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carte da cul

Ultimo Aggiornamento: 17/04/2024 12:03
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11/01/2019 17:45
 
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E intanto Zazzaroni fa una frittatona...
Il livello della stampa italiana si conferma a livello Rotoloni Regina
......
"In my 23 years working in England there is not a person I would put an inch above Bobby Robson."
Sir Alex Ferguson.
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11/01/2019 18:06
 
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Zazzaroni ha smesso di occuparsi di calcio penso verso il 1995. E pensare che il giornalismo sportivo italiano ha avuto gente che davvero ce la invidiavano nel mondo. Anche come metodo certe cose sono state veramente innovative, come Tutto il calcio minuto per minuto.
[Modificato da jandileida23 11/01/2019 18:07]
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Sono la rovina della Roma


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11/01/2019 21:06
 
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La Roma che rilancia ovviamente non è da meno.

www.laroma24.it/news/social-networks/2019/01/twitter-lironia-del-club-giallorosso-su-zazzaroni-aiutarlo-mica-e-fac...

E' na settimana che se so fatti stende i tappeti zerbinati dalla Gazzetta con le celebrazioni del nulla, inclusi i blablabla de Monchiò..il problema magari è che a farlo notare è Zazzaroni.
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“La curva sud ci ha dato una lezione, si può anche perdere, si possono anche subire amare sconfitte, ma con quegli striscioni che hanno esposto ci hanno fatto capire che nei momenti sfavorevoli bisogna aumentare le energie. Loro ci danno la fede noi gli dobbiamo dare il carattere”. Dino Viola
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12/01/2019 11:06
 
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che poi sono anni che il Corriere è considerato nemico a Trigoria.
A sto punto probabilmente faranno una scelta di radicale opposizione così da accaparrarsi quella fetta di pubblico.
Il Messaggero è abbastanza guardingo, ognuno si espone solo sulle radio (Trani e Angeloni su RS, Ferretti su TRS, Lengua credo su RadioRadio). Il Tempo è filosocietario e ha avuto le dritte dal di dentro.
Certo con lo spostamento della Gazzetta verso la società saranno equilibri da ridisegnare.
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20/01/2019 07:27
 
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......
"In my 23 years working in England there is not a person I would put an inch above Bobby Robson."
Sir Alex Ferguson.
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20/01/2019 08:20
 
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Credere obbedire combattere!

[SM=g8137]
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20/01/2019 14:16
 
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Capirai adesso il probabile quarto posto ce lo faranno passá tipo la Presa della Bastiglia, co Monchi co le sise de fori.
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Sono la rovina della Roma


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20/01/2019 16:20
 
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leccaculo della peggior specie
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13/05/2019 00:40
 
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"Il modello di Gasperini per ripartire dopo Ranieri" (Pinci)
...
modello dechè? Modello Atalanta ok, modello gasperini cosa?
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13/05/2019 01:45
 
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Beh, Gasperini ha fatto grandi cose anche al Genoa...
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Post: 9.445
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13/05/2019 01:47
 
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Ma tanto Gasperini quando ce casca a lascia' l'Atalanta pe' veni' a Roma,
mica è scemo...
[Modificato da gianpaolo77 13/05/2019 01:48]
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13/05/2019 09:35
 
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Lo so che ha fatto bene al genoa ma il modello si riferisce alla societa'. C'e' stato un modello udinese con i pozzo, si parla di societa' organizzate che funzionano e si confermano o migliorano nonostante i cambiamenti.
La nostra societa' e' ad oggi l'esatto opposto, e' un caos, poi lui e' anche bravo ma qui operera' in condizioni molto diverse.
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13/05/2019 11:56
 
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quoto luca, nel senso che il Metodo Gasp c'è pure, ma nel contesto Atalanta si può tranquillamente applicare l'"Ubi Maior...".
Due ottimi metodi, dei quali uno più Immanente, Strutturale, dell'altro.


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13/05/2019 12:03
 
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l'atalanta è la società più seria e organizzata(forse insieme all'udinese) tra le cosiddette "provinciali",
però va anche detto che non otteneva i risultati sportivi che sta ottenendo con gasperini dai tempi del poro mondonico,
30 anni fa più o meno...
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13/05/2019 12:04
 
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Sono anche d'accordo sul fatto che qui gasp avrebbe molte più difficoltà
e proprio per questo sono sicuro che non accetterà mai di venire qui.
Per me va a fini' che prendono Giampaolo
e a quel punto faremo la fine della fiorentina...
[Modificato da gianpaolo77 13/05/2019 12:05]
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19/05/2019 09:25
 
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NONSOLORADIO: è colpa de RAGNERI!!!!

IL TEMPO (A. AUSTINI) - Più che una cura, è stato come dare acqua e zucchero alla squadra. Neppure Claudio Ranieri è riuscito a condurre la Roma in Champions League, niente miracolo, oggi il verdetto sarà probabilmente ufficiale. È l’ultimo dei colpevoli, ma la sua seconda parentesi sulla panchina giallorossa si chiude in modo malinconico. E pure un po’ velenoso.

Non è stato certo lui a scatenare il putiferio De Rossi, ma di sicuro non ha fatto nulla per spendere l’incendio. Dopo aver criticato la società dalla sala stampa di Trigoria, ieri il tecnico ha lanciato l'allarme per la prossima stagione, che non lo vedrà più protagonista. «Da dove si riparte? Queste risposte - dice Ranieri al termine della gara del Mapei - deve spettano alla società e il nuovo allenatore dovrà decidere su quali giocatori puntare. Non penso che pronti, via si potrà lottare per la Champions, magari per l'Europa sì. Se poi un anno le cose gireranno bene, allora si potrà tornare nella coppa più importante».

In una parola ridimensionamento, il tecnico prevede questo e di certo non aiuta a dare speranze a una tifoseria infuriata con Pallotta e i dirigenti. «Lo scorso anno la Roma ha fatto un grosso campionato - prosegue il tecnico - poi sono partiti giocatori importanti, la spina dorsale che stava aprendo un ciclo, di punto in bianco sono stati venduti e sono arrivati dei ragazzi validi ma che hanno bisogno di fare il loro percorso. C'è stato un contraccolpo, magari i giocatori esperti non hanno trovato punti di riferimento e forse non hanno aiutato al 100% i nuovi a inserirsi. Ora senza Champions bisogna vendere pedine importanti? Io non ho detto che lo so, ma lo immagino visto quanto ha dovuto fare il club anche dopo gli anni in cui si è qualificata. Ma il presidente non sono io».

La fiammella si è spenta definitivamente ieri, la squadra è entrata in campo con l'atteggiamento di chi non aveva granché da giocarsi e viene da pensare che la vigilia in cui si è parlato di tutto tranne che della partita non abbia aiutato. «Non sono d'accordo, ho visto lottare i ragazzi col coltello fra i denti - l’analisi di Ranieri - con Fazio che ha provato fino all'ultimo a fare l'attaccante. Ma stavolta la palla non voleva entrare». L'allenatore dice di non aver «nulla da rimproverare ai ragazzi. La Roma è una buona squadra, ci sono delle stagioni che non vanno. Prendete Dzeko ad esempio, un fior di attaccante che non ha fatto i gol che doveva fare. E alla fine si paga tutto. Se Edin ne avesse segnati 20 entravamo in Champions ma non va buttata la croce addosso a lui. Io sono soddisfatto di quanto abbiamo fatto, ho trovato una squadra giù moralmente e che doveva ritrovare fiducia in se stessa e voglia di divertirsi. Anche a me piacerebbe pressare alto ma questa Roma non lo può fare».

Sul mancato impiego di De Rossi spiega: «Non ho mai pensato di farlo entrare perché deve essere pronto col Parma. Che sia la sua festa e chiedo ancora ai tifosi di pensare solo a lui. Daniele è dispiaciuto ed è normale, è entrato alla Roma quando aveva 11 anni e bisogna stargli vicini adesso. La società vuole fare le cose in una certa maniera, ma ci sono giocatori che vanno considerati diversi da altri e doveva essere gestito in altra maniera». Insomma, la musica non cambia e Ranieri dice in libertà tutto quel che pensa. Tanto a risollevare la Roma dovrà pensarci qualcun altro.»
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19/05/2019 23:33
 
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io gli articoli di austini non li terrei nemmeno come "carta da cul".

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20/05/2019 01:18
 
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Grande Ranieri.
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24/05/2019 12:09
 
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www.laroma24.it/rubriche/la-penna-degli-altri/2019/05/derubata-la-mamma-di-zaniolo-e-lui-fa-tremare-i-tifosi-su...

OH! Ma non l'avete sentito pure voi sto tremore?
Titolo appropriato, a me per esempio tutta la uallera der cazzo m'ha tremato oh!


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02/06/2019 13:34
 
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Le minacce ai giornalisti nella Roma malata di calcio

LA REPUBBLICA (F. TONACCI) - L’alito fetido della Roma che non vuole critiche e azzera i fatti lo senti sul collo già mentre scrivi. Ci sono gli argomenti proibiti, in questa città. I totem sacri, gli intoccabili, la Linea. Ecco, la Linea. Quella tracciata ogni mattina dalle nove radio locali, che aprono il microfono al ventre dei romani e ne eccitano gli istinti: ventiquattr’ore al giorno a parlare della Lazio, della Roma, di Roma. Primo comandamento: non si mette mai in discussione la Linea, non va sfiorata. Neanche con la forza del giornalismo di inchiesta, che documenta fatti e circostanze, rivela trame e svela orditi. Un pezzo di città non lo accetta. E quindi lo striscione “Bonini e Repubblica, Roma vi vomita addosso!”. E quindi, ancora, le scritte sui muri della mattina dopo: “Austini, Bonini, Mensurati, chi tocca l’As Roma muore!”. Perché Roma a volte è così, rigurgita di notte quel che mastica di giorno. Ci risiamo. È una storia che è già capitata, e che capiterà ancora.

Questo giornale ha pubblicato giovedì un lungo articolo di Carlo Bonini e Marco Mensurati in cui si raccontavano i retroscena della non certo brillante stagione calcistica della Roma. Si dava conto di una mail interna alla società, con nomi e cognomi dei mittenti e dei destinatari. Non sono state consegnate al lettore delle opinioni, ma dei fatti non smentiti, seppur scomodi e sorprendenti, come quelli che riguardano la condotta dell’ex capitano Daniele De Rossi alla vigilia del suo addio. Lo stesso proprietario statunitense James Pallotta, dopo un frettoloso tentativo di seppellire le notizie con un «sono tutte cazzate», è tornato sui suoi passi, ha fatto mea culpa. Ma l’evidenza, a certi vecchi arnesi che vomitano odio al microfono, non interessa. Sono loro, del resto, che hanno sempre deciso chi sono i buoni e chi i cattivi, nella complicata narrazione di Roma quando gioca a calcio. Ce n’è uno, il più famoso, Mario Corsi. Per tutti “Marione”. È un ex terrorista dei Nar, il gruppo armato neofascista degli anni Settanta, spicciafaccende di Massimo Carminati, come questo giornale raccontò al tempo dell’inchiesta Mafia capitale. Conduce “Te la do io Tokio”, una trasmissione su radio Centro Suono Sport (audience media dell’emittente: 63.000 persone al giorno). «L’articolo di Repubblica è una vergogna. Si butta fango su De Rossi per coprire le magagne di questa società», ha esordito Marione in diretta, chiarendo subito quale fosse la Linea. È una strategia, anche banale: alludere a chissà quali complotti, allontanare l’attenzione dai fatti, suggerire altre letture. E nel contempo inviare messaggi ai naviganti, dividere sempre la tifoseria, ora tra “derossiani” e “tottiani”, ora tra “sensiani”e “pallottiani”. Da più di vent’anni le radio romane sono il rumore di fondo di una capitale oggi decadente e rassegnata, il circo dove discutere di pallone a ruota libera e continua: le romaniste Centro Suono Sport, Rete Sport, Tele Radio Stereo; le laziali Radio Incontro Olympia, Radio 6; le emittenti ufficiali Roma Radio e Lazio Style Radio, la neutrale Radio-Radio. Ogni giorno almeno in 330.000 si sintonizzano su quelle frequenze, secondo i dati 2018 di Tavolo editori radio. È un business che macina soldi e sponsor: gli inserzionisti piazzano spot nelle 100 ore di diretta quotidiana, i commentatori portano a casa pingui gettoni di presenza.

E quando le radio tacciono, sono i muri a parlare, nella forma vigliacca dell’anonimato. «Roma è la città dove appaiono più scritte», ragiona un investigatore della Digos, che sta indagando sulla matrice delle intimidazioni ai cronisti. «Sono un avvertimento per tutta la stampa, per trasmettere paura e impedire che si trattino certe questioni». È già successo. Riccardo Luna lasciò nel febbraio 2008 la direzione del Romanista, il quotidiano che aveva fondato, perché esasperato dalla rabbia aizzatagli contro dalla solita compagnia di giro: con un’inchiesta giornalistica aveva dimostrato, bilanci alla mano, che l’ex presidente Franco Sensi aveva speso per la Roma esattamente quanto aveva incassato, e che dunque la tesi che lo voleva sul lastrico per via degli investimenti nella società era semplicemente falsa. Apriti cielo. L’articolo smontava la Linea allora dominante, per cui apparvero striscioni contro Luna all’Olimpico, e qualcuno in radio cominciò anche a parlar male di suo padre e di sua sorella, con allusioni in perfetto stile criminale di chi si sente padrone e impunito. Stessa sorte per Alessandro Austini del Tempo, e per l’inviato della Rai Alessandro Antinelli, colpevole di aver fatto il proprio lavoro, e cioè aver raccontato nel 2017 di quattro manichini di calciatori impiccati al Colosseo, e del danno alla reputazione di Roma che ne era seguito. Sono arrivati fino a minacciare i suoi famigliari, sui social network. «Certi tifosi sostengono che faccio parte di un complotto, di una sorta di Spectre che vuole il male della Lazio», dice Antinelli. «Non sono interessati ai fatti, anzi li cancellano. Le campagne di odio vengono architettate anche con l’aiuto di qualche collega che lavora in strutture marchiate dal tifo».

Totti, De Rossi, la Roma, la Lazio, gli ultras, “Gabbo” Sandri. Argomenti intoccabili, in città. Come il neofascismo, CasaPound (che ha una suo braccio nella curva Sud), le sigle naziste. Era il 6 dicembre di due anni fa quando una spedizione di neri arrivò sotto la sede di Repubblica, con una bandiera di Forza Nuova e dei fumogeni. Avevamo scritto di loro, avevamo raccontato di alcuni traffici poco chiari, avevamo dato conto di indagini giudiziarie che li riguardavano. Erano fatti inoppugnabili. Ma anche allora si sollevò l’alito appestante della minaccia.

...........

Ormai Repubblica è l'ultima speranza rimasta per chi crede nel calcio pulito. Repubblica salvaci tu!

Con tanto di favore restituito tra le righe al povero martire Austini.

L'Ambiente Romano, causa di tutti i mali! Il problema sono i romani romanisti, tifosi e calciatori. Epurazione!Fascisti!
[Modificato da Sound72 02/06/2019 13:35]
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“La curva sud ci ha dato una lezione, si può anche perdere, si possono anche subire amare sconfitte, ma con quegli striscioni che hanno esposto ci hanno fatto capire che nei momenti sfavorevoli bisogna aumentare le energie. Loro ci danno la fede noi gli dobbiamo dare il carattere”. Dino Viola
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