Roma - Fiorentina

ROMA, La probabile formazione anti Fiorentina
Il giorno dopo a Trigoria continua la festa giallorossa. Il successo netto nel derby contro la Lazio (Borriello e Vucinic gli autori dei gol alimenta la voglia di rivalsa degli uomini di Ranieri nuovamente in corsa a testa alta in campionato nonostante debbano trovare continuità.
Dopo le cene e le feste post-derby, ieri mattina la squadra è tornata ad allenarsi in vista della difficile sfida interna contro la Fiorentina in programma domani all’Olimpico. E Ranieri dovrà fare di nuovo i conti con una lista di infortunati che si è allungata con il nome di Menez che il tecnico ha dovuto cambiare in corsa durante la stracittadina.
Il lavoro defatigante accorcia comunque i tempi di recupero di Pizarro che potrebbe tornare a disposizione. Per il resto, quella contro la Fiorentina sarà una Roma molto simile a quella vista nel derby ma che cambierà il modulo di partenza mettendosi speculare alla squadra di Mihajlovic, con Brighi che dovrebbe tornare titolare in coppia con De Rossi e Totti che, scontata la squalifica, tornerà in attacco a giocare dietro a Borriello. In difesa Cicinho per lo squalificato Cassetti.
Probabile formazione (4-2-3-1) Julio Sergio; Cicinho, Mexes, N.Burdisso, Riise; De Rossi, Brighi; Perrotta, Totti, Vucinic; Borriello.
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Piacentini a CM: 'Ecco il Mihajlovic romanista'

Oggi Sinisa Mihajlovic si definisce tifoso laziale, dopo i sei anni passati in maglia biancoceleste, ma in Italia il tecnico della Fiorentina ha vissuto la sua prima esperienza calcistica in maglia giallorossa, quando nel 1992 venne acquistato dalla Roma. 'Capii che Mihajlovic non era uno dei tanti stranieri di passaggio in quegli anni nella Capitale fin dai primi giorni del raduno estivo: ogni giorno nello spogliatoio non faceva che chiedere cose sulla Roma e sul suo ambiente al tecnico Mazzone, al suo primo anno, e ai vecchi del gruppo, da Aldair a Rizzitelli e Giannini - ricorda di quell'esperienza il suo ex compagno Giovanni Piacentini, intervistato da Calciomercato.com -. Tatticamente era collocato come un centrocampista, perchè Mazzone ne intuì la visione di gioco, e le punizioni erano il suo marchio di fabbrica. Ci mise pochissimo a conquistare le fiducia dei compagni e soprattutto ad essere un leader anche fuori dal campo'.
'Ricordo la sua furia a Bergamo con Cervone, per un'autorete che nacque da un incomprensione con il nostro portiere: un altro po' e sfasciava lo spogliatoio nostro e quello dell'Atalanta - ha aggiunto Piacentini -. Ricordo però, a proposito di Roma-Fiorentina, la sua doppietta in Coppa Italia e la cena che organizzò nei giorni successivi, in cui chiedeva ad ognuno nuove cose sull'Italia, per accelerare il suo inserimento. Sulle punizioni era un maestro: alla sua prima partita in agosto, sempre in Coppa Italia, non sentì discussioni quando gli si avvicinò il Principe Giannini. Era passato poco dal fischio di inizio, prese la palla e la scaraventò in rete, e poi, da gran furbacchione, quando lo stesso Giannini raddoppiò, fu il primo a correrlo ad abbracciare, per festeggiare. Era e rimane una persona speciale; magari puoi non condividere ogni cosa di ciò che pensa, ma è un uomo vero, su cui puoi fare sempre affidamento in uno spogliatoio di calcio'.

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GASPORT - Una vendetta contro i quattro gatti e poi sul divano per il derby. Quello di due giorni fa è stato un pomeriggio speciale: gol decisivo e fuga a casa per vedere Lazio-Roma. Risultato: due partite vinte in poche ore, il record è di Alessio Cerci. Per spiegarla meglio si deve tornare a domenica scorsa. Fiorentina-Chievo si gioca all'ora di pranzo, Cerci parte in panchina e va in campo al 28' del secondo tempo: in venti minuti segna il gol-vittoria e colpisce un incrocio. Alla fine dirà: «Ho sentito i fischi quando sono entrato, ma non mi faccio spaventare da quattro gatti». L'intervista finisce, «devo correre a casa a tifare Roma nel derby».

ROMA VITA MIA Domani sera, invece, la Roma se la troverà di fronte e c'è una frase che spiega meglio di ogni altra quello che significa per lui: «Gioco contro la mia squadra del cuore, Roma è la mia vita». Per capire basta ricordare che Cerci è nato a Velletri, soprannominato l'Henry di Valmontone, cresciuto nel settore giovanile della Roma, con cui ha esordito in serie A a sedici anni. Ora il ritorno, per la prima volta, da avversario: «Sarà una gara speciale per me, per i tanti anni passati da romanista. Rivedrò tanti amici nella società che mi ha cresciuto, giocherò in uno stadio che mi emoziona, ma lotterò per la Fiorentina. Ho voglia di continuare a essere protagonista e spero di farlo anche nel mio ritorno all' Olimpico: ma se segno non esulto. Roma è la mia vita e Totti è sempre Totti».

BALLOTTAGGIO Intanto resta da capire se giocherà: sulla fascia destra è in ballottaggio con Marchionni, che sembra in vantaggio. Insomma, sugli esterni viola c'è abbondanza. La Roma (dopo il ko di Taddei) non può dire lo stesso: nel ruolo sono stati adattati Cicinho e Menez, forse avrebbe fatto comodo uno come Cerci. Corvino, d.s. viola se lo tiene stretto: «E un giocatore su cui abbiamo deciso di puntare, e che adesso sta avendo qualche difficoltà a livello fisico. Spero che questo gol riesca a sbloccarlo». Lui, intanto, ha festeggiato con la sua passione: il poker. A Firenze Cerci vive in centro e gira in Maserati, ma assicurano sia un ragazzo semplice. Che aspetta domani sera, sperando che «l'emozione non mi giochi un brutto scherzo».