jogging lo aveva ripreso da poco. «Un paio di settimane, tanto per rimettersi in forma»

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Un clic di troppo?
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“La curva sud ci ha dato una lezione, si può anche perdere, si possono anche subire amare sconfitte, ma con quegli striscioni che hanno esposto ci hanno fatto capire che nei momenti sfavorevoli bisogna aumentare le energie. Loro ci danno la fede noi gli dobbiamo dare il carattere”. Dino Viola
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Omicidio San Basilio, gli amici di Maurizio Alletto: "Ci vendicheremo"

Roma città sempre più violenta. Ieri pomeriggio a San Basilio, quartiere a Nord Est della Capitale, si è consumato il 23esimo efferato omicidio dall'inizio del 2013, il primo per il neo Sindaco Ignazio Marino. Luciano Coppi, una guardia giurata di 53 anni, ha sparato alla testa a Maurizio Alletto dopo che quest'ultimo aveva accoltellato il figlio Moreno, 18 anni, per questioni futili.

Sono le 18 quando l'auto guidata dal padre della vittima all’incrocio fra via Luigi Gigliotti e via Carlo Tranfo sfiora Luciano e Moreno Coppi che stanno attraversando a piedi. I tre cominciano a litigare ed è a quel punto che Maurizio Alletto che abita poco distante scende in strada armato di coltello e comincia a pugnalare, anche al volto, il ragazzo che cade a terra. Il più grande dei Coppi estrae la pistola di ordinanza, punta alla testa dell'aggressore e spara: una vera e propria esecuzione. Ecco come una lite per la viabilità degenera in un omicidio in strada e nel quartiere periferico di San Basilio scoppia il caos.

L'omicidio del 32enne, morto sul colpo, scatena l'ira dei parenti accorsi sul posto e ad andarci di mezzo sono anche il 118. L'ambulanza arrivata per soccorrere il giovane ferito è stata bersagliata da una sassaiola e travolta dalla folla mentre ai medici veniva impedito di verificare lo stato del giovane accoltellato. L'autista dell'ambulanza raggiunto dalle persone inferocite ha riportato una frattura alla clavicola. Le forze dell'ordine hanno rintracciato immediatamente il vigilantes che nel frattempo aveva cercato rifugio nella sua abitazione. Urla e caos anche nel momento dell'arresto, Luciano Coppi ha rischiato il linciaggio come hanno raccontato alcuni testimoni: "Una folla inferocita che si era riversata in strada" ha travolto i poliziotti costretti a caricare l'omicida e a scappare a sirene spiegate. Ci sono volute alcune cariche di alleggerimento prima di riuscire a partire. "La sassaiola e il danneggiamento dell'autoambulanza sono quasi ordinaria amministrazione a San Basilio, specie quando arrestiamo qualcuno", ha confermato un agente della squadra mobile.

Questa mattina gli amici e parenti della vittima gridano vendetta. "Il morto era mio fratello - urla alla polizia il giovane - quello che lo ha ucciso deve morire è un infame. Avete rovinato e massacrato Stefano Cucchi per un pezzo di fumo, ora dovete pestare quell'assassino". Giustizia è quello che vuole parte del quartiere anche a costo di farsela da soli come hanno conferamto alcuni giovani residenti: "Qua la legge la facciamo noi se qualcuno fa uno sgarro, la faccenda la sistemiamo da noi, gli altri metodi sono da infami, la borgata funziona così". Chi conosceva Maurizio Alletto ne parla come "uno che si faceva rispettare", di un disoccupato che passava le giornate nel bar del quartiere ma che non aveva mai avuto problemi con la giustizia.

www.blogo.it/news/cronaca/redazione/32225/omicidio-san-basilio-gli-amici-di-maurizio-alletto-ci-vendi...
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“La curva sud ci ha dato una lezione, si può anche perdere, si possono anche subire amare sconfitte, ma con quegli striscioni che hanno esposto ci hanno fatto capire che nei momenti sfavorevoli bisogna aumentare le energie. Loro ci danno la fede noi gli dobbiamo dare il carattere”. Dino Viola
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Certi quartieri andrebbero eliminati.
Tutte quelle persone a piede libero sono potenziali pericoli pubblici e sono una delel cause per le quali questa città più si sta allargando più sta diventando una fogna a cielo aperto.
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E te pareva che in mezzo non c'era il porco , come si parla di ex Nar esce fuori lui in un modo o nell'altro , peccato che non se lo so bevuto.
E comunque.....
Mangiare una pizza con uno che 2 anni dopo viene indagato per associazione mafiosa , l'ho fatto ....
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tempo na settimana e usciranno le magliette co " A Roma comandamo noi "
[SM=x2478856]
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“La curva sud ci ha dato una lezione, si può anche perdere, si possono anche subire amare sconfitte, ma con quegli striscioni che hanno esposto ci hanno fatto capire che nei momenti sfavorevoli bisogna aumentare le energie. Loro ci danno la fede noi gli dobbiamo dare il carattere”. Dino Viola
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Re:
lucolas999, 03/12/2014 08:41:

E te pareva che in mezzo non c'era il porco , come si parla di ex Nar esce fuori lui in un modo o nell'altro , peccato che non se lo so bevuto.
E comunque.....
Mangiare una pizza con uno che 2 anni dopo viene indagato per associazione mafiosa , l'ho fatto ....




cioè? è indagato anche il noto speaker radiofonico???
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No sono due cose diverse , hanno pubblicato un'inetrcettazione tra ill tizio e Carminati in cui praticamente fa lo zerbino , probabilmente non è neanche degno di indagini , credo che anche Carminati lo schifi.
Per la pizza è che una volta per questioni di quartiere facendo parte del comitato abbiamo mangiato insieme ad un politico che all'epoca ci stava dando una mano , brava persona , disponibile , competente ecc ecc.
Ieri è uscito fuori anche il suo nome .... È stata una brutta botta , voglio proprio vedere come va a finire . Più che altro per me stesso , per capire se anche una persona così ti può farti credere di essere una brava persona che invece non è o se la mia impressione sia stata quella giusta , perchè pur non essendo della mia sponda politica alle scorse elezioni l'ho vaitato e l'ho fatto votare proprio perchè si è fatto in 4 per noi senza pretendere nulla se non la riconoscenza ( anche perchè un comitato di quartiere di più non può offrire )
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Il punto è sempre quello,molte sono persone "normali" ma dopo che entrano in quei contesti e cominciano a vivere certe dinamiche, diventano ciò che sono diventati.Ne conosco qualcuno.
Sull'argomento c'è Staiti (ex deputato missino) che in un suo libro racconta bene riferendosi a diversi parlamentari questo processo di trasformazione che avveniva appena messo piede a montecitorio (per citare un contesto dei tanti).Anzi,secondo la sua teoria,più non avevi avuto mai nulla,più quando entravi là non ti bastava più quello che già avevi.
Alla fine sono persone.Io ho avuto datori di lavoro con un dna chiaramente mafioso,penso che se fossero entrati in politica li avrebbero beccati con le mani nel sacco.La politica fa schifo si' ma è fatta di persone e le persone oggi in generale fanno molto schifo.E' una banalità ma è vero che la politica è lo specchio della società.
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Re:
lucolas999, 04/12/2014 09:38:

No sono due cose diverse , hanno pubblicato un'inetrcettazione tra ill tizio e Carminati in cui praticamente fa lo zerbino , probabilmente non è neanche degno di indagini , credo che anche Carminati lo schifi.
Per la pizza è che una volta per questioni di quartiere facendo parte del comitato abbiamo mangiato insieme ad un politico che all'epoca ci stava dando una mano , brava persona , disponibile , competente ecc ecc.
Ieri è uscito fuori anche il suo nome .... È stata una brutta botta , voglio proprio vedere come va a finire . Più che altro per me stesso , per capire se anche una persona così ti può farti credere di essere una brava persona che invece non è o se la mia impressione sia stata quella giusta , perchè pur non essendo della mia sponda politica alle scorse elezioni l'ho vaitato e l'ho fatto votare proprio perchè si è fatto in 4 per noi senza pretendere nulla se non la riconoscenza ( anche perchè un comitato di quartiere di più non può offrire )



eh ma se la "riconoscenza" si traduce poi in voti, ecco che magicamente si "monetizza"...
[Modificato da giove(R) 05/12/2014 15:17]


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06/12/2014 01:43
 
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Per farsi una cultura e un ripasso..

www.sudpress.it/_/wp-content/uploads/2014/12/ORDINANZA-MONDO-DI-MEZZO.pd...




Ve segnalo sto passaggio a pag. 66 su un'intercettazione tra Carminati e 2 soggetti a bordo di una macchina della Questura [SM=x2478856]

Dal tenore della conversazione, si evinceva che i due interlocutori di quest’ultimo conoscessero quantomeno il trascorso criminale del CARMINATI stesso, mostrando inoltre particolare interesse al suo passato, tanto che uno dei due affermava: “...io starei due giorni a sentirti...”.
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“La curva sud ci ha dato una lezione, si può anche perdere, si possono anche subire amare sconfitte, ma con quegli striscioni che hanno esposto ci hanno fatto capire che nei momenti sfavorevoli bisogna aumentare le energie. Loro ci danno la fede noi gli dobbiamo dare il carattere”. Dino Viola
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09/12/2014 12:30
 
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bella robetta...:scopro che li conosco proprio tutti io.
della vecchia Banda nel mio gruppo c'era il figlio di uno dei Grossi che morì ammazzato a Ostia vent'anni fa su per giù....

e mò scopro che ho fatto mezza infanzia insieme a uno dei personaggi odierni....



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