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Personaggi internazionali

Ultimo Aggiornamento: 20/02/2024 18:24
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07/04/2011 14:02
 
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Insultò Cantona e si prese un colpo di kung-fu
Ora prende a pugni il coach del figlio


Matthew Simmons ha aggredito l'allenatore
«colpevole» di aver messo il ragazzino fuori squadra


MILANO - Sedici anni fa Matthew Simmons diventò famoso per essersi beccato un colpo di kung-fu da Eric Cantona durante la sfida fra Crystal Palace e Manchester United. Era il 25 gennaio del 1995: il campione francese era appena stato espulso e mentre usciva dal campo colpì lo spettatore con un calcione a mezza altezza, in risposta ad un insulto che l’uomo gli aveva rivolto. Risultato: Cantona fu squalificato per 8 mesi dalla Federazione inglese (venne anche rinviato a giudizio e condannato a due settimane di carcere, sentenza poi ridotta in appello a 120 ore di servizio civile), mentre Simmons (originario di Thornton Heath, nel Surrey) si beccò sette giorni di cella (ma uscì appena 24 ore dopo la sentenza), gli venne ritirato l’abbonamento al Palace e fu bandito da Selhurst Park. E ieri l’uomo è tornato agli onori (si fa per dire) della cronaca comparendo dinnanzi alla Kingston Crown Court di Londra per rispondere di un’accusa di rissa durante una partita di calcio giovanile.

RAFFICA DI PUGNI - Stando a quanto riportano Daily Express e Sun citando le parole del pubblico ministero Michael Logsdon, pare che Simmons nutrisse del rancore nei confronti di Stuart Cooper, l’allenatore della squadra in cui giocava suo figlio, per aver escluso il ragazzo dalla formazione apparentemente dopo aver saputo che il padre era stato coinvolto nell’incidente con Cantona. Il siluramento del ragazzino (oggi 13enne) sarebbe quindi stato all’origine del «cattivo sangue» che si era venuto a creare fra i due nel corso degli ultimi 6 anni e che è poi culminato con l’aggressione sul campo di calcio, avvenuta lo scorso agosto, durante un’amichevole fra una selezione Under 14 e una Under 15, dove giocava anche il figlio dell’accusato. A quanto è emerso, Simmons avrebbe colpito Cooper con «una raffica di pugni al viso, alle braccia e al petto», sotto lo sguardo attonito dei 30 giovani giocatori e degli adulti che stavano assistendo alla gara. Al termine del feroce assalto, l’allenatore aveva il naso sanguinante e un occhio nero ed era pieno di lividi: ferite che lo hanno anche costretto a rimanere una settimana a casa dal lavoro (fa il commesso).

LEGITTIMA DIFESA?- «Simmons mi sembrava carico e agitato e mi ha sputato in faccia e mi ha chiamato “feccia” prima di aggredirmi senza motivo – ha raccontato Cooper in aula - . Il primo colpo mi è arrivato dietro la testa e quello che ricordo dopo erano i suoi pugni che mi arrivavano da ogni parte. Ci sono voluti tre o quattro uomini per trascinare via Simmons, mentre io ero in completo stato di choc». Quanto al famoso incidente di Cantona, lo sfortunato allenatore ha raccontato di essere venuto a conoscenza del coinvolgimento di Simmons solo nel 2004, quando un giornale locale ricordò quella storia, sottolineando che qualche altro genitore aveva espresso delle perplessità su Simmons per la vicenda che lo aveva visto protagonista. «Qualunque cosa possa essere successa al signor Simmons nel 1995 nello stadio di Selhurst Park – ha spiegato l’avvocato Logsdon – di certo lui non è stato in grado di controllarne le conseguenze né, tantomeno, il risentimento che provava nei confronti del signor Cooper». Dal canto suo Simmons ha negato l’accusa di aggressione e danni personali, sostenendo di aver agito per legittima difesa, nel timore di essere lui stesso aggredito da Cooper. Il processo continua. E a proposito dell’episodio di Selhurst Park, di recente anche Cantona è tornato a parlarne in un’intervista alla BBC, definendolo «una grande emozione e uno dei momenti salienti della mia carriera».

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“La curva sud ci ha dato una lezione, si può anche perdere, si possono anche subire amare sconfitte, ma con quegli striscioni che hanno esposto ci hanno fatto capire che nei momenti sfavorevoli bisogna aumentare le energie. Loro ci danno la fede noi gli dobbiamo dare il carattere”. Dino Viola
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