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l'ho sempre detto che era daa lazio...

Ultimo Aggiornamento: 25/08/2010 18:38
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25/07/2010 19:07
 
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ZEMAN: ´TOTTI È SEMPRE IL PIÙ FORTE, VUCINIC AL SUO FIANCO DEVE FARE 30 GOL´


Il Corriere dello Sport- Come se il tempo si fosse fermato. Do­dici anni fa Predazzo, ieri, Valdaora, quattro-tre-tre, Zdenek Zeman, una sigaretta dietro l’altra, silenzi più pe­santi delle parole. E’ tornato tra le Dolomiti, stavolta sulla panchina di quel Foggia di Casillo e Pavone che è un po’ come il primo amore che non si scorda mai, per tornare a fare quello che ama di più, allenare. Di giocare a golf, autodidatta, non ne poteva più. Meglio tornare ai grado­ni, ci sono pure qui, tanto per far capire ai suoi nuovi disce­poli che il tempo può cambia­re molte cose, non Zdenek Zeman.

Bentornato, mister.

«Grazie. Avevo bisogno di tornare ad allenare. Il Foggia mi ha dato l’opportunità, so­no tornato con Casillo e Pa­vone ».

Obiettivo?

«Insegnare e fare calcio».

Non teme il rischio che il suo calcio sia superato?

«Qualcuno diceva che ero avanti di vent’anni, dovrei averne con­servato anco­ra qualcuno».

In Italia che calcio ri­trova?

«In crisi».

Motivo?

«Perché in Italia si fa po­co calcio in campo. A in­segnare ai settori giova­nili non ci pensano più».

Il risultato della Nazio­nale al Mon­diale ne è la dimostrazione?

«Sapevo che l’Italia avreb­be fatto male».

E’ un attacco a Lippi?

«Non mi permetto...».

Manca più la A a Zeman o Zeman alla A?

«In A, oggi, non c’è un alle­natore che abbia fatto i miei risultati o abbia valorizzato giocatori come ho fatto io».

Che fa comincia?

«No, faccio quello che ho sempre fatto. Dico quello che penso».

C’è un problema allenato­ri in Italia?

«Oggi un tecnico non viene più scelto per la sua compe­tenza, ma per convenienza. Vedo staff con quindici col­laboratori, l’allenatore è uno perché uno il responsabile. In una società, oggi, è più im­portante il responsabile del merchandising che il tecni­co ».

Però Mourinho...

«Un fenomeno mediatico».

Ha vinto tutto.

« Ho incontrato molti inte­risti che si sono vergognati per certi comportamenti. E a Barcellona non si sono certo divertiti».

L’Inter resta la più forte?

«E’ la più forte».

Moratti nel momento di scegliere il dopo Mourinho, ha parlato di Zeman.

«L’ho letto sui giornali, ov­vio che mi abbia fatto piace­re ».

Pare che l’Inter voglia vendere Balotelli.

«Ha talento. Se l’Inter non lo sostituisce con un altro a quel livello, è una perdita».

La sua vecchia Roma co­me la vede?

«La sfidante. Ma non è fa­cile anche se ha Totti che ri­mane il giocatore italiano più forte. Fisicamente ha perso qualche cosa, ma con il pallo­ne tra i piedi non c’è nessuno come lui».

La ricostruzione Juventus la convince?

«No comment».

Allegri è l’allenatore giu­sto per il Milan?

«Lo dirà il campo».

Il doping nel calcio è anco­ra un problema d’attualità?

«Ho già dato. E poi l’im­portante non è che ne parli Zeman».

Chi dovrebbe parlarne?

«I capi del calcio. Invece non lo fanno».

Ma è vero che non c’è sim­patia tra lei e Ranieri?

«Questo lo dite voi. La pas­sata stagione mi sorprese quando disse che a lui dello spettacolo non interessava niente. Io lo ricordo quando, ancora giocatore, veniva a Licata a vedere i miei meto­di di allena­mento. Era un difensore, quando si di­venta allena­tori uno si porta dietro il suo bagaglio d’esperien­ze ».

Eppure Ra­nieri sta pro­vando una Roma a tre, quattro pun­te. Si può?

«Si può. Anche con cinque o sei».

Menez come le sembra?

«Un giocatore di qualità».

Il ritorno di Adriano come lo vede?

«E’ una speranza per tutti i tifosi, non solo quelli della Roma».

Il suo vecchio allievo Vuci­nic può ancora migliorare?

«Deve migliorare. Con me a Lecce ha fatto 19 gol gio­cando solo 10 partite intere, per la proprietà transitiva, con la Roma, al fianco di Tot­ti, ne deve fare 30».

Il Mondiale vinto dalla Spagna può essere un segna­le positivo per tutti?

«Deve esserlo. La Spagna gioca a calcio».

Quali squadre negli ultimi anni le sono piaciute?

«Il Barcellona. E per un paio di stagioni la Roma di Spalletti».

Come giocherà il Foggia di Zeman?

«Quattro-tre-tre. La geo­metria dice che è il modulo migliore per coprire il cam­po ».

Prandelli nuovo ct, avrà un lavorone da fare?

«Lavora sul campo. Ma de­ve essere un selezionatore. Potrebbe essere utile per lui, andare in giro per vedere co­me lavorano i suoi giocatori nei loro club».

Con che motivazioni è tor­nato Zeman?

«Con la voglia di stare in campo, insegnare ai giovani, l’idea di migliorarmi».




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