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Popolo... religione... o comunque si voglia definirli.

Ultimo Aggiornamento: 04/04/2018 13:05
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02/01/2017 13:25
 
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Sound72, 07/09/2016 09.52:

http://www.ilfattoquotidiano.it/2016/09/06/israele-italia-tifosi-azzurri-fanno-il-saluto-romano-sugli-spalti-espulsi-dallo-stadio/3016914/


questa fa quasi ridere.

Che poi c'è la destra politica amica di facciata di Israele e la destra sociale antisemita che spalleggia i palestinesi.
In Libano però i Nar andarono a combattere coi cristiano-maroniti.




iogiocopulito.ilfattoquotidiano.it/litalia-dovrebbe-rifiutarsi-di-giocare-contro-...

L’Italia si giocherà la qualificazione al Mondiale di Russia nel 2018 nel girone in cui sarà presente anche Israele. La cosa fa storcere il naso un po’ a tutti, innanzitutto perché Israele è palesemente fuori dai confini europei. Allora perché gioca nelle competizioni Uefa?

La nazionale entra ufficialmente nell’AFC, la Confederazione Calcio Asiatica, dal 1956, vince anche la Coppa d’Asia nel ’64 e la rappresentativa giovanile ha un dominio dittatoriale per tutti gli anni ’60 e l’inizio degli anni ’70 nei tornei di categoria, fino al 1974, quando a causa di continui boicottaggi delle nazioni e delle squadre del Medio Oriente nei confronti delle compagini israeliane fanno prendere alla nazione una decisione molto coraggiosa: lasciare l’AFC.

Si sono avviate così le pratiche per entrare nel UEFA e solo nel 1991 Israele è stata accettata a giocare in Europa, e solo nel 1994 è stato approvato l’ingresso nella federazione europea.

I motivi politici però avrebbero dovuto spingere la federazione continentale, ma la stessa FIFA, ad estromettere Israele a causa di un precedente molto forte, ovvero quello del Sudafrica.

La nazione che ha ospitato i mondiali del 2010 fu sospesa dalla FIFA dal 1964 alla fine dell’Apartheid a causa delle leggi razziali presenti nel Paese africano, ma tali leggi sono tutt’ora in vigore in Israele.

Ha indignato il mondo la scelta delle autorità di Tel Aviv di non far partire il materiale della delegazione palestinese a Rio de Janeiro per le Olimpiadi di questa estate, costringendo i 6 atleti qualificati ai Giochi per la federazione a ricomprare tutto il materiale, compresa la bandiera della Palestina, per partecipare a Rio 2016. ***

I tifosi del Celtic sono quelli che più si sono esposti in questi anni a favore dell’esclusione delle squadre israeliane, e della relativa nazionale, dalle competizioni Uefa per motivi politici, facendo rimostranze molto forti che questa estate hanno rischiato di far escludere la squadra di Glasgow dalla Champions League perché i tifosi biancoverdi si sono presentati allo stadio con le bandiere della Palestina, colorando di bianco, nero, verde e rosso il Celtic Park, facendo dei gazebo informativi lungo le strade di Glasgow sulla questione palestinese. Il tutto si è poi risolto con una multa, che i tifosi del Celtic hanno accolto come una sfida ed hanno donato a delle associazioni che aiutano gli sfortunati palestinesi la stessa cifra che la Uefa ha commutato al Celtic.

L’Italia è sempre stata molto neutrale sulla questione. Ha appoggiato la risoluzione all’Onu per permettere alla Palestina di diventare uno Stato Osservatore, scatenando le ire di Netanyahu e la delusione dell’ambasciatore.

L’incontro tra l’Italia e Israele ad Haifa per la qualificazione, una città prima palestinese e da cui sono stati deportati circa 100mila palestinesi dalle truppe britanniche ed israeliane affiché Haifa fosse “liberata”, ignorando il fatto che quelle terre fossero state di diritto della Palestina.

Si doveva creare un dibattito attorno a questo match, proprio com’è successo in Scozia, ma tutto scorre come nulla fosse, ignorando lo stato di inciviltà e di anti-democrazia che vige in quelle zone distrutte dal potere imperialista dell’Occidente nel corso del ‘900.

Israele-Italia sarà dunque una partita come tutte le altre, anche se contro Israele non potranno mai esserci partite come tutte le altre almeno fino a quando la Libertà non sarà tutelata in tutto lo Stato, almeno fino a quando i cittadini palestinesi non torneranno a poter vivere liberamente.


***
iogiocopulito.ilfattoquotidiano.it/rio-2016-se-per-israele-le-olimpiadi-sono-come-li...

La notizia riportata su tutti gli organi di stampa (dall’Ansa al Manifesto passando per La Repubblica e Il Fatto Quotidiano) è per utilizzare un eufemismo, clamorosa. Rivela che la comitiva palestinese approdata in Brasile per partecipare alle Olimpiadi (6 atleti in tutto) non abbia potuto avere con sé gli indumenti né tantomeno la bandiera ufficiale (che dovrebbe essere esibita nel corso della cerimonia d’apertura prevista per venerdì 5 agosto) perché, a quanto pare, tutto il materiale occorrente (dalle tute, alle magliette , agli scarpini), sarebbe rimasto bloccato alla dogana in Israele. A Tel Aviv. A denunciare il misfatto il Segretario Generale del Comitato Olimpico Palestinese Munther Masalmeh mentre la capo delegazione Ghadya Abuzayyad ha chiesto pubblicamente “aiuto” al Comitato Olimpico Internazionale. Non è ancora chiaro se i doganieri israeliani abbiano appositamente bloccato il materiale palestinese da spedire fino a Rio De Janeiro (anche se l’Ansa riporta la notizia che l’Agenzia delle Entrate israeliana pur dichiarando di non esserne stata al corrente abbia detto comunque di essere pronta a collaborare con le autorità palestinesi) oppure al contrario si sia trattato di un clamoroso errore. Tuttavia non è la prima volta che tra Israele e Palestina accada qualcosa di simile. Un precedente era infatti accaduto nel settembre 2014 quando il calciatore cileno-palestinese Roberto Peto-Kettlun (con un passato anche in Italia tra Teramo, Casarano e Brindisi) dichiarò proprio al Fattoquotidiano.it che le autorità israeliane non di rado bloccano il materiale (come indumenti oppure i palloni) che viene utilizzato da atleti palestinesi. Portando il disagio suo e dei suoi connazionali anche al Congresso della FIFA che nel 2014 si tenne proprio in Brasile.

E fu quella l’occasione per dichiarare al mondo intero la “situazione di perenne difficoltà” che gli atleti palestinesi vivono ogni qualvolta debbano passare i confini nazionali come anche i check-point all’interno della Striscia di Gaza. Dove costantemente, verrebbero bloccati dai militari israeliani. Per questo se il “giallo” della dogana si rivelasse in verità un dispetto delle autorità israeliane, non sarebbe purtroppo il primo. L’unica speranza (forse remota) è che si tratti dell’ultimo.



Tanto per dire CHI E' Israele....
Vi raccomando poi il pianto greco che ha fatto quel genocida di Netanyahu sulle recenti parole di Obama.


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