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Ultimo Aggiornamento: 12/09/2023 12:54
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19/11/2010 13:39
 
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Re:
lucaDM82, 19/11/2010 13.14:

Ah,l'ho visto una volta(non su sky) quel tizio...si stava mangiando insetti tipo cavallette con la faccia schifata.
A me piaceva Steve Irwin.


ps.propongo...giove e dantes la prossima estate si scambiano le vacanze [SM=g27987]




contro-proposta!
una settimana a modo suo e 10 giorni a modo mio per riprenderci.
io in vacanza con Giove sarei come Ivana Trump sull'isola dei famosi. [SM=g27995]

L. S. D.
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19/11/2010 15:13
 
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macchè Leo, ti adatti ti adatti...
non puoi capire in Ecuador c'era un'avvocatessa milanese che andava cercando gli alberghi lusso pure in cima alle Ande! calcola che quella notte dormimmo tutti da dei campesinos che praticametne andarono a dormire in stalla per far posto a noi.
non puoi capire che fece questa.. il diavolo a quattro...
c'aveva due figlie una tutta la madre e l'altra più scaciata..rispettivamente 18 e 20 anni
noi eravamo in imbarazzo a litigare con la madre (che a unc erto punto ci aveva, ma sopratutto a me, fatto sbroccare) davanti a loro.

ma un giorno quando sbottando glielo dissi a brutto muso:
"ma che cazzo ce sei venuta a fà, ci hai sfrullinato la cappella! hai fatto sta cazzata de fa la signorotta ad Avventure nel Mondo? e mò t'adatti invece de sfonnà er cazzo!"

oh.. siamo diventati amici.
mi diceva che "tutto sommato" ero "divertéénte"
[SM=g27988]


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19/11/2010 15:58
 
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Re:
giove(R), 19/11/2010 15.13:

macchè Leo, ti adatti ti adatti...
non puoi capire in Ecuador c'era un'avvocatessa milanese che andava cercando gli alberghi lusso pure in cima alle Ande! calcola che quella notte dormimmo tutti da dei campesinos che praticametne andarono a dormire in stalla per far posto a noi.
non puoi capire che fece questa.. il diavolo a quattro...
c'aveva due figlie una tutta la madre e l'altra più scaciata..rispettivamente 18 e 20 anni
noi eravamo in imbarazzo a litigare con la madre (che a unc erto punto ci aveva, ma sopratutto a me, fatto sbroccare) davanti a loro.

ma un giorno quando sbottando glielo dissi a brutto muso:
"ma che cazzo ce sei venuta a fà, ci hai sfrullinato la cappella! hai fatto sta cazzata de fa la signorotta ad Avventure nel Mondo? e mò t'adatti invece de sfonnà er cazzo!"

oh.. siamo diventati amici.
mi diceva che "tutto sommato" ero "divertéénte"
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te lo domando io prima che lo faccia Leo , te l'ha data ?
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19/11/2010 16:27
 
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Re: Re:
lucolas999, 19/11/2010 15.58:



te lo domando io prima che lo faccia Leo , te l'ha data ?




ma no lù, io sono un timido con le donne.
a parte che era bruttarella forte. ma poi diciamo che già parto timido di mio, figurati poi se mi devo mettere a fare figure di merda a compromettere (perchè poi mi faccio le paranoie) certe situazioni particolari...
nello specifico, al lavoro per esempio: dovessi passa per anni e anni poi come quello provolone che ha preso la buca, e ricamini e merletti vari dei colleghi.
lo stesso in occasioni così come Avventure. lì stai per 15/20 giorni a strettissimo contatto, praticametne vivi insieme. andarmi a capare certe situazioni scomode... ci vedopiù lati negativi che possibili positivi.

certo.. diverso il discorso se mi saltano letteralmente addosso.

comunque in generale il tutto è perchè con le donne non ci so molto fare...

[SM=g27995]


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19/11/2010 17:16
 
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Re: Re: Re:
giove(R), 19/11/2010 16.27:




ma no lù, io sono un timido con le donne.
a parte che era bruttarella forte. ma poi diciamo che già parto timido di mio, figurati poi se mi devo mettere a fare figure di merda a compromettere (perchè poi mi faccio le paranoie) certe situazioni particolari...
nello specifico, al lavoro per esempio: dovessi passa per anni e anni poi come quello provolone che ha preso la buca, e ricamini e merletti vari dei colleghi.
lo stesso in occasioni così come Avventure. lì stai per 15/20 giorni a strettissimo contatto, praticametne vivi insieme. andarmi a capare certe situazioni scomode... ci vedopiù lati negativi che possibili positivi.

certo.. diverso il discorso se mi saltano letteralmente addosso.

comunque in generale il tutto è perchè con le donne non ci so molto fare...

[SM=g27995]



io mi sarei fatto almeno le due figlie.
poi i risvolti negativi li lasci ai campesinos.. ma questi gran cazzi!


L. S. D.
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20/11/2010 16:26
 
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giove e l'avvocatessa [SM=g27987]

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22/11/2010 14:33
 
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"bottana indusssciale!"


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27/12/2010 11:09
 
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Ha 26 anni il cane più anziano del mondo
Vive in Giappone. Il titolo apparteneva a Piccolo, morto pochi giorni fa nel bellunese



TOKYO - Con 25 anni e 9 mesi alle spalle, l'equivalente di oltre 125 primavere per un essere umano, e' il giapponese Pusuke il cane in vita piu' vecchio al mondo, il cui record di longevita' e' stato formalmente riconosciuto dal Guinness dei Primati. Pusuke, allevato da una casalinga di 41 anni residente nella prefettura di Ibaraki, un centinaio di chilometri a nord-est di Tokyo, e' nato nel marzo del 1985 dall'incrocio tra un cane della razza giapponese Shiba e un altro esemplare meticcio. Secondo quanto riporta oggi la stampa nipponica, il record di longevita' era stato sottoposto al Guinness lo scorso luglio, e il riconoscimento e' giunto lunedi' mediante una comunicazione ufficiale dall'organizzazione con base a Londra. Il primato precedente, stando al sito web del Guinness, era detenuto dal cane italiano Piccolo, classe 1987, di Farra d'Alpago in provincia di Belluno.
BELLUNO - Piccolo, le cui condizioni di salute si erano rapidamente aggravate, e' sepolto nel terreno del giardino dell'abitazione dove ha sempre vissuto. ''Credo che sara' felice - ha detto il proprietario, Matteo Mognol, al 'Gazzettino' - di vedere davanti a se' il luogo dove ha vissuto cosi' a lungo. Era diventato un'istituzione: tutti lo conoscevano qui a Farra''. Secondo Mognol, forse ad accelerare la sua morte ''ha influito il gran freddo dei giorni scorsi''.

( ansa.it )

Ma se Piccolo era dell'87 ed è morto a 23 anni..Pusuke era cmq piu' grande [SM=g27987]
poi..povero cane dopo 23 anni a Belluno nn penso che un pò di freddo lo possa aver buttato giu'..
Io ho una gatta di 16 anni, ma la strada è lunda x il guinness.

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“La curva sud ci ha dato una lezione, si può anche perdere, si possono anche subire amare sconfitte, ma con quegli striscioni che hanno esposto ci hanno fatto capire che nei momenti sfavorevoli bisogna aumentare le energie. Loro ci danno la fede noi gli dobbiamo dare il carattere”. Dino Viola
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14/01/2011 14:37
 
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"Io, prigioniero 14 ore nell'ovovia"

Bolzano, sospeso tutta la notte al gelo a 200 metri di altezza: ho camminato, pregato e fumato
BOLZANO
Mi muovevo, saltavo, cercavo di non stare mai fermo». Dalle sei del pomeriggio alle otto di mattina del giorno seguente, Ezio Ongaro, cameriere veneziano di 57 anni, ha continuato a camminare chiuso nella cabina 23 dell’ovovia Monte Seuc, che collega Ortisei all’Alpe di Siusi, località turistica dell’Alto Adige. Avanti e indietro in quei pochi metri quadrati per combattere il freddo a quota 1900 metri.

Una prova fisica e mentale che questo uomo mite e riservato ha dovuto affrontare per una serie di coincidenze sfortunate. Ongaro è salito da solo sulla cabinovia qualche minuto prima delle sei. Stava tornando allo Sporthotel Sonne di Siusi, dove lavora, quando l’impianto ha iniziato a rallentare fino a fermarsi. Definitivamente. I responsabili della stazione a valle non lo hanno visto entrare, e alla fine del turno hanno spento le macchine.

«Forse è salito mentre i dipendenti facevano le pulizie - dice Werner Kostner, presidente della società funiviaria Monte Seuc -. Mi sembra davvero strano che nessuno lo abbia notato, anche perché il personale chiude ogni singola cabina. Secondo me la legge di Murphy (se qualcosa può andare male, lo farà ndr) ha colpito con tutte le sue variabili, creando questa situazione spiacevole». «Ho timbrato lo skipass alle 17,57 - racconta il protagonista della disavventura -. Nessuno ha fatto i controlli necessari prima della chiusura, un errore grave».

Lassù, sospeso nel vuoto a 200 metri da terra, Ongaro è riuscito a mantenere il sangue freddo. Non si è scoraggiato neppure quando ha messo fuori uso il cellulare. «Voleva telefonarmi, ma non si ricordava più il codice Pin che tiene qui a casa - racconta da Bibione la moglie Luciana -. Ha fatto tre tentativi sbagliati e alla fine non è riuscito più ad accendere il telefonino».

Questo secondo colpo di sfortuna non gli ha permesso di lanciare l’allarme. Allora ha tentato di chiedere aiuto attraverso l’altoparlante installato nella cabina. Niente da fare, dato che l’apparecchio permette solo di ricevere le chiamate. «Non potevo fare nient’altro che camminare per sconfiggere il freddo - racconta -. Ogni tanto mi accendevo una sigaretta. Poi ho pregato, perché sono un uomo molto religioso. Alla mia età ho affrontato diverse sventure, quindi sono riuscito a mantenere la calma. Nel ‘76 sono anche andato in Friuli per dare una mano dopo il terremoto. Lì è stata davvero dura». Ginnastica, sigarette e preghiere.

La notte al freddo l’ha superata così. La disavventura si è conclusa alle otto di martedì mattina, quando il personale dell’ovovia ha azionato nuovamente l’impianto. A salvarlo dall'ipotermia è stata anche una coincidenza fortunata. L’unica. Al contrario della scorsa settimana, infatti, in questi primi giorni dell’anno in montagna le temperature minime sono di poco inferiori allo zero. La notte tra lunedì e martedì il termometro segnava meno cinque. Infreddolito ma in buona salute, Ongaro è andato direttamente al lavoro. «All’inizio non ho detto niente a nessuno» dice.

«Ezio è una persona molto tranquilla, non voleva neppure fare la denuncia - aggiunge la moglie - . Lo ha convinto il suo capo». E così, dopo aver parlato con il direttore dello Sporthotel Sonne, mercoledì Ongaro si è presentato alla caserma dei carabinieri di Castelrotto e ha denunciato per interruzione di pubblico servizio i due impiantisti di turno. «Ho fatto la cosa giusta. Sono un uomo forte, ma se al mio posto ci fosse stato un passeggero che soffre di claustrofobia o malato questa storia sarebbe finita molto peggio».


cazzo però..nn ti puoi dimenticare il codice PIN sull'ovovia!
[Modificato da Sound72 14/01/2011 14:39]
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“La curva sud ci ha dato una lezione, si può anche perdere, si possono anche subire amare sconfitte, ma con quegli striscioni che hanno esposto ci hanno fatto capire che nei momenti sfavorevoli bisogna aumentare le energie. Loro ci danno la fede noi gli dobbiamo dare il carattere”. Dino Viola
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17/01/2011 23:17
 
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Re:
Sound72, 14/01/2011 14.37:

"Io, prigioniero 14 ore nell'ovovia"
cazzo però..nn ti puoi dimenticare il codice PIN sull'ovovia!



Poveraccio. [SM=g27993]

Più che altro perchè usare il pin...

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15/02/2011 14:59
 
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un tiro da 50.000 dollari...nn valido perchè ha superato la linea rossa però, se nn ho letto male alla fine
[Modificato da Sound72 15/02/2011 15:01]
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“La curva sud ci ha dato una lezione, si può anche perdere, si possono anche subire amare sconfitte, ma con quegli striscioni che hanno esposto ci hanno fatto capire che nei momenti sfavorevoli bisogna aumentare le energie. Loro ci danno la fede noi gli dobbiamo dare il carattere”. Dino Viola
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17/05/2011 17:46
 
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Teramo, la pedalata da Guinness dei primati

Il ciclista Sciroli resta in sella per oltre 222 ore
Patrizio Sciroli entra nel Guinness dei primati.


Il ciclista teramano, alle 14,45, ha superato le 222 ore consecutive in sella e ha strappato il record di pedalata su bicicletta statica all’americano George Hood. Dopo uno sforzo durato dieci giorni, Sciroli ha raggiunto il suo obiettivo si è ripreso il record che aveva già conquistato tre anni fa (pedalò per 182 ore stabilite a Tossicia). Nelle immagini il momento del superamento del record e la festa in piazza Martiri.




ilcentro.gelocal.it/teramo/multimedia/2011/05/15/video/teramo-la-pedalata-da-guinness-dei-primati-il-ciclista-sciroli-resta-in-sella-per-oltre-222-ore-29619143/1?re...


che folle, 10 giorni a pedalà...faceva tutto sulla sella mi sa.. [SM=g7557]
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15/06/2011 12:08
 
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108 chilometri a nuoto tra gli squali
La maratona in solitaria è da record

L'impresa firmata da una 48enne alle isole Cayman (40 ore e 41'):
«E' la più lunga traversata non assistita mai realizzata»



GEORGE TOWN
Penny Palfrey, un'australiano-britannica di 48 anni, ha stabilito un nuovo record di traversata in mare aperto nuotando per 108 chilometri tra due delle Isole Cayman, nei Caraibi, in acque infestate dagli squali.

La donna ha toccato terra a Grand Cayman dopo 40 ore e 41 minuti. Era così esausta da non riuscire a parlare: ha alzato le braccia in segno di vittoria, poi è crollata sulla spiaggia. «È stata la più lunga traversata marina in solitaria e non assistita», ha commentato Steven Munatones, osservatore per la International Marathon Swimming Hall of Fame. Il precedente record era di 101 km. Durante la traversata da Little Cayman a Grand Cayman, alla Palfrey si sono avvicinati due squali bianchi.
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15/06/2011 18:02
 
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Penso sia il topic adatto

La settimana scorsa ho conosciuto Giorgio Calcaterra, uno dei migliori podisti della storia in quanto a km percorsi.

Corre almeno una ventina di maratone all'anno, con ottimi tempi (ha il record del maggior numero di maratone sotto le 2h20' in un anno, 16), e almeno una gara a settimana in qualunque distanza, dai 10 ai 100 km
Quest'anno ha vinto per la sesta volta consecutiva (unico nella storia) la 100km del Passatore, da Firenze a Faenza con molte salite appenniniche, nonostante soffra da 6 mesi di dolori sciatici non risolti da nessuno specialista...mi diceva che non riesce a piegarsi nè a guidare, solo a correre.

E, a proposito di guidare, il bello è che non è un atleta professionista, nel senso che ha sponsor che lo accompagnano (Saucony per le scarpe, ad esempio), ma continua a dividersi tra gli allenamenti e il lavoro di tassista, e ad aiutare la sorella nel negozietto (piccolo ma fornitissimo) di articoli da corsa dove l'ho incontrato, in zona Prati.

Davvero una grande persona
......
"In my 23 years working in England there is not a person I would put an inch above Bobby Robson."
Sir Alex Ferguson.
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28/06/2011 00:59
 
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[SM=g8147]


il leghista Speroni a 316 km/h in Germania
[Modificato da Sound72 28/06/2011 01:00]
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30/07/2011 16:34
 
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Grande oro dell'Italia ai Mondiali di pallanuoto..battuta 8-7 ai supplementari la Serbia... [SM=g10633]
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18/10/2011 17:15
 
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L’impresa di Jean Béliveau: il giro del mondo a piedi per i bambini

Uno degli aspetti più straordinari dell’essere umano è la sua pervicacia quando intende realizzare i propri sogni e, soprattutto, quando questi progetti hanno un obiettivo alto, molto alto, come portare un messaggio di amore per i bambini.
La storia di oggi racconta di un uomo che sta finendo di compiere il giro del mondo a piedi proprio in nome dei bambini.
Un giorno di luglio 2003, Jean Beliveau si è svegliato in un carcere del Sud Africa, nel quale è entrato, di sua spontanea volontà, per avere un giaciglio e ed un riparo notturno.
Il capo della polizia Swellendam gli ha concesso di fermarsi per la notte, ma ora le guardie del turno di mattina non intendono lasciarlo andare via.
Non intendono stare a sentire le sue pretese di innocenza o la sua bizzarra storia di essere l’uomo che sta cercando di fare il giro del mondo a piedi.
A questo punto Beliveau ha già percorso 21 mila chilometri.
“Non sono un prigioniero”, urla. “Sono il ragazzo canadese che sta facendo il giro del mondo a piedi. Dai, pr favore. Per me è ora di andare. Sono pronto a ripartire.”
Infine, un altro detenuto – un criminale vero – inizia a gridare e le guardie arrivano per vedere che cosa stia succedendo.
Ben presto, gli uomini di legge si scusano con Beliveau e lo lasciano andare per la sua strada. La sua lunga, lunga strada.
Per 11 anni, Beliveau ha camminato attraverso tutto il mondo, cercando di attirare l’attenzione sui bambini che subiscono violenza.
Il suo cammino ha coinciso con una iniziativa delle Nazioni Unite iniziata nel 2000 e si è conclusa il mese scorso, ma, l’uomo, ha ancora gran parte del Canada da attraversare.
Beliveau spinge un passeggino a tre ruote che trasporta poco più di una tenda, sacco a pelo, un kit di primo soccorso, cibo ed un diario.
Niente high-tech o GPS. Solo alcune mappe, e, poi, durante il viaggio, segue i consigli della gente incontrata.
Ha percorso 76 mila chilometri, consumato 49 paia di scarpe, attraversato 64 paesi in sei continenti, ha dormito in alberghi, chiese, carceri e case di migliaia di sconosciuti.
Ha ballato e cantato con i bambini in Malesia ed ha incontrato quattro vincitori del Premio Nobel per la pace, tra i quali Nelson Mandela a Durban, in Sud Africa.
Quel breve incontro, nell’ottobre 2003, è stato uno dei momenti più memorabili degli anni che Beliveau trascorso viaggiando a piedi.
“È stato molto breve”, ricorda Beliveau. “Ha detto, ‘Il mondo ha bisogno di persone come voi.’ Sono parole molto grandi, ispirate, che ti danno una buona spinta.”

Beliveau è partito da Montreal. Ha camminato lungo la costa orientale degli Stati Uniti e, poi, l’occidentale del Sud America, è volato in Sud Africa, e da lì ha camminato verso nord lungo la costa orientale del continente, poi verso ovest lungo la parte superiore.
Dopo aver sorvolato la Libia, perchè non riusciva ad ottenere il visto, si è diretto a nord dal Marocco verso l’Europa, raggiungendo l’Inghilterra nel 2006.
Poiché l’inverno si stava avvicinando, ha deciso di non attraversare la Russia e si è diretto verso il Medio Oriente.
Ha attraversato l’India e la Cina e, nell’agosto 2008, la Corea del sud.
Poi, ha raggiunto le Filippine, la Malesia e l’Australia.
Alla fine del 2010, era in Nuova Zelanda ed, ora, in Canada.
Il 30 gennaio, il viaggiatore intrepido è atterrato a Vancouver per completare l’ultima tappa del suo precorso. Sua moglie, che non lo aveva visto da più di un anno, era all’aeroporto, insieme ad un gruppetto di sostenitori.

“È stato incredibile… strano, un po’ surreale”, dice Beliveau dell’incontro. “Questo è un grande, grande momento”
Beliveau racconta che l’idea del viaggio gli è venuta nel novembre del 1999 mentre camminava attraverso il ponte Jacques Cartier a Montreal. Era in crisi di mezza età ed aveva appena venduto il suo negozio.
Aveva bisogno di un cambiamento. Su una mappa del mondo, ha tracciato una rotta approssimativa e pensava di impiegare, nella sua impresa, una decina di anni.
In seguito, si è allenato camminando, poi correndo.
“Così mi è passata la depressione. Avevo un sogno ora, un progetto di vita davanti a me. Non riuscivo a smettere di pensarci.”

La parte più difficile è stata di dirlo a sua moglie, Luce Archambault, che compiva 45 anni dopo un mese dalla partenza.

“Sono stato fortunato, io sono ancora fortunato, di avere Luce”, ha detto. “Lei è quella che continuava a sostenere il ragazzo sulla strada.”
Archambault lo ha aiutato ad organizzare il viaggio da casa, ha costruito un sito web dedicato al camminare e, soprattutto, gli ha fornito, sempre, un supporto emotivo.
I due si sono visti una volta all’anno da quando è iniziata l’impresa, incontrandosi, lungo il percorso, per tre settimane in inverno. Quelle vacanze sono state l’unico riposo per l’uomo. Di media, ha camminato 30 km al giorno.
“Molto può succedere in 10 anni”, dice. È diventato nonno due volte ed ha perso il padre nel 2006, mentre era in Belgio. Ha incontrato la sua prima nipote nello stesso anno durante una riunione di famiglia in Germania, ma deve ancora incontrare il suo secondo nipote.
Beliveau ha un infinito bagaglio di aneddoti edificanti sulla gentilezza degli estranei, le offerte di ospitalità, con vitto ed alloggio.
Ha ricevuto un intervento odontoiatrico in Egitto ed in Australia, un paio di occhiali in India tutto gratuitamente.
Ha anche dovuto affrontare molte sfide, inclusa la sensazione di isolamento che l’ha quasi spinto ad abbandonare il viaggio nel 2004.
Stava passeggiando per l’Etiopia, circondato da bambini, ma non poteva trovare un modo per comunicare.
I bambini potevano imitarlo dicendogli “Ciao”.
Le molte differenze culturali che ha incontrato lungo la strada, e la solitudine, sono diventati troppo pesanti per lui. Lo descrive come un “shock culturale cumulativo” e dice che non poteva andare avanti. “Forse ero proprio arrivato ad un punto di saturazione.”
Ma, una telefonata da Archambault gli ha fatto cambiare idea e lo ha rimesso sulla strada.
Questa esperienza gli è servita come una lezione importante per perseverare nel suo intento nei successivi sette anni.
Questo l’ha anche spinto a cercare di entrare più in contatto con le persone che ha incontrato e per assorbire quanto più possibile della loro cultura. E si è anche sforzato per cercare di imparare le varie lingue.
“Dobbiamo sviluppare un grande senso di tolleranza, apertura mentale, dovremmo imparare dalle altre culture,” spiega.
Beliveau è riuscito ad imparare l’inglese, lo spagnolo ed il portoghese e sa di re ciao, come stai in tantissimi modi diversi. “Che”, dice, “è un grande passo avanti per accostare gli sconosciuti.”
La sicurezza è stato un problema in alcuni posti.
Ha richiesto una scorta della polizia in nove paesi, tra i quali l’Egitto, la Tunisia, il Marocco e la Macedonia.
Nelle Filippine, è stato accompagnato da almeno 30 soldati – tutti con bandoliere di munizioni legate sul petto.
L’uomo si è anche chiesto se fosse giusto accettare le offerte di sicurezza.
“Non so se posso usare la parola vergogna, ma stavo camminando per la pace”, dice. “Immagina la scena: l’uomo che cammina a piedi per la pace, con l’esercito in giro che lo protegge”
Beliveau sta cercando di sensibilizzare sullo stato dei bambini, non vuole raccogliere soldi per una particolare associazione caritativa, anche se alcune organizzazioni, lungo la strada, si sono unite a lui per raccolte di fondi locali.
Il 6 gennaio 2007, ha raggiunto i 40.000 chilometri, circa la lunghezza della circonferenza della Terra all’equatore, mentre si trovava a Rakoczifalva, Ungheria.
E circa 300 persone si sono impegnate a raccogliere fondi di beneficenza per bambini. Un fatto simile si è verificato a Manila, nelle Filippine, ma questa volta erano più di 1.000 persone.
Beliveau e Archambault hanno creato la Fondazione WWWalk in modo da poter continuare a lavorare per i bambini di tutto il mondo alla fine dell’impresa.
La fine del viaggio è prevista verso la metà di questo mese.
Ricordando le sue prime settimane a piedi attraverso gli Stati Uniti, Beliveau dice che non aveva programmato abbastanza che cosa doveva fare.
Ma, poi, non c’è voluto molto per entrare nel ritmo del cambiamento costante. “Chiunque considerando una simile avventura dovrebbe sapere che il primo passo è il più difficile. Basta andare, muovere i primi passi. Tu costruisci la tua strada sulla strada.”

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e ieri ufficialmente ha finito il giro... [SM=g10633]
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“La curva sud ci ha dato una lezione, si può anche perdere, si possono anche subire amare sconfitte, ma con quegli striscioni che hanno esposto ci hanno fatto capire che nei momenti sfavorevoli bisogna aumentare le energie. Loro ci danno la fede noi gli dobbiamo dare il carattere”. Dino Viola
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22/11/2011 10:56
 
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nella world cup di volley dopo la vittoria delle donne grande impresa dell'Italia maschile ..3-2 al Brasile pluricampione del mondo..5 match point annullati al tie break terminato 22-20!
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04/11/2016 08:50
 
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I Cubs vincono le World series dopo 108 anni.
Ritorno al futuro si è sbagliato di un anno.


Ciop prova a fa il simpatico ironizzando sul baseball a Nettuno, la squadra italiana piu' titolata di sempre.
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“La curva sud ci ha dato una lezione, si può anche perdere, si possono anche subire amare sconfitte, ma con quegli striscioni che hanno esposto ci hanno fatto capire che nei momenti sfavorevoli bisogna aumentare le energie. Loro ci danno la fede noi gli dobbiamo dare il carattere”. Dino Viola
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12/11/2016 10:55
 
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Cubo di Rubik in 4"74. E da oggi non è più coperto da brevetto

Si chiama Mats Valk, è olandese e ha 20 anni il primatista mondiale del Cubo di Rubik: ha realizzato il primato al Jawa Timur Open 2016, in Indonesia, risolvendo il rompicapo in appena 4 secondi e 74 centesimi. Poche ore dopo il record è giunta dalla Gran Bretagna una notizia a suo modo storica: una sentenza della Corte di giustizia europea ha stabilito che il cubo non sarà più protetto dalle imitazioni e tutti potranno riprodurlo, purché con altro nome e funzioni simili. (nel video il record mondiale di Valk)



video.gazzetta.it/cubo-rubik-474-oggi-non-piu-coperto-brevetto/9e4101b8-a781-11e6-b6a1-ee30...

Io ce stavo le ore pe fa un lato
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“La curva sud ci ha dato una lezione, si può anche perdere, si possono anche subire amare sconfitte, ma con quegli striscioni che hanno esposto ci hanno fatto capire che nei momenti sfavorevoli bisogna aumentare le energie. Loro ci danno la fede noi gli dobbiamo dare il carattere”. Dino Viola
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