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MotoGP, Superbike, tutto sulle 2 ruote

Ultimo Aggiornamento: 26/02/2024 16:26
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15/07/2010 10:22
 
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Re: Re: Re:
lucolas999, 15/07/2010 10.01:




quando scende dalla moto gli passano le stampelle ,e non è un modo di dire l'ho visto proprio ! [SM=g27994]
ahò gli sponsor pagano [SM=g27986]


infatti è incredibile.. ed è veramente un pazzo perchè io al posto suo non rischierei mai.. però evidentemente non se po' permette' de sta' ancora fermo, stampelle o no...


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19/07/2010 14:44
 
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a parte la battuta di luco...

io non finirò mai di alzarmi in piedi e togliermi il cappello di fronte a questo Eccezionale Campione e sopratutto Agonista.

Valentino Rossi, aldilà di simpatie eo antipatie varie, è addirittura un Modello per chiunque faccia sport e per chiunque nella vita o anche per soli 5 minuti della vita, voglia o abbia mai voluto ottenere qualcosa, raggiungere un traguardo.

questo è un Mostro Sacro degno dell'Olimpo dei Campioni di tutti i tempi, e sui troni più alti.
e non parlo di talento. il talento ce l'hanno in tanti.



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Re:
giove(R), 19/07/2010 14.44:

a parte la battuta di luco...

io non finirò mai di alzarmi in piedi e togliermi il cappello di fronte a questo Eccezionale Campione e sopratutto Agonista.

Valentino Rossi, aldilà di simpatie eo antipatie varie, è addirittura un Modello per chiunque faccia sport e per chiunque nella vita o anche per soli 5 minuti della vita, voglia o abbia mai voluto ottenere qualcosa, raggiungere un traguardo.

questo è un Mostro Sacro degno dell'Olimpo dei Campioni di tutti i tempi, e sui troni più alti.
e non parlo di talento. il talento ce l'hanno in tanti.





stra-quoto al 100%
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No,lui è il numero 1. [SM=g27985]



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Re:
lucaDM82, 20/07/2010 16.51:

No,lui è il numero 1. [SM=g27985]







sì, della superbike adesso...
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Lorenzo co ste pagliacciate copiate da Rossi riesce ogni volta a bruciare le vittorie che ottiene...
Rossi invece è sempre da applausi.
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“La curva sud ci ha dato una lezione, si può anche perdere, si possono anche subire amare sconfitte, ma con quegli striscioni che hanno esposto ci hanno fatto capire che nei momenti sfavorevoli bisogna aumentare le energie. Loro ci danno la fede noi gli dobbiamo dare il carattere”. Dino Viola
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bella gara ammazza ........ mi so svegliato all' una e mezza che c'era una trasmissione su Gesù [SM=g27994] l'ultima cosa che ricordo è la caduta di Pedrosa [SM=g27986]
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Manuel Poggiali: «Ero il nuovo Rossi ma ora sono più felice»


corriere.it -Lo chiamavamo il nuovo Valentino. Lui ora si accontenta di essere diventato un uomo nuovo. Manuel Poggiali, 28 anni, da San Marino, è uno dei casi più clamorosi di enfant troppo prodige per poter sopravvivere alle responsabilità. Campioncino nato fin da quando salì in minimoto a 10 anni, un titolo mondiale in classe 125 a 18 anni nel 2001, uno in 250 a 20 nel 2003 (al primo anno nella categoria, non ci riuscì neanche Rossi), poi il crollo, psicologico prima che tecnico, e il ritiro nel 2008, a soli 25 anni. Moto spenta. Basta corse. Una vita chiusa per provare ad aprirne un’altra con la compagna Michela, il figlio Claudio (2 anni a novembre), un lavoro al Comitato olimpico di San Marino («Prima facevo sport io, ero alla fine del percorso; ora cerco di mettere in grado gli altri di fare sport») e idee chiare su ciò che è stato e perché: «La mia è stata una carriera breve e intensa. Un’escalation continua, ogni anno crescevo e vincevo qualcosa. Tutto è arrivato in fretta».
Poi che accadde?
«Calo di motivazioni, la mia scarsa cattiveria, forse a volte mi hanno limitato i mezzi che mi davano. Ho cominciato a non vincere, è arrivata la frustrazone: anche un quarto posto sembrava insopportabile. Mi sono incasinato con la testa».
In che senso?
«Mi sono chiuso in me stesso, erano finite passione e divertimento. Correre mi sembrava un obbligo e ne soffrivano le relazioni. Per gli altri ero diventato un peso, noioso».
In realtà il primo stop fu nel 2007.
«Una specie di anno sabbatico. Per provare a capire».
In quel periodo fece anche il barista.
«Intanto chiariamo: io non me lo sono mai tirata quando ero campione, dunque non è mai stato un problema adattarmi. E poi sa che le dico? È stato un bel modo per iniziare ad avere un dialogo con le persone. Dovevo aprirmi e cercavo qualcosa che mi portasse in mezzo alla gente. E in questo senso il barista è un lavoro perfetto».
Quindi nel 2008 è risalito in moto.
«E avevo ancora voglia. Ma a quel punto è arrivata la paura».
Il peggior nemico di un pilota.
«Proprio così. Ho fatto delle brutte cadute e mi è venuta paura di farmi male. Con la pioggia addirittura non entravo neanche in pista. Un blocco peggiore di prima. Poi mi stava per nascere Claudio. Allora ho scelto di dire stop».
A metà stagione, addirittura.
«Continuare non aveva più senso per me, per la squadra, per gli sponsor. Meglio lasciare spazio a chi era più arrabbiato di me».
Dunque la nostra impressione di allora era giusta: Manuel è troppo fragile, schivo, orso, inadatto a questo mondo…
«Sì, ero fragile. E ai primi problemi mi sono fatto un po’ travolgere».
Troppo perfezionista, forse?
«Sì. E il mio pregio si è trasformato in difetto».
Ora ha imparato a perdonarsi?
«Diciamo che sono diventato un po’ più normale...».
Quanto ha inciso la morte di papà Claudio nel 1999?
«Tanto. Avevo 16 anni, era sempre stato il mio punto di riferimento. Lui mi dava la forza interiore e mi faceva ragionare sulle cose. Sapeva essere duro, mentre il resto della famiglia mi coccolava, forse troppo... Ci fosse stato lui, quei problemi li avremmo gestiti diversamente».
Fu lui a trasmetterle la passione?
«Sì, di questo lo ringrazierò per sempre. Io ci ho messo del mio in pista, ma se papà non mi avesse aiutato all’inizio non sarebbe iniziata la tua carriera».
Con il piccolo Claudio come si comporterà?
«Se la moto sarà la sua passione, nessun problema. Io da piccolo scoprii una cosa che mi piaceva e ne è nata una carriera. Ma la passione, se c’è, per qualsiasi sport, dovrà nascere da lui. Non sarò io a imporgliela».
Un tema di cui si parla molto in questi giorni dopo la morte di Peter Lenz, il pilota 13enne, a Indianapolis. Lei che ne pensa?.
«Per me è stata come una coltellata. Io vissi una vicenda simile in pista quando morì Kato: avevo corso poco prima. Certo, 13 anni sono pochissimi, ma lui ha scelto quello che gli piaceva. Dicono che sia immorale che i genitori consentano il rischio, ma così non ci sarebbe il motociclismo. Purtroppo il controllo totale non è possibile, quello che conta casomai è lavorare sulla sicurezza per limitare eventi simili».
Poggiali pilota con la testa di adesso che cosa sarebbe?
«Mah. Quel che è stato è stato. In fondo ho vinto dai 15 ai 22 anni e ho fatto un po’ di storia del motociclismo italiano. Di sicuro, a essere meno fragile sarei ancora nel Motomondiale».
Colpa tutta sua?
«Non tutte. A volte ho avuto materiali inadatti, motori o gomme che andavano meno, ma questo succede sempre, anche adesso. È normale. Se vinci e vai bene le Case ti aiutano, se lotti per il settimo posto un po’ meno. Nessuno scandalo».
L’abbiamo paragonata a Rossi e Biaggi. Sbagliavamo?
«Ho dimostrato di essere bravo. Come pilota mi do un voto alto. L’insufficienza è per il resto».
Come fu la storia del no al Festival di Sanremo?
«Era il 2004. Il giorno della presentazione del team Gilera, all'improvviso, mi dissero che alla sera sarei dovuto andare ospite al Festival».
C’è di peggio, dai.
«Sì. Ma era un periodo stressante, dopo aver vinto il Mondiale 250 non ho avuto neanche il tempo di godermelo, sempre in giro, foto, inaugurazioni. Faticavo con la testa. Lo vedevo come un peso da sopportare».
E così rifiutò.
«Proprio così. Avrei voluto saperlo prima, organizzarci, non fare tutto in fretta».
Conseguenze?
«Un casino. Mi dissero che me l’avrebbero fatta pagare. In effetti, a giudicare da certe modo che mi hanno dato poi, fu così. Forse potevano anche capirmi. Sapevano come sono, anzi come ero».
Lo rifarebbe?
«No».
Lei non ama neanche viaggiare, vero?
«Già. Non me lo sono mai spiegato. Strano per uno che faceva la mia vita, no? Ma mi mette tensione anche fare Rimini-San Marino. Mi stresso, ho voglia di arrivare in fretta, infatti prendo un sacco di multe...».
E’ ancora fitness-dipendente?
«Sì, sempre di più. Mi rilassa, è la mia valvola di sfogo».
E col calcio come va? Lei, tifoso milanista, è un ottimo giocatore.
«Sì, ma ora, potendo fare palestra liberamente, ho perso un po’ di agilità: sono tre volte più grosso di quando correvo!».
Guarda le corse di moto in tv?
«Dopo i due stop confesso che ho fatto fatica. Ora va meglio. E domenica sarò in pista a Misano».
Emozioni?
«Ogni tanto qualche turbamento. E poi sono critico, come si fa al bar».
Chi le piace di più?
«Marquez nella 125, un bel pilotino davvero».
E in MotoGp?
«Valentino è Valentino e con la Ducati farà grandi cose, ma il cambiamento di Lorenzo è stato qualcosa di incredibile. Avrei voluto io essere come lui».
Cioè come?
«Ha lavorato tantissimo a livello mentale, una capacità simile poteva venire comoda anche a me... Ma una volta a queste cose non si pensava troppo. Io me lo ricordo bene Jorge da piccolo, siamo stati anche compagni: era intrattabile, non sorrideva mai, arrivava nel box e manco ti salutava. Adesso è un’altra persona. Da quel punto di vista è il più avanti di tutti».
Beh, anche lei è cambiato molto e come capacità di autoanalisi non scherza.
«Ho avuto tempo di riflettere. Allora, portato dall’onda frenetica dello stress, non ho mai avuto tempo di capirmi».
Tornerà nell’ambiente delle moto?
«È un po’ presto per dirlo. Per ora sto bene così, grazie. Magari organizzerò dei corsi guida tra un po’».
Sente di aver vissuto troppo in fretta? Con più calma sarebbe andata diversamente?
«Io sono contentissimo di com’è andata. Zero rimpianti. La carriera è finita presto, ma sono migliorato tantissimo dal punto di vista relazionale e mentale. .
È più felice adesso di allora?
«Sì. E un uomo più completo. Questo dico ai giovani e dirò a mio figlio quando crescerà: non ci sono solo i titoli mondiali nella vita».

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onesto e in fondo coraggioso
[Modificato da Sound72 03/09/2010 11:37]
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05/09/2010 19:24
 
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Gp di Misano, tragedia e polemiche
Tomizawa muore e la gara continua



Il pilota è stato investito da altre due moto dopo una caduta-choc
In pista nessuna bandiera rossa.
L'ira dei piloti: bisognava esporla

MISANO ADRIATICO
Un errore, la caduta e poi la tragedia. Shoya Tomizawa, 19enne pilota giapponese, è morto per le gravissime lesioni riportate nel terribile incidente avvenuto nella gara della Moto2 del Gp di San Marino.

Lo schianto
Sul tracciato di Misano Adriatico, il nipponico ha perso il controllo della sua Suter nel corso del 12° giro. Ha messo le ruote su un cordolo ed è schizzato via mentre viaggiava ad una velocità ampiamente superiore ai 200 km orari. Alle sue spalle, il sammarinese Alex De Angelis e il britannico Scott Redding non hanno avuto il tempo di far nulla. Tomizawa, vincitore quest’anno del Gp del Qatar nella gara inaugurale della nuova classe, è stato investito in pieno e i suoi due colleghi sono volati via. Redding se l’è cavata senza lesioni particolari, De Angelis non ha riportato nemmeno un graffio.

Le polemiche
Lo sfortunato giapponese è rimasto sull’asfalto, i soccorsi sono intervenuti è la gara è proseguita senza interruzioni fino al successo dello spagnolo Toni Elias. Niente bandiera rossa e niente sospensione, mentre Tomizawa veniva portato lontano dalla pista. Nella concitazione, un addetto è inciampato nella ghiaia della via di fuga e per un istante ha perso la presa della barella. In ambulanza, i medici hanno provato a rianimare il pilota, in condizioni critiche per i traumi al cranio, al torace e alla regione addominale. Dal centro medico del circuito, verso le 13.40, l’ambulanza è ripartita verso l’ospedale di Riccione. Lì, alle 14.19, è stato dichiarato il decesso del giovanissimo centauro.

I medici: "Lesioni terribili"
La drammatica notizia si è materializzata mentre migliaia di spettatori trepidavano per la gara della classe MotoGp, vinta dallo spagnolo Daniel Pedrosa davanti al connazionale Jorge Lorenzo e a Valentino Rossi. «È stato un incidente terribile con lesioni terribili», ha detto visibilmente commosso il dottor Claudio Costa, responsabile della Clinica Mobile del Motomondiale. «È stato fatto un lavoro egregio al centro medico, in ambulanza e nell’ospedale di Riccione. Poi, Tomizawa ci ha salutato alle 14.19», ha aggiunto. Legittimo chiedersi se l’esposizione della bandiera rossa, con la conseguente sospensione della gara, avrebbe potuto agevolare l’opera dei soccorritori. «Bisognava esporre la bandiera rossa. Nella Moto 2 forse sono un po' troppi», ha detto Rossi.

Niente bandiera rossa
Claudio Macchiagodena, responsabile medico del circuito, non ha mostrato dubbi. «La bandiera rossa non avrebbe dato nessun vantaggio, dal punto di vista medico non sarebbe cambiato nulla. Anzi, avrebbe provocato un ritardo», ha detto. «La rianimazione è cominciata in ambulanza, dal punto di vista medico non c’è stato alcun ritardo. La bandiera rossa, ripeto, avrebbe comportato un rallentamento». Il paddock deve fare i conti con un’altra tragedia a soli 7 giorni dalla scomparsa di Peter Lenz, il 13enne che domenica scorsa a Indianapolis ha perso la vita in una gara di contorno. La morte di Tomizawa riporta alla mente degli appassionati l’ultimo incidente mortale avvenuto in una gara del Motomondiale. Nel 2003 moriva un altro pilota giapponese, Daijiro Kato. A Misano, invece, la data del 5 settembre è sempre più sinonimo di dramma. Nel 1993, lo statunitense Wayne Rainey è caduto rimanendo paralizzato agli arti inferiori.

La scheda: chi era Shoya Tomizawa
Il giapponese era nato a Chiba il 10 dicembre del 1990. Aveva cominciato a correre da bambino e ha esordito nella Classe 125 del motomondiale nel 2006, come wildcard nel Gran Premio casalingo. Ha corso una gara nel 2007, ancora come wildcard. Un’altra nel 2008, nella Classe 250, da wildcard, andando a punti e terminando la stagione al 26esimo posto con 2 punti. In questi anni ha partecipato anche ai campionati giapponesi 125 e 250, ottenendo come miglior risultato il 2* posto in 125 nel 2006 e in 250 nel 2008. Nel 2009 è diventato pilota titolare nel team CIP Moto - GP 250, terminando 17esimo con 32 punti e ottenendo come miglior risultato due decimi posti (Giappone e Comunità Valenciana). In questa stagione è stato costretto a saltare il GP di Indianapolis per infortunio. Nel 2010 passa alla Suter nella nuova classe Moto2, nel team Technomag - CIP, con compagno di squadra Dominique Aegerter, ed entra nella storia della classe vincendo la prima gara in Qatar. Ottiene anche pole position e secondo posto in Spagna più un’altra pole position in Repubblica Ceca. A San Marino il pilota è caduto in piena accelerazione, ed è stato investito in pieno da Scott Redding mentre Alex De Angelis è caduto centrando la sua moto. Tomizawa è morto all’ospedale di Riccione.- lastampa.it

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io non so se con la bandiera rossa sarebbe cambiato qualcosa per il pilota, però la gara, anzi le gare andavano sospese.

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“La curva sud ci ha dato una lezione, si può anche perdere, si possono anche subire amare sconfitte, ma con quegli striscioni che hanno esposto ci hanno fatto capire che nei momenti sfavorevoli bisogna aumentare le energie. Loro ci danno la fede noi gli dobbiamo dare il carattere”. Dino Viola
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06/09/2010 09:32
 
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i piloti di Motogp si sarebbero rifiutati di correre se avessero saputo che era morto per questo non hanno detto nulla e hanno dato l'ufficialità solo alle 14,19 .
Lamps [SM=g27992]
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06/09/2010 09:44
 
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Ieri per la prima volta ho seguito qualcosa...bell'ambientino di craniolesi,a parte qualche eccezione. [SM=g28001]
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06/09/2010 09:49
 
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Re:
lucaDM82, 06/09/2010 9.44:

Ieri per la prima volta ho seguito qualcosa...bell'ambientino di craniolesi,a parte qualche eccezione. [SM=g28001]




io son capitato per caso mentre facevo colazione proprio nel momento dell'incidente; sicuramente sarò esagerato io ma c'è il momento in cui i barellieri fanno cadere la barella con sopra il pilota che è agghiacciante..
poi sul sospendere o non sospendere entriamo in un "gioco" di interessi che rende ipocriti innanzitutto coloro che parlano e chiedono per primi la sospensione.

L. S. D.
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Re: Re:
E_Dantes, 06/09/2010 9.49:




io son capitato per caso mentre facevo colazione proprio nel momento dell'incidente; sicuramente sarò esagerato io ma c'è il momento in cui i barellieri fanno cadere la barella con sopra il pilota che è agghiacciante..
poi sul sospendere o non sospendere entriamo in un "gioco" di interessi che rende ipocriti innanzitutto coloro che parlano e chiedono per primi la sospensione.





riporto un post di un amico motociclista e volontario in crose rossa su un altro forum a proposito dei soccorsi ....
Da soccorritore, vedendo in tv le immegini del'incidente del povero Shoya e il susseguirsi AGGHIACCIANTE del carrozzone dei soccorsi non ce la faccio a stare zitto: è TUTTO sbagliato...

Dr Macchiagodena (responsabile medico del Motomondiale) in confernza stampa e afferma che lui e' "sempre per togliere immediatamente dalla pista il pilota, anche con il rischio latente di una lesione vertebrale"....

Ma porca di quella ladra... LUI è per togliere il pilota dalla pista ANCHE con il rischio LATENTE di lesione vertebrale??? OOOh ma siamo matti???? Qui si è ingorato il più basico dei soccorsi, l'ABC proprio... in caso di politrauma (e in moto è SEMPRE un politrauma) con pilota incoscente, che esso sia in strada o in pista, la PRIMA cosa da fare è IMMOBILIZZARE il paziente... IMMOBILIZZARE, non caricare come un sacco di patate... porca miseria!

SE Shoya non fosse deceduto sul colpo sicuramente aveva delle lesioni interne GRAVI con fratture importanti (a giudicare dal video dell'incidente mi verrebbe da pensare al bacino e alle costole alte)... e le ossa fratturate tagliano come rasoi... se lo sposti in quelle condizioni il rischio di provocare la rottura di uno dei grandi vasi (la femorale, la succlavia e via dicendo) è incalcolabile... il che porta un corpo già in gravissimo stato di Shock (pressione sangue in caduta libera, circolazione forzata agli "organi aurei" - cervello-cuore-polmoni) a scompensarsi ancora di più fino alla morte che sopraggiunge in pochissimo tempo...

UN trauma del genere ha bisogno PER PRIMA COSA di un adeguato TRIAGE in chè vuol dire che dovevano TOGLIERE IL CASCO (con relativo collare cervicale) e APRIRE LA TUTA IMMEDIATAMENTE per poter vedere, valutare, agire immediatamente, non caricarselo a pene di segugio e sbalottolarlo come una marionetta... OGGI qualsiasi soccorritore, anche il più BASE dei soccorritori è addestrato (duramente addestrato aggiungo perchè non si gioca con le bambole qui) a quello che viene chiamato STAY AND PLAY (rimani e agisci) che significa attuare SUBITO ogni possibile manovra compatibilmente con la gravità e più è grave e più ci si prova perchè la "finestra temporale" di intervento efficace si chiude in maniera rapidissima... lo si fa in strada, lo si fa nelle abitazioni, lo si fa OVUNQUE...

...lo SCOOP AND RUN (Carica e vola in pronto soccorso) che tanto si usava in passato e che hanno usato per il piccolo Shoya non si fa quasi più perchè fa PERDERE tempo e vi è il concreto rischio di peggioramento del quadro evolutivo dei traumi..

Sono PROTOCOLLI di intervento in emergenza INTERNAZIONALI c@zzo, mica si son svegliati una mattina e hanno deciso così...

Passiamo poi a i mezzi che hanno usato... la barella a CUCCHIAIO, ovvero quella metallica che si è vista lo sanno anche i più cretini dei soccorritori/infermieri/barellieri che NON è un presidio di TRASPORTO perchè non IMMOBILIZZA un tubo... il MASSIMO che ci DEVI fare è RACCOGLIERE il paziente e metterlo SUBITO sulla spinale... se solo provi a farci 2 passi in QUALSIASI contesto di esame medico ti bocciano IMMEDIATAMENTE... e qui invece, in MONDOVISIONE, s' è scelto di ingnorare ANCHE questo... come hanno ignorato il LEGARE il paziente alla barella x immobilizarlo (fa sempre parte del ABC del soccorso)... che difatti per poco non casca quando sono inciampati...

Lo ripeto... ammesso che il povero Shoya non sia spirato sul colpo (e anche questo, per stabilirlo dovevano APRIRE la tuta e levare il casco SUBITO e intubarlo magari attaccando SUBITO il Defibrillatore, è cosa IMPOSSIBILE da valutare attraveso l'armatura dei pilota, che sei veggente???) le conseguenze di un intervento del genere sono da denuncia... SE aveva una minima possibilità di salvarsi glie l'hanno negata.. punto.

Ma no... mica si può ritardare sua maestà MotoGP... no... peccato che VOLENDO e essendo PERSONE prima che bestie la MotoGP, AL LIMITE, si sarebbe anche potuta correre... magari in ritardo... magari con il lutto al braccio per Shoya.. magari SENZA il podio... magari con quegli imbecilli vestiti di giallo dal fischio facile IN SILENZIO ma no...

Sa sensazione di fastidio che provo per questo carrozzone di merd@ è sempre maggiore...

Sono amareggiato per questo pilota che aveva dimostrato di essere bravissimo tenaci e simpatico, mi sembra di rivivere il momento di Katoh entrambi giapponesi e di alto livello.

Tutti noi ti dobbiamo delle scuse Shoya il tuo povero corpicino non doveva essere trattato così con superficilaità. Ti apprezzo e ti saluto col cuore addio.

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06/09/2010 12:09
 
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in effetti quell'immagine dei barellieri è allucinante..cazzo..ma uno cade da una moto , un impatto del genere riverso per terra e tu vai li' a caricarlo come un sacco di patate per portarlo via dalla pista??
Il discorso della sospensione della gara non penso sia un gioco da ipocriti chiederla Dantes,quanto meno per chi è semplice spettatore e guarda la cosa in sè oggettivamente. E' semplicemente quello che nel 2010 la logica, la cultura e un minimo di cognizione degli eventi in corso ti impongono.
Sia per soccorrere al meglio il pilota , sia per un minimo di decenza e di rispetto di chi sta là tra la vita e la morte mentre gli altri sfrecciano e la gente applaude. Roba che nella F1 entra la safety car pure se ti metti di traverso nei box, qua con 2 piloti per terra e un altro che ne esce illeso per miracolo si va avanti come se nulla fosse ..
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06/09/2010 12:33
 
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Re:
Sound72, 06/09/2010 12.09:

in effetti quell'immagine dei barellieri è allucinante..cazzo..ma uno cade da una moto , un impatto del genere riverso per terra e tu vai li' a caricarlo come un sacco di patate per portarlo via dalla pista??
Il discorso della sospensione della gara non penso sia un gioco da ipocriti chiederla Dantes,quanto meno per chi è semplice spettatore e guarda la cosa in sè oggettivamente. E' semplicemente quello che nel 2010 la logica, la cultura e un minimo di cognizione degli eventi in corso ti impongono.
Sia per soccorrere al meglio il pilota , sia per un minimo di decenza e di rispetto di chi sta là tra la vita e la morte mentre gli altri sfrecciano e la gente applaude. Roba che nella F1 entra la safety car pure se ti metti di traverso nei box, qua con 2 piloti per terra e un altro che ne esce illeso per miracolo si va avanti come se nulla fosse ..




ma io non ho detto che è un gioco da ipocriti.
non chiedere la sospensione della gara e poi intervisti i protagonisti chiedendo sensazioni sulla gara.
non chiedere la sospensione della gara e poi non dai degli idioti a quelli che festeggiano un terzo posto di Rossi.
non chiedere la sospensione della gara e poi quando arriva il dottor Costa non gli fai presente che oltre alla sua dialettica da libro cuore c'è stato un approccio da dilettanti dei soccorsi (come evidenziato dall'intervento molto competente riportato da Lucolas e come notato da un quasi ignorante come me).
e poi la convinzione che coloro che chiedono la sospensione della gara come prima cosa nella testa hanno l'idea: "Oh Figa! Col morto, oggi, facciamo il boom di share!" non me la toglie nessuno dalla testa..

L. S. D.
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06/09/2010 12:50
 
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certo, se circoscriviamo l'ipocrisia a chi offre e racconta l'evento posso essere d'accordo.
Facevo una distinzione tra chi lo racconta e chi l'evento lo segue.
Al di là del fatto che dovevano sospenderla per soccorrere nel miglior modo possibile il pilota.
Io ho seguito in modo discontinuo la cronaca, quando Meda ha dato l'annuncio era molto imbarazzato sul cosa fare ed ha anche aggiunto "..per dovere di cronaca andiamo avanti anche se in questi casi qualsiasi cosa dici , fai o nn fai , sarai sempre criticato. " Poi..il seguito giornalistico è andato come lo hai descritto tu..
Io penso che in questi casi o hai le palle e chiudi la trasmissione oppure ti adegui al clichè e, purtroppo, metabolizzi subito anche quello che è successo..trascinando in questo gioco meccanico anche lo spettatore.E meno dici, meglio è a quel punto però.
Un pò come roma-real dell'11 settembre.
[Modificato da Sound72 06/09/2010 12:52]
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06/09/2010 13:11
 
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2 valutazioni opposte:

a leggere il post di luco, e dando per buono quanto lì sostenuto, cioè di protocolli internazionali, di norme base di condotta, ecc... non si può dire null'altro che: la gara andava fermata subito immediatamente all'istante per permettere tutta quella trafila che è spiegata nel post.

non-ci-sono-altri-cazzi.


per quanto riguarda il resto (casi in cui il pilota va completamente fuori pista, e quindi è soccorribilissimo anche senza fermare la gara).
e sono con Leonardo. fermi tutti a parlà e pretende che se fanno certe figure del cazzo...
a parte i vari esempi che ha fatto lui sul resto dell'ipocrisia pure da parte di chi per primo avrà fatto il Censore della mostruosità del concetto the show must go on...

per me devi fermare le gare quando:
1) dando per buono il post di lucolas, il pilota ferito è in posizioni della pista o dell'antipista, che continuare la gara rende impraticabile un intervento da Protocollo come lì descritto.
2) quando il decesso è accertato e ormai di dominio pubblico. a quel punto gioire e fare tutto il resto come se nulla fosse diventa poco digeribile. e, dal punto di vista stretto della competizione, comporta una disparità e un indebito avvantaggiare o penalizzare chi ha lo stomaco più o meno forte.

in sostanza se nel caso specifico il giapponese fosse finito fuori pista all'altezza degli altri due piloti coinvolti, probabilmente avrei fatto continuare la gara.
perchè i soccorsi possono essre prestati senza problemi e i piloti che sono pagati anche per rischiare di schiantarsi non è che si sturbano più di tanto alla vista di un gran botto come quello.

poi ... se il tipo muore... si fanno le condoglianze e tutto il resto. ma sappiamo tutti che il "Circo" ha tempi, luoghi e modi.
e chi vi partecipa sa che deve andare avanti, più o meno regolarmente.

edit - perchè fra una o due settimane si corre da un altra parte in un altra nazione o continente, ci sono prove da fare, messe a punto, cotnratti, e tutto il resto... e non ci si può fermare.
[Modificato da giove(R) 06/09/2010 13:15]


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06/09/2010 13:25
 
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sono in disaccordo solo su un punto..
da un punto di vista della sicurezza in sè per me quando qualcuno si fa male ed è chiaro oggettivamente che non devi solo aiutarlo ad uscire dal circuito, ma devi trasportarlo in ospedale , la corsa va sospesa. Poi una volta portato via la gara la puoi pure riprendere, però anche se il pilota sta sul prato per me la pista deve essere libera.
Perchè magari deve arrivare sul posto un mezzo di soccorso, perchè puoi avere bisogno dell'elicottero, perchè può pure succedere che in quel punto cada qualcun'altro..
------------------------------------
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06/09/2010 14:53
 
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ok, lo spettacolo deve andare avanti, ok..
ma non rendere anche la morte uno spettacolo.
Ripeto poi ho tirato avanti la colazione fino alla fine della MotoGP (alle 14 ancora pucciavo cereali dentro il latte), ho cercato di seguire gli interventi. Alcuni sono state delle puttanate imbarazzanti.
Come è stato imbarazzante quel pilota spagnolo che ha candidamente ammesso che è stato avvisato della morte del giapponese prima dell'inizio della gara e il dottore/poeta che lo riprendeva dicendo che non era possibile (dai, cazzo, dai!).
A me da' fastidio quando quello ti dice che alla fine i dottori accarezzavano il pilota! Ecco, per me questa spettacolarizzazione della morte, renderla poetica è pessima! O facciamo cronaca asettica limitandosi a mistificare quattro beceri che festeggiano un terzo posto o sospendiamo tutto. Il Gruppo Fininvest rispetta il dramma e si limiterà a trasmettere le immagini della gara senza commenti.
Poi il circo andrà avanti come dice Giovanni ma continuo a pensare che nella testa degli "addetti ai lavori" c'è solo la fredda soddisfazione del boom dello share, altrimenti cosa significherebbe il filmato con tanto di musica con le immagini più belle della carriera di questo ragazzo? ecco, quella è spettacolarizzazione inutile della morte.
l'unico vero imbarazzato che ha seguito una logica priva di ipocrisie è il romagnolo (non conosco un nome, scusate) che fa' il commento tecnico insieme a Meda.

L. S. D.
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06/09/2010 15:04
 
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Re:
E_Dantes, 06/09/2010 14.53:

ho cercato di seguire gli interventi. Alcuni sono state delle puttanate imbarazzanti.



Da qui il mio "craniolesi"(cit.petrucci).


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