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Cimberio Varese-Virtus Roma

Ultimo Aggiornamento: 21/12/2009 20:32
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20/12/2009 13:46
 
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Si torna alla vittoria [SM=g28002]
84-67, partita non semplice, con due fughe di Roma rintuzzate da Varese che nel terzo quarto arriva fino al +5, ma poi praticamente non segna più
Buona partita finalmente di Jaaber, ottima di Minard e Winston,molto bene Vitali quando schierato da ala grande (!), in ripresa Hutson (dal campo solo un canestro, ma tanti falli subiti)
Speriamo che Hutson non venga tagliato; Tourè spero di si,o comunque via subito, indecente
[Modificato da ShearerWHC 20/12/2009 13:46]
......
"In my 23 years working in England there is not a person I would put an inch above Bobby Robson."
Sir Alex Ferguson.
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20/12/2009 18:06
 
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ho visto il primo quarto...minard sembrava rinfrancato dalla "cura" boniciolli.

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21/12/2009 00:40
 
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Sono contento della vittoria. [SM=g28002]

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Post: 20.833
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21/12/2009 20:32
 
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Matteo Boniciolli, nuovo coach di Roma, la Lottomatica è tornata a vincere, ieri a Varese, e già questa sarebbe una notizia. La cura Boniciolli, dirà qualcuno. Se permette, aspetteremmo. Sarebbe già un bel passo aver individuato la malattia?
"Quel che non va si vede, ma anche la cura si conosce. Allenarsi, allenarsi, allenarsi. E' quel che faremo, senza pensare tanto alle feste, visto che tutti sono pagati bene. Ma ho sentito anche grande disponibilità, meglio così. Poi, vincere partite come quella di Varese fa bene. Pulisce la mente, e questo è un gioco di profonde interazioni fra gambe e testa. Se ogni sconfitta è un sassolino che rotola, 9 nelle ultime 10 partite erano, per Roma, una valanga".

In questa partita, e in quella di Eurolega persa col Maroussi, si possono già leggere indicazioni delle nuove gerarchie o anche di bocciature un arrivo?
"Su chi punterò si capisce: ho tre buoni esterni americani, un'ala-pivot di qualità come Gigli, due pivot alternabili a seconda di avversari e momenti del match come Hutson e Crosariol. Il nerbo della squadra è questo. Poi, come in tante rose larghe, tutti hanno chances, allenandosi bene, partecipando con lo spirito giusto alla competizione interna".

Roma dà l'impressione di un'abbondanza spesso inutile, pletorica. E invece, ha qualche ruolo scoperto?
"Un 4 che apra il campo col tiro da fuori non c'è. Gigli è bravo, ma non è quel tipo di giocatore. E allora lo cercheremo sul mercato, perché a Varese, nel quarto finale, decisivo, ho usato Vitali, un play, nel ruolo 4: un'idea ripugnante, rispetto al basket che vorrei, ma tanto utile, nella contingenza. Cambiando un pezzo solo, e forse ne servivano di più, un anno fa alla Virtus Bologna arrivai a giocarmi due finali su tre competizioni, e visto che qualcuno l'ha definita un'annata deludente augurerei a tanti miei colleghi di trovare sotto l'albero tante stagioni deludenti come questa. A proposito di Bologna, il mio ex patron Sabatini m'ha fatto una telefonata molto cordiale, alla partenza di quest'avventura romana. M'ha fatto piacere".

Torniamo ai tanti, o troppi, che siete.
"Vero, ma io, rispetto a Varese, attendo anche Datome, che sarà un grande innesto, e De La Fuente, con la calma che il suo stato fisico oggi impone. Non mi spaventano le rose ampie".

Da dove partirà il piano d'emergenza?
"Lavorare tanto. Non ne conosco altri. Lavoro fisico, che aumenta pure la fiducia in se stessi, perché solo chi si sente bene fa in campo le cose giuste, e le tenta. E lavoro tecnico, quello che ad ogni allenatore consente di sviluppare la propria idea di basket. Ne ho di diverse, rispetto a Gentile, ma subito dopo Varese ho ritenuto fosse giusto ringraziarlo per il lavoro fatto con questa squadra. Nando è un amico, lo conosco da tanto, ci andrò presto a mangiare una pizza e parleremo della squadra".

In Eurolega siete sull'orlo dell'eliminazione. Meglio uscire?
"Non scelgo e, appunto, quella rosa ampia ci consente di stare su più fronti. Avremo quel che ci meritiamo: la Top 16, se i risultati ce la daranno, oppure no, e punteremo su altri obiettivi".

Siete lontani pure dalle finali di Coppa Italia: che sarebbe poi il suo terreno di caccia preferito. Trofeo alzato due anni fa con Avellino, mancato per un canestro, e molte polemiche, l'anno scorso con Bologna, contro Siena.
"M'attizzerebbe tanto fare la terza finale a fila con tre squadre diverse. Proveremo a entrarci, ma abbiamo numeri difficili".

Resta lo scudetto. Iscriverebbe la sua Roma alle nomination per essere l'anti-Siena?
"Certo. Insieme a Milano e, anche se ora procedono sott'acqua, Bologna, Treviso e Biella".
Anche lei dà per scontato l'inevitabile dominio della Montepaschi?
"Ma neanche per sogno. Sono due anni che io non lo do per scontato. E lavoro per rendere le mie squadre competitive. Con Avellino battei Siena in campionato e vinsi una Coppitalia dove c'erano anche loro. L'anno scorso, con Bologna, la coppa l'ho persa all'ultimo secondo e in campionato m'hanno tolto due liberi già assegnati, sul pari, ancora all'ultimo secondo. Non sono un pazzo visionario, ho le prove che Siena si possa battere".

A proposito di Siena, Pianigiani è il tecnico giusto per la nazionale?
"Se il presidente federale l'ha nominato è senz'altro il tecnico giusto".

Ed è giusto il part time o era meglio il full time?
"Il dibattito che ha opposto Coni e federazione m'attrae poco: la scelta è fatta e va bene così. L'unica cosa che m'ha dato fastidio è che Pianigiani, invocato da tutti come un salvatore della patria, sia stato in questa partita un candidato unico. Come se un Frates, un Bucchi, un Sacripanti, e mi ci metto anch'io, non potessimo essere messì lì, perché poi avremmo detto ai giocatori di tirarsi la palla coi piedi... Ecco, questo m'ha infastidito. E comunque, sono già sull'attenti. E visto che tanti miei illustri colleghi si sono dichiarati per una collaborazione con Pianigiani, cioè per fargli da scout, ovunque si trovino, io faccio di più e dico che sono già all'opera. A Roma ho cinque azzurri e dunque sono già al lavoro per Pianigiani e per la rinascita del basket italiano, che sta a cuore a tutti noi".
(21 dicembre 2009)
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