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Settore Giovanile A.S. Roma

Ultimo Aggiornamento: 11/03/2024 16:27
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21/06/2015 10:14
 
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Conti continua a lavorare bene,produce giocatori,allenatori e risultati.
Sabatini invece non produce nulla di buono,brucia risorse e toglie spazio a Conti.Non solo.Distrugge anche il lavoro di Conti dilapidando i nostri migliori ex primavera.E nella migliore delle ipotesi li ricompra a peso d'oro.
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21/06/2015 11:01
 
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Però dobbiamo, per onestà, dire una cosa.
Per anni vedevamo le squadre estere che si accaparravano quasi in fasce i migliori giocatori provenienti dal mondo (Messi al Barcellona è l'esempio più eclatante, ma ce ne sono altri). Ora, è chiaro che molti di questi si perdono.
Detto questo, non mi spaventa se tra i primavera ci sono due-tre-quattro tentativi di giocatori che sembrano promettere, ma faccio due considerazioni

1) devono essere veramente bravi e limitati nel numero: nella formazione titolare, che dovrebbe lavorare insieme un paio d'anni in Primavera, dovrebbero essere appunto al massimo tre-quattro: includendo anche quelli già grandicelli presi da squadre italiane. Gli altri, devono essere il frutto della loro generazione passata attraverso Giovanissimi e Allievi, altrimenti si soffoca il lavoro di Conti (o chi per lui).

2) non devono essere merce di scambio per fare la plusvalenza di centomila euro: perché per fare questo risparmio di Maria Calzetta, appunto, tu soffochi un intero bacino d'utenza di tre milioni di persone e mandi a puttane un lavoro che comincia sette-otto anni prima. Se questi giovani "esteri" o comunque non originatisi nelle giovanili della Roma sono forti, allora ci devi puntare in qualche modo. Per questo bisogna fare pochi investimenti mirati e avere occhio: non investire a pioggia su gente che ti rimane sul groppone, troppo ingombrante per la primavera, inutile per la prima squadra.
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21/06/2015 12:16
 
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Re:
Giacomo(fu Giacomo), 21/06/2015 11:01:

Però dobbiamo, per onestà, dire una cosa.
Per anni vedevamo le squadre estere che si accaparravano quasi in fasce i migliori giocatori provenienti dal mondo (Messi al Barcellona è l'esempio più eclatante, ma ce ne sono altri). Ora, è chiaro che molti di questi si perdono.
Detto questo, non mi spaventa se tra i primavera ci sono due-tre-quattro tentativi di giocatori che sembrano promettere, ma faccio due considerazioni




Eh appunto..Messi..non Machin, Cedric, Balasa, Ndoi e compagnia.
La Roma fino agli allievi lavora bene, poi butta tutto in lavatrice perchè mischia quelli cresciuti a Trigoria con gente pescata a destra e a manca senza alcuna logica.
Intanto lo straniero per me si prende prima, non a 18 anni.
A 18 anni è un acquisto per la prima squadra.
E che scoperta è?
Negli allievi praticamente tutti italiani, nato in Italia pure il nigeriano entrato nel secondo tempo.
Il lavoro sui talenti lo fa Bruno Conti con la sua rete di osservatori, che prende Tumminello a 15 anni in Sicilia o Crisanto dalla Fiorentina.
Quello che fanno Sabatini e Massara è buttare gente nel calderone per vedere se tante volte esce fuori qualche milioncino buono sul mercato.
Il gruppo primavera di quest'anno era buono come ossatura, anche perchè altrimenti non fai finali e semifinali in tutti i tornei in cui hai partecipato. Ma non era un gruppo omogeneo. Proprio perchè stravolto con innesti di gente mai vista prima.
E questo mentalmente per me non forma il giovane. Diventa una concorrenza, ognuno fa per sè. Devi emerge vicino a gente che a differenza tua è stata comprata.

Se non altro rispetto allo scorso anno il fenomeno si è pure attenuato.

Poi penso pure che ci sia un discorso tecnico e tattico perchè qualche dubbio sulla gestione di De Rossi in Primavera ormai ce l'ho da tempo. Verde ve sembra uno con un briciolo di inquadramento tattico?


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“La curva sud ci ha dato una lezione, si può anche perdere, si possono anche subire amare sconfitte, ma con quegli striscioni che hanno esposto ci hanno fatto capire che nei momenti sfavorevoli bisogna aumentare le energie. Loro ci danno la fede noi gli dobbiamo dare il carattere”. Dino Viola
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21/06/2015 13:06
 
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Questo è perché a forza di puntare sugli esterni e i trequartisti abbiamo sviluppato una serie infinita di giocatori che partono in dribbling
Comunque prendere un giocatore di meno di 16 anni dall'estero è un problema.
Io non sono contrario a diciottenni stranieri o di altri vivai che siano, cum grano salis, e certamente da far entrare in una generazione già "stabilizzata" da Giovanissimi e Allievi.
Considerando che tra un torneo e l'altro e le esigenze della prima squadra, la Primavera fa ruotare una ventina e passa di giocatori.
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21/06/2015 13:30
 
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quoto sound,è quello che voglio dire da quando è arrivato sabatini.
Tanto l'andazzo non cambia,pallotta di calcio e roma ne sa quanto me di baseball.
Mi auguro che Conti dica qualcosa,o ancora meglio mi auguro di vedere presto Boniek alla Roma.
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22/06/2015 11:26
 
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Beh, allora sentite questa (di Balzani):
«La partnership col Cukaricki intanto potrebbe portare Mandic, un campionato del mondo under 20 appena vinto con la Serbia (suo il gol del vantaggio nella finale col Brasile).» [SM=g10781]
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23/06/2015 09:38
 
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Uno al giorno, attenzione!! questo è di Austini:

«Tra i baby per il futuro, spunta il nome di Ramadan Sobhy, esterno d’attacco di 17 anni dell’El Ahly, egiziano come Salah.»

Io sono romano come Totti, domani mi fate scendere in campo col numero 10?
[Modificato da Giacomo(fu Giacomo) 23/06/2015 09:39]
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23/06/2015 14:53
 
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Re:
Giacomo(fu Giacomo), 23/06/2015 09:38:

Uno al giorno, attenzione!! questo è di Austini:

«Tra i baby per il futuro, spunta il nome di Ramadan Sobhy, esterno d’attacco di 17 anni dell’El Ahly, egiziano come Salah.»

Io sono romano come Totti, domani mi fate scendere in campo col numero 10?




io sò pure nato a Porta MetroGNaaaa (nel '68 quindi prima io!!!!)


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Re:
Giacomo(fu Giacomo), 22/06/2015 11:26:

Beh, allora sentite questa (di Balzani):
«La partnership col Cukaricki intanto potrebbe portare Mandic, un campionato del mondo under 20 appena vinto con la Serbia (suo il gol del vantaggio nella finale col Brasile).» [SM=g10781]




me pare giusto!
Dopo er Porompompero de quel minestraro in panchina mancava la Cucaracha NORCINA!


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Re: Re:
giove(R), 23/06/2015 14:54:




me pare giusto!
Dopo er Porompompero de quel minestraro in panchina mancava la Cucaracha NORCINA!



[SM=g7405]

mamma mia...
certo tra Barbara Balzani e Austini Pover stamo messi bene.
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01/07/2015 21:47
 
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Intanto ingoiamo pure questa polpetta di merda preparata con certosina meticolsità dal NORCINO IMBERTAROLO AMICO DELL'AMICI (E CAPISCI AMMÈ!).
Del resto lui e la Programmazione "sò avùrzi!" (cit.)

Godi popolo tanto che ce frega e che Dio te l'accresca!

Viviani-Pellegrini e il mistero si infittisce: scrittura privata, gentleman agreement o nulla?

ESCLUSIVA LR24 - All'arrivo degli americani al timone dell'As Roma, i giovani sarebbero dovuti essere il motore del nuovo progetto giallorosso. 4 anni più tardi, la rotta romanista sembra cambiata e soprattutto per chi ha fatto la trafila nel vivaio di Trigoria difficilmente le porte della prima squadra riescono ad aprirsi. Florenzi è l'eccezione di una regola confermata anche ieri con le ufficialità delle cessioni a titolo definitivo di Federico Viviani  e Lorenzo Pellegrini , rispettivamente a Verona eSassuolo. 5,25 milioni di euro il bottino ricavato dall'addio ai due giovani romanisti: 4 per il centrocampista quest'anno al Latina, 1,25 per il classe 1996 che ha debutto quest'anno in Serie A. Prima che l'affare venisse ufficializzato, più volte si era parlato di undiritto di riacquisto che sarebbe stato inserito dalla Roma proprio per non perdere definitivamente il controllo dei calciatori, sulla falsariga, ad esempio, di quanto aveva fatto il Barcellona con Bojan  o più recentemente il Real Madrid con Morata . Alla lettura dei comunicati, però, nessuna postilla nell'accordo: la cessione è definitiva e non si fa menzione di eventuali accordi per un ritorno nella capitale a una cifra già stabilita. Nonostante questo, le voci di un diritto di "recompra" sono continuate a circolare anche nella giornata di oggi ma stavolta si parlava di una scrittura privata tra i club che, naturalmente, non può essere depositata in Figc. Tuttavia, la Roma fa sapere di aver strappato un "gentleman agreement" alle due società nel caso volesse, in futuro, riprendere i cartellini dei due calciatori. Una versione, però, che contrasta con quella degli agenti dei calciatori, Pocetta (per Pellegrini) e Ferro (per Viviani), i quali non sono a conoscenza di accordi tra i club in merito. "Non mi risulta nessun diritto di riacquisto - è il pensiero diGiovanni Ferro, agente di Viviani, a LAROMA24.IT -. Se c'è un accordo privato ne sono a conoscenza solo i due club". Gli fa eco il collega Giampiero Pocetta che sempre a LAROMA24.IT dichiara: "Si fa tanta pubblicità a questo diritto di 'recompra', ma questi accordi non hanno valenza in federazione. Può essere che la Roma avrà un privilegio dal Sassuolo per ricomprarlo o un'opzione per riprenderlo. A livello legale, di come hanno posto questi accordi o come sono stati scritti io non ne sono a conoscenza, perché mi occupo dei contratti dei giocatori.  Se si chiama diritto di 'recompra' o opzione tra due club che si rispettano non lo so, tutto qua". Il dg del Sassuolo, Carnevali, contattato dalla nostra redazione, nega la tesi romanista del"gentleman agreement": "Assolutamente no, non c'è null'altro, nessun tipo di accordo o scrittura privata che riguardi l'eventuale riacquisto da parte della Roma di Lorenzo Pellegrini", le sue parole. Sulla sponda dell'Hellas Verona, invece, la direzione sportiva del club fa sapere laconicamente:"Non è nostro costume comunicare all'esterno ulteriori dati economici". Il mistero s'infittisce... LR24


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Edoardo Soleri, il gigante dai piedi buoni cresciuto in Sudamerica

Buenos Aires, San Paolo e Roma, tre città bellissime che hanno in comune la vocazione a presentarsi come epicentro del mondo, luoghi che uniscono anime, pensieri, storie e si presentano in tutta la loro maestosità. Sono anche le tre città in cui è vissuto Edoardo Soleri, attaccante classe ’97 degli Allievi Nazionali della Roma, che ad ottobre compirà diciassette anni ma che può già affermare di aver “vissuto” il mondo. Edoardo nasce a Roma il 19 Ottobre 1997 ma a soli tre mesi è già volato via dall’Italia. Destinazione Argentina, approdo a Buenos Aires, il padre di Edoardo è un affermato manager. La famiglia lo segue in una missione di lavoro per conto di Telecom ed Edoardo si trova a vivere i primi anni della sua infanzia nel pieno centro di Buenos Aires, nel quartiere Palermo, il più grande “barrio” della capitale argentina, famoso per le eleganti case delle classi medio-alte. Nelle strade di Buenos Aires Edoardo comincia ad amare il calcio, con la classica gioia che manifestano i bambini quando possono divertirsi con il pallone. Soleri s’iscrive anche a una scuola calcio locale ma la sua avventura dura poco perché nel 2001 si riparte. Destinazione San Paolo, dall’Argentina al Brasile. Nuovo paese, lingua e cultura per il piccolo Eduardo, sono sempre le ragioni di lavoro del papà a muovere la famiglia.
La vita cambia ma il calcio resta anche nella nuova avventura. Edoardo frequenta la scuola calcio Jockey Club, al centro di San Paolo. Sono ancora gli anni in cui il calcio è esclusivamente un divertimento ma si capisce subito però che per Edoardo rappresenta una grandissima passione. C’è un episodio che lo dimostra: dopo uno scontro di gioco, Edoardo ha dovuto usufruire di fasciatura e punti in testa. E’ ancora un bambino ma ha la determinazione di un leone e decide di andare a giocare la finale di un torneo ed è ripagato dalla vittoria della sua squadra.
Nel 2005 il ritorno in Italia, per il papà si aprono le porte della Fiat a Torino. La famiglia resta a Roma, dove nel weekend si reca anche il padre per vedere moglie e figli. Edoardo si ricostruisce una vita nella sua città, il calcio continua ad essere il leitmotiv delle sue giornate.

Il pallone non resta in Brasile, anzi è l’anima di una sua nuova avventura, alla scuola calcio Tor di Quinto che poi diventerà la S.S.D. Futbolclub. Edoardo ci resta sei anni, fino al 2011, sono gli anni della formazione calcistica, quelli in cui forma le basi tecniche, quando comincia a cullare il sogno di diventare un giocatore. Nasce come trequartista, anche se spesso è impiegato anche da attaccante. Le sue prestazioni incantano gli addetti ai lavori, il mix di fisicità e qualità tecniche che migliora costantemente alimenta i radar degli osservatori puntati sul Futbolclub. Nel 2011-12, sotto la guida di mister Mei, mette in mostra il suo talento al prestigioso torneo regionale “Beppe Viola” per i Giovanissimi regionali Elite, la categoria che in Lazio distingue le formazioni con ragazzi selezionati dalle scuole calcio. Soleri è il match-winner con una doppietta nella semifinale contro la Viterbese, in un’epica finale contro la Lodigiani entra solo nella ripresa a causa della febbre che lo perseguita e il suo contributo alla squadra è enorme.
L’ultimo allenatore avuto al Futbolclub è Roberto Baronio, ex centrocampista di Lazio, Reggina, Fiorentina, Perugia, Chievo, Udinese, Brescia e Vicenza, che lo aiuta ad affinare sempre più il proprio potenziale tecnico e lo disciplina tatticamente. Un lavoro importante che lo rende pronto al salto tra i professionisti, Bruno Conti accoglie la segnalazione di Angelo Di Livio e Luca Bergamini, presidente del Futbolclub, e si gioca la scommessa Soleri. Il responsabile del settore giovanile giallorosso vede in Edoardo dei punti di forza importanti che possono annullare il gap dovuto all’assenza di esperienze tra i professionisti. Roberto Muzzi, allenatore degli Allievi Nazionali giallorossi ancora imbattuti a tre giornate dalla fine, guida il suo percorso di crescita tenendolo in panchina nei primi mesi della stagione, gestendo il suo impiego in modo egregio. Prima la formazione tecnica ed atletica e poi il campo, Muzzi cura l’aspetto psicologico facendolo abituare alle dinamiche del professionismo. Edoardo non molla e al padre, preoccupato per il suo scarso impiego, ribadisce: “Mi gioco le mie chances. Non sono un perdente” e vince la sua battaglia. Perché quando Soleri entra nel gruppo dei titolari, diventa un punto fermo per la Roma di Muzzi, che lo trasforma in attaccante puro sfruttando la sua fisicità per il gioco di sponda con l’altro attaccante Calì. Alto 194 cm e con piedi molto buoni, Edoardo ha sfornato prestazioni molto interessanti durante questo campionato segnando sette gol: due alla Reggina, due al Napoli, uno al Catania, uno all’Avellino e uno al Trapani. Un cammino entusiasmante che l’ha portato sabato scorso a un’altra soddisfazione: l’esordio in Primavera. Alberto De Rossi l’ha fatto entrare al 71’ al posto di Vestenicky nel 5-0 rifilato al Latina in trasferta. Piccoli passi verso un futuro interessante ma Edoardo Soleri resta umile e ascolta i consigli del papà che, parafrasando una poesia di Kipling, gli raccomanda la priorità allo studio e di non perdersi nei sogni. Il talento c’è, determinazione ed umiltà anche, un allenatore come Muzzi, grande bomber del passato pronto a svelare i suoi segreti, come si non fa a non perdersi nei sogni?

gianlucadimarzio.com/
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“La curva sud ci ha dato una lezione, si può anche perdere, si possono anche subire amare sconfitte, ma con quegli striscioni che hanno esposto ci hanno fatto capire che nei momenti sfavorevoli bisogna aumentare le energie. Loro ci danno la fede noi gli dobbiamo dare il carattere”. Dino Viola
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01/10/2015 10:54
 
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Sound72, 30/09/2015 18:51:

Edoardo Soleri, il gigante dai piedi buoni cresciuto in Sudamerica

Buenos Aires, San Paolo e Roma, tre città bellissime che hanno in comune la vocazione a presentarsi come epicentro del mondo, luoghi che uniscono anime, pensieri, storie e si presentano in tutta la loro maestosità. Sono anche le tre città in cui è vissuto Edoardo Soleri, attaccante classe ’97 degli Allievi Nazionali della Roma, che ad ottobre compirà diciassette anni ma che può già affermare di aver “vissuto” il mondo. Edoardo nasce a Roma il 19 Ottobre 1997 ma a soli tre mesi è già volato via dall’Italia. Destinazione Argentina, approdo a Buenos Aires, il padre di Edoardo è un affermato manager. La famiglia lo segue in una missione di lavoro per conto di Telecom ed Edoardo si trova a vivere i primi anni della sua infanzia nel pieno centro di Buenos Aires, nel quartiere Palermo, il più grande “barrio” della capitale argentina, famoso per le eleganti case delle classi medio-alte. Nelle strade di Buenos Aires Edoardo comincia ad amare il calcio, con la classica gioia che manifestano i bambini quando possono divertirsi con il pallone. Soleri s’iscrive anche a una scuola calcio locale ma la sua avventura dura poco perché nel 2001 si riparte. Destinazione San Paolo, dall’Argentina al Brasile. Nuovo paese, lingua e cultura per il piccolo Eduardo, sono sempre le ragioni di lavoro del papà a muovere la famiglia.
La vita cambia ma il calcio resta anche nella nuova avventura. Edoardo frequenta la scuola calcio Jockey Club, al centro di San Paolo. Sono ancora gli anni in cui il calcio è esclusivamente un divertimento ma si capisce subito però che per Edoardo rappresenta una grandissima passione. C’è un episodio che lo dimostra: dopo uno scontro di gioco, Edoardo ha dovuto usufruire di fasciatura e punti in testa. E’ ancora un bambino ma ha la determinazione di un leone e decide di andare a giocare la finale di un torneo ed è ripagato dalla vittoria della sua squadra.
Nel 2005 il ritorno in Italia, per il papà si aprono le porte della Fiat a Torino. La famiglia resta a Roma, dove nel weekend si reca anche il padre per vedere moglie e figli. Edoardo si ricostruisce una vita nella sua città, il calcio continua ad essere il leitmotiv delle sue giornate.

Il pallone non resta in Brasile, anzi è l’anima di una sua nuova avventura, alla scuola calcio Tor di Quinto che poi diventerà la S.S.D. Futbolclub. Edoardo ci resta sei anni, fino al 2011, sono gli anni della formazione calcistica, quelli in cui forma le basi tecniche, quando comincia a cullare il sogno di diventare un giocatore. Nasce come trequartista, anche se spesso è impiegato anche da attaccante. Le sue prestazioni incantano gli addetti ai lavori, il mix di fisicità e qualità tecniche che migliora costantemente alimenta i radar degli osservatori puntati sul Futbolclub. Nel 2011-12, sotto la guida di mister Mei, mette in mostra il suo talento al prestigioso torneo regionale “Beppe Viola” per i Giovanissimi regionali Elite, la categoria che in Lazio distingue le formazioni con ragazzi selezionati dalle scuole calcio. Soleri è il match-winner con una doppietta nella semifinale contro la Viterbese, in un’epica finale contro la Lodigiani entra solo nella ripresa a causa della febbre che lo perseguita e il suo contributo alla squadra è enorme.
L’ultimo allenatore avuto al Futbolclub è Roberto Baronio, ex centrocampista di Lazio, Reggina, Fiorentina, Perugia, Chievo, Udinese, Brescia e Vicenza, che lo aiuta ad affinare sempre più il proprio potenziale tecnico e lo disciplina tatticamente. Un lavoro importante che lo rende pronto al salto tra i professionisti, Bruno Conti accoglie la segnalazione di Angelo Di Livio e Luca Bergamini, presidente del Futbolclub, e si gioca la scommessa Soleri. Il responsabile del settore giovanile giallorosso vede in Edoardo dei punti di forza importanti che possono annullare il gap dovuto all’assenza di esperienze tra i professionisti. Roberto Muzzi, allenatore degli Allievi Nazionali giallorossi ancora imbattuti a tre giornate dalla fine, guida il suo percorso di crescita tenendolo in panchina nei primi mesi della stagione, gestendo il suo impiego in modo egregio. Prima la formazione tecnica ed atletica e poi il campo, Muzzi cura l’aspetto psicologico facendolo abituare alle dinamiche del professionismo. Edoardo non molla e al padre, preoccupato per il suo scarso impiego, ribadisce: “Mi gioco le mie chances. Non sono un perdente” e vince la sua battaglia. Perché quando Soleri entra nel gruppo dei titolari, diventa un punto fermo per la Roma di Muzzi, che lo trasforma in attaccante puro sfruttando la sua fisicità per il gioco di sponda con l’altro attaccante Calì. Alto 194 cm e con piedi molto buoni, Edoardo ha sfornato prestazioni molto interessanti durante questo campionato segnando sette gol: due alla Reggina, due al Napoli, uno al Catania, uno all’Avellino e uno al Trapani. Un cammino entusiasmante che l’ha portato sabato scorso a un’altra soddisfazione: l’esordio in Primavera. Alberto De Rossi l’ha fatto entrare al 71’ al posto di Vestenicky nel 5-0 rifilato al Latina in trasferta. Piccoli passi verso un futuro interessante ma Edoardo Soleri resta umile e ascolta i consigli del papà che, parafrasando una poesia di Kipling, gli raccomanda la priorità allo studio e di non perdersi nei sogni. Il talento c’è, determinazione ed umiltà anche, un allenatore come Muzzi, grande bomber del passato pronto a svelare i suoi segreti, come si non fa a non perdersi nei sogni?

gianlucadimarzio.com/



e quindi?
buono per essere venduto per 100.000 Euro di plusvalenza da quel Gatto Nero di Sabatini?
bene.
ciao Solè, e avanti nantro.


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tanto c'è Ponce
Vestenicky
Sadiq Umar
nel caso riprendiamo Berisha
Mendez
Nico López
Montini
Tallo
Okaka

...ho scordato qualcuno?
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comunque io quando ho sentito che entrava ho pensato a questo:

Nasce e cresce a Concordia sulla Secchia, in provincia di Modena, da padre medico[1]. A sei anni si interessa alla musica, complice uno dei suoi fratelli che, avendo vinto una borsa di studio in California, gli porta alcuni dischi di Elvis. All'età di dieci anni riceve come regalo dalla sorella, tornata da un viaggio in Francia, il primo disco dei Beatles. Innamorato della musica, riceve in regalo dalla madre la sua prima chitarra, una "Eko" pagata 8.000 lire. Solieri prende le prime lezioni dal direttore della banda del suo paese, ma per sua stessa ammissione il solfeggio lo annoiava. Quindi si orienta rapidamente da autodidatta verso la musica che ama di più, il rock. Ha una grande passione per Elvis e per i gruppi in attività tra gli anni sessanta/settanta, Beatles, Rolling Stones, Jimi Hendrix, Led Zeppelin. Si interessa inizialmente anche al jazz, ma è più forte l'amore per il rock and roll.


Nel 1976 Solieri parte per il militare lasciando l'università. Frattanto il suo migliore amico Sergio Silvestri, batterista, fonda con l'amico Vasco Rossi una delle prime radio libere dell'epoca, "Punto Radio", al cui gruppo partecipavano altri musicisti (tra i quali Gaetano Curreri, che avrebbe poi fondato gli Stadio e Massimo Riva, che si sarebbe unito a Maurizio nella Steve Rogers Band) che scrivevano e suonavano musica insieme, trasmettendola alla loro radio. Tornato in licenza, Solieri è avvisato da Silvestri di provini che Rossi stava svolgendo a Milano. Partito da Napoli e giunto a Modena, Solieri conosce Vasco Rossi e insieme raggiungono Milano in treno. Dopo averlo sentito suonare, inizia la collaborazione musicale che sarebbe durata più di trent'anni.

Solieri partecipa sia come musicista sia come compositore a quasi tutti gli album del cantante, scrivendo per esempio le musiche di Canzone, o Ridere di te, o ancora Dormi dormi e Lo show. Collabora anche ai testi ma agli inizi, non essendo ancora iscritto alla SIAE, non compariva nei crediti. I suoi riff e gli assoli fanno di lui un chitarrista rock apprezzato in Italia.

Dal 1988 al 1990 Solieri lavora al progetto della Steve Rogers Band, intraprendendo un progetto musicale separato. Rossi nel 1991 aprirà spesso i suoi concerti inneggiando al rientro di Solieri sul palco con lui come al "ritorno del figliol prodigo". Rientra in tournée con Rossi nel 1991, anno dello scioglimento della Steve Rogers Band e da allora in poi ricomincia la collaborazione. Nel 1995 si separa nuovamente da Vasco salvo poi tornare in pianta fissa nella band dal 1999 al 2012, in seguito alla morte di Massimo Riva.

Il 12 giugno 2012, dopo un'intervista rilasciata al Corriere della Sera su un raffreddarsi dei rapporti tra i due, Vasco Rossi reagisce duramente estromettendolo dalla band e criticandolo.[2] L'8 settembre 2012 suona la chitarra nel gruppo che accompagna Rossi durante l'esibizione alla discoteca Cromie di Castellaneta Marina. Durante l'esecuzione di Senza parole i due appaiono riappacificati, tuttavia il 1º marzo del 2014, sul profilo Facebook di Vasco Rossi è annunciata la mancata convocazione del chitarrista per la tournée estiva, adducendo motivazioni artistiche, precedute da dure esternazioni critiche di Vasco Rossi.[3][4][5]

Nel 1988 la SRB e Rossi intraprendono percorsi musicali separati. Vasco pubblica Liberi liberi, al quale Solieri partecipa attivamente, ma per la prima volta nel tour dal vivo Rossi porta con sé una band composta da altri musicisti. Il chitarrista e la SRB pubblicano il singolo Alzati la gonna, riscuotendo un notevole successo di copie vendute e la band gira l'Italia in tour. La band pubblica 4 album.

Nel 1990 la Steve Rogers Band entra in crisi creativa e il progetto si arresta l'anno successivo, con Solieri che ricomincia la collaborazione con Rossi.

Nel dicembre del 2013 la band si riunisce per un unico live al Viper di Firenze; per l'occasione alla voce viene chiamato Lorenzo Campani. [6]

Solieri collabora costantemente col gruppo Custodie Cautelari. La band e il suo cantante Ettore Diliberto compaiono in numerosi aneddoti del libro autobiografico di Solieri "Questa sera Rock'n'Roll". Gli oltre 100 concerti insieme, furono la chiave di volta per la nascita della Notte delle Chitarre.

Le pubblicazioni discografiche con le Custodie Cautelari iniziano con la produzione del singolo "Fax" (Red Music/Vele Spiegate - 1998), "La Vita Tutta" (Red Music/EMI - 1999), il doppio singolo "Musica/Vivere" (Ala Bianca/Warner - 2000), l'album "Notte delle Chitarre" (Sony Music - 2002) prodotto da Angelo Carrara, e il brano "Se Sto Male C'è La Musica" (Dall'album "L'Incoscienza" Duck Record - 2005)dove canta insieme a Fernando Proce e Ettore Diliberto.

Nel dicembre 2013 viene pubblicato il singolo "Fine dicembre" delle Custodie Cautelari con Maurizio Solieri. Il brano, masterizzato agli Abbey Road Studios, è scritto da Maurizio Solieri e Ettore Diliberto.

Durante la propria carriera, Solieri partecipa attivamente come musicista, autore, produttore, compositore a numerosi album di artisti italiani (Alberto Fortis, Nomadi, Massimo Riva) e partecipa a eventi musicali come la Notte delle chitarre.

Ha inoltre pubblicato un album con Fernando Proce. Nel 2006 appare nel CD "everything is here" di Maurizio Vercon, come ospite in due pezzi.

Inoltre si è dedicato all'insegnamento, tramite la pubblicazione di DVD didattici sulla tecnica musicale della chitarra.

Il 12 marzo 2010 è uscito il suo primo album da solista Volume One, anticipato dal singolo Money, uscito nel mese di dicembre, in concomitanza con i concerti italiani dei Deep Purple, da lui aperti. L'album contiene 10 brani, di cui 5 strumentali e 5 cantati in inglese, con la partecipazione di Michele Luppi alla voce, autore dei testi.

Il 18 marzo 2014 pubblica con la SolieriGang l'EP "Non si muore mai". L'album contiene 7 tracce, tra le quali 3 inedite. Nell'album partecipano Lorenzo Campani, voce ed autore dei testi, Max Gelsi (bassista di Elisa) al basso, Ivano Zanotti alla batteria e Mimmo Camporeale (compagno di Solieri nella band di Vasco Rossi e nella Steve Rogers Band) alle tastiere.
[Modificato da giove(R) 01/10/2015 14:52]


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«Alzati la maglia, fammi vedere
se potrai entrare.
C'è davanti Uçan ma non ti crucciare
quello non entra maaaaiiiii»
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01/10/2015 15:12
 
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..piccolo
spazio..
pè fa entrà Uçan ..

di da du di da
di da du daaaa


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01/10/2015 15:18
 
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«impara l'Italiano che ti fa beneee
impara l'Italiano che ti faccio giocaaare
con tutte quelle tutte quelle plusvalenze
dai Salih Uçan, dai Salih, che ti faccio scaldareeeee»
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01/10/2015 15:22
 
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Devoto Oli... e sei protagonista
Zingarelli.. per l'uomo che (in turco) non deve chiedere ... MAI!
[Modificato da giove(R) 01/10/2015 15:24]


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01/10/2015 15:28
 
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a me comunque più che Solieri m'è venuto in mente questo


...e la SOLA che hanno dato a Salih, ribattezzato SOLIH
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