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Popolo... religione... o comunque si voglia definirli.

Ultimo Aggiornamento: 04/04/2018 13:05
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Post: 2.683
Sesso: Maschile
15/07/2009 22:40
 
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importa come definirli e importa chi li definisce
nel mio post ho messo in risalto una tua frase:


giove(R), 10/07/2009 12.17:


e poi...io nonc reeo molto alla fama di filantropo mondiale, che fa finta di non vedere lo schifo che sta facendo il Suo popolo con la situazione Palestinese.




e ti ho posto delle domande, non retoriche.


BeautifulLoser, 10/07/2009 17.57:


ho la sensazione che qui, prima o poi, andremo a litigare di brutto...
il suo popolo?
i popoli (o le etnie) si costituiscono in base alla religione? o in base alla discendenza da appartenenti ad una religione?
in altre parole parliamo dell'etnificazione di religione. cioè della sua iscrizione nel dna.
sei cosciente del fatto che questo pensiero è uno dei teoremi centrali di quel antisemitismo aggressivo creato e messo in pratica dall'inquisizione nella spagna del 400 e che ha portato poi all'eliminazione industrializzata di milioni di ebrei e presunti tali?
uno è ebreo per scelta, non per nascita. e se sceglie di essere ebreo, appartiene ad una religione, non ad un popolo.
confondere queste due cose è il primo passo verso un antisemitismo che ha come ultima logica la frase di hermann göring: "chi è ebreo lo decido io!"




la sensazione che andremo a litigare su questo punto l'ho avuta ricordandomi di questo tuo post su guy asulin:


giove(R), 27/03/2009 11.33:


OT

a me dopo quello che hanno fatto in Palestina (bombe al fosforo, famiglie e vicinati riuniti in asette e poi cannoneggaiti, inviti a scappare "in quella direzione" dove poi era luogo di bombardamenti, e tanto altro ancora) mi starebbe altamente sul cazzo avere un giudio in squadra.




ancora mi chiedo perché, parlando di israele, si crei spontaneamente l'identità religione = etnia. gli ebrei, come i cristiani, sono sparsi in tutto il mondo; gli israeliani vivono in israele. tu ti sei riferito ad un ungherese con la cittadinanza statunitense che, questo sì, è legato al contesto religioso e culturale ebraico. perché dovrebbe essere una sua priorità fare qualcosa per o contro la politica israeliana. non fa nemmeno parte dell'aipac (american israel public affairs committee), la lobby pro-israeliana statunitense, un'organizzazione criticabile ma di certo non composta da "fior di miliardari che controllano il mondo".

mi chiedo come potremmo fare con il cristianesimo, se volessimmo girare la frittata? quale etnia, quale popolo, quale nazione, quali istituzioni (quattro cose ben diverse) potremmo identificare con esso?

mi chiedo cosa centri guy asulin con la politica israeliana. anzi, vorrei essere più preciso e dire: con quello che recepiamo mediaticamente della politica israeliana. perché anche noi europei, come gli stati uniti, ci siamo immischiati, spesso con interessi completamente divergenti e con posizioni raramente coerenti, nel conflitto mediorientale, creando ancora più caos e aumentando esponenzialmente il numero delle variabili da prendere in considerazione. non possiamo pertanto aspettarci che i nostri media, che sono comunque più o meno parziali, ci permettano una visione oggettiva della realtà.

mi chiedo come mai certi ragionamenti antisemiti siano ideologicamente trasversali (dall'estrema destra all'estrema sinistra) e, a quanto pare, indistruttibili. qual'è l'impulso ideologico alla base di questi ragionamenti?

mi chiedo, e questa domanda la pongo esplicitamente anche a te, giovanni, se non c'è una differenza tra l'antisemitismo europeo (mi voglio limitare a quello, per il momento), vecchio di secoli, e le varie correnti antisioniste, che solo in parte sono legate ad questo conflitto abbastanza "giovane", correnti sulle quali, al limite, si potrebbe anche discutere. ma prima di riflettere su argomenti antisionisti, vorrei appurare che questi argomenti non siano causa o effetto di ragionamenti antisemiti.

con il mio post ho voluto sottolineare la pericolosa vicinanza di un certo tipo di critica nei confronti di aspetti della politica israeliana a linee di pensiero che hanno portato alla shoah o che la vogliono giustificare a posteriori.

ammetto che si tratta di un campo minato e che non è facile distinguere tra la critica (più o meno legittima) ad israele, tra l'antisionismo (che spesso e volentieri mette in questione addirittura il diritto di esistenza dello stato israeliano) e un antisemitismo che si riallaccia a quello messo in pratica dalla maggioranza dei tedeschi (e da nazioni collaborazioniste, ma non solo) negli anni 1933-1945.

il tuo post su asulin lo lessi prima di iscrivermi a questo forum, e non ti nascondo che mi ha veramente stupito. ma non ti nascondo neanche che mi sono iscritto proprio perché mi piacciono i tuoi post e di conseguenza il tuo modo di vedere ed esporre le cose. volendo essere molto malizioso e ragionando in maniera analoga, potrei dire che mi sono iscritto correndo il rischio che ti potrebbe stare altamente sul cazzo avere uno nel forum che appartiene a quel popolo che nelle tua città di vittime ne ha fatte parecchie.


giove(R), 10/07/2009 12.17:


c'ha 80 anni Soros, cos'ha fatto sto filantropo per modificare la politica schiacciasassi del suo popolo?




visto che george soros non è cittadino israeliano si è limitato a prendere posizione.


"There is a resurgence of anti-Semitism in Europe. The policies of the Bush administration and the Sharon administration contribute to that. It's not specifically anti-Semitism, but it does manifest itself in anti-Semitism as well. I'm critical of those policies... If we change that direction, then anti-Semitism also will diminish. I can't see how one could confront it directly... I'm also very concerned about my own role because the new anti-Semitism holds that the Jews rule the world... As an unintended consequence of my actions... I also contribute to that image." (2003)

"The Bush administration is once again in the process of committing a major policy blunder in the Middle East, one that is liable to have disastrous consequences and is not receiving the attention it should. This time it concerns the Israeli–Palestinian relationship. The Bush administration is actively supporting the Israeli government in its refusal to recognize a Palestinian unity government that includes Hamas, which the US State Department considers a terrorist organization. This precludes any progress toward a peace settlement at a time when progress on the Palestinian problem could help avert a conflagration in the greater Middle East.
(...)
I do not subscribe to the myths propagated by enemies of Israel and I am not blaming Jews for anti-Semitism. Anti-Semitism predates the birth of Israel. Neither Israel's policies nor the critics of those policies should be held responsible for anti-Semitism. At the same time, I do believe that attitudes toward Israel are influenced by Israel's policies, and attitudes toward the Jewish community are influenced by the pro-Israel lobby's success in suppressing divergent views."
(2007)


per queste affermazioni soros è stato bastonato di brutto. negli usa è stato tacciato di essere un esempio del classico ebreo antisemita, di essere antiamericano, di non rispettare il giuramento fatto sulla costituzione statunitense. joseph farah, un giornalista statunitense di origini siriane e libanesi, l'ha addirittura chiamato "a real capitalist pig".

http://www.wnd.com/news/article.asp?ARTICLE_ID=35548

io non sono d'accordo né con farah né con soros.
capisco il ragionamento di soros, ma non lo condivido.
non mi piacciono pensieri che, tendenzialmente, dicono che gli ebrei siano la causa dell'antisemitismo. o che gli arabi siano la causa del razzismo antiarabo e della discriminazione anti-islamica. o che i roma siano la causa della discriminazione anti-tzigana. non mi piacciono perché sono pensieri sbagliati e perché, troppo spesso, danno un pretesto alla violenza.

poi credo che debba esserci una netta differenza tra quello che fanno le istituzioni israeliane, che non è certo condiviso da tutti i cittadini israeliani, e quello che hanno subito ebrei e persone ritenute tali. e insisto su questo: persone di cui altri hanno definito l'identità "etnica" in base ad una presunta appartenza ad una religione. i secoli hanno insegnato all'ebreo ateo, agnostico o convertito che non importa che fede abbia. tanto, prima o poi, qualcuno si prende la briga di "scovarlo" e gli assegna il suo posticino nel ghetto.

ecco. io vorrei che questa storia finisse.
[Modificato da BeautifulLoser 15/07/2009 22:44]

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Ever tried. Ever failed. No matter. Try again. Fail again. Fail better.
(Samuel Beckett, Worstward Ho)
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