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MotoGP, Superbike, tutto sulle 2 ruote

Ultimo Aggiornamento: 26/02/2024 16:26
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06/09/2010 16:12
 
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sul fatto di rendere uno spettacolo la morte io non ho scritto una parola.

se proprio dovessi scriverla, mi avvicerei molto all'ultima cosa che hai tu stesso scritto nel tuo primo commento.

poi se devo "scantonare" dico pure che qualcuno avrà anche rosicato che "una volta che muore uno, ma proprio sto sconosciuto doveva essere? ma non era meglio uno già VIP? sai che pathos..."

ipocriti tutti ma non me va manco de approfondì che poi divento ipocrita pure io.


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Post: 20.807
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Età: 41
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07/09/2010 16:43
 
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Morte Tomizawa, aperta un’inchiesta e disposta l’autopsia
Tomizawa soccorso sulla pista di Misano
Paolo Giovagnoli, procuratore della Repubblica di Rimini, ha aperto un’inchiesta sulla morte di Shoya Tomizawa. In queste ore il pm sta valutando quale ipotesi di reato formulare: quasi certamente si tratterà di omicidio colposo a carico di ignoti. Dopo l’ispezione esterna del corpo di Tomizawa, il magistrato ha ordinato il sequestro delle tre moto coinvolte nell’incidente, quelle di De Angelis, di Redding e del giovane giapponese. A breve verrà disposta l’autopsia.

Gli aspetti controversi sono due: il comportamento dei soccorritori e l’ora della morte. In particolare, Giovagnoli vuole accertare se abbia avuto conseguenze sul decesso del pilota la sua caduta dalla lettiga, avvenuta perché uno dei soccorritori è inciampato nella ghiaia a bordo pista. Non solo: si dovrà chiarire se i soccorsi sono stati tempestivi e adeguati rispetto ai mezzi in dotazione e agli equipaggiamenti utilizzati.

L’ora del decesso, poi, è un mistero. Dopo l’incidente, avvenuto alle ore 12.36 sul circuito di Misano, Tomizawa è stato caricato su un’ambulanza, dove ha ricevuto le prime cure (lunghe: 6-7 giri della gara) per poi essere trasportato all’ospedale di Riccione. Qui, alle 14.19, è stato dichiarato il decesso.

Qualcosa, però, non torna. Appena finita la gara della MotoGp, Jorge Lorenzo ha ammesso davanti alle telecamere: “Quando siamo partiti eravamo già a conoscenza della morte di Tomizawa“. Impossibile, visto che ufficialmente la morte è avvenuta del bel mezzo del Gran Premio. Le parole di Valentino Rossi, poi, hanno aumentato i dubbi: “Quando ho visto l’ambulanza muoversi così lentamente ho capito che non c’era più nulla da fare“.

Il sospetto, insomma, è che Tomizawa sia morto sul colpo, e non due ore dopo all’ospedale di Riccione. Ma a che scopo la Dorna, società che cura l’organizzazione del Motomondiale, avrebbe dovuto mentire sull’ora del decesso? Il punto non è tanto l’ora, ma il luogo. Se la morte del pilota fosse stata constatata all’intero del circuito di Misano, sarebbe stato obbligatorio sospendere la gara di Moto2 e annullare quella di MotoGp. Dichiarando, invece, che Tomizawa è morto a Riccione, lo “show” è andato avanti, senza alcun danno di tipo economico.

Pier Francesco Caracciolo

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Post: 5.318
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Età: 48
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10/09/2010 11:56
 
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Dalle indagini che sono ancora in corso sarebbe emerso che Shoya Tomizawa non sarebbe deceduto alle 14.19 come dichiarato dai medici del circuito bensì prima. Lo sfortunato pilota giapponese potrebbe essere morto in ambulanza ed essere quindi arrivato già cadavere all’Ospedale Ceccarini di Riccione.

Sarebbero questi i primi risultati dell’inchiesta aperta dalla Procura di Rimini sulla morte Tomizawa. L’indagine, vale la pena sottolinearlo, non è conclusa. Si sta cercando di capire se fra la caduta del pilota e la sua morte, gli siano state apportate tutte le cure necessarie, senza ritardi o omissioni. L’autopsia ha confermato la causa della morte: schiacciamento della cassa toracica, che ha compresso irrimediabilmente cuore e polmoni.

Quello che si prospetta è uno scenario agghiacciante. La Dorna avrebbe nascosto l’orario della morte di Tomizawa per consentire la partenza della MotoGP? E’ questo che pensano gli appassionati ed i nostri lettori nei post scritti sul tema fino ad oggi. Lo abbiamo sentito tutti in diretta tv Jorge Lorenzo dire che aveva saputo della morte del collega già prima della partenza della MotoGP.

Un giornalista avrebbe rivelato a La Stampa: “E’ stato alle 13, ma gli organizzatori hanno deciso di nascondere la notizia”. Ad ogni modo attendiamo fiduciosi la conclusione delle indagini e dunque la verità.



ma guarda un pò.... [SM=g27996]
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Post: 20.807
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Età: 41
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10/09/2010 13:37
 
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Logico,se una moto pesa almeno due quintali e te ne passano sopra due a 200 schiacciandoti con 4 ruote in totale,tra l'altro sul torace e sul'addome,difficile non morire sul colpo.Al massimo è morto pochissimi minuti dopo.
Davvero inconcepibile la mancanza di rispetto da parte di tutti,compresi gli opinionisti.Zolle di terra.
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Post: 20.807
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Età: 41
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26/09/2010 19:11
 
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Biaggi ha vinto.Olè.
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27/09/2010 09:43
 
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Superbike, Biaggi vince il Mondiale
Il corsaro è tornato a trionfare


Alle porte dei 40 anni, Max era ormai considerato un ex delle moto. Invece ha conquistato il titolo: «Mi sento più giovane»



C’è chi, quando vince, cita Malcolm X e chi Giulio Andreotti. Il primo è Muhammad Ali, il secondo Max Biaggi. Il primo è stato The Greatest, il secondo è un Corsaro di 39 anni che sembrava finito. E invece. L'epilogo di un Mondiale vinto con una gara d'anticipo trasuda italianità. È tutto così perfetto, preciso. Perfino un po' ridondante. Primo pilota italiano a vincere il titolo in Superbike, con moto italiana e in circuito italiano. «È la vittoria dell'Italia che corre e può vincere», ha sottolineato il protagonista, e quasi non ce n'era bisogno.

Undicesimo in gara-1, quinto in gara-2. L'unico avversario in grado di impensierirlo, Leon Haslam, che rompe il motore. L'apoteosi, quindi. Attesa e meritata. Spalti gremiti, tutto esaurito, invasione di pista. È il trionfo del Grande Antipatico. Quello che, appunto, quando vince non cita Gandhi o Malcolm X ma il Divo Giulio: «Come diceva un grande politico, il potere logora chi non ce l'ha». Poi, resosi conto che il momento meritasse forse silloge migliore, ha aggiunto: «Io non cercavo il potere, ma un sogno sì». Un sogno che «Mi ha fatto ringiovanire 10-15 anni, così grande che non mi entrava nel cassetto. Una roba pazzesca». Pazzesca al punto da arrivare nell'anno peggiore di Valentino Rossi. Il Nemico con cui ha sgomitato, scornandosi, per anni. Il Telegenico pressoché infallibile, che gli ha negato l'unico titolo - in 500 o MotoGp - che avrebbe chiuso la bocca all'esercito di detrattori accumulati nell'arco di una carriera incredibilmente longeva: primo titolo nel '94, ultimo (quinto complessivo e quarto con Aprilia) ieri. Nel mezzo, 16 anni vissuti da romano introverso e spigoloso, taciturno e rosicone («L'offesa che mi hanno rivolto più spesso»), così pieno di lati oscuri da non saper sfruttare la massiccia Operazione Simpatia architettata da Fabrizio Frizzi. Uno dei suoi fan più illustri (un altro, Teo Teocoli, era a Imola al box Aprilia).

«A voi italiani sembrerà strano, perché non è molto simpatico, ma il mio idolo era Biaggi». Lo ha detto Jorge Lorenzo, come lui pluricampione in 250 e non come lui campione (imminente) nella classe regina. Max Biaggi è il campione atipico per antonomasia. Nel paese dove lo sport nazionale è correre in soccorso del vincitore, nessuno litiga per salire sopra il carro (o il vascello) del Corsaro. Via via sono scesi quasi tutti, ancor più cinque anni fa. Era il 2005, la Honda non gli rinnovò il contratto, lui chiuse con la MotoGp e si prese un anno sabbatico. Tornando a dare segni di sé nel 2007. Moto Suzuki, categoria Superbike. Quella che per gli estimatori è il massimo del divertimento e per i maligni una Villa Arzilla a due ruote, ritrovo di quasi-pensionati o giovani smanettoni che, quando provano a passare alla MotoGp, deludono inesorabilmente (forse Ben Spies invertirà la tendenza). Valentino Rossi ha detto che gli piacerebbe correrci una volta, aggiungendo però che le corse vere sono un’altra cosa. Capirossi preferisce le retrovie più umilianti della MotoGp a una seconda o terza vita da primattore in Superbike. E Melandri ci correrà perché non può fare altro.

Biaggi, talento indubbio, ha sempre vissuto come campione sopportato. Troppo mondano (i flirt con donne famose), troppo pieno di sé («Come faccio l'amore? Sempre sopra»), troppo celebrato da Mamma Rai. Troppo attento al conto in banca. L'esplosione di Rossi è arrivata come una condanna: un contrappasso agognato da molti. Quasi dimenticati, i quattro titoli consecutivi in 250; i 3 secondi posti in 500 e MotoGp; le gare capolavoro. «Biaggi? Quello che ha sempre perso con Valentino». È andata così. E oggi c'è chi scrive sui forum che il Mondiale Superbike è merito di un'Aprilia troppo superiore alle altre. L'ennesimo paradosso, per un pilota che per decenni ha giustificato le sconfitte piangiucchiando che l'erba del vicino era sempre più verde.

Biaggi è figura complessa. Carlo Pernat, che ben lo conosce avendolo svezzato alla Aprilia, sintetizza: «Max è tanto forte quanto diffidente. È uno scandalo che non abbia mai vinto nelle categorie più prestigiose, ma è colpa del suo carattere. Non ha mai voluto un manager. Ha pagato la mancanza di retroterra: tutti i piloti cominciano a 4-5 anni, lui a 17. E poi era l'unico di Roma. Sempre stato un solitario, uno contro tutti».

Se non altro, nessuno potrà negargli ora il coraggio - l'incoscienza - di rimettersi in gioco a quasi 40 anni. Ieri è stato il giorno della rivincita. Senza fare grandi ascolti, senza urlare. Ha festeggiato alla Rossi, nel momento più nero di Rossi, anticipando forse il futuro di Rossi (vincere con una moto italiana). Ma senza essere Rossi. Lo hanno vestito come il suo soprannome, issandolo sopra un vascello chiamato Ines, nome della primogenita (presto arriverà il secondo figlio, a cui ha consigliato una carriera da golfista per fare soldi senza rischiare la vita). I suoi tifosi, stile isola deserta, avevano palme gonfiabili. Un tempo, di gonfiabile, c'era una bambola chiamata Claudia Skiffer. Sembra passato un secolo.

Fedele a se stesso, Biaggi ha esultato e al contempo contrattaccato. Indossava una maglietta celebrativa, «5 mondiali e 10 perché». In quei perché c'è tutta la sua filosofia. La sottolineatura smargiassa dei record. Le frecciate, a volte bonarie (a Enzo Ferrari, che «si sbagliava di grosso» quando sosteneva che i figli togliessero velocità ai piloti) e a volte no (alla Ducati, che a fine 2008 gli ha negato la moto ufficiale). I ringraziamenti (Aprilia e Piaggio), la retorica (il rimando ai tifosi e a tutti gli italiani). Le spacconate, divenute però quasi tenere, da padre assennato (la dedica alla fidanzata Eleonora Pedron, ex Miss Italia in dolce attesa, definita «la compagna più gnocca di tutte»). Il Corsaro non ha mai smesso, rancorosamente e sottotraccia, di far guerra al mondo. A volte ha vinto, più spesso perso. Quello di ieri è sembrato un trionfo giusto, col sapore della pacificazione.


cOMPLIMENTI [SM=g28002]
[Modificato da Sound72 27/09/2010 09:44]
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“La curva sud ci ha dato una lezione, si può anche perdere, si possono anche subire amare sconfitte, ma con quegli striscioni che hanno esposto ci hanno fatto capire che nei momenti sfavorevoli bisogna aumentare le energie. Loro ci danno la fede noi gli dobbiamo dare il carattere”. Dino Viola
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08/10/2010 13:47
 
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La «scodella» diventa fuorilegge
dal 12 ottobre vietato indossarla


Il caschetto DGM non potrà più essere indossato in sella
a un motorino. Il divieto di vendita era scattato nel 2001


Dal 12 ottobre solo caschi omologati Ece

Il casco a scodella ha fatto il suo tempo. Universalmente conosciuto come DGM, la sigla di omologazione che lo identificava, da martedì 12 ottobre non sarà più consentito indossarlo in sella a una moto. Lo ha stabilito la modifica all’articolo 117 del Codice della Strada contenuta nella legge 120 del 29 luglio scorso. Dal settembre 2001 era già stata vietata la vendita del cosiddetto caschetto leggero e finora ne era stato consentito l’uso ma solo con i motorini di 50 cc.
NORMA PRO INDUSTRIA - Considerato meno protettivo di un casco tradizionale, era giudicato idoneo per la guida di mezzi poco veloci, quindi i ciclomotori che per legge non possono superare i 45 km/h. Una scelta contestata subito da chi lo considerava insicuro, anche guidando a bassa velocità, ma la norma era stata in qualche modo sollecitata dall’industria delle due ruote al momento di estendere l’obbligo del casco ai maggiorenni in sella ai ciclomotori. Si temeva infatti che il settore potesse crollare sotto il peso della nuova imposizione, mentre la possibilità di indossarne una versione più leggera e meno ingombrante avrebbe reso meno indigesto il boccone agli utenti.
MULTE SALATE E SEQUESTRO DEL MEZZO - In seguito l’uso del casco si è diffuso in tutta Italia (anche se resistono alcune sacche refrattarie) e oggi la stragrande maggioranza dei modelli utilizzati sono omologati secondo le più severe norme di legge, stabilite dal regolamento Ece/Onu 22. Questa sigla identifica gli unici caschi che possono essere venduti e indossati all’interno della Comunità Europea alla guida di un qualunque mezzo a due ruote motorizzato. Per riconoscere i caschi fuorilegge basta controllare l’etichetta interna, che riporta la sigla DGM. Circolare con la “scodella” dopo la data dell’11 ottobre comporterà il rischio di una multa molto salata, da 79 a 299 euro, e il fermo amministrativo del mezzo.
( corriere.it )
[Modificato da Sound72 08/10/2010 13:48]
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“La curva sud ci ha dato una lezione, si può anche perdere, si possono anche subire amare sconfitte, ma con quegli striscioni che hanno esposto ci hanno fatto capire che nei momenti sfavorevoli bisogna aumentare le energie. Loro ci danno la fede noi gli dobbiamo dare il carattere”. Dino Viola
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20/12/2010 15:07
 
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Paris Hilton sbarca nel Mondiale
con un team e una moto fucsia


MILANO, 19 dicembre 2010 - Si corre per vincere. Ma talvolta, sempre più spesso ultimamente, anche per comparire. Si chiamano nuovi fenomeni e, in un certo senso, sono il termometro della crescita di un settore, di uno sport nel nostro caso. Nella moto arriva Paris Hilton, fumo più che sostanza, visto che nei suoi freschi 29 anni non è che abbia combinato granché. Ma si sa, tutto fa spettacolo. E lo sport, certe volte, si offre volentieri alle invasioni.

ANTENATI — Nella moto ci sono stati Vasco Rossi, Eros Ramazzotti, Michelle Hunziker. L'anno scorso Antonio Banderas, che dava il nome a un team spagnolo di Moto2, anche se i maligni sussurrano che di soldi non ne portava e serviva solo a entrare dalla porta principale nello "star system" per trovare finanziamenti (veri). Ieri a Madrid, nel luccicante Hotel ME, il più alla moda della capitale spagnola, l'ereditiera senza limiti ha presentato la sua avventura a due ruote in 125 con il team Bqr di Barcellona. Per capire quale sia il suo obiettivo, basta dare un'occhiata alle foto che pubblichiamo: farsi vedere. E non farà fatica a riuscirci.

Aderentissima tuta bianca con inserti fucsia, scollatura vertiginosa, lunghissimi capelli biondi: saranno i suoi, visto che pubblicizza anche una linea di extension? Moto e tuta dei piloti — Sergio Gadea, 25 anni, rientrante dalla Moto2, e Maverick Vinales, 15, campione spagnolo ed europeo — saranno in linea, con anche un tocco di blu (altro sponsor Blusens) e al centro della carenatura un enorme marchio «SuperMartxe VIP by Paris Hilton», famosa festa nata a Ibiza e portata in giro per il mondo. Se almeno lei pagherà, però, se la caverà con poco, visto che la 125 si fa con un milione di euro. Roba da niente per una super ereditiera.


IN PISTA — Paris, smagliante e maliziosa, presente a Madrid con i suoi soci spagnoli Xavi Montero, Richard Garriga e il dj Nano Baena, ha assicurato che si farà vedere alle gare: e se manterrà la parola non passerà inosservata. Si è parlato di almeno 5 GP. Però non potrà fare passerella in California, a Laguna Seca, in mezzo agli altri divi di Hollywood, perché la 125 laggiù non corre. Dovrà ripiegare al massimo sulla meno affascinante, per lo show-bizz, Indianapolis.

Concretezza — Per fortuna, il team Bqr ha risolto per bene le questioni tecniche. Le moto saranno le Aprilia Rsa (quindi le "ufficiali") 2011 curate dal confermato Christian Lundberg a cui si affiancherà Rossano Brazzi, uno dei maghi dei 2 tempi, che rientra dopo la fine della 250. Però ieri non è stato invitato...
( gazzetta.it )

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“La curva sud ci ha dato una lezione, si può anche perdere, si possono anche subire amare sconfitte, ma con quegli striscioni che hanno esposto ci hanno fatto capire che nei momenti sfavorevoli bisogna aumentare le energie. Loro ci danno la fede noi gli dobbiamo dare il carattere”. Dino Viola
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20/12/2010 15:48
 
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Re:
Sound72, 20/12/2010 15.07:

Paris Hilton sbarca nel Mondiale
con un team e una moto fucsia


MILANO, 19 dicembre 2010 - Si corre per vincere. Ma talvolta, sempre più spesso ultimamente, anche per comparire. Si chiamano nuovi fenomeni e, in un certo senso, sono il termometro della crescita di un settore, di uno sport nel nostro caso. Nella moto arriva Paris Hilton, fumo più che sostanza, visto che nei suoi freschi 29 anni non è che abbia combinato granché. Ma si sa, tutto fa spettacolo. E lo sport, certe volte, si offre volentieri alle invasioni.

ANTENATI — Nella moto ci sono stati Vasco Rossi, Eros Ramazzotti, Michelle Hunziker. L'anno scorso Antonio Banderas, che dava il nome a un team spagnolo di Moto2, anche se i maligni sussurrano che di soldi non ne portava e serviva solo a entrare dalla porta principale nello "star system" per trovare finanziamenti (veri). Ieri a Madrid, nel luccicante Hotel ME, il più alla moda della capitale spagnola, l'ereditiera senza limiti ha presentato la sua avventura a due ruote in 125 con il team Bqr di Barcellona. Per capire quale sia il suo obiettivo, basta dare un'occhiata alle foto che pubblichiamo: farsi vedere. E non farà fatica a riuscirci.

Aderentissima tuta bianca con inserti fucsia, scollatura vertiginosa, lunghissimi capelli biondi: saranno i suoi, visto che pubblicizza anche una linea di extension? Moto e tuta dei piloti — Sergio Gadea, 25 anni, rientrante dalla Moto2, e Maverick Vinales, 15, campione spagnolo ed europeo — saranno in linea, con anche un tocco di blu (altro sponsor Blusens) e al centro della carenatura un enorme marchio «SuperMartxe VIP by Paris Hilton», famosa festa nata a Ibiza e portata in giro per il mondo. Se almeno lei pagherà, però, se la caverà con poco, visto che la 125 si fa con un milione di euro. Roba da niente per una super ereditiera.


IN PISTA — Paris, smagliante e maliziosa, presente a Madrid con i suoi soci spagnoli Xavi Montero, Richard Garriga e il dj Nano Baena, ha assicurato che si farà vedere alle gare: e se manterrà la parola non passerà inosservata. Si è parlato di almeno 5 GP. Però non potrà fare passerella in California, a Laguna Seca, in mezzo agli altri divi di Hollywood, perché la 125 laggiù non corre. Dovrà ripiegare al massimo sulla meno affascinante, per lo show-bizz, Indianapolis.

Concretezza — Per fortuna, il team Bqr ha risolto per bene le questioni tecniche. Le moto saranno le Aprilia Rsa (quindi le "ufficiali") 2011 curate dal confermato Christian Lundberg a cui si affiancherà Rossano Brazzi, uno dei maghi dei 2 tempi, che rientra dopo la fine della 250. Però ieri non è stato invitato...
( gazzetta.it )




se a qualcuno interessa ....


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29/03/2011 18:15
 
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Biaggi vs Melandri
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“La curva sud ci ha dato una lezione, si può anche perdere, si possono anche subire amare sconfitte, ma con quegli striscioni che hanno esposto ci hanno fatto capire che nei momenti sfavorevoli bisogna aumentare le energie. Loro ci danno la fede noi gli dobbiamo dare il carattere”. Dino Viola
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20/06/2011 15:19
 
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ieri doppietta Biaggi-Melandri con 1 successo a testa in Spagna..
..almeno si ravviva un pò la Superbike dopo un inizio di stagione dominato da Carlos Checa
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“La curva sud ci ha dato una lezione, si può anche perdere, si possono anche subire amare sconfitte, ma con quegli striscioni che hanno esposto ci hanno fatto capire che nei momenti sfavorevoli bisogna aumentare le energie. Loro ci danno la fede noi gli dobbiamo dare il carattere”. Dino Viola
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18/07/2011 17:24
 
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Rossi mi sa che è ora che passa alla Superbike..lì però nn avrebbe scuse..
[Modificato da Sound72 18/07/2011 17:25]
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“La curva sud ci ha dato una lezione, si può anche perdere, si possono anche subire amare sconfitte, ma con quegli striscioni che hanno esposto ci hanno fatto capire che nei momenti sfavorevoli bisogna aumentare le energie. Loro ci danno la fede noi gli dobbiamo dare il carattere”. Dino Viola
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18/07/2011 19:38
 
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beh, domenica che poteva fare di più?
è partito 16° ed è arrivato 9° beffato in volata dal settimo e l'ottavo..
non lo darei già per bollito tanto facilmente,
la ducati è una moto molto molto difficile da guidare...
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19/07/2011 09:28
 
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infatti.
Non è la moto per lui che magari preferisce meno cavalli ma precisione di guida.
Se gli riescono a fare (per il prossimo anno) una moto simil-yamaha bene, sennò giù altre legnate.
La SBK la lasciasse stare, poi tutti gli imbecilli col 46 sul cappellino vanno ad inquinare quel bel mondo
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Post: 29.400
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19/07/2011 10:17
 
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ok, mi chiedo se nn ci sia però anche un calo di prestazioni di Rossi..se gli avversari nn siano molto piu' forti di quelli che affrontava e batteva con un altra moto fino a 2 anni fa..mi chiedo pure se nn sapesse delle difficoltà che avrebbe trovato alla Ducati perchè insomma quando si era celebrato questo matrimonio le premesse erano altre anche per il primo anno..
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“La curva sud ci ha dato una lezione, si può anche perdere, si possono anche subire amare sconfitte, ma con quegli striscioni che hanno esposto ci hanno fatto capire che nei momenti sfavorevoli bisogna aumentare le energie. Loro ci danno la fede noi gli dobbiamo dare il carattere”. Dino Viola
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19/07/2011 10:31
 
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credo che le difficoltà le abbia sottovalutate in effetti. Lui come al solito si è portato dietro tutta la sua squadra di ingegneri e meccanici per farsi fare la moto , forse non si aspettava una Ducati così diversa dalle altre a partire dal telaio che è scatolato e in cui il motore è una parte portante .
Gli altri più forti? mi sembrano gli stessi che ha battuto in precedenza. Lorenzo forse ha qualcosa in più che gli rompe le palle tant'è vero che ha cambiato squadra perchè ,si dice, temeva il confronto diretto.
Stoner alterna periodi in cui sembra un marziano ,ad altri in cui è battibile (vedi domenica) .
Pedrosa boh , è veloce ma inconsistente.
Gli altri non li considero, forse Spies potrebbe fare quello step che lo porterebbe a livello dei primi 4
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19/07/2011 10:44
 
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anche simoncelli, se riesce a mettere a freno la sua irruenza,
secondo me può arrivare a competere con stoner e lorenzo,
comunque quest'ultimo secondo me è l'unico al livello di rossi come pilota
e considerando che ha 8 anni in meno, se la ducati non risolve i suoi problemi la vedo molto dura per rossi che riesca a vincere un altro mondiale...
comunque resta un grande, non se po' discute' secondo me.
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Post: 5.318
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19/07/2011 10:50
 
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mi sta sul cazzo come pochi altri al mondo ma come pilota non si discute, per questo non credo affatto che sia bollito
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20/07/2011 11:32
 
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Il ritorno della Moto Morini


Risorge la Moto Morini. A maggio del 2010 il fallimento della storica casa di Casalecchio di Reno. Ad aprile scorso la prima asta al tribunale fallimentare di Bologna, base 2,6 milioni, era andata deserta. Al secondo tentativo la cifra è scesa e per un milione e 960 mila euro l’azienda Morini se la sono aggiudicata gli imprenditori milanesi Sandro Capotosti, ex presidente di Banca Profilo, e Ruggero Massimo Jannuzzelli, ex vicepresidente e amministratore delegato del gruppo Camuzzi. Nessun’altra offerta è stata presentata. Capotosti commenta: «Dopo un intenso lavoro durato tre mesi siamo contenti di aver concluso l’operazione. Un’operazione così, in questo momento economico, deve essere fatta con il cuore. Io da ragazzo ho avuto prima il Corsarino, poi lo Scrambler. E ancora me li ricordo».

Dici Moto Morini e non puoi non pensare che molti degli attuali cinquantenni hanno imparato a guidare le due amate ruote sul mitico Corsarino, la più piccola cilindrata (50 cc) della gloriosa casa nata, nella metà degli Anni Trenta, dal genio e dalla passione di Alfonso Morini. Un prestigio tutto italiano, un marchio che ha conquistato campionati mondiali fin dagli Anni Cinquanta, un’ascesa che sembrava inarrestabile. E che raggiunse l’apice, soprattutto alla fine degli Anni Settanta, con la più amata moto Morini: la 3 1/2. Bellissima, forte, veloce, agile, spesso guidata anche dalle donne, con o senza cupolino e con l’aggiunta di borse o baule in caso di viaggi. Perché partire con quella moto era un evento di assoluta piacevolezza, ascoltando quel rombo di motore come se fosse musica.

Dici Morini, icona piantata nel cuore di tanta gente, e pensi al piacere pericoloso di andare in moto quando il casco non era ancora un saggio obbligo ma solo una libera facoltà che i più ignoravano. Il valore dei modelli Morini non si è estinto con il tracollo dell’azienda. Sono diventate moto d’epoca, che spesso fanno ammattire gli appassionati che le possiedono perché i pezzi di ricambio sono piuttosto difficili da trovare. E ora bisogna sperare che Morini non sia solo questione di amarcord, ma che abbia un futuro degno del suo nome.

..........


c'era pure una canzone famosa sulla Moto Morini.. [SM=g7557]
[Modificato da Sound72 20/07/2011 11:33]
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“La curva sud ci ha dato una lezione, si può anche perdere, si possono anche subire amare sconfitte, ma con quegli striscioni che hanno esposto ci hanno fatto capire che nei momenti sfavorevoli bisogna aumentare le energie. Loro ci danno la fede noi gli dobbiamo dare il carattere”. Dino Viola
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Post: 29.400
Città: ROMA
Età: 52
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23/10/2011 13:18
 
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che tristezza.
Mi veniva da piangere stamattina.
Veramente un buco nello stomaco.
Povero Sic.
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“La curva sud ci ha dato una lezione, si può anche perdere, si possono anche subire amare sconfitte, ma con quegli striscioni che hanno esposto ci hanno fatto capire che nei momenti sfavorevoli bisogna aumentare le energie. Loro ci danno la fede noi gli dobbiamo dare il carattere”. Dino Viola
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