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Concerti, recensioni, nuovi album e.. playlist

Ultimo Aggiornamento: 18/03/2024 12:24
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25/03/2011 13:26
 
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Ecco il nuovo Vasco
"Contro i conservatori"


Il rocker di Zocca presenta il suo nuovo album, "Vivere o niente". E parla di Dio, della guerra e della morte. "Se e quando spegnerò l'interruttore sarà per il mio diritto di decidere, che nessuno mi può levare" di LUIGI BOLOGNINI


MILANO - È nato l'uomo nuovo, l'uomo di oggi, un uomo "cioè che non crede alle verità eterne: la scienza dimostra che tutto evolve e cambia, e che la verità è tale solo fino a prova contraria. Ne consegue che la vita è un caso, non un dono. Quindi il primo comandamento deve essere un patto con se stessi, anzi con le proprie emozioni: le lasciamo vivere e loro non ci fanno fuori". Chi è questo filosofo del terzo millennio? Ovvio, quello che ha cantato una "generazione senza più santi né eroi", Vasco Rossi. Che nel suo nuovo disco Vivere o niente - e in particolare nella canzone Manifesto futurista della nuova umanità che ne è un po' il simbolo - accelera. E non solo in senso metaforico: in copertina lui in camicia e addirittura cravatta ("ma era il vestito che avevo indosso la sera prima, nulla più") e senza il fidato berrettino "che "serviva solo per trattenere il sudore durante i concerti", si guarda indietro terrorizzato mentre guida, "mentre nelle foto del libretto scendo dall'auto e la brucio per non lasciare prove, per tornare in clandestinità, là dove devo essere". Perché secondo il Vasco-pensiero "l'artista deve fuggire dai posti di blocco del conservatorismo, dall'omologazione, dai poteri che non lo vogliono far parlare, lo controllano, lo limitano".

Lui invece vuol continuare a cantare quello che pensa, e quello che pensa è proprio che non esiste un creatore: "Troppo facile, quando succede qualcosa di brutto, pensare che è il volere di Dio e che il male è fuori di noi, invece il diavolo è una parte di noi, è il nostro lato oscuro. Non tutto è colpa nostra, ma neppure c'entra Dio: ci sono religiosi arrivati a dire che lo tsunami in Giappone è stato il volere di Dio, ma chi parte da un presupposto sbagliato a quel punto può dire tutto quel che vuole. La verità è che dobbiamo vivere con la nostra coscienza, e sarà dura. Mi sveglio spesso pieno di pensieri la notte, ma il viaggio lo affronto: spesso abbiamo paura del fantasma della realtà, non della realtà". Anche se la realtà fa paura, chi lo nega? "C'è lo tsunami. C'è la guerra in Libia che è ovviamente questione di petrolio, perché tutto è mosso dall'avidità. Certo, Vivere non è facile, come intitolo un altro brano, del cd, ma la vita va affrontata così com'è, senza drammatizzare né cercare ragioni altre, con un po' di coraggio, oppure niente, e questo spiega la scelta del titolo per il disco. Ma non sono pessimista, metto semplicemente le mani avanti. Penso al peggio, così tutto il resto può essere solo positivo. Quanto al niente, se e quando spegnerò l'interruttore sarà per il mio diritto di decidere, che nessuno mi può levare. E ora chissà quante me ne dirà Ruini". Lui d'altronde alla morte si è sentito vicino spesso: "Ho sempre cantato tutto quello che pensavo perché quando scrivevo pensavo sempre che sarei morto a breve, tanto in fretta bruciavo la vita. Mi riferisco a quello quando nel singolo Eh già dico: "sembrava la fine del mondo e sono ancora qua". Negli ultimi 30 anni me ne sono capitate di tutte, sono arrivato a 59 anni e ancora non ci credo".

Invece eccolo qui vegetissimo ma soprattutto vivissimo, pronto a un tour estivo che partirà l'11 giugno all'Heineken Jammin' Festival di Venezia per passare a San Siro a Milano (16, 17, 21 e 22 giugno), Messina (26 giugno) e Olimpico a Roma (1 e 2 luglio): "Sarà un bellissimo spettacolo, incentrato sul nuovo disco. una festa di comunione, e anche di liberazione", scherza, tanto per ingraziarsi definitivamente il mondo cattolico.
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“La curva sud ci ha dato una lezione, si può anche perdere, si possono anche subire amare sconfitte, ma con quegli striscioni che hanno esposto ci hanno fatto capire che nei momenti sfavorevoli bisogna aumentare le energie. Loro ci danno la fede noi gli dobbiamo dare il carattere”. Dino Viola
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